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Su Casarini cfr la biografia ricca di informazioni di E.Masi, Camillo Casar ini Ricordi contemporanei, Bologna, 1875 (in

76 sciolta negli anni successivi e ricostituita nel

78. Su Casarini cfr la biografia ricca di informazioni di E.Masi, Camillo Casar ini Ricordi contemporanei, Bologna, 1875 (in

appendice a questo volume sono riprodotte anche le commemorazioni di Ferdinando Berti e Guido Gozzi, che a Casarini furono politicamente vicini, e che di lui forniscono qualche ulteriore nota biografica). V. anche A.Maccaferri, Camillo Casarini, cit.; A.Bignardi, Dizionario biografico..., cit., ad nomen; F.S.Trincia, cit. (che però contiene qualche inesattezza sul periodo 1867- 1869).

79. Cfr. F.Taròzzi, cit.; F.Andreucci, T.Detti (a cura di), cit. Filopanti si era dimesso dall'Università una prima volta nel 1864, essendosi rifiutato di giurare al re. Fu reintegrato nel 1866 e si dimise definitivamente nel 1868, per solidarietà contro le sospensioni inflitte a Ceneri e Carducci, in seguito alla loro partecipazione allo sciopero di aprile. L'Annuario dell'Università * lo riporti in seguito, come professore onorario o emerito.

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partecipazione alla Giunta Casarini80. Di quella Giunta occorre ricordare altri due "esordienti". Alessandro Maccaferri, possidente, qualificato come ingegnere (ma quasi certamente non esercitava la professione), legato per parentela o amicizia ad alcuni qualificati professionisti locali (Ceneri, Predieri, Zannoni)81. Ed Enrico Panzacchi, insegnante di letteratura e storia dell'arte all'Accademia, popolare (e singolare) figura di poeta, scrittore, giornalista8^.

Negli anni successivi Berti, Maccaferri e Panzacchi ebbero - insieme a Casarini - un ruolo centrale nell'azione amministrativa comunale. Quindi continuarono a svolgere u n ’intensa attività, che sempre di più li avrebbe qualificati come "uomini politici”. In seguito queste caratteristiche si sarebbero diffuse e precisate con maggior chiarezza. Per il momento si può osservare che anche altri consiglieri, estranei alla Giunta, emergevano soprattutto per il loro impegno politico. Due esempi per tutti, assai diversi l ’uno dall'altro. Uomo di formazione ed esperienza risorgimentali era il settantenne Gabriello Rossi, che negli anni preunitari era stato amico ed insegnante di Luigi Tanari, Minghetti, Luigi Pizzardi. Egli era al tempo stesso un medico

80. E.Zironi, In morte di Ferdinando Berti Deputato al Parlamento. Bologna, 1883 (sui mezzi familiari, p.6 ); E.Masi, Commemorazione di Ferdinando Berti Deputato al Parlamento, Bologna, 1885 (da cui è tratta la citazione, p.8 ); A.Bignardi, Dizionario biografico..., cit., ad nomen.

81. L.D'Apel, Alla cara memoria di Alessandro Maccaferri Ingegnere cavaliere, Bologna, 17 maggio 1888; A.Bignardi, Dizionario biografico..., cit., ad nomen.

82. A.Bignardi, Dizionario biografico..., cit., ad nomen; Id., Panzacchi politico, Bologna, a cura del Partito Liberale Italiano, 1954. Su Panzacchi umanista cfr. anche A.Battistini, La cultura umanistica a Bologna, in R.Zangheri (a cura di), Bologna, cit., p. 325. Ma questi sono solo alcuni riferimenti essenziali alla sua attività politica locale. In realtà la bibliografia sarebbe molto vasta, in quanto Panzacchi era uno scrittore piuttosto noto, e uomo polìtico di rilievo tra la fine del secolo e l'inizio del ’ '900.

(e tale risultava ancora nel 1875); ed un economista (o per meglio dire: uno studioso di scienze sociali). Ma ciò che contava più di tutto era il suo prestigio politico, che gli derivava dall'aver contribuito

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alla formazione di una parte del ceto dirigente locale . Invece Gualtiero Sacchetti - laureato in ingegneria, trentaduenne - poteva dirsi un esponente della nuova generazione di liberali. Nel 1868 Sacchetti era assistente universitario nel corso di fisica. In Consiglio comunale si affermò come uno dei leader moderati, in opposizione alla Giunta Casarini. Quindi abbandonò ogni attività professionale e si dedicò interamente alla politica. Già nel 1871 il suo nome era scomparso dall'annuario universitario. Ma noi lo ritroveremo ancora, e in ruoli decisivi, nel corso delle vicende successive.

Proviamo allora a sintetizzare le caratteristiche assunte dal sistema politico cittadino: rottura dell'egemonia moderata; nuova composizione professionale del Consiglio comunale; prime affermazioni di esponenti politici, legati soprattutto al mondo dell'università e delle professioni. Tutto ciò in un contesto di migliore definizione della normativa che disciplinava le amministrazioni locali. In una battuta: gli uomini e le istituzioni - per riprendere la diade iniziale - a nove anni dalla caduta del potere pontificio non erano più gli stessi. Il gruppo di notabili che aveva guidato l'amministrazione comunale nei primi anni postunitari aveva avviato la sua legittimazione come ceto politico, sia pure attraverso l'esperienza contraddittoria dei lavori straordinari. Per proseguire su questa strada, ai nuovi rappresentanti comunali spettava il compito di interpretare le domande che provenivano dalla società civile, facendo ricorso a "risorse specificamente politiche" (torno a far riferimento alle indicazioni di * Farneti): la competizione elettorale, la definizione di schieramenti

contrapposti, l'organizzazione di una struttura amministrativa

83. Cfr. anche L.Dal Pane, cit., pp.527-528 per una breve biografia (e * ad indicem per informazioni sparse).

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efficiente . In definitiva era necessaria la mobilitazione di competenze meglio definite rispetto al passato. L'organizzazione della città poteva prestarsi mplto bene a questa operazione. I servizi pubblici, l'igiene cittadina, le infrastrutture, erano i terreni sui quali sperimentare un progetto politico per l'amministrazione comunale.

84, P.Farneti, Sistema politico.-.; cit., p . U6 ; sulla capacità del sistema politico di mediare tensioni e conflitti della società civile con un ricorso sistematico a risorse specificamente politiche. v. pp.1 0 1 - 1 1 1 (ma naturalmente l ’elaborazione di Farneti riguarda processi più ampi e diversi).

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3*2* LA CITTA' DELLE BORGHESIE

Lo schieramento progressista mantenne la guida dell'amministrazione poco più di tre anni, tra la fine del 1868 e l'inizio del 1872. Durante questo periodo, numerosi provvedimenti e progetti riguardarono le infrastrutture e i servizi urbani. Con la riforma degli uffici si ridefinirono anzitutto le caratteristiche dell'ufficio tecnico, valorizzando in particolare le competenze ritenute necessarie per l'impianto e la gestione dei principali servizi. In quegli anni cominciò anche ad affermarsi in città la consapevolezza dell'esistenza di una grave situazione igienica. Quindi si rafforzarono i collegamenti tra il ceto politico e la professione medica, e ciò favorì la ricerca di nuove soluzioni per gli annosi problemi dell'igiene e della sanità. Si giunse così alla presentazione da parte della Giunta di un progetto, che prevedeva la costruzione e la gestione diretta di vari impianti pubblici: l'acquedotto, il macello, il mercato# le sedi degli uffici giudiziari e comunali. Per il finanziamento dei lavori era prevista un'operazione di prestito, che aveva lo scopo di consentire anche il risanamento del bilancio. L ’ambizioso e complesso progetto comunale era nato, con la collaborazione di vari professionisti, impiegati, tecnici. Esso costituiva l'elemento centrale di un programma amministrativo definito dalla parte più qualificata delle "borghesie urbane", e destinato a suscitare contrasti e opposizioni all'interno della rappresentanza consiliare. Questi conflitti ebbero un esito negativo. Il progetto fu parzialmente ridimensionato. E poco dopo, la diretta responsabilità di * un assessore in un episodio di malversazioni costrinse 1 intera Giunta

alle dimissioni, e segnò la fine della leadership progressista. Ma ormai le proposte avanzate in quegli anni avevano posto le basi per una nuova e coerente politica di organizzazione della città, che sarebbe stata perseguita con maggior decisione dalle amministrazioni successive.

3.2.1. La riorganizzazione degli uffici

A differenza che r^egli anni passati, la Giunta eletta alla fine del 1868 si presentava come un organismo coeso, ben distinto dal Consiglio di cui pure era un'emanazione. Malgrado quest'ultimo fosse parzialmente rinnovato ogni anno, la composizione della Giunta restò in gran parte immutata. Sei degli otto assessori furono sempre riconfermati, fino all'inizio del 1872, e così diedero continuità e coerenza all'azione amministrativa. Ritroviamo in questo gruppo i nomi già ricordati di Maccaferri, Ferdinando Berti, Panzacchi, Casarini. Quest'ultimo esercitò fin dal primo momento la funzione dì sindaco, sanzionata dalla nomina regia nell'aprile del 1870. Con loro furono eletti assessori anche l'avvocato Pompeo Guadagnini, che all'interno della Giunta assunse ben presto un ruolo di primo piano; e Gustavo Vicini, anch'egli avvocato, già direttore del "Monitore di Bologna"*. Degli altri assessori presenti per periodi più brevi, vale la pena di ricordare il democratico Gustavo Sangiorgi - ancora un legale - ; e il

2 giovane medico (e possidente) Augusto Siccardi .

La composizione della Giunta rendeva ancora più evidenti i mutamenti del sistema politico locale. La guida dell'amministrazione comunale era in mano esclusivamente ad esponenti delle professioni liberali e del mondo politico. Ciò non significa che .i vecchi consiglieri notabili ricoprissero una posizione del tutto marginale, né che sì collocassero all'opposizione (anch'essì avevano contribuito ad

1. Sulla duplice elezione della Giunta cfr. Consiglio, 14 novembre e