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Casa Circondariale e Ospedale Pisichiatrico Giudiziario

Nel documento Relazione delle attività Anno 2014 (pagine 145-149)

La funzione di vig

Il regime a celle aperte. Trova applicazione il regime “a celle aperte”, con le camere di pernot-tamento che restano aperte anche per più di 8 ore al giorno per quei detenuti condannati in via definitiva, con un livello di pericolosità non significativo.

Il lavoro all’interno e all’esterno. Sono particolarmente idonei gli ambienti della sezione deten-tiva in cui sono collocati gli ammessi al lavoro all’esterno e i semiliberi, il cui dato numerico è particolarmente significativo (26 alla data dell’ultima visita del 30.12.14), anche grazie alle con-venzioni stipulate fra la Direzione del carcere con il Comune di Reggio nell’Emilia e Comuni limitrofi (Albinea), con l’impiego di detenuti in lavori di pubblica utilità all’esterno del carcere, in attività che vanno dalla manutenzione degli alloggi dell’edilizia residenziale pubblica, alla manutenzione dei cimiteri e del verde pubblico. Ai detenuti che prestano la loro attività a favore della collettività viene corrisposto un rimborso spese. In generale, la struttura offre particolari potenzialità, in termini di spazi, che potrebbero essere pienamente valorizzati con il coinvol-gimento di progetti imprenditoriali: in questo senso è annunciato l’imminente avvio di una lavorazione interna, grazie ad una cooperativa sociale, con l’impiego iniziale di 3 detenuti in attività lavorative. Di notevole ampiezza è l’area agricola, ma, allo stato, limitatamente utilizzata per carenza di risorse. La Garante ha segnalato le potenzialità della struttura ad Alce Nero per la valutazione di progetti imprenditoriali all’interno del carcere.

Il Magistrato di Sorveglianza territorialmente competente. Una lettera collettiva ha anche riguardato i lunghi tempi di attesa per la decisione delle istanze dei detenuti del carcere di Reg-gio Emilia, la cui segnalazione è stata doverosamente trasmessa al Magistrato di Sorveglianza territorialmente competente.

Istituti Penali di R

Comunicato del 30/12/2014

Carcere. Reggio Emilia, rimangono problemi con il riscaldamento e ancora numeri elevati nelle presenze in vista della chiusura dell’OPG

Lunedì 29 dicembre, Desi Bruno, Garante regionale delle persone private della libertà persona-le, si è recata agli Istituti penali di Reggio Emilia; nella visita, è stata accompagnata dal direttore, Paolo Madonna, da personale della Polizia penitenziaria, e ha effettuato colloqui con i detenuti.

Dopo la significativa riduzione del numero delle presenze, non si ravvisa alcun profilo di so-vraffollamento: risultano essere presenti 296 persone all’interno delle due strutture: 146 (164 in carico), presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) e 150 (5 le donne) presso la Casa cir-condariale; fra questi ultimi, 98 sono i condannati in via definitiva, 26 tra gli ammessi al lavoro all’esterno e in regime di semilibertà.

Appaiono migliorate le condizioni igienico-sanitarie e strutturali del carcere: una carenza in passato più volte segnalata (sia nei rapporti semestrali a cura dell’Ausl di Reggio Emilia, che direttamente dalla Garante). Sono stati effettuati già da diversi mesi i lavori di riparazione del tetto al fine di eliminare le infiltrazioni di acqua dal soffitto in alcune sezioni detentive, anche se permangono zone ancora interessate da infiltrazioni.

Permane la criticità relativa al funzionamento dell’impianto di riscaldamento, già segnalata dalla Garante lo scorso inverno: si è potuta constatare una temperatura insufficiente in alcuni spazi detentivi, nonostante, a più riprese, e ciclicamente negli anni, tanto la Direzione abbia segnalato i disservizi alla ditta appaltatrice delle fornitura dell’energia termica ed elettrica (che pilota l’impianto a distanza, da Vicenza), quanto il Provveditorato regionale abbia richiamato agli obblighi contrattuali la ditta, invitandola a garantire i 20 gradi negli ambienti interni.

Sono stati visitati gli spazi del magazzino destinato al deposito delle merci, che sta venendo riqualificati con il lavoro dei detenuti. Sono risultati particolarmente idonei gli ambienti del-la sezione detentiva in cui sono collocati gli ammessi al del-lavoro all’esterno e i semiliberi. In generale, la struttura offre particolari potenzialità, in termini di spazi, che potrebbero essere

I comunicati stampa

La funzione di vig

pienamente valorizzati con il coinvolgimento di progetti imprenditoriali: in questo senso è an-nunciato l’imminente avvio di una lavorazione interna, grazie ad una cooperativa sociale, con l’impiego iniziale di 3 detenuti in attività lavorative. Di notevole ampiezza è l’area agricola, ma, allo stato, limitatamente utilizzata per carenza di risorse. In questo senso la Garante intende sensibilizzare imprenditori agricoli per la definizione di un progetto che possa valorizzare i terreni a disposizione.

Con riferimento all’OPG, con un numero decisamente alto di ricoverati, anche in relazione all’imminente data prevista per la chiusura - 31 marzo 2015 – l’ufficio del Garante sottolinea un duplice dato: la presenza di 14 detenuti condannati in cui l’infermità di mente è sopravve-nuta durante l’esecuzione della pena (nella previsione del processo di superamento dei mani-comi giudiziari, dovranno essere ospitati nelle apposite sezioni di cura e riabilitazione, una volta create presso gli istituti di pena); e la presenza di 5 persone in osservazione psichiatrica provenienti da regioni esterne al bacino d’utenza previsto (Emilia-Romagna, Marche, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Province di Bolzano e Trento), con i detenuti delle carceri regionali che, in caso di necessità di osservazione psichiatrica, vengono inviati presso la Casa Circondariale di Piacenza, con equipe medico-specialistica dell’Ausl di Piacenza.

Per rendere plausibile la chiusura della struttura entro il 31 marzo 2015, la Garante torna a segnalare la necessità di porre freno agli ingressi delle persone provenienti da altre regioni, e di favorire i programmi di dimissione dall’OPG, con la presa in carico da parte dei servizi sanitari territorialmente competenti.

Grazie ad una puntuale definizione operativa di progetti fra direzione del carcere ed enti locali (in particolare, i Comuni di Reggio Emilia e di Albinea), un buon numero di detenuti risulta essere impiegato in lavori di pubblica utilità all’esterno del carcere, in attività che vanno dalla manutenzione degli alloggi dell’edilizia residenziale pubblica, alla manutenzione dei cimiteri e del verde pubblico. Ai detenuti che prestano la loro attività a favore della collettività viene cor-risposta una somma a titolo di rimborso spese.

Istituti Penali di R

I numeri. Al 31.01.15 il dato ministeriale relativo alle presenze era di 69 persone (di cui 35 stranieri) a fronte di una capienza regolamentare di 59.

Alla data del 31.12.14, su 81 persone presenti 34 risultavano condannate in via definitiva, 37 gli stranieri, 2 persone in semilibertà/lavoro all’esterno.

La buona situazione complessiva. Si ritiene, in linea con quanto registrato nelle precedenti re-lazioni, una delle situazioni meno problematiche a livello regionale, anche in ragione delle sue ridotte dimensioni e della capacità e sinergia fra i soggetti più direttamente coinvolti (Direzio-ne, Polizia penitenziaria, Comu(Direzio-ne, Volontariato).

Le condizioni di manutenzione igienico-sanitarie della struttura risultano sufficienti.

Dalle risultanze della visita semestrale effettuata dall’Ausl nel dicembre 2014, si registra che i servizi igienici annessi alla celle non sono ancora stati adeguati a quanto disposto dal DPR 230/2000. L’attività odontoiatrica è erogata all’esterno della struttura presso ambulatori Ausl, con una disponibilità per detenuti alla settimana. L’Ausl ha ribadito l’importanza che presso la casa circondariale operi anche uno specialista pneumologo per un numero adeguato di ore alle necessità della struttura. La relazione dell’Ausl continua segnalando che la Direzione della casa circondariale intraprende numerose iniziative di formazione, socializzazione e integrazione ri-volte alle persone detenute e anche ai familiari del personale carcerario.

Il Magistrato di Sorveglianza territorialmente competente. La Garante ha effettuato incontri collettivi con i detenuti dai quali è emerso che la prevalente criticità riguarda i rapporti con la Magistratura di Sorveglianza, con particolare riguardo ai lunghi tempi di attesa per la decisione in ordine alle istanze presentate.

La Garante, pur nella consapevolezza delle difficoltà organizzative che sta attraversando l’Uf-ficio di Sorveglianza di Bologna, ha provveduto alla doverosa trasmissione al Magistrato di Sorveglianza territorialmente competente delle segnalazioni raccolte.

Nel documento Relazione delle attività Anno 2014 (pagine 145-149)