• Non ci sono risultati.

Sangiorgi fu in Giunta per oltre due anni, dal dicembre 1868 al maggio 1871 (in quel periodo una relazione del questore lo

76 sciolta negli anni successivi e ricostituita nel

2. Sangiorgi fu in Giunta per oltre due anni, dal dicembre 1868 al maggio 1871 (in quel periodo una relazione del questore lo

definiva come uno dei democratici più autorevoli in città; cit. in I.Zanni Rosiello, Aspetti..., cit., p.75); Siccardi per poco più di un anno. Furono assessori per brevi periodi anche Raffaele Faccioli, architetto di un certo nome; e Guido Gozzi e Alfonso Monti, rispettivamente un avvocato e un medico.

177

eleggere la Giunta Casarini). Tuttavia spettava loro un compito più circoscritto e meglio definito rispetto al passato, poiché il "potere esecutivo" restava saldamente in mano agli stessi assessori. La funzione di questi ultimi si identificò in modo crescente con le attribuzioni delle varie deleghe, assegnate in base a criteri di competenza. Così ad esempio al letterato e insegnante Panzacchi fu affidata l'istruzione pubblica? a Maccaferri - laureato in ingegneria - 1•edilità e l'ufficio tecnico? a Guadagnini - che più di tutti era attento al funzionamento della burocrazia - lo stato civile e altri servizi amministrativi. In ciascuno di questi campi l'attività comunale fu intensa, e si ispirò agli orientamenti progressisti definiti negli anni precedenti3 .

3. Tra le principali iniziative di quegli anni, si possono ricordare la riforma della scuola elementare, che escluse tra l'altro l ’insegnamento religioso? il sostegno offerto alla Società operaia e alle sue iniziative di divulgazione didattica? i provvedimenti di politica tributaria e i progetti per alcuni lavori pubblici, di cui dirò più oltre. Inoltre la Giunta e il suo dinamico sindaco furono molto attivi in campo culturale. Ad esempio con l'impulso dato ad una programmazione operistica innovativa? e con il contributo finanziario che consentì nel 1871 lo svolgimento del congresso internazionale di antropologia e archeologia preistorica. In quell'occasione fu inaugurato il primo nucleo del nuovo Museo civico. L'attività della amministrazione comunale fu favorita anche dallo stretto collegamento esistente con il prefetto Bardesono, vicino a Casarini fin dai tempi della Società Nazionale, giunto a Bologna proprio nel 1868. Su questo breve e intenso periodo gli studi d'insieme sono pochi. La sintesi più utile rimane quella tracciata da uno dei protagonisti di quegli anni, A.Maccaferri, Camillo Casarini..., cit. Spunti interessanti in P.P.D*Attorre, La politica, in R.Zangheri (a cura di), Bologna, cit., pp.71-72? e sulle iniziative culturali cfr. A.Battistini, c it., e G.Pancaldi, Gli scienziati, i filosofi, la città, entrambi Ibidem, rispettivamente pp.317-327 e 355-362. In particolare sul congrèsso del 1871 e l'inaugurazione del museo cfr. C.Morigi Govii G.Sassatelli (a cura di), cit. Su Casarini "wagneriano" e sui rapporti tra Casarini e Bardesono nel 1859 cfr. la testimonianza di E.Masi, Camillo Casarini..., cit., rispettivamente pp.184-188 e 91-92; infine su Bardesono cfr. A.Saladino, Bardesono di Rigas, Cesare, in Dizionario biografico * degli italiani, cit.,, voi.6 , 1964, pp.274-275.

Per poter realizzare il nuovo indirizzo politico, si rendeva necessario riorganizzare in modo radicale i disordinati uffici comunali. Bisogna ricordare a questo proposito che la normativa nazionale conteneva pochissime indicazioni in materia di impiego locale. La legge comunale del 1865 si limitava ad assegnare ogni competenza al Consiglio (art.87, nn.1,2). Gli impiegati erano privi di uno stato giuridico ben definito. E II Consiglio comunale si trovava a disporre di un'ampia facoltà di intervento: non soltanto sull'organizzazione degli uffici, ma anche per tutto ciò che riguardava

4

nomine, stipendi, licenziamenti e pensioni . A Bologna l'opera di rinnovamento amministrativo - definita dalla Giunta e sottoposta all'approvazione del Consiglio interessò in modo particolare gli uffici che si occupavano dell'urbanistica e delle materie affini. Benché si trattasse di una riforma ancora insufficiente e limitata tanto che fu emendata e completata negli anni successivi * essa costituì pur sempre uno dei contributi più significativi alla modernizzazione urbana.

L'ordinamento definito nel 1862 aveva presentato numerosi inconvenienti. In quell'occasione il numero degli uffici era stato aumentato - dai sette del 1860 a quattordici - col risultato di rendere inefficiente e confusa l'attività amministrativa, e insufficiente il personale adatto a svolgere funzioni direttive. Nel 1868 il . delegato straordinario aveva definito un progetto di riforma, che l'anno successivo fu ripreso con qualche modifica dalla Giunta Casarini e

*

4. Su questi temi cfr. P.Schiera, cit., pp.56-66; il quale però - basandosi sulla disciplina specifica relativa al segretario comunale e ai maestri elementari, sottoposti ad un forte controllo delle autorità centrali - finisce per insistere sui caratteri autoritari e centralisti della normativa nazionale, più che sulle facoltà d'intervento del Consiglio comunale. Una valutazione un * po' diversa in F.Mazzanti Pepe, cit., p.1952 e passim.

179

portato all'esame del Consiglio5.

Gli obiettivi di fondo della riforma erano due. Anzitutto occorreva semplificare e razionalizzare l'organizzazione amministrativa. Dunque si riduceva nuovamente il numero degli uffici e si unificavano al loro interno i compiti amministrativi e quelli esecutivi. In altri termini si tornava - almeno in parte all'organizzazione in vigore prima del 1862. il secondo obiettivo era più innovativo. La diminuzione degli uffici comportava una riduzione del personale inserito nell'organico, e in particolare degli impiegati di grado superiore. Ciò consentiva di aumentare gli stipendi agli impiegati inferiori che lo avessero meritato, senza aggravare sensibilmente il bilancio. Il nuovo regolamento interno, approvato nel gennaio 1870, sanciva questi principi. Esso prevedeva otto uffici e ne precisava con cura i compiti specifici. Inoltre modificava e chiariva le procedure relative ad assunzioni e promozioni, gerarchie interne, rapporti con il sindaco e con gli assessori^.

Ma la riforma vera e propria poteva cominciare solo con la concreta applicazione del nuovo regolamento, e ciò avrebbe comportato una piccola rivoluzione nel mondo della burocrazia comunale. Negli anni precedenti si erano susseguite numerose nomine ed assunzioni provvisorie", in attesa della riforma. I nuovi impiegati provvisori si affiancavano in qualche caso ad altri dipendenti in servizio già da molti anni, ma anch'essi privi di una posizione ben precisa all'interno dell'organico. In questa situazione, agli stessi consiglieri non erano chiari neppure i criteri per stabilire chi potesse essere considerato

5. Relazione e progetto della Giunta Municipale per la riforma del plano organico degli uffici comunali e del relativo regolamento, Bologna, 1870 (datata dicembre 1869, relatore Guadagnini).

6 . Regolamento per l'amministrazione interna del Comune di Bologna deliberate nelle sedute consigliari del 7, 10, 12 e 15 gennaio * 1S70, Bologna, 1870. t

presentate non erano indolori. La riduzione del personale comportava la necessità di "destituire” 6 impiegati e metterne a riposo altri 18, ritenuti incapaci di svolgere efficacemente il proprio lavoro. Tutti gli altri impiegati venivano assegnati ad un posto stabile e preciso, previsto dal regolamento. I posti vacanti dovevano essere coperti con nuove nomine (tranne che in due casi, per i quali si rendeva necessario un concorso). Le proposte di destituzioni, pensionamenti, assegnazioni e nomine dovevano essere approvate dal Consiglio. A conclusione di

.8