• Non ci sono risultati.

2.2 ANALISI DELLE BESTIE

2.2.9 Cagne nere

L’incontro con le Cagne nere avviene all’interno della selva dei suicidi; queste bestie sono crudeli e rincorrono gli scialacquatori Lano da Siena e Giacomo da Sant’Andrea, che si nascondono tra gli alberi secchi ed i rovi che compongono la selva stessa. Tali dannati sono colpevoli di essere stati violenti contro le proprie cose e gli averi. 647

Questi fatti vengono raccontati nel canto tredici dell’Inferno.648

L’incontro viene rappresentato nei codici: Strozzi 152 c. 11r (Appendice 6H), Dante Filippino c. 33r (CF 2 16, Appendice 7P), Dante Estense c. 19r (It. 474, Appendice 9N) e Vaticano Latino 4776 c. 46r (Appendice 10I).

Il cane ha sin dall’antichità una doppia natura, se inteso al maschile è simbolo di fedeltà e può assumere anche il nome di veltro, tuttavia se assume il sesso femminile prende il nome di cagna ha valenza negativa perché allude alla figura della cagna infernale ossia dell’arpia che muta la sua conformazione fisica quando esce dagli Inferi e giunge nel mondo dei vivi per punirli.649

La parola cagna deriva dal greco kynopis, la parola viene usata nell’ Odissea da Agamennone come epiteto per descrivere la moglie che dopo averlo tradito mentre egli stava combattendo a Troia, lo fece uccidere.650 643 Expositiones super Pharsaliam Lucani compillate anno 1386 a Magistro Benvenuto, Biblioteca Comunale

Ariostea, Ferrara, c. 88v, cl. II, 192; Gentili, “Ut canes infernales”, cit., pp. 201-202 644 Dante pone l’Arpia Eritone nel IX canto dell’ Inferno però sottoforma di Furia.

Gentili, “Ut canes infernales”, cit., pp. 201-203; S. Ruggieri, Medusa, Gerione e Lucifero: tre metafore dell’ordine sovvertito e della naturalità distorta. I monstra nell’Inferno dantesco: tradizione e simbologie. Atti del XXIII Convegno storico internazionale Todi 13-16 ottobre 1996-Spoleto 1997, Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, Spoleto, 1997, pp. 205-233

645 Gentili, “Ut canes infernales”, cit., pp. 199-200 646 Inf., XIII, v. 14

647 Inf., XIII, vv. 109-151 648 Ivi

649 Per la spiegazione di questo passaggio vedi le Arpie esaminate in precedenza. Maspero, Bestiari antico, cit., p. 64

Nell’Iliade la parola viene nuovamente usata come epiteto da Elena per descrivere se stessa nel momento in cui sta spiegando a Priamo che l’uomo da lui visto è Agamennone suo cognato e sovrano valoroso e potente.651

Per i latini la cagna, canis, ha la stessa valenza negativa solo se seguita da aggettivi dispregiativi.652 Nell’epigramma IX, 245 dell’Antologia Palatina si dice che se addestrato dall’uomo alla violenza il cane può sbranarlo e non lasciare nemmeno traccia del suo cadavere, esattamente come successe a Pétale durante la prima notte di nozze.653

Nella Bibbia vanno distinti i cani da guardia654, quelli da pastore655 e i cani selvaggi che si nutrono di rifiuti e carogne656.657

Come per gli antichi e per gli ebrei, pure per i cristiani vedono nel vetro o nel cane un simbolo di fedeltà ed amicizia; mentre la cagna è un animale psicopompo, diabolico, violento e se tricorpore (come Cerbero) richiama le bestie apocalittiche.658

Per i mussulmani tutti i componenti della famiglia dei canidi hanno valenza negativa perché sono considerati dei divoratori di cadaveri e carcasse. Questo vale per cani, cagne, sciacalli e iene.659

Dante stesso distingue il veltro dalle cagne infernali. 660 Il poeta in merito alle cagne nere dice che corrono velocemente tra le frasche della selva, graffiano e mordono i dannati lacerando la loro pelle, bramano la carne e sono violente come i cani che vengono incatenati per molto tempo.661

L’iconografia della cagna non è mai mutata nel tempo.662 Nei codici della Commedia analizzati appaiono di rado. Sono presenti nel codice Strozzi 152 c. 11r (Appendice 6H) cagne e scialacquatori sono appena percettibili a causa del pessimo stato conservativo della vignetta, nel Dante Filippino c. 33r (CF 2 16, Appendice 7P) e nel Vaticano Latino 4776 c. 46r (Appendice 10I); in questi ultimi c’è una incongruenza tra testo ed immagine dato che le cagne sono sia nere che marroni. Solamente nel Dante Estense c. 19r (It. 474, Appendice 9N) le bestie appaiono esattamente come Dante le aveva immaginate e descritte e le figure si conservano ottimamente.

2.2.10 Gerione

La figura di Gerione appare prima nel canto sedicesimo quando Dante e Virgilio lanciano una corda verso il baratro formato dal Flegetonte, i due poeti permettono ad un’ombra grossa e scura che li stava raggiungendo a nuoto di risalire velocemente.663 L’incontro vero e proprio però viene narrato nel canto successivo, il

651 Idem, Iliás,, III, v. 180 e VI, 344, ed. cit. 652 Maspero, Bestiari antico, cit., p. 66

653 Antologia palatina, IX, 245, a cura di A. Presta, G. Casini, Roma, 1957 Maspero, Bestiari antico, cit., p. 67

654Is 56, 10-11; Ibidem, 58, 10 655 Gb 30, 1

656 1 Re 14, 11; ibidem 16, 4; ibidem 21, 19; ibidem 22:38 e 23; Sal 59, 6 e 14

657 La parola cane viene usata con valenza dispregiativa per offendere l’uomo: 1 Samuele 24, 14 2 Sam 3, 8; ibidem 9, 8; ibidem16, 9; Prv 26, 11; 2 Re 9, 33-37

L’Apostolo Paolo definisce i falsi apostoli dei cani: Fil 3, 2

L’Apostolo Pietro dice che il cane torna sempre al suo vomito: 2 Pt 2, 22

San Giovanni definisce cani colo i quali non entreranno nei regno dei cieli: Ap 22, 5

658 Maspero, Bestiari antico, cit., p. 64; Maspero- Granata, Bestiario medievale, cit., pp. 91-92 e p. 243 Vedi anche quanto detto su Cerbero in precedenza

659 Maspero, Bestiari antico, cit., p. 67

660 Inf., XIII, vv. 109-151; Ibidem, I, vv. 91-111 661 Inf., XIII, vv. 114-129

662 A. Adami, Cagne, in «Enciclopedia dantesca», I, Treccani, Roma, 19842, p. 750

diciassettesimo, e Virgilio chiede al mostro di poterli trasportare nella sua groppa lungo il fiume per facilitare la discesa verso la ghiacciaia infernale a fine di incontrare altri dannati e riuscire ad uscire dal primo regno dei morti.664 L’incontro con Gerione viene trattato nei codici: Dante Poggiali c. 40r (Palatino 313, Appendice 5I), Strozzi 152 c. 14r e c. 14v (Appendice 6I-J), Dante Filippino c. 40v e c. 42r (CF 2 16, Appendice 7Q-R), Riccardiano 1035 c. 29r (Appendice 8D), Dante Estense c. 23v e c. 24v (It. 474, Appendice 9O-P) e Vaticano Latino 4776 c. 56v e c. 60r (Appendice 10K-L).

Per gli antichi Gerione era figlio di Crisaore e Calliroe, quindi discendente di Medusa. Esiodo riferisce che si trattava di un gigante tricefalo il quale governava la mandria di giovenche di Apollo nell’isola di Eritea , queste vennero rubate da Ercole per volere di Euristeo (si tratta della decima fatica dell’eroe); Gerione si oppose all’eroe e durante lo scontro morì. Dopo la morte di Gerione Ercole decise di stabilire il suo culto e l’ oracolo in Sicilia, questo culto venne diffuso sino a Padova città nella quale l’imperatore Tiberio lo consultò.665

Gerione è un giovane nudo dotato di scudo nella metopa del Thesèion di Atene ed è un essere tricorpore nella tomba etrusca François di Vulci.666

Per gli etruschi Gerione appare sempre vicino a Persefone nelle pitture della grotta dell’ Orco a Tarquinia (Trono di Plutone)

Per i romani Gerione è un gigante tricorpore e tricefalo con bacino umano gambe umane; lo descrive Virgilio e riferisce che egli viveva nel monte Averno cioè un monte infernale e sfamava il suo gregge con la carne degli uomini che sfidava a duello e uccideva.667 Orazio dice che egli canta per Plutone perché è suo prigioniero.668

Isidoro di Siviglia in merito a Gerione riferisce che è un mostro tricorpore ed era il Re della Spagna e delle Isole Baleari; questo essere si è formato grazie ad un accordo politico fra tre fratelli che si contendevano il trono e decisero di unirsi sia politicamente che fisicamente in un unico abile sovrano.669

Considerando quanto riportano gli antichi su Gerione si riscontra che la bestia dantesca che porta tale nome non ha nulla a che vedere con il gigante tricefalo e tricorpore.

Il Gerione dantesco è un mostro con coda aguzza come quella di uno scorpione, ha una forza tale che quando passa riesce a rompere muri e ad uccidere eserciti esattamente come fanno i vermi670, infesta con la sua puzza ciò che lo circonda, aveva faccia umana benigna ed esteriormente sembrava una brava persona, il corpo era quello di un serpente ed era decorato con arabeschi e nodi simili a quelli delle stoffe orientali, aveva due zampe feline pelose che gli partivano da sotto le ascelle e artigli affilati; egli stava sulla riva del Flegetonte con la metà inferiore del corpo immersa nell’acqua.671

Per Dante quindi questa bestia prende l’aspetto di tre entità diverse che si fondono una sola persona: uomo, felino, serpente e scorpione. A mio avviso particolare attenzione deve essere data alla coda da scorpione perché questo animale è simbolo per eccellenza dell’inganno esattamente come Gerione personifica la Frode; lo scorpione quindi inganna la preda perché con la sua coda sempre in movimento colpisce sia davanti che lateralmente e avvelenandola la fa soffrire per tre giorni prima che la morte giunga; inoltre il figlio dello 664 Ibidem, XVII, vv. 1-136

665 Hēsíodos, Theogonía, 287-294, ed. cit., Ibidem, 979-983, ed. cit.; Gaius Suetonius Tranquillus, Tiberio, XIV, 3, a cura di Athena, Milano, 1929; Euripides, Heraklès mainòmenos 423 edito da U. Albini, Garzanti, Milano, 2011 666 Vedi tavola XX nel presente documento

667 Gentili, “Ut canes infernales”, cit., p. 230; Publius Vergilius Maro, Aeneis, VI, 289, ed. cit. ; Ibidem, VIII, 202-204 668 Quintus Horatius Flaccus, Carmina, II, XIV, 7-8, ed. cit.

669 Isidorus Hispalensis, Etymologiarum Sive Originum, XI, 3, 28-29, 33, 37-38, ed. cit.; Ibidem XII 4, 5; Armour, I Monstra e, cit., p. 153

670 Vedi nel presente capitolo la sezione vermi, vespe e mosche 671 Inf., XVII, vv. 1-27

scorpione uccide sempre la madre per vendetta e lo fa ponendosi sulla sua schiena e colpendola a tradimento senza esser visto.672 Nella Bibbia lo scorpione come il serpente sono nemici della Fede perché simboleggiano le forze diaboliche del male che devono essere sconfitte da Cristo673; lo stesso afferma anche Tertulliano674 ed oltre al demonio lo scorpione personifica anche la Sinagoga ed il popolo ebraico nemico della chiesa cristiana.675

Nel XIII-XIV secolo Domenico Cavalca e Cecco d’Ascoli confermano quanto detto nei bestiari medievali sullo scorpione ed aggiungono che la gente falsa usando l’arte della Dialettica si comporta come lo scorpione perché con la bocca liscia, fa complimenti, e con la coda alle spalle morde ossia inganna.676

Considerato ciò per Dante il mostro Gerione è la rappresentazione della Frode dato che il suo aspetto fisico trae in inganno chi lo vede per la prima volta perché ha volto umano, corpo di serpente e coda da scorpione; Dante muta l’iconografia antica di Gerione al fine di creare una bestia infima e ingannatrice, come lo sono gli animali di cui il suo corpo si compone, inoltre egli abita nei gironi più profondi dell’Inferno e sorveglia i fraudolenti ovvero i violenti contro Dio nell’arte del lavoro.677

Armour sostiene che la particolare forma del Gerione dantesco si avvicina a quella della Manticora. Questa bestia ha il volto umano, una fila ordinata di denti, il corpo nella metà superiore da leone e in quella inferiore da serpente e scorpione (in particolar modo la coda), il corpo ha lo stesso colore del sangue, gli occhi sono blu, la lingua biforcuta e la voce sibillante come quella dei serpenti ed è in grado di volare più veloce degli uccelli; la Manticora somiglia anche alle bestie dell’Apocalisse.678 Sulla Manticora ci sono notizie anche nel Tresor di Brunetto Latini dove viene chiamata Menticore proprio perché questa bestia ha un cuore malvagio e menzoniero.679

Personalmente credo che nella Commedia Gerione prenda il nome e lo spirito malvagio del gigante tricorpore e tricefalo della cultura classica, ma per poter diventare più realistico e assumere consistenza plastica nella mente del lettore egli deve avere l’aspetto delle peggiori bestie medievali come lo scorpione e la manticora i quali si macchiano di peccati fraudolenti esattamente come Gerione.680

672Gaius Plinius Secundus, Historia Naturalis, XI, 86, ed. cit.; Maspero, Bestiario antico, cit., pp. 277-278 La donna non ha scampo dal veleno dello scorpione, l’uomo invece può curarsi se beve un antidoto composto dalle ceneri dello scorpione che lo ha punto miste a vino e olio d’oliva nel quale deve esser stato immerso un geco.

Eliano riferisce che lo scorpione può nascere dalle carogne dei coccodrilli e che Psilli della Libia sono degli esseri dotati di punte di scorpione

Claudius Aelianus, Sulla natura degli animali II, 33, ed. cit.; Ibidem, VI, 20; Ibidem XXIII; Artemidoro, Onirocritica II, 13 a cura di D. dal Corno, Adelphi, Milano, 1975

Artemidoro dice che scorpioni, millepiedi e ragni rappresentano gli uomini malvagi. 673 Lc 10, 19

Ap 9, 3-5

“dal fumo della terra escono delle cavallette che hanno il potere degli scorpioni. Questi non dovevano fare danni se non agli uomini che non avevano il sigillo di dio sulla fronte”

Maspero, Bestiario antico, cit., pp. 279

674Quintus Septimius Florens Tertullianus, Scorpiace, a cura di G. Azzali Bernardelli, Nardini editore, Firenze, 1990 675 Maspero- Granata, Bestiario medievale, cit., pp. 382-385

676 Domenico Cavalcanti, Pungilingua consultato al link:

https://archive.org/stream/bub_gb_W5zEgcU0dkEC/bub_gb_W5zEgcU0dkEC_djvu.txt; Cecco d’Ascoli, L’Acerba, XXXV, ed. cit.

Nel XII secolo il simbolo dell’arte della Dialettica non sono più due serpenti a uno scorpine.

Con la Dialettica, arte di saper parlare, per mezzo della conoscenza dei vocaboli e della buona retorica si può ferire il prossimo oppure ingannare il prossimo a credere in convinzioni moralmente ed eticamente sbagliate.

677 Gentili, “Ut canes infernales”, cit., p. 230; F. Salsano, Gerione, in «Enciclopedia dantesca», III, Treccani, Roma, 19842, pp. 124-126; P. Droke, Dante e le tradizioni latine medievali, il Mulino editore, Bologna. 1990, pp. 17-64;

Pastoreau, Bestiari del Medioevo, cit., pp. 86-87 678 Ap, XIII, 1-2

Nei codici illustrati Gerione viene rappresentato nel rispetto dei versi danteschi solo nei manoscritti: Strozzi 152 c. 14r e c. 14v (Appendice 6I-J) e Riccardiano 1035 c. 29r (Appendice 8D681).

Nel Dante Poggiali (c. 40r, Palatino 313, Appendice 5I) la figura della bestia diverge dalla descrizione dantesca, egli infatti ha un volto femminile, braccia umane e coda da sirena. Gli unici due dettagli presenti che rispettano il testo del poeta sono gli arabeschi che decorano il corpo della bestia ed il pungiglione simile a quello dello scorpione. 682

Nel Dante Filippino (c. 40v e c. 42r, CF 2 16, Appendice 7Q-R) la bestia ha correttamente volto umano ma il suo corpo somiglia molto a quello di un drago alato perché ricoperto di squame e dotato di coda che si articola in due volute; nemmeno le zampe sono feline e somigliano erroneamente a quelle di un uccello rapace. La presenza delle ali è forse dovuta ad un errore interpretativo dei versi che parlano della discesa a volo dei due poeti stanti sulla groppa della bestia.683

Nel Dante Estense (c. 23v e c. 24v, It. 474, Appendice 9O-P) il corpo della bestia non concorda perfettamente con la descrizione dantesca; in quanto assume la posa di un quadrupede, egli non ha coda serpentiforme, ha il corpo verde e squamato come un serpente ed è privo di arabeschi e nodi decorativi; nonostante ciò trasporta correttamente i poeti sulla schiena, ha volto umano e un artiglio da scorpione nella coda.

Nel Vaticano Latino 4776 (c. 56v e c. 60r, Appendice 10K-L) la figura di Gerione appare esattamente come il poeta l’ha descritta, ad eccezione delle ali e del copricapo che indossa.

2.2.11 Serpenti

Nel ventiquattresimo canto dell’Inferno si parla della punizione dei ladri, essi si trovano all’interno di una fossa nella settima bolgia infernale, essa è piena di serpenti che avvolgono le mani dei dannati dietro la schiena immobilizzando anche il collo.684

La punizione dei ladri si vede nei codici: Strozzi 152 c. 20v e c. 21r (appendice 6K-L), Dante Filippino c. 59v (CF 2 16, Appendice 7S), Dante Estense c. 15v (It. 474, Appendice 9I) e Vaticano Latino 4776 c. 81r (Appendice 10M).

Nella cultura antica il serpente è un animale malvagio, nella favolistica Esopo racconta che un viandante salvò una serpe che stava morendo a causa del gelo e dopo essersi riscaldata questa morse il viandante sul ventre; l’uomo pentitosi del salvataggio esprime il suo odio verso tutte le serpi.685 Nell’Iliade si narra che un aquila lasciò cadere tra i troiani un serpente che morse ed uccise Euridice la futura sposa di Orfeo.686 Questo si legge anche nelle Georgiche e nelle Metamorfosi di Ovidio; fonti consultate da Dante.687

Sempre nel contesto della Guerra di Troia anche Laocoonte ed i sui figli vengono uccisi da dei serpenti marini mandati da Poseidone.688

680 J. Block Friedman, Antichrist and the iconography of Dante’s Geryon, in «Journal of the Warburg and Courtauld Institute», XXXV, Londra, 1972, pp. 112-114 e p. 117 e p. 121; R. Mercuri, Semantica di Gerione: il motive del viaggio nella Commedia di Dante, Roma , 1984, pp. 244-249

681 Dal Poggetto, I Danti Riccardiani, cit., p. 64

682 Brieger- Meiss- Singleton, Illuminated manuscripts of, cit.,, p. 246; Ibidem pp. 81-113; Ibidem, p. 137 683 Inf., XVII, vv. 76-136

684 Inf., XXIV, vv. 82-96

685 Áisōpos, LXII, a cura di Les belles lettres, Parigi, 1925-1926

Le divinità preolimpiche della Grecia come Cecrope e le bestie primordiali come il Ketos avevano una coda serpentiforme. Di questi però non mi occupo in questo contesto.

Maspero, Bestiario antico, cit., p. 311 686 Hómēros, Iliás, XII, 200, ed. cit.

687 Publius Vergilius Maro, Georgica, IV, 453, ed. cit.; Publius Ovidius Naso, Metamorphoseon, X, 20, ed. cit. 688 Idem, Aeneis ,II, 46-49, ed. cit.; Hómēros, Iliás, II, 721, ed cit.

Pindaro e Teocrito riferiscono che Ercole dovette affrontare delle serpi mandategli da Hera quando aveva solo due mesi di vita.689

Nella cultura Indiana il serpente è visto come una creatura primordiale diabolica.690

Per i romani era di buon auspicio dipingere i serpenti sui muri di una casa per tenere lontani i ladri e le forze negative.691

Per gli ebrei ad eccezione del serpente tentatore nel Giardino dell’ Eden la bestia ha valore positivo; infatti per volere divino il bastone di Mosè nel deserto si tramuta in serpente e questo preannuncia agli ebrei che riusciranno a raggiungere la Terra Promessa senza che rettili e serpenti nel deserto rechino a loro danni.692 Aronne davanti al Faraone con l’aiuto divino tramutò il suo bastone in serpente e riuscì a superare i maghi egiziani che lo stavano ingannando.693

Probabilmente in antichità gli ebrei veneravano dei serpenti di bronzo che chiamavano Nebushtan e questo culto venne eliminato quando il Re Ezechia salì al trono del Regno di Israele nel 716-687 a. C.694

Per i cristiani il serpente ha sempre avuto valenza negativa e demoniaca dato che si tratta: dell’ ingannatore dei progenitori Adamo ed Eva, di un essere strisciante che vive in contatto con il suolo, perché appartiene alla famiglia dei vermines ed è simbolo fallico per eccellenza; del serpente ne parlano il Salmo 90 della Bibbia695, Clemente Alessandrino e Ireneo nel II e III secolo.696

Nel Fisiologo si dice che il serpente ha quattro nature positive. Egli quando è anziano ed ha gli occhi velati sta a digiuno quaranta giorni e notti fin che la sua pelle non diventa secca e molle, a quel punto introducendosi in una stretta fessura su una roccia, lascia la pelle vecchia e torna a nuova vita esattamente come deve fare l’uomo abbandonando i vecchi vizi facendo penitenza e digiunando697.

Il serpente quando va alla fonte per bere non porta mai con sé il veleno per non infettare gli altri animali,lo stesso deve fare l’uomo quando va verso Dio; per cui egli non deve avere pensieri malvagi e pregiudizievoli verso il prossimo. Il serpente quando vede un uomo nudo scappa spaventato, ma se l’uomo appare al suo cospetto vestito egli lo attacca; questo significa che l’uomo non deve vergognarsi della sua purezza e non deve nasconderla altrimenti rinnegherebbe Dio e sarebbe vulnerabile all’attacco del Demonio.

689 Píndaros, Nemea, I, 59, a cura di Les belles lettres, Parigi, 1958.; Theókritos, Idilli, XXIV, a cura di Società Editrice Dante Alighieri, Roma, 1908

690 Maspero, Bestiario antico, cit., p. 310

Il libro delle origini Mãhãbhãrata si parla della razza dei serpenti che erano in conflitto con il popolo antenato dei Bhalrata.

I brahmani vengono uccisi da serpenti ed altri rettili. 691 Maspero, Bestiario antico, cit., p. 309

692 Nm 21, 9

Il bastone serpente è preannunciatore di Cristo. Esattamente come dice Gesù a Niodemo: Gv 3, 14 693 Es 7, 8-12

694 1 Re 18, 4 695 Sal 90, 13

“camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi”.

Previsione del futuro con la seconda venuta di Cristo durante il Giudizio Finale

696Titus Flavius Clemens, Protreptikos pros Ellenas X, 67, consultato in Maspero- Granata, Bestiario medievale, cit., p. 314 e pp. 386-393; Eirēnáios, Demonstratio apostolicae praedicationis XVI, consultato in Maspero- Granata, Bestiario medievale, cit., p. 314 e pp. 386-393

“Dio maledisse il serpente che aveva impersonato il calunniatore: la maledizione colpì anche l’animale e Satana che si era annidato in lui”

Cremascoli, L’immaginario dei monstra biblici, cit., p. 34; Pastoreau, Bestiari del Medioevo, cit., pp. 249-253 697 Mt 7, 14

Infine, quando l’uomo assale per uccidere il serpente; egli si espone alla morte ma si ripara sempre il capo, esattamente come deve fare l’uomo nel momento del Giudizio Finale per non rinnegare mai la sua fede in Di e Cristo698.699

Isidoro di Siviglia concorda con il Fisiologo e ricorda anche quanto detto da Eliano e da Ovidio in merito alla spina dorsale dell’uomo morto che si tramuta in serpente qualora andasse in putrefazione700; ribadisce anche quanto detto da Lucano in merito a Sabellio al quale andò una gamba in cancrena perché un serpente