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Caratteristiche e modalità di intervento

Capitolo III Politiche di contrasto alla problematica dei NEET

3.5 Le “Stazioni per il Supporto ai giovani”

3.5.1 Caratteristiche e modalità di intervento

Data la scarsa quantità di materiale scientifico o di report riguardanti le particolarità e il funzionamento delle varie strutture, nei seguenti paragrafi facciamo riferimento ai dati contenuti nella brochure informativa distribuita dal MHLW nel 2016 e alle informazioni che ho raccolto nelle “Stazioni” di Nerima e Shinjuku (Tōkyō) nel Giugno del 2017.

Diversamente dai “Campi”, che nascono come strutture a carattere rieducativo- residenziale, le “Stazioni per il Supporto ai Giovani” sono pensate come servizi diurni volti all’ascolto e al sostegno dei giovani.

Il primo accesso avviene tramite la linea telefonica in modo tale da fissare un appuntamento privato fra il NEET e un membro dello staff. A tal proposito, generalmente nella fase preliminare il maggior numero delle richieste di consulenza provengono dai genitori dei giovani inattivi, che trovano nel centro una possibile speranza per la situazione del figlio.

Successivamente si procede ad un incontro introduttivo e alla compilazione delle carte di iscrizione alla struttura. Il colloquio seguente rappresenta il confronto decisivo poiché consente all’operatore di comprendere chi ha di fronte e attraverso quale strategia interagire con il NEET al fine di riportarlo verso l’attivazione. In questa fase viene creato uno spazio dove ogni giudizio o preconcetto viene sospeso e dove si procede alla “esplorazione” dell’utente all’interno di un’atmosfera amichevole e cordiale (Toivonen, 2012b). In altre parole, il supporto mira a creare un legame duraturo di fiducia fra lo staff e i NEET e a provvedere a forme di assistenza individuale, dal momento che ogni utente si caratterizza per paure e trascorsi differenti che lo allontanano dal mercato del lavoro e dallo studio.

Già a partire dal secondo o terzo incontro, l’operatore della struttura cerca di indirizzare il NEET verso il percorso più adatto in base alle preferenze e alle aspirazioni espresse dall’utente stesso. Solitamente coloro che accedono al servizio non hanno le idee chiare sul proprio futuro, né sono consapevoli delle proprie capacità e abilità in ambito

“Stazioni” offrono una serie di programmi al fine di riaccompagnare gradualmente i NEET verso il mondo del lavoro, permettendo loro di ritrovare anche quella voglia e quella stima di sé necessarie per portare avanti un impiego nel lungo periodo.

Stando alle informazioni contenute nella brochure distribuita dal MHLW nel 2016, fra le varie forme di attività offerte possiamo citare:

- corsi di comunicazione, dove l’obiettivo primario è quello di consentire ai partecipanti di interagire fra loro (grazie alla formazione di piccoli gruppi) e imparare a esprimersi in tutte le situazioni della vita quotidiana e lavorativa; - corsi di informatica;

- tirocinio, che comprende visite sul campo e/o brevi esperienze lavorative in aziende convenzionate. Lo scopo è quello di far diminuire nel NEET il senso di inadeguatezza al lavoro tramite l’esperienza diretta e allo stesso tempo assistita da parte del centro di supporto a cui si sono rivolti;

- corsi di “business manner”: in modo tale da poter imparare il giusto modo di parlare e agire nell’ambiente lavorativo giapponese, in cui il rispetto delle gerarchie e di determinate regole sociali e comportamentali risulta indispensabile per essere accettati e inclusi nel sistema;

- seminari per l’avviamento all’impiego, dove ai NEET viene insegnato come scrivere un curriculum vitae, affrontare con successo un colloquio di lavoro e altre conoscenze pratiche per affacciarsi al mondo del lavoro a testa alta e senza paura;

- programmi di preparazione intensiva, per quei ragazzi che mirano a ottenere una determinata qualifica;

- servizi di “Outreach”, pensati per disincentivare l’abbandono scolastico (tramite collaborazioni mirate con i vari istituti della zona in cui la “Stazione” agisce) o per assistere coloro che già si sono allontanati dal periodo di formazione (se necessario anche raggiungendo l’abitazione dell’interessato). Tuttavia, grazie alle preziose testimonianze dei direttori delle “Stazioni per il Supporto ai Giovani” di Nerima e Shinjuku, possiamo affermare che non tutte le organizzazioni incaricate dal MHLW effettuano il “Servizio di Outreach”. Il Ministero, infatti, oltre a finanziare e a fornire le linee guida dell’azione alle

varie strutture, lascia loro un margine di libertà per quanto riguardano le modalità di erogazione del servizio.

In ultima analisi, i programmi pensati dal MHLW e attuati dalle singole “Stazioni di Supporto” permetterebbero ai giovani inattivi di comprendere non solo l’importanza del lavoro, ma anche di accrescere le proprie abilità e competenze di base, indispensabili per intraprendere un percorso occupazionale con la giusta motivazione e stima di sé. Inoltre, i corsi vengono svolti in piccoli gruppi per consentire agli utenti di socializzare con gli altri e di realizzare di non essere soli ad affrontare il percorso verso l’indipendenza.

Una volta portato a termine uno dei suddetti programmi, il NEET, ormai pronto per attivarsi viene indirizzato verso i centri di avviamento all’impiego (come “Hello Work”) o verso gli istituti scolastici o di specializzazione. Stando ai dati riportati nella brochure distribuita dal MHLW nel 2016, nell’anno precedente alla pubblicazione il 57.2% degli utenti riesce a reinserirsi correttamente sul mercato del lavoro, fra questi ragazzi il 90.2% arriva all’impiego in meno di un anno dall’accesso alla “Stazione di Supporto”.

Infine, è importante sottolineare come, diversamente dai “Campi”, le nuove strutture vengono pensate anche come un luogo in cui l’utente potrà rivolgersi anche dopo il raggiungimento dell’indipendenza, nel caso in cui abbia bisogno di assistenza o di un semplice sostegno. Infatti i membri dello staff, dal momento che seguono passo per passo l’evoluzione e lo sforzo degli utenti che si impegnano per ritornare a essere membri attivi della società, inevitabilmente vi instaurano un rapporto di amicizia e di empatia che dura nel tempo. Nelle “Stazioni”, infatti, i NEET trovano un luogo dove potersi finalmente liberare dalle proprie preoccupazioni o problematiche, sentendo di non venire giudicati per quello che sono, ma anzi supportati e compresi.