lo sviluppo della ricerca e i suoi risultati
2.2. I cambiamenti nei modelli organizzativi, nella domanda di lavoro e nei rapporti di lavoro del settore bancario a causa della
digitalizza-zione e della MiFID II (diLucia Kováčová)
2.2.1. L’impatto delle nuove tecnologie sul settore finanziario
La Direttiva sui mercati degli strumenti finanziari (MiFID II) ha apportato sva-riati sostanziali cambiamenti strutturali nel controllo interno e nella governance del settore finanziario dell’UE, allo scopo di favorire la trasparenza (principal-mente nei processi di formazione dei prezzi), affrontare i conflitti di interesse nella consulenza in materia di investimenti e, quindi, di migliorare la protezione degli investitori (Lannoo, 2018). Le imprese di investimento nell’UE dovrebbero ora seguire una nuova serie di disposizioni in risposta alla scarsa fiducia nei mer-cati finanziari causata dalla crisi finanziaria. Secondo Cartei (2019), le imprese di investimento e in particolare gli intermediari finanziari sono, per effetto della nuova normativa MiFID II, tenuti a considerare con maggiore attenzione gli in-teressi e le esigenze dei propri clienti, e a porli al centro dell’intera procedura di approvazione del prodotto.
Nel contesto della trasformazione digitale e delle crescenti richieste di un pro-cesso più trasparente di approvazione dei prodotti nelle attività finanziarie, il
regolamento MiFID II richiede alle imprese di investimento di utilizzare diverse soluzioni tecnologiche per soddisfare i bisogni derivanti dai nuovi comporta-menti dei clienti e promuovere la trasparenza gestendo il flusso di dati in modo più efficace a ogni fase della fornitura del servizio al cliente. I nuovi requisiti digitali sono strettamente intrecciati con i nuovi requisiti di competenze e il ruolo del personale delle imprese di investimento sta gradualmente cambiando grazie a nuove forme di relazione con la clientela e nuove tipologie di servizi (Kotarba, 2016).
Questo approfondimento serve a presentare e analizzare la normativa MiFID II nel contesto delle recenti tendenze nella digitalizzazione dei mercati finanziari, che invocano cambiamenti nelle strutture organizzative interne delle istituzioni finanziarie e nella gestione delle competenze.
2.2.2. Implicazioni della digitalizzazione per le nuove strutture organiz-zative
La regolamentazione MiFID II affronta le tendenze contemporanee nel settore finanziario: principalmente la digitalizzazione dei servizi bancari e di investi-mento, come anche l’introduzione di canali di comunicazione nuovi e innovativi e di una varietà di servizi forniti dalle imprese di investimento. Come previsto da Cartei (2019), il ruolo dei servizi IT è diventato più importante a causa di una serie di requisiti che la normativa MiFID II ha recentemente imposto.
Utilizzando soluzioni tecnologiche e analisi avanzate dei dati, la regolamenta-zione mira a rafforzare la proteregolamenta-zione degli investitori. Al fine di rispondere in modo più efficiente alle esigenze e agli interessi dei clienti, la normativa MiFID II introduce una serie di disposizioni. La Direttiva 2004/39/CE prevede la rego-lamentazione dei fornitori di dati (comprese disposizioni sulla raccolta, l’estra-zione, l’archiviazione o la condivisione dei dati), nuove regole sulla negoziazione di algoritmi, rapporti più dettagliati e altre previsioni allo scopo di migliorare la trasparenza nel prezzo pre e post-negoziazione, rendere più efficace e tempestivo l’intero processo di approvazione del prodotto e, di conseguenza, aumentare la tutela degli investitori (Lannoo, 2017). In altre parole, lo scopo della regolamen-tazione è di informare al meglio l’investitore e, quindi, di garantire che ai clienti vengano forniti una consulenza indipendente e offerti prodotti adeguati.
Allo stesso tempo, le disposizioni di nuova adozione dovrebbero promuovere il flusso di informazioni nell’intero processo di approvazione del prodotto e ren-derlo fluido. Le norme richiedono alle istituzioni finanziarie di investire nell’in-troduzione di soluzioni tecnologiche e infrastrutture digitali e, quindi, di intera-gire con la comunità FinTech più frequentemente di prima.
I clienti richiedono maggiore indipendenza e autosufficienza nel mondo finan-ziario. A questo proposito, Ring (2018) sottolinea che le società di investimento
tendono ora ad attrarre clienti consentendo loro di prendere autonomamente decisioni finanziarie tramite piattaforme web, accompagnate da supporto e guida online. Questi nuovi modelli comportamentali stanno modificando in modo si-gnificativo le relazioni con i clienti e il ruolo degli intermediari finanziari. Le no-vità nelle relazioni con i clienti nel settore finanziario sono molteplici: le tendenze nei comportamenti dei clienti mostrano propensione a soluzioni eco-compatibili, i clienti vogliono essere abilitati e attrezzati a “navigare” tra i prodotti finanziari e valutarli da soli, a mantenere relazioni con più istituzioni finanziarie e rivendi-cano maggiore responsabilità da parte delle istituzioni finanziarie (Kotarba, 2016).
Le singole innovazioni tecnologiche, come la tecnologia blockchain, pongono sfide sostanziali per la struttura organizzativa e il modello di business, principal-mente in termini di adeguamento a un nuovo modello di sistema di contabilità condivisa, che consenta di eseguire transazioni in modo più trasparente (Holo-tiuk e Moormann, 2018). Pertanto, la tecnologia blockchain è una svolta non solo in termini di presentazione di una nuova soluzione tecnologica che riduce i costi, ma anche in quanto modifica il ruolo delle istituzioni finanziarie, aumen-tando la trasparenza e mitigando i rischi connessi alle transazioni (Holotiuk, Pi-sani e Moormann, 2017).
A seguito delle tendenze tecnologiche nel settore finanziario e del regolamento MiFID II, le imprese di investimento devono accogliere: 1) cambiamenti nella struttura interna e nel controllo; 2) nuovi rapporti con soggetti esterni, principal-mente quelli provenienti dalla comunità Tech. In particolare, le imprese di inve-stimento devono introdurre una cooperazione più ampia tra diversi dipartimenti come il finanziario e patrimoniale, il risk management e l’IT (Cartei, 2019). Le società di investimento devono implementare infrastrutture IT costose e stabilire processi interni per il reporting normativo e il flusso di dati (Prorokowski, 2015).
I cambiamenti organizzativi invocati dalla normativa MiFID II non riguardano solo i cambiamenti nella struttura interna, ma anche la collaborazione con enti esterni, principalmente le società FinTech che potrebbero fornire alle società di investimento soluzioni informatiche. Le società FinTech hanno recentemente invaso ampiamente il mercato con strumenti finanziari, tuttavia, come specifica Kotarba (2016), il mercato degli strumenti finanziari è oggi un’area di business altamente regolamentata che impedisce alle società FinTech (in quanto entità non autorizzate) di assumere il controllo del mercato.
Un altro cambiamento organizzativo “chiave” imposto dalla MiFID II è che le società di investimento sono ora tenute a investire in ricerca (come servizio “an-cillare”) e ad adottare cambiamenti relativamente al modo in cui remunerano i propri analisti finanziari. Le imprese di investimento devono creare un conto per la ricerca separato, in modo da trattenere i pagamenti effettuati dai loro clienti per finanziare la ricerca o coprire con risorse proprie i costi della ricerca. A questo proposito, si potrebbe registrare una differenza tra il modo in cui i gestori
patrimoniali più piccoli e le società di investimento più grandi gestiscono questa nuova disposizione normativa (Lannoo, 2018).
2.2.3. Il cambiamento della domanda di competenze nel settore finan-ziario
Gli adeguamenti organizzativi del sistema di controllo interno e della governance delle istituzioni finanziarie, invocati dalla normativa MiFID II, e lo sviluppo delle tecnologie richiedono inoltre il potenziamento delle competenze dei dipendenti.
La MiFID II introduce diverse disposizioni sulle capacità e competenze del per-sonale delle imprese di investimento. Tali disposizioni sono incluse principal-mente nell’art. 24 (Principi generali e informazioni ai clienti) e nell’art. 25 (Valutazione dell’idoneità e dell’adeguatezza e rendicontazione ai clienti). Questi due articoli stabili-scono i principi fondamentali in base ai quali le imprese di investimento dovreb-bero operare per soddisfare le esigenze dei loro clienti quando forniscono servizi finanziari. Per essere più specifici, le imprese di investimento sono obbligate a raccogliere le informazioni necessarie sui propri clienti e sulle loro capacità e co-noscenze nel campo degli investimenti, ad offrire servizi e strumenti finanziari solo se nell’interesse dei clienti, a garantire che tutte le informazioni siano cor-rette, chiare e non fuorvianti, nonché ad attuare altre disposizioni che rafforzano la tutela dei clienti. È importante sottolineare che le imprese di investimento de-vono informare i propri clienti se la consulenza fornita sia su base indipendente e se si basi su un’analisi ampia o più ristretta dei diversi strumenti finanziari.
Ai sensi dell’art. 25, § 9, della Direttiva 2014/65/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del maggio 2014 sui mercati degli strumenti finanziari, l’ESMA era tenuta a elaborare le linee guida per gli Stati membri dell’UE utili a garantire che le imprese di investimento che forniscono consulenza in materia di investimenti e informazioni su strumenti finanziari, servizi di investimento o servizi accessori, acquisiscano conoscenze e competenze sufficienti e siano in grado di adempiere ai loro obblighi ai sensi degli artt. 24 e 25. Su richiesta delle autorità nazionali competenti, le imprese di investimento devono essere in grado di dimostrare di essere in grado di prestare servizi che soddisfino tutti i criteri.
L’ESMA ha adottato le Linee guida per la valutazione delle conoscenze e delle competenze (1) che dovrebbero stabilire standard di qualificazione e di espe-rienza lavorativa nella fornitura di servizi finanziari e di consulenza. Richiede inoltre una corretta applicazione dei requisiti di conoscenza e competenza, ade-guati alla complessità dei servizi forniti dalle imprese di investimento. Le Linee guida ESMA trattano i diversi tipi di criteri e requisiti sulle capacità del personale, vale a dire i requisiti etici e gli standard aziendali, i requisiti minimi di istruzione (1) ESMA, Guidelines for the assessment of knowledge and competence, 2017. Si veda anche ESMA, Final Report. Guidelines for the assessment of knowledge and competence, 2015, ESMA/2015/1886.
formale, i criteri da soddisfare per la qualifica, i requisiti di sviluppo professionale continuo, i requisiti di revisione interna ed esterna per una qualificazione appro-priata e altro ancora. Queste linee guida dovrebbero anche condurre alla conver-genza della qualità dei servizi negli stati dell’UE (2).
La valutazione di attuazione della MiFID II negli Stati membri dell’UE, in parti-colare nell’esame su come questi implementano gli standard ESMA a livello na-zionale in materia di requisiti di conoscenza e competenza, mostra che vi sono difformità significative tra gli Stati in termini di modalità particolari, di criteri per le qualifiche, di formazione o di pratica delle revisioni (Zunzunegui e Corbal, 2019). Come affermano inoltre gli autori della relazione, tali criteri ambigui, che causano difformità normative tra gli Stati membri, potrebbero essere critici so-prattutto per le imprese transfrontaliere e in materia di ricollocazione del perso-nale.
Zunzunegui e Corbal sostengono che queste differenze nel modo in cui gli Stati membri dell’UE attuano le Linee guida ESMA sono causate da una carenza di specificazione dei requisiti, in particolare dal mancato riferimento e rimando alle Raccomandazioni dell’UE al Quadro delle qualifiche per l’istruzione e la forma-zione professionale (EQF). Ad esempio, anche la sola definiforma-zione di “qualifica”
non è coerente con la definizione contenuta nel Quadro europeo delle qualifiche.
Inoltre, le Linee guida considerano diverse opzioni per l’attuazione dei requisiti.
A causa di tale ambiguità e di definizioni più lasche dei requisiti, gli Stati membri attuano le Linee guida in modi molto diversi.
Le competenze digitali nel settore finanziario stanno diventando sempre più cru-ciali per la mediazione finanziaria e i servizi bancari in generale, poiché i metodi di lavoro cambiano costantemente e si adattano alle richieste dei clienti e ai nuovi modelli comportamentali. Secondo il rapporto del JRC sull’informatizzazione nel settore finanziario (Bisello, Peruffo, Fernándéz-Macías e Rinaldi, 2019), mentre l’interazione sociale con i clienti come parte del lavoro del personale delle im-prese di investimento è in calo, c’è una crescente tendenza alla standardizzazione dei metodi di lavoro e dell’uso del computer nella mediazione finanziaria. In altre parole, mentre è diminuita la quota di lavoro che gli impiegati spendono per in-teragire direttamente con i clienti, è aumentato l’uso di algoritmi finanziari e della
“soluzione digitale” complessiva nella fornitura del servizio.
Frey e Osborne (2017) specificano che mentre i prezzi dell’informatica stanno diminuendo, c’è una crescente necessità di abilità cognitive e di problem solving.
Inoltre, e cosa molto importante, alcuni compiti (precedentemente svolti dagli intermediari finanziari) nel settore finanziario sono assunti da algoritmi in quanto questi possono elaborare un volume sostanziale di informazioni necessarie per i processi decisionali nelle attività finanziarie (Frey e Osborne, 2017).
(2) Le Linee guida ESMA/2015/1886 sono entrate in vigore nel gennaio 2017.
2.3. Sfide e opportunità per la qualità del lavoro dei dipendenti bancari