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66 il quale erano state già avviate alcune trattative

In che misura la crisi e la transizione amministrativa esprimevano un mutamento significativo della società civile e del sistema politico cittadini? L'esito delle elezioni comunali fornì a questo interrogativo una risposta parziale ma interessante. La rottura dell’egemonia moderata in città fu sancita dalla vittoria elettorale della lista progressista, promossa da Camillo Casarini. Il successo degli "azzurri" del comitato Galvani - questa la denominazione assunta dai progressisti in ambito cittadino - fu rafforzato da un tasso di partecipazione elettorale che per quegli anni era abbastanza alto (votò oltre il 30%

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dei circa 6.600 iscritti) . Il risultato apparve sorprendente, considerato che progressisti e democratici solo da due anni avevano

64. Ibidem, pp.17-21.

65. Ibidem, pp.32*33? la citazione a p.33. 66. Ibidem, pp.42-47.

67. I dati sulla partecipazione e sui risultati elettorali per il periodo 1868-1905 sono riportati da G.Venturi, Episcopato, cattolici e Comune a Bologna. 1870-1904, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1976, pp.265-291. Negli anni successivi una partecipazione più alta si ebbe solo nel 1*872 e nel 1886: due anni molto importanti, come vedremo, per la storia dell'amministrazione comunale. Alcuni dati interessanti sulle elezioni politiche ed amministrative del 1865 (in queste ultime la partecipazione fu inferiore al 20%), in un prospetto di sintesi in ASB, Comune, Carteggio, 1866, 1,1,1.

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mostrato una presenza attiva nella vita politica cittadina « Ma ancor più che sul piano degli schieramenti politici, la composizione del nuovo Consiglio presentava novità rilevanti dal punto di vista professionale.

Dei sessanta consiglieri eletti nel 1868, soltanto venti erano presenti anche nel Consiglio comunale dell'anno precedente. Tra questi ritroviamo diversi nomi già ricorrenti, come Berti Pichat, Bevilacqua, Casarini, Cassarini, Ceneri, Carlo Pepoli, Luigi Pizzardi, Sassoli, Tanari. In questo caso la presenza degli stessi uomini non costituiva sempre un segno di continuità. Casarini e Ceneri, ad esempio, avevano sostenuto attivamente le amministrazioni precedenti (il primo addirittura come assessore, fino al 1865). Ma nella nuova congiuntura politica avevano animato l'opposizione ai moderati. Gli altri quaranta eletti erano in gran parte uomini che si presentavano per la prima volta nella scena politica cittadina. La loro presenza comportò qualche sorpresa nella composizione professionale del Consiglio (v. tab. 14). Sui 55 nomi identificati, soltanto 14 appartenevano al gruppo dei possidenti, che negli anni precedenti era stato largamente maggioritario (anche se non bisogna dimenticare quanto si è detto sulla difficoltà di individuare la figura dei possidenti). Invece aumentava in percentuale, pur restando ridotta in termini assoluti, la presenza di commercianti, industriali e banchieri, che contavano 1 1 rappresentanti. In questo gruppo vi erano alcuni nomi nuovi per il Consiglio comunale, ma già di un certo rilievo nella vita economica

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6 8 . "Il partito dell'opposizione sul moderato (•..) - osservò in questa occasione il questore - or sono due anni si può dire non esistesse in Bologna". Ed è significativo notare che il successo elettorale del 1868 fu confermato dopo qualche mese nelle elezioni politiche, con la significativa sconfitta di Minghetti ad opera di Ceneri? e ancora nelle successive amministrative parziali, che videro un ulteriore successo del comitato Galvani. Cfr. I.Zanni Rosiello, Aspetti..., cit., pp.71-73 (da cui è tratta la citazione del rapporto del questore); e G.Venturi, cit., p.267 (per i risultati elettorali del 1869).

cittadina. Ad esempio il conte Angelo Guidelli, banchiere e presidente della Camera di commercio? Costantino Calzoni, uno dei proprietari dell'omonima fonderia ^e impresa meccanica? e Giacinto Negroni, commerciante e imprenditore metallurgico. Il gruppo più numeroso era quello dei 23 professionisti e professori universitari. Si trattava di un insieme eterogeneo. Coloro che esercitavano professioni legali erano sempre in maggioranza, ma si registrava al contempo un aumento del numero dei medici. Ai nomi di noti ed autorevoli professori universitari - come Francesco Rizzoli, il decano della medicina bolognese, e il progressista Francesco Magni, quest'ultimo -direttore della clinica oculistica - si affiancavano professionisti più giovani,

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non ancora pienamente affermati .. Ad esempio Augusto Siccardi, che aveva ottenuto la sua laurea nel 1864? o Augusto Mezzini, laureato nel 1858 e assistente alla* clinica medica dell'Università70. Erano presenti infine 7 stipendiati, tra cui due magistrati e tre insegnanti.

La composizione del nuovo Consiglio comunale definiva un ceto politico privo di una caratterizzazione univoca. I numerosi possidenti degli anni precedenti non erano stati sostituiti da un gruppo professionale ben determinato. Nella rappresentanza consiliare erano presenti professionisti e professori universitari, commercianti,

69. Su Rizzoli e Magni cfr. anche Primo centenario della Società Medica Chirurgica di Bologna (1823-1923), Bologna, 1924, rispettivamente pp.538 e 544? A.Bignardi, Dizionario biografico dei liberali bolognesi (1860-1914), Bologna, Edizioni Bandera, 1956, ad nomen.

70. Ma proprio Siccardi costituisce un ottimo esempio di quelle figure di difficile collocazione - in parte professionisti, in parte proprietari terrieri - alle quali ho già accennato. Egli era elencato tta coloro che esercitavano la professione medica? ma non figurava come medico nei ruoli di ricchezza mobile, mentre pagava un'imposta fondiaria di oltre 600 lire per una proprietà nel Comune di Budrio (per l'indicazione esatta di queste fonti rinvio all'appendice). Ho citato Siccardi perché mi è parso un caso esemplare? ma vi erano altri professionisti che si trovavano in ‘ situazioni analoghe. f

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imprenditori, qualche insegnante. Molti di loro erano anche piccoli proprietari terrieri. Si potrebbe dire con u n ’espressione generale che era entrato a far partje del sistema politico locale un insieme composito di "borghesie urbane": non prive di proprietà agricole, per quanto ne sappiamo? ma legate in particolare al mondo delle professioni liberali e dell'università (più ancora che alle attività

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imprenditoriali) . Ciò rifletteva con ogni probabilità una modifica degli equilibri esistenti nella società civile.

Un segnale indiretto e significativo di questa modifica ci viene dalle stesse fonti utilizzate per ciogliere la presenza delle borghesie urbane. E' evidente che gli annuari ecclesiastici non erano più in grado di fornire informazioni uti-li sul mondo professionale, accademico ed economico. Questa funzione era stata assunta in parte da un altro annuario - detto "Il Bonaga", dal nome dei curatori - che dava i nomi e gli indirizzi di alcuni tra i personaggi più in vista della città: dirigenti di enti pubblici ed assistenziali, magistrati, impiegati di

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grado superiore, professionisti . Invece le attività commerciali ed industriali erano elencate da una "Guida", stampata per la prima volta 73 nel 1866, che forniva qualche notizia anche su gestori ed esercenti

71. L ’espressione è tratta tra l'altro dal già ricordato fascicolo monografico di "Quaderni storici", 1982, n.2, dedicato a questo tema.

72. "L’Indicatore detto II Bonaga", Bologna, 1865 ss. (nel 1870 il titolo era diverso, ma la pubblicazione restava la stessa). In realtà "Il Bonaga" era pubblicato già dal 1835 - almeno a giudicare da alcuni riferimenti del frontespizio - ma ho potuto consultare solo gli anni 1865, 1868, 1870. Nel 1870 furono aggiunte alcune notizie sull'Università, che prima non compariva. Molto utili erano le distinzioni interne alla professione legale

(avvocati e procuratori, questi ultimi distinti in semplici procuratori e abilitati all'avvocatura).

73. "Guida artistica, commerciale e industriale per la città di Bologna", Bologna, 1866 ss. La "Guida" si limitava alle attività dell’area murata, e non comprendeva dunque il forese. Di ogni esercente forniva il nome, cognome ed -indirizzo.

Inoltre l'Università proseguiva la pubblicazione del proprio annuario - ma dal 1860 in italiano e non più in latino - con varie informazioni

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