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IL CALCIO PROFESSIONISTICO ITALIANO

3.1. LA SITUAZIONE ITALIANA

La ricerca continua del successo sportivo ha portato i vari club europei a sperperare innumerevoli risorse economiche e finanziarie, culminate talvolta, in crisi irreversibili che hanno portato al fallimento di diverse società professionistiche. Con le nuove regole sul Fair Play Finanziario, l’UEFA ha voluto dare un segnale chiaro al calcio continentale, basta con la politica del mecenatismo. I club d’ora in avanti dovranno imparare ad utilizzare in maniera oculata le risorse a disposizione, attuando se possibile, politiche di autofinanziamento per il futuro.

La maggior parte dei club europei sta apportando notevoli cambiamenti ai propri modelli di gestione, nel tentativo di allinearsi il prima possibile alle linee dettate dalla nuova normativa. E il calcio italiano? Come sta reagendo a questa nuova “era” del calcio moderno?

La seconda parte di questa tesi analizzerà proprio la situazione economico-finanziaria del calcio professionistico italiano, evidenziando come i vari club si presentano di fronte a queste nuove regole.

L’analisi in esame si svolge nell’arco temporale di tre stagioni sportive (dalla stagione 2010- 2011 alla stagione 2012-2013) e coinvolge tutti i campionati professionistici italiani, vale a dire, Serie A, Serie B e Lega Pro.

3.2. ANALISI AGGREGATA E STAGIONALE PER COMPETIZIONE

In questo capitolo verranno presentati una serie di dati economici e finanziari rilevati durante le tre stagioni sportive presentate in precedenza.

In prima sede, il punto focale dell’analisi vuole essere l’intero campionato, non le singole società che vi partecipano. Per fare questo, i dati risultanti dai singoli bilanci delle squadre partecipanti alla competizione, sono stati aggregati, al fine di fornire un quadro globale sulla situazione complessiva dei vari campionati. Tale operazione è stata ripetuta per ognuna delle tre stagioni oggetto d’analisi, al fine di determinare possibili miglioramenti o peggioramenti, di alcune variabili economiche ritenute significative.

Nel caso del calcio, dove i campionati professionistici sono più di uno, questo approfondimento consente un utile confronto tra le varie competizioni, evidenziando lo stato di salute di ognuna e osservando differenze significative, in termini di redditività economica, solidità patrimoniale e struttura finanziaria.

Una volta analizzati i dati aggregati verranno presentati alcuni dati medi stagionali e l’analisi dei relativi trend evolutivi, nel corso del triennio in esame. L’utilizzo di questi dati risulterà

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particolarmente importante, laddove non si possa disporre (per svariati motivi) della totalità dei bilanci relativi alla singola stagione sportiva. Il dato medio perviene infatti a un giudizio più chiaro e attendibile, laddove il dato assoluto fornisca considerazioni fuorvianti.

Prima di scontrarci con l’analisi numerica vera e propria, occorre descrivere brevemente il modello alla base delle nostre elaborazioni. In particolare, faremo riferimento ad alcuni modelli contenenti le varie analisi aggregate e stagionali (per Serie A, Serie B, Lega Pro Prima Divisione e Lega Pro Seconda Divisione).

Al fine di comprendere meglio i risultati derivanti dalle diverse aree gestionali abbiamo costruito diverse tabelle di sintesi, contenenti nell’ordine, i dati economici e patrimoniali ricavati dai documenti civilistici, le principali poste relative alle riclassificazioni patrimoniali, un quadro dei principali indici di bilancio e infine un focus sui vari flussi monetari, con l’evidenziazione della variazione di tali disponibilità. Questi approfondimenti ci consentono di determinare un quadro chiaro sullo stato di salute dei vari campionati professionistici italiani.

Con riguardo all’andamento reddituale possiamo fare riferimento ai dati riportati nella prima tabella. In essa sono stati riportati i principali dati economici, al fine di evidenziare alcuni margini di enorme importanza, quali EBITDA, EBIT, EBT e risultato netto. Come già evidenziato in precedenza, tutti questi dati vengono presentati per ognuna delle tre stagioni sportive oggetto d’analisi, sia in valore assoluto, che sotto forma di dato medio. La somma algebrica di questi dà origine ad ulteriore aggregato, riportante i risultati complessivamente realizzati nell’arco del triennio di riferimento.

Per i dati di tipo patrimoniale sono state costruite due tabelle, una contenente il dato assoluto, l’altra con l’indicazione del valore medio. Con l’ausilio di quest’ultima, è stata realizzata un’adeguata analisi grafica, favorendo una maggiore comprensione dell’argomento anche agli occhi di un lettore meno esperto.

Nella tabella successiva viene fornita una duplice analisi riclassificata, sia in forma finanziaria, che in forma funzionale. Il risultato aggregato rappresenta la somma delle riclassificazioni effettuate per ogni club partecipante alla competizione. Questo studio fornisce un quadro chiaro sulle modalità di finanziamento e impiego delle risorse, nonché sull’equilibrio economico-finanziario delle varie competizioni. Tale approfondimento sarà correttamente supportato da un’adeguata analisi per indici.

Ultimo aspetto oggetto di studio riguarda l’andamento della situazione monetaria. Comprendere la dinamiche dei flussi generati dalle varie gestioni è di cruciale importanza per creare ricchezza. Un obbiettivo imprescindibile in questo senso è realizzare una perfetta correlazione tra fonti e impieghi evitando così, continue tensioni di liquidità.

Una volta individuate le caratteristiche del modello utilizzato, si può procedere con l’analisi dei diversi campionati professionistici italiani. Nel fare questo, partiremo dalla massima

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competizione nazionale, la Serie A, per poi trattare nell’ordine, Serie B, Lega Pro Prima Divisione e Lega Pro Seconda Divisione.

3.2.1. SERIE A

Il massimo campionato professionistico italiano rientra nel novero delle famose “Big-5”, le cinque leghe professionistiche più influenti a livello europeo, sia dal punto di vista sportivo, che soprattutto dal punto di vista economico.

Il volume d’affari cumulato nell’arco del triennio di riferimento (2010-2013), si aggira attorno ai 6,28 miliardi di euro, pari a circa 2,09 miliardi di euro annui. Le cifre sono davvero considerevoli, specialmente se paragonate alle altre competizioni sportive a livello nazionale. Per esempio, la Serie A di basket genera nello stesso periodo di riferimento un ammontare pari a 76 milioni di euro annui, assolutamente irrisoria se confrontata con le cifre citate in precedenza.

Le buone notizie si fermano qui. La Serie A presenta numeri nettamente inferiori rispetto ai principali competitor a livello europeo come Premier League e Bundesliga (come evidenziato nel capitolo 1), registrando notevoli problemi di carattere strutturale ed organizzativo. La perdita di “appeal” del nostro campionato è sotto gli occhi di tutti e tale risultato, si riflette con evidenza nel valore della produzione generato dall’intero indotto. Le motivazioni di questo gap sono tristemente note; da una parte l’incapacità di generare adeguati ricavi dall’organizzazione delle partite e dall’altra, le notevoli difficoltà dal punto di vista commerciale, che impediscono ai nostri club di ottenere risorse economiche in linea con quelle percepite dai principali competitor a livello europeo. Tali aspetti saranno ulteriormente approfonditi quando analizzeremo le singole società partecipanti.

Nonostante un livello di costi della produzione particolarmente elevato l’EBITDA risulta comunque positivo. Le aree di spreco più evidenti si riferiscono alle spese per salari e stipendi per il personale sportivo e ai costi per servizi. La conseguenza più importante della tanto discussa “sentenza Bosman”31 è stata sicuramente, una crescita repentina degli ingaggi degli atleti (anche quelli di minor livello), con risultati devastanti nei bilanci di moltissime società sportive professionistiche.

Particolarmente interessante risulta l’analisi di ammortamenti e accantonamenti. Tali voci risultano infatti escluse dall’EBITDA, in quanto quote di costi e spese pluriennali ripartite in più esercizi economici. Una menzione particolare deve essere fatta per gli ammortamenti dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, tramite i quali il costo d’acquisto di un atleta, viene ripartito in più esercizi a seconda della durata del contratto che esso stipula. Sono diversi i metodi di ripartizione:

31 Decisione presa dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee nel 1995, essa rivoluzionò il mercato degli

76 1.957.983.314,00 2.047.576.817,00 2.269.484.659,00 152.981.545,00 219.056.411,00 375.486.101,00 -279.678.538,00 -291.066.019,00 -199.764.749,00 -500.000.000,00 -300.000.000,00 -100.000.000,00 100.000.000,00 300.000.000,00 500.000.000,00 700.000.000,00 900.000.000,00 1.100.000.000,00 1.300.000.000,00 1.500.000.000,00 1.700.000.000,00 1.900.000.000,00 2.100.000.000,00 2.300.000.000,00 2010/2011 2011/2012 2012/2013