• Non ci sono risultati.

Casa Circondariale di Forlì

Nel documento Relazione delle attività Anno 2014 (pagine 176-181)

Casa Circ

hanno la possibilità di rimanere all’esterno della cella per almeno otto ore al giorno; dal mese di aprile è intervenuta l’applicazione del regime aperto anche alle sezioni femminili.

C’è una sezione per i detenuti cosiddetti ‘protetti’, in cui i detenuti vengono tenuti separati dagli altri, in ragione di un reato a sfondo sessuale e di problemi relazionali e di convivenza legati a chiamate in correità, collaborazioni marginali, appartenenza a Forze dell’ordine.

La sezione a custodia attenuata. E’ previsto il ripristino della sezione di custodia attenuata per persone tossicodipendenti, che era stata chiusa per la necessità di lavori di ristrutturazio-ne, e di cui l’Ufficio del Garante aveva sollecitato la riapertura, in considerazione del numero dei tossicodipendenti reclusi. Nel rapporto dell’Ausl di Forlì, predisposto a seguito del sopral-luogo al plesso penitenziario del 30.12.14, ha ribadito che i problemi che avevano comporta-to la chiusura della sezione sono stati superati (con la completa attuazione delle indicazioni consigliate dall’Ausl: manutenzione dell’impianto di riscaldamento; manutenzione delle docce;

tinteggiature dei locali; pulizia di tutti gli ambienti), ma i lavori di manutenzione devono es-sere ancora completati, con le condizioni minime che sono quasi raggiunte. In merito ai locali adibiti a cucina, gli interventi di manutenzione sono stai efficienti, ma risulta necessario aprire una presa d’aria a ridosso del soffitto per permettere a eventuali fughe di gas metano di essere incanalate all’esterno senza inconvenienti.

E’ inoltre presente una sezione a custodia attenuata per persone in semilibertà e per chi è in procinto di essere dimesso, a regime aperto, con un sistema di videosorveglianza.

Le attività per i detenuti. Si sono potuti registrare grande condivisione di intenti e particolare sinergia fra la Direzione, gli Enti locali, lo Staff dei responsabili delle varie aree, le Cooperative sociali e le Associazioni di volontariato, che concretamente si traducono nell’organizzazione di molte attività a favore delle persone detenute: si segnalano, in particolare, il laboratorio metal-meccanico (che impegna 5 detenuti); il laboratorio della cartiera (che impegna 4 detenuti); il laboratorio RAEE per lo smaltimento dei rifiuti elettronici, consistente nello smontaggio e pre-trattamento di piccoli elettrodomestici, con la sede del laboratorio all’esterno del carcere, gestito

La funzione di vig

da una cooperativa sociale, che assume e remunera i detenuti, in collaborazione con un’agenzia formativa (con l’impegno di 1 detenuto all’interno del carcere). Sono, inoltre, presenti i labora-tori di pittura e di teatro.

Si segnala ancora un progetto, promosso dal volontariato, rivolto all’accoglienza dei familiari in attesa di colloquio.

Di notevole valenza trattamentale la collaborazione in atto con il Centro per uomini maltrat-tanti di Forlì: la sperimentazione è rivolta agli autori di reati sessuali che, nella fase che precede le dimissioni, con attività di gruppo dedicate ai sex-offender, vengono presi in carico in carcere, anche verificando la possibilità e/o la disponibilità dello sviluppo di un programma territoriale una volta usciti.

Il Magistrato di Sorveglianza territorialmente competente. Nel corso dei colloqui effettuati, i detenuti hanno lamentato, per quanto riguarda i rapporti con la Magistratura di sorveglianza, lunghi tempi di attesa per le risposte, con riferimento in particolare ai provvedimenti relativi alla fissazione delle camere di consiglio per la concessione delle misure alternative, ai permessi e alla liberazione anticipata.

Comunicato del 12/06/2014

Carcere Forlì. Visita Garante regionale detenuti: calano le presenze, non riapre ancora sezio-ne per tossicodipendenti; nuova struttura sezio-nel 2017

Meno detenuti, più libertà grazie al regime ‘celle aperte’, più spazio in ogni cella, un buon dia-logo con l’amministrazione penitenziaria mentre rimangono difficoltà nei rapporti con la ma-gistratura di sorveglianza: il tutto, in attesa di una nuova struttura prevista per il 2017. Nei giorni scorsi, Desi Bruno, Garante regionale delle persone sottoposte a limitazioni della libertà Casa C

irc

I comunicati stampa

personale, ha visitato la struttura penitenziaria di Forlì, verificando che il numero dei detenuti presenti, 135 divisi tra 111 uomini e 24 donne, ha subito una riduzione: erano infatti 157 quelli presenti al sopralluogo del dicembre 2013. Quelli con condanna definitiva sono 60, meno degli imputati, che sono 75: un detenuto su quattro è tossicodipendente. Gli stranieri sono 63, otto i detenuti ammessi a lavorare all’esterno su indicazione della direzione dell’istituto. 23, infine, i detenuti cosiddetti ‘protetti’, collocati in apposite sezioni separate dalle altre, in ragione di un reato a sfondo sessuale e di problemi relazionali e di convivenza legati a chiamate in correità, collaborazioni marginali, appartenenza a Forze dell’ordine. Pienamente operativo il regime a celle aperte, con i tutti i detenuti che hanno la possibilità di rimanere all’esterno della cella per almeno otto ore al giorno; dal mese di aprile è intervenuta l’applicazione del regime aper-to anche alle sezioni femminili. Criticità di ordine strutturale sono legate alla anzianità della struttura del carcere, i cui ambienti non risultano pienamente congrui, sebbene, dal punto di vista della metratura a disposizione dei detenuti, vengano garantiti almeno tre metri quadri liberi da suppellettili a testa. Particolare cura è stata dedicata agli interni, con gli ambienti tinteggiati in vari colori, anche grazie al contributo del lavoro dei detenuti. Di certo maggior-mente adeguati, dal punto di vista degli spazi e della luminosità, risulteranno gli ambienti del nuovo carcere (il trasferimento dovrebbe avvenire in un’area periferica della città e, secondo gli ultimi aggiornamenti, sarà nel 2017). Nel corso dei colloqui che la Garante ha avuto modo di effettuare con i detenuti, è emerso a più riprese “come dato saliente il riconoscimento da parte della popolazione detenuta dell’attenzione e della predisposizione al dialogo che la direzione e gli operatori dell’Amministrazione penitenziaria quotidianamente dimostrano, agevolando la convivenza ed aiutando a prevenire situazioni di tensione, anche risultando evidente che un contesto caratterizzato da numeri ridotti favorisce l’attenzione nei confronti delle persone.

Il clima positivo- sottolinea sempre l’ufficio del Garante- risulta anche dal dato recente forni-to dalla direzione, secondo il quale nell’ultimo mese non sarebbe stati mossi rilievi di ordine disciplinare alla popolazione detenuta”. Nel corso dei colloqui effettuati, “i detenuti hanno la-mentato, per quanto riguarda i rapporti con la magistratura di sorveglianza, lunghi tempi di at-tesa per le risposte, con riferimento in particolare ai provvedimenti relativi alla fissazione delle camere di consiglio per la concessione delle misure alternative, ai permessi e alla liberazione anticipata”. Permane in ogni caso la necessità di procedere all’integrazione dell’organico della

La funzione di vig

Polizia penitenziaria, quantomeno nell’ordine di qualche decina di operatori. Ancora chiusa la sezione a custodia attenuata per persone tossicodipendenti, con l’Ausl di Forlì che, nel verbale predisposto a seguito del recente sopralluogo al plesso penitenziario del 25 marzo, ha riferito che i problemi che avevano comportato la chiusura della sezione sono stati superati, ma è anco-ra necessario, al fine della riapertuanco-ra e della piena fruibilità, anco-raggiungere le condizioni igieniche minime con la manutenzione dell’impianto di riscaldamento, delle docce, con la tinteggiatura dei locali e un’accurata pulizia di tutti gli ambienti e con il completamento della manutenzione dei vani destinati a cucina. L’edificio era stato interessato dal crollo di una falda del tetto che poi è stato ripristinato: il sottotetto, interessato da una nutrita colonia di volatili, poi allontanati, è stato disinfestato. Di “notevole valenza trattamentale” la collaborazione in atto con il Centro per uomini maltrattanti di Forlì: la sperimentazione è rivolta agli autori di reati sessuali che, nella fase che precede le dimissioni, con attività di gruppo dedicate ai sex-offender, vengono presi in carico in carcere, anche verificando la possibilità e/o la disponibilità dello sviluppo di un programma territoriale una volta usciti.

Casa Circ

Il Centro di Giustizia Minorile (CGM) per l’Emilia Romagna è un organo decentrato del Dipartimento Giustizia Minorile e ha il compito di garantire l’esecuzione dei provvedimenti emessi dal Giudice minorile nei confronti di minori autori di reato; mette altresì in atto una politica di prevenzione del disagio minorile, interagendo con gli Enti locali e la Regione.

Nel contesto della giustizia penale minorile, il carcere è da concepirsi come ipotesi di natura residuale, cui ricorrere, come ultima ratio, quando è impossibile applicare una delle soluzioni alternative previste dall’ordinamento.

Il CGM si articola in Istituto penale minorile (I.P.M.), Centro di prima accoglienza (C.P.A.), Ufficio servizi sociale per i minorenni e Comunità ministeriale per l’esecuzione dei provvedi-menti dell’Autorità giudiziaria.

L’Istituto penale minorile “Pietro Siciliani” di Bologna è una struttura carceraria che accoglie minori o giovani adulti di sesso maschile sottoposti a provvedimenti di custodia cautelare e/o in espiazione pena: nell’Istituto sono ospitati non solo minori tra i 14 e i 18 anni ma anche gio-vani, fino al compimento del 25° anno di età, sottoposti a misura penale per un reato commesso da minorenni.

L’articolo 5 del decreto legge 26 giugno 2014 n. 92, come convertito dalla legge n. 117/2014, ha modificato l’articolo 24 del decreto legislativo n. 272/1989, innalzando, da 21 a 25 anni com-piuti nel corso dell’esecuzione, il limite massimo di età di coloro nei cui confronti l’esecuzione di provvedimenti limitativi della libertà personale avviene secondo le norme e le modalità pre-viste per i minorenni.

Tale disposizione – cui non è seguita alcuna previsione atta a garantire adeguate misure

Nel documento Relazione delle attività Anno 2014 (pagine 176-181)