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2. Le forze armate nella Repubblica Popolare (1949-1976)

3.2 La nuova configurazione del potere (1978-1982)

Oltre alla quasi totale scomparsa del culto della personalità che aveva caratterizzato il periodo maoista, uno degli aspetti più evidenti della leadership di Deng Xiaoping nel periodo successivo al 1978 è il netto rifiuto da parte di Deng di ricoprire le posizioni più importanti nella struttura del partito e del governo; del resto il breve interregno di Hua Guofeng aveva reso evidente come non fosse sufficiente occupare le più alte cariche istituzionali per detenere un vero potere. Pur mantenendo la massima autorità sul sistema partito-stato, Deng preferisce dunque assegnare le principali posizioni formali ad altri leader a lui strettamente connessi. Hu Yaobang occuperà la carica di segretario del PCC dal 1982 al 1987, mentre Zhao Ziyang sarà premier dal 1980 al 1987, per poi sostituire Hu alla segreteria fino al 1989; nel 1987 Deng lascerà anche il suo seggio nel Politburo. Inoltre, nel 1982 il XII Congresso del PCC opera una forte cesura con il sistema di potere maoista abolendo la carica di presidente del partito, che dopo il 1976 era stata occupata prima da Hua Guofeng e per un breve periodo da Hu Yaobang6.

L'incarico più rilevante che Deng occuperà nel corso della propria carriera sarà la presidenza della Commissione Militare Centrale del PCC. La Commissione era stata istituita con la costituzione del 1954, che la definisce come l'organo avente “pieno controllo” (全领导, quan lingdao) sulle forze armate, sottoponendo l'esercito all'autorità diretta del Comitato Permanente del Politburo. Benché la struttura formale della catena di comando dell'EPL istituita nel 1954 rimanga sostanzialmente invariata nei decenni seguenti, nel corso della Rivoluzione Culturale la Commissione perde autorità e le decisioni di natura militare vengono prese direttamente da Mao, Lin Biao e dai principali leader dell'esercito, in particolare i marescialli Ye Jianying, Xu Xiangqian e Chen Yi. Durante la sua temporanea riabilitazione tra il 1974 e il 1975 Deng e i marescialli ridanno vita alla Commissione, riducendone le dimensioni ed espellendo gli elementi

5 MACFARQUHAR, “The succession to Mao and the end of Maoism”, cit., pp. 377-382, 386.

maggiormente legati a Lin Biao; quando dopo la morte di Zhou Enlai Deng viene nuovamente messo da parte la commissione rimane sotto la guida di Ye. Nel giugno del 1981 Deng, ormai tornato definitivamente sulla scena, assume la presidenza della Commissione, che manterrà fino al novembre del 1989, anche dopo essere uscito dal Politburo (la costituzione impone infatti che la presidenza della Commissione debba essere ricoperta da un membro del Comitato Permanente del Politburo, regola che Deng provvede a modificare)7.

L'esercito era stato un attore fondamentale nel travagliato periodo intercorso tra la morte di Mao e l'avvio delle riforme. Ye Jianying e Nie Rongzhen erano stati determinanti per l'arresto della Banda dei Quattro, e la leadership di Hua Guofeng aveva resistito solo fino a quando i militari non avevano scelto di negargli il proprio appoggio. Assumendo la presidenza della Commissione Militare Centrale Deng intende dunque stabilire il proprio controllo diretto sull'esercito, ben conscio dell'importanza del sostegno delle forze armate. Deng aveva già affrontato il problema della fedeltà politica dell'EPL nel corso del suo breve mandato da vicepresidente nel 1975, attaccando inoltre le dimensioni eccessive, la mancanza di disciplina e l'endemico fazionalismo8. Tra il 1979 e il 1980 vengono trasferiti diversi leader regionali e provinciali, tendendo a favorire quanti avevano sofferto della Rivoluzione Culturale e a mettere da parte i beneficiari; inoltre nel 1981 Geng Biao ( 耿 飚 ), un leader civile dalla lunga esperienza diplomatica, viene nominato ministro della difesa, carica che fino ad allora era stata ricoperta esclusivamente da marescialli dell'esercito9. Tra il 1980 e il 1981 vengono operati una serie di tagli al budget, che era sostanzialmente rimasto invariato negli ultimi dieci anni. I tagli suscitano le proteste di quanti nelle forze armate si oppongono alla bassa priorità data alla modernizzazione militare, sostenendo che debba invece avere la precedenza rispetto agli altri settori. Nello stesso periodo emerge inoltre un forte dissenso relativo alla crescente rilassatezza dell'atmosfera politica dopo l'avvio delle riforme: la riabilitazione di Liu Shaoqi nel maggio del 1980

7 David SHAMBAUGH, Modernizing China's Military. Progress, Problems and Prospect, Berkeley,

Los Angeles, University of California Press, 2002, pp. 113-116.

8 MACFARQUHAR, “The succession to Mao and the end of Maoism”, cit., pag. 352.

9 Thomas W. ROBINSON, “Chinese Military Modernization in the 1980s”, The China Quarterly,

mette in discussione una delle questioni all'origine della Rivoluzione Culturale e indirettamente l'autorità dello stesso Mao, che i marescialli intendono preservare. In risposta alle tensioni emerse in seno all'esercito il partito decide di non fare alcuna menzione critica al ruolo svolto dall'EPL nel corso della Rivoluzione Culturale all'interno delle Risoluzioni su alcuni problemi di natura storica del partito dal 1949 ad oggi (关于建国以来当的若干历史问题的决议 , Guanyu jianguo yilai dang de ruogan lishi wenti de jueyi), pubblicate nel giugno del 1981; tuttavia l'anno successivo, in seguito alla pubblicazione di articoli fortemente critici della “linea borghese e liberale di Deng” sul quotidiano dell'esercito, verrà rimosso dall'incarico Wei Guoqing (韦国清), direttore del Dipartimento Politico Generale dell'EPL10. Nel 1982 la nuova costituzione istituisce inoltre una nuova Commissione Militare Centrale statale, soggetta all'autorità del governo. La creazione della Commissione statale modifica la posizione dell'esercito nella struttura statale, subordinandolo al Congresso Nazionale del Popolo e non più al Ministero della Difesa, e può essere letto come un tentativo di sottoporre maggiormente l'esercito al controllo statale (comunque soggetto all'autorità del partito) e “separare il partito dal governo” ( 党政分开, dang zheng fenkai) e “il partito dall'esercito” (党军分开, dang jun fenkai), come invocato da Zhao Ziyang e Hu Yaobang; gli sviluppi futuri rendono però evidente come questa separazione di fatto non prenderà piede, e la coesistenza delle due commissioni rappresenti esclusivamente un eccesso burocratico, in quanto tutt'oggi la composizione dei due organi rimane identica11.