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CONFRONTO TRA I PRINCIPALI CLUB EUROPE

24 Liga BBVA2013-

1.3. LA SITUAZIONE FINANZIARIA DEL CALCIO EUROPEO

1.3.2. CONFRONTO TRA I PRINCIPALI CLUB EUROPE

Dopo aver analizzato la situazione economico – finanziaria delle principali leghe a livello continentale, effettueremo ora un confronto tra i principali top club a livello europeo. Nel fare questo, ci focalizzeremo in particolare, sulla capacità di creare “revenue” attraverso la vendita del “prodotto” calcio. A tale scopo analizzeremo la 17° edizione della Football Money League, un report realizzato da Deloitte, nel quale vengono analizzati i 20 top club al mondo, in termini di ricavi complessivamente realizzati.

Nella Money League viene analizzata la capacità dei club di generare risorse, dal giorno della partita (matchday), dalla vendita dei diritti televisivi (broadcasting), e dai proventi commerciali (commercial).

Osserviamo dunque il grafico rappresentativo dei ricavi totali per club, in seguito all’analisi realizzata da Deloitte.

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Prima di analizzare come la composizione dei ricavi dei singoli top club, può risultare utile illustrare alcuni spunti interessanti che questo studio affronta.

In particolare, viene evidenziato l’interesse che il mondo del calcio europeo, genera nei confronti di nuovi e redditizi mercati. A testimonianza di ciò, si fa notare che dei 20 top club interessati da tale analisi, ben 7 riportano sulle loro maglie il logo di una compagnia aerea del Medio - oriente. In altri casi si è andati ben oltre il semplice rapporto di sponsorizzazione, attraverso l’acquisizione delle quote societarie di grandi top club europei. (casi Paris Saint- Germain e Manchester City).

Altro aspetto da analizzare, è il dominio in questa classifica, dei club appartenenti alle “top five league” europee. Uniche eccezioni sono le due squadre turche, Galatasaray (16°) e Fenerbahçe (18°), a ulteriore testimonianza della crescita economica di questo paese. Il quadro completo per Lega è il seguente:

 Premier League: la rappresentanza più folta con sei club. Manchester United (4°), Manchester City (6°), Chelsea (7°), Arsenal (8°), Liverpool (12°), Tottenham Hotspur (14°);

 Bundesliga: quattro rappresentanti. Bayern Monaco (3°), Borussia Dortmund (11°), Schalke 04 (13°), Amburgo (17°);

 Serie A: quattro rappresentanti. Juventus (9°), Milan (10°), Internazionale (15°), AS Roma (19°);

 La Liga: tre rappresentanti. Real Madrid (1°), FC Barcellona (2°), Atletico Madrid (20°);  Ligue 1: un solo rappresentante, il Paris Saint-Germain (5°).

Il Real Madrid si conferma per il nono anno consecutivo al top della Football Money League, battendo il precedente record del Manchester United fermo a otto. Il gap con FC Barcellona si amplia rispetto all’anno precedente, passando dai 29,6 milioni del 2011/2012 ai 36,3 del 2012/2013. Entrambe beneficiano di un supporto economico proveniente dal Medio - oriente , con Emirates Airways e Qatar Airways. La differenza tra i due top club spagnoli si rileva principalmente nell’ordine dei ricavi commerciali, con la squadra di Madrid in crescita del 4% e quella catalana, in calo del 3% rispetto alla stagione precedente. Al di la di questa differenza, entrambe le società presentano un profilo di ricavi abbastanza equilibrato.

Il Real Madrid ha subito una diminuzione dei ricavi da “matchday” per 7,2 milioni di Euro, dovuta principalmente a due motivi:

 Il perdurare dell’attuale crisi economico – finanziaria che ha limitato enormemente il potere di spesa di alcune famiglie (specie in alcuni paesi come la Spagna o L’Italia);  La Liga negli ultimi anni sta perdendo progressivamente interesse, in quanto è dominata

da due club, Real Madrid e Barcellona (da qualche anno anche l’Atletico Madrid è tornato competitivo).

Al terzo posto di questa classifica troviamo il Bayern Monaco. La squadra tedesca nel 2012/2013 è riuscita nella storica impresa di vincere contemporaneamente Bundesliga, Coppa di Germania e Uefa Champions League. Proprio gli introiti ricevuti da quest’ultima

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competizione, hanno permesso una notevole crescita dei ricavi dalla cessione dei diritti televisivi. Tale introito risulta comunque notevolmente inferiore rispetto alle rivali inglesi e spagnole, a causa delle minori entrate dalla ripartizione dei diritti TV nazionali. Il punto di forza del club sta nei ricavi commerciali, con un aumento del 18% rispetto alla stagione precedente. La crescita di questo dato deriva principalmente da due aspetti, la pubblicità (+24%) e il merchandising (con uno strabiliante +44%). Il successo sportivo si concretizza in questo caso anche in un successo economico, con una crescita dei ricavi complessivi pari a 62,8 milioni di Euro (+17% rispetto alla stagione 2011/2012).

Tra la 4° e 8° posizione di questa speciale classifica, troviamo quattro delle sei squadre inglesi. Nonostante il medesimo paese di provenienza, esse presentano diversi modelli gestionali, con effetti tangibili sulla formazione dei ricavi.

Il Manchester United ha una distribuzione dei “revenue” abbastanza equilibrata. La società sta operando molto bene dal punto di vista commerciale, con nuovi accordi di sponsorizzazione che porteranno nelle casse del club milioni e milioni di euro. (basti pensare ai recenti accordi con Chevrolet e Adidas). Il merchandising è molto sviluppato, attraverso una fitta rete di partner e di negozi che distribuiscono prodotti, gadget e accessori vari che riportano il logo dello storico club inglese. Molto utile in tal senso è risultata l’apertura di un nuovo ufficio vendite ad Hong Kong.

L’altra squadra di Manchester, il City, presenta una struttura gestionale profondamente differente rispetto a buona parte delle squadre inglesi. Dal 2008/2009 la società è stata acquisita dallo sceicco Mansour, potente miliardario, che non ha badato a spese al fine di rinforzare in maniera massiccia la squadra. Il modello gestionale di questo club si basa essenzialmente sui ripetuti apporti di capitale da parte della proprietà, sia in forma personale, sia sotto forma di sponsor. ( in effetti la proprietà del main sponsor “Ethiad Airways” è in mano a due familiari dello sceicco). Ecco spiegato perché il 53% dei ricavi della squadra derivano da proventi di tipo commerciale. La situazione appare piuttosto critica dal punto di vista dei ricavi da “matchday”, rappresentanti solo il 15% del “revenue” totale (46,2 milioni di Euro). Per ovviare a questo problema la società ha annunciato un piano per ampliare la capacità dell’Ethiad Stadium di circa 12.000 posti, costruendo ulteriori aree di hospitality e diminuendo il prezzo dei biglietti in queste nuove aree dello stadio.

Al 7° e 8 posto troviamo invece le due principali squadre londinesi, vale a dire il Chelsea e L’Arsenal. Il Chelsea dal canto suo presenta una suddivisione dei ricavi abbastanza equilibrata. Al primo posto troviamo i ricavi da diritti tv con il 41%, al secondo i ricavi commerciali con il 32% e infine quelli da “matchday” con il 27%. La limitata capacità di Stamford Bridge, continua ad ostacolare l’aumento dei ricavi da “matchday”. La società per ovviare a questo problema sta pensando a diverse opzioni, da un ampliamento della struttura, al progetto di un nuovo stadio.

I ricavi commerciali della squadra sono cresciuti del 19% rispetto all’ultima stagione, anche grazie a nuove partnership come Delta e Gazprom e alla rivisitazione dell’accordo con Samsung, colosso coreano dell’elettronica.

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L’Arsenal ha perso due posizioni dalla precedente edizione della Football Money League. Complessivamente la società londinese ha visto ridursi i propri ricavi di 6 milioni di Euro. I ricavi da “matchday” rimangono la componente fondamentale con il 38%, nonostante una lieve flessione nella stagione 2012/2013. La prevalenza di questi ricavi è dovuta in buona parte all’Emirates Stadium, la struttura estremamente funzionale che dal 2006 è diventata la nuova casa dei “Gunners”. Notoriamente l’Arsenal è sempre restato piuttosto carente nell’ambito dei ricavi commerciali (26% del totale complessivo), rispetto agli altri club iscritti in questa speciale classifica. Tuttavia grazie al consolidamento del rapporto di sponsorizzazione con Emirates Airlines, anche questi introiti hanno ottenuto un aumento apprezzabile negli ultimi anni.

In 5° posizione troviamo il Paris-Saint Germain. La squadra francese merita un discorso similare al Manchester City. La crescita esponenziale di questo club negli ultimi anni, è senza dubbio dovuta all’acquisizione nel 2011, del potente sceicco del Qatar Nasser Al Khelaifi. Il nuovo ricco proprietario, ha investito pesantemente sulla rosa della squadra, acquistando giocatori del calibro di Zlatan Ibrahimovic, Javier Pastore, Ezequiel Lavezzi, Thiago Silva e molti altri ancora. Il metodo utilizzato è più o meno lo stesso tenuto dal Manchester City, con grandi iniezioni di liquidità da parte della proprietà al fine di ripianare le perdite. I due terzi dei ricavi del club, sono di tipo commerciale. Questi nel giro di 2-3 anni sono praticamente quadruplicati, attraverso le sponsorizzazioni di Emirates, Qatar Tourism Authority e Ooredoo. In particolare l’accordo con Qatar Tourism Authority (QTA) garantirà al club parigino 200.000.000 Euro a stagione per 4 anni, senza l’inclusione di alcun tipo di sponsorizzazione sulla maglia o sullo stadio. Tale fatto non è andato però giù alle grandi d’Europa e alla UEFA, visto che il club francese ha aggirato così la normativa del Fair Play Finanziario, in quanto lo stesso Al Khelaifi è sia membro del consiglio direttivo del PSG che proprietario della QTA. Dal punto di vista dei diritti televisivi questi sono cresciuti di 43,9 milioni di euro e sono principalmente frutto, del ritorno della squadra parigina nel palcoscenico della Champions League.

Per vedere le prime due squadre italiane bisogna scendere fino ai margini della top ten dove troviamo la Juventus (9°) e il Milan (10°). Caratteristica comune per le squadre italiane è la difficoltà a realizzare ricavi attraverso l’organizzazione delle partite. Stadi vecchi e inospitali, non consentono di ottenere introiti adeguati in tal senso e la situazione sta progressivamente peggiorando nel corso degli anni, senza alcun intervento legislativo in tal senso. Unico caso in controtendenza è proprio la Juventus, che dal 2011-2012 ha una nuova casa, lo Juventus Stadium. Questa struttura, sviluppata in linea con il “modello di stadio inglese”, ha ottenuto gli effetti sperati con una crescita dei ricavi da “matchday” pari al 19% nella stagione 2012/2013. (erano già aumentati nel 2011/2012). Il ritorno nella Uefa Champions League ha rappresentato per la società, un’importante ritorno, sia dal punto di vista del ticketing, che

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soprattutto dal punto di vista dei diritti televisivi. Tali introiti sono infatti aumentati del 77%, arrivando alla cifra complessiva di 166 milioni di Euro.

Il Milan ha perso due posizioni in questa speciale classifica rispetto alla stagione precedente. La società ha registrato nell’ultima stagione una diminuzione del 22% dei ricavi da “matchday”, già decisamente inferiori rispetto alla concorrenza straniera. (i motivi sono già stati elencati in precedenza) Il club milanese, nonostante le difficoltà generalizzate della situazione italiana, mantiene comunque un certo appeal commerciale, grazie a nuovi accordi commerciali, tra cui spicca l’estensione del rapporto di collaborazione con il partner tecnico Adidas fino al 2023.

La fetta di ricavo più importante è rappresentata comunque dai diritti TV, con circa 140,9 milioni di Euro e rappresentante il 53% dei ricavi complessivi.

Salvo qualche caso particolare, i club fuori dalla top ten, seguono la falsariga dei loro competitor nazionali. In generale le squadre tedesche (Borussia Dortmund, Amburgo, Schalke 04) ed inglesi (Tottenham Hotspur e Liverpool) sfruttano il vantaggio di stadi funzionali e accoglienti per massimizzare i ricavi dall’organizzazione delle partite. Essi si dimostrano molto forti anche dal punto di vista commerciale. Le squadre spagnole (Atletico Madrid) e italiane, (Internazionale e AS Roma) dimostrano notevoli difficoltà dal punto di vista dei ricavi da stadio e sono sostanzialmente legate, agli introiti derivanti dalla ripartizione dei diritti televisivi nazionali e continentali.

1.3.3. FISCALITÀ E SISTEMI PREVIDENZIALI NEI VARI