In seguito alla trattazione dell'argomento dal punto di vista teorico, è stato necessario dedicare il lavoro per questa tesi di laurea alla ricerca di alcune importanti esperienze di organizzazioni ed istituti che hanno utilizzato l'arte come mezzo di trasformazione dei conflitti. Per tale motivo mi sono concentrato all'interno di questo paragrafo sulla sintesi di alcuni notevoli esempi storici di istituti e organizzazioni che hanno utilizzato l'arte per la costruzione della pace tra comunità, “costruzione di comunità” e lavoro di peacebuilding creativo. In questo paragrafo sarà presentata l'esperienza afghana dell'Afghanistan National Intitute of Music, una realtà esemplare di partecipazione, inclusione e lotta al
fondamentalismo religioso, che ho scoperto e riportato grazie al decisivo lavoro di Ereshnee Naidu Silvermandel “Contribution of Art and Culture in Peace and Reconciliation Processes in Asia”.
In seguito studiato e riportato alcuni decisivi risultati del progetto triennale di ricerca scolastica "Resonant Community dell'Istituto Nazionale Norvegese per la Diffusione della Musica (Rikskonsertene) con risultati quali la notevole riduzione delle molestie e
l'aumento del livello della tolleranza e della reciproca riconoscenza tra comunità di
autoctoni e rifugiati. La scoperta di queste importanti iniziative è stata possibile grazie alla lettura del report “Creating a Culture of Peace - The Performing Arts in Interethnic
Negotiations” curato da Kjell Skyllstad del Dipartimento di Musica e Teatro
dell'Università di Oslo (Norvegia). La Norvegia si è contraddistinta come baluardo per studi per la pace, per la sperimentazione di azioni di costruzione della pace e per il ruolo rilevante che ha assunto come nazione pronta ad interporsi tra comunità in conflitto, a mediare. Faccio riferimento sia agli Accordi di Oslo sia agli studi di Johan Galtung che abbiamo citato prima nei capitoli precedenti. Il report riporta altre iniziative come A Time for Peace -Zaman el Salaam, Musica per una Bosnia multiculturale, l'ensemble Azra. In ultimo ho ritenuto importante raccontare brevemente l'impegno ed il lavoro di Fra Stefano Luca, nel progetto PinokkhIo, che ho avuto la fortuna di conoscere leggendo il libro”STORYBOARD – La ri-nascita nell'incontro, PinokkhIo BLACK SHEEP & The unbeatable: donKisciotte: teatro sociale nelle carceri dimenticate dell'Africa nera tra torture e disumanità”, edito da Edizione Nuove Catarsi, che mi è stato gentilmente consigliato dal professor Tolledi.
Making Music Together in Afghanistan
“Quando i bambini sono seduti in un'orchestra e suonano un brano musicale in armonia, ascoltando le reciproche linee melodiche e supportandosi l'un l'altro, tale cooperazione e collaborazione aiuta gli studenti a sviluppare il rispetto reciproco, le differenze e a vivere in armonia al di fuori della scuola e dell'orchestra"- Dr. Ahmad N. Sarmast, Fondatore e Direttore del Afghanistan National Institute of Music.159
L'Afghanistan ha vissuto quasi quattro decenni di conflitti violenti. Tra il 1996 e il 2001, quando i talebani salirono al potere e spodestarono il governo in carica, il paese ha subito una devastante guerra civile.160 I leader talebani hanno seguito una visione fondamentalista
dell'Islam, facendo rispettare una rigorosa legge della Sharia, che tra le altre cose ha limitato la partecipazione delle donne alla sfera pubblica e ha vietato tutte le forme di intrattenimento, incluse la musica e la danza. Chi ha disobbedito a tali limitazioni è stato picchiato o giustiziato.161 Nel 2001, in seguito agli attacchi alle Torri Gemelle, il governo
degli Stati Uniti, sostenuto dalla NATO, ha lanciato un attacco contro le basi controllate dai talebani mentre cercavano Osama bin Laden. Nel dicembre 2001, il governo dei Talebani cadde. Nel 2004, in Afghanistan si sono tenuto le prime elezioni presidenziali democratiche.162 Oggi l'Afghanistan fatica a fare i conti con il suo passato: la democrazia
continua a essere minacciata dalle forze estremiste, dall'insurrezione talebana e dalle deboli strutture di governance. La cultura civile afghana è stata influenzata dalla violenza e dalle divisioni. Le persone generalmente non hanno le capacità per trasformare e risolvere i conflitti con mezzi nonviolenti e lottano per superare i valori fondamentalisti instillati durante il regime dei talebani. Le divisioni di classe, etnia e genere sono alcune delle sfide che continuano a segregare la società.
L'Istituto Nazionale di Musica dell'Afghanistan (ANIM) cerca di affrontare alcune di queste sfide utilizzando la musica e l'educazione musicale per "costruire una società civile giusta".163
159 NAIDU-SILVERMAN, E., The contribution of art and culture in peace and reconciliation processes in
Asia, Danish Centre for Culture and Development (CKU), 2015 p. 28
160 http://www.limesonline.com/cartaceo/lafghanistan-e-la-sua-geografia?prv=true
161 https://www.peaceinsight.org/conflicts/afghanistan/
162 http://www.usip.org/publications/the-current-situation-inafghanistan
La scuola offre educazione musicale gratuita per i giovani di età compresa tra i 9 e i 22 anni, concentrandosi sulla diversità musicale dell'Afghanistan, rendendo le tradizioni musicali internazionali come il jazz, l'hip-hop e la musica classica accessibili agli
studenti.164 Sottolineando i valori di uguaglianza e unicità, ANIM offre pari opportunità per
gli studenti e le studentesse, indipendentemente dallo status economico o dall'etnia. Date le barriere culturali e sociali contro le donne in Afghanistan, la scuola è unica in quanto riserva il 50% dei posti disponibili per le ragazze. Per i bambini svantaggiati che hanno lasciato il lavoro per le strade per frequentare la scuola, l'ANIM fornisce uno stipendio ai genitori per compensare la perdita di reddito che il bambino contribuirebbe alla famiglia. Inoltre,
per superare le barriere socioeconomiche tra studenti di diversa estrazione economica, la scuola fornisce uniformi, pasti e trasporti gratuiti per tutti gli studenti.
L'ANIM non solo utilizza la musica e l'educazione musicale per promuovere la diversità, ma i valori di uguaglianza e democrazia sono radicati nelle sue pratiche quotidiane. Gli studenti essenzialmente vivono ciò che apprendono. Portando studenti di diverse classi, genere ed etnie insieme per fare musica, agli studenti viene inavvertitamente offerta la capacità di lavorare insieme e apprezzare - lezioni che possono essere esportate fuori dai confini scolastici. La scuola si muove nella convinzione che siano la promozione dei valori di uguaglianza, rispetto delle diversità, responsabilità civica possano portare gli studenti ad immaginare un futuro diverso per l'Afghanistan. Il Dr. Sarmast crede che uno dei suoi obiettivi principali come educatore sia quello di garantire che "quando una famiglia entra in una sala concerti, può condividere la bellezza della musica, accettando che la musica non discrimina attraverso sesso, classe ed etnia".165
Mobilitazione e riconoscimento delle vittime del conflitto in Afghanistan
Uno dei maggiori bisogni dei sopravvissuti alle gravi violazioni dei diritti umani è di raccontare la loro storia - che il pubblico possa testimoniare le atrocità e riconoscere la
Asia, Danish Centre for Culture and Development (CKU), 2015 p. 28
164 NAIDU-SILVERMAN, E., The contribution of art and culture in peace and reconciliation processes in
Asia, Danish Centre for Culture and Development (CKU), 2015 p. 28
sofferenza. In assenza di meccanismi formali di verità, come le commissioni per la verità, l'Organizzazione per i Diritti Umani e la Democrazia dell'Afghanistan (AHRDO) ha utilizzato il Playback Theatre - una tecnica in cui gli attori recitano spontaneamente storie condivise dai membri del pubblico - per documentare le violazioni dei diritti umani e condividere pubblicamente le storie dei sopravvissuti. Inizialmente l'Organizzazione aveva provato a raccogliere la documentazione attraverso mezzi formali, come workshop e seminari tradizionali. In seguito ha definitivamente assodato la difficoltà dei sopravvissuti nel condividere le proprie storie a causa della paura e della sfiducia.166 Attingendo alla
tradizione narrativa dell'Afghanistan, insieme alle tecniche di improvvisazione teatrale, AHRDO ha riunito i sopravvissuti per condividere e documentare le esperienze. I sopravvissuti erano membri del pubblico invitati a condividere la propria storia in modo informale, a seguito della quale lo staff di AHRDO l'ha messa in scena utilizzando tecniche teatrali quali l'illuminazione, la musica e altri effetti sonori per catturarne l'essenza. Dopo ogni performance, gli attori insieme a uno psicologo fanno rapporto al pubblico, ponendo loro delle domande relative alle emozioni che la produzione ha suscitato e con domande generali su quali fossero le sensazioni. Secondo il regista di AHRDO, Hadi Marifat, si presume che l'arte possa facilitare la guarigione per i sopravvissuti alle violazioni dei diritti umani.167 Tuttavia, mentre alcuni sopravvissuti hanno riconosciuto l'effetto curativo delle
esibizioni, almeno due membri del pubblico hanno mostrato segni visibili di ri-
traumatizzazione e hanno dovuto rivolgersi ai consulenti. Il modello di partnership con psicologi è degno di nota in quanto tale processo consente ai professionisti dell'arte e dei diritti umani di assistere ulteriormente i sopravvissuti fornendo un servizio di supporto psicosociale. Il processo di documentazione è culminato con la raccolta di oltre mille storie e obiettivi personali, raccontati creativamente. Oltre all'uso di tecniche teatrali per la documentazione delle violazioni dei diritti umani, AHRDO ha utilizzato i giochi e gli esercizi del Teatro dell'Oppresso, sviluppati dallo staff e da altri professionisti del teatro, per intraprendere processi lunghi una settimana con l'obiettivo di creare fiducia tra diversi gruppi di sopravvissuti. Durante i primi tre giorni, i partecipanti al workshop hanno partecipato ad una serie di giochi ed esercizi che si sono concentrati sulla conoscenza reciproca e sulla costruzione della fiducia. Nei due giorni seguenti i partecipanti hanno
166 NAIDU-SILVERMAN, E., The contribution of art and culture in peace and reconciliation processes in
Asia, Danish Centre for Culture and Development (CKU), 2015 p. 29
realizzato immagini, usando i propri corpi, per iniziare a raccontare le storie di guerra. Il gruppo ha poi lavorato insieme per decidere e concordare sull'unica storia che fosse la più rappresentativa per tutti i beneficiari. La storia scelta è stata sviluppata in una performance del Forum Theater ed è stata rappresentata per altri gruppi di sopravvissuti e comunità locali. Attraverso il lungo processo di costruzione della fiducia condotto attraverso l'utilizzo di metodologie artistiche, AHRDO è riuscito a sostenere le vittime di diversi gruppi a collaborare per stabilire un Consiglio delle Vittime in ogni provincia, che avrebbero poi sostenere i diritti di tutte le vittime.168 Dal momento che non esiste alcuna
volontà politica nel paese di affrontare le questione delle responsabilità e della giustizia per le vittime, e molti perpetratori oggi sono ancora in posizioni di potere, l'arte è servita come strumento meno controverso e accessibile per affrontare questioni di giustizia e verità. Inoltre, attraverso l'arte, le minoranze religiose ed etniche hanno trovato un terreno comune con le vittime, iniziando a muovere i primi passi per un lavoro congiunto verso
l'ottenimento della giustizia.
CASO NORVEGESE
L'Istituto Nazionale Norvegese per la Diffusione della Musica (Rikskonsertene) ha avviato un progetto triennale di ricerca scolastica "Resonant Community" (1989 - 92). Il progetto mirava a creare una comprensione delle tradizioni culturali delle comunità di immigrati nella capitale norvegese e a prevenire atteggiamenti discriminatori nei confronti dei vari gruppi di immigrati attraverso la cooperazione con i principali artisti nel campo della musica e della danza. I risultati di questo progetto sono stati che gli episodi di molestie sono stati ridotti e gli immigrati sono stati giudicati più accettabili.169
Il progetto norvegese è stato implementato attraverso varie iniziative culturali. È stato fondato un centro di musica multiculturale ed organizzando un festival annuale di musica internazionale.
Il Dipartimento di Musica e Teatro dell'Università di Oslo è stato responsabile della cooperazione con i paesi in cui sono stati rilevati problemi interetnici. Un programma di cooperazione con l'Institute of Aesthetic Studies in Sri Lanka ha portato ad iniziative
168 Ibid.
169 SKYLLSTAD, K., Creating a culture of Peace. The performing arts in interethnic negotiations, Escola Pau, p. 1
interculturali tra cui un festival di musica multiculturale asiatico. Anche la cooperazione con l'Università della Slovenia e Israele è stata incentrata sul ruolo delle arti nella trasformazione dei conflitti. Le esperienze di un progetto per bambini israeliani / palestinesi sono state discusse nel contesto generale delle relazioni interculturali.170
Kjell Skyllstad fa riferimento ad un'intima connessione tra formazione artistica ed educazione alla cittadinanza, sottolineando l'importanza della musica, della danza e del teatro come importanti momenti di allenamento alla partecipazione democratica e la trasformazione dei conflitti.171 Ritiene inoltre importante riportare che le crisi culturali
della società moderna possono essere ricondotte generalmente all'interruzione di taluni processi vitali di apprendimento sociale. E quelle società che ancora conservano e praticano le tecniche tradizionali di trasformazione del conflitto attraverso le arti dello spettacolo sono in via di estinzione. Fa riferimento in particolare ai popoli aborigeni dell'Australia, del Sud America, dell'Asia e dell'Africa.
L'interazione musicale crea valori sociali. Due o più persone creano qualcosa che è
maggiore della somma di ciò che crea ciascuno per conto proprio, generando vere e proprie simpatie: forti sentimenti di appartenenza. Fare musica in un gruppo mette in evidenza le dinamiche sociali di gruppo. Le relazioni armoniche sono portate in primo piano. Questa è l'essenza della musica da camera. Attraverso il dialogo musicale viene esplorata
l'interrelazione all'interno del gruppo. Quella che segue è una relazione su tre progetti in cui la produzione musicale inter-etnica ha avuto successo nel promuovere la comprensione interculturale.
A. Time for Exploring: Resonant Community
Nel l988 l'Agenzia Statale dei Concerto della Norvegia (NORCONCERT) ha avviato un progetto pilota per sondare le possibilità di estendere il programma scolastico verso un assetto interculturale con l'intento di soddisfare la Nuovo Piano Curriculare ed assistere le scuole negli sforzi tesi a favorire la comprensione interrazziale e la cooperazione
interculturale.172 Il progetto mirava ad avvicinare immigrati e rifugiati al mondo della
170 Ibid. 171 Ibid. 172 Ivi, p. 2
cultura, della danza e dello spettacolo.
L'inaugurazione del programma ha coinvolto 8 scuole della zona di Oslo. Sei di queste scuole sono state coinvolte in un programma intensivo di educazione artistica concentro sulle varie culture e costumi degli immigrati.173
Sono stati formulati i seguenti obiettivi:
1 Diffondere la conoscenza e creare consapevolezza e spingere alla comprensione dei valori che risiedono nelle diverse culture degli immigrati introducendo con performance live i ragazzi alla musica e danza tradizionale dei paesi di provenienza degli immigrati. 2 Far emergere le risorse musicali che si trovavano nei vari gruppi di immigrati residenti in Norvegia, fornendo loro un supporto professionale.
3 Facilitare il processo di integrazione pattraverso l'interazione multiculturale.174
Gruppi target:
1. Alunni di età compresa tra i 10 e i 12 anni delle scuole primarie norvegesi situate in aree con diversa concentrazione di alunni immigrati. Gli stessi alunni hanno seguito il progetto per tre anni
2. Famiglie dei bambini coinvolti.175
L'autore riporta che ricercatori di diversi paesi, in diversi studi indipendenti, hanno
scoperto atteggiamenti negativi nei confronti di bambini di altre razze o culture minoritarie già in età prescolare. Gli atteggiamenti pregiudizievoli sotto forma di stereotipi rischiano di diventare più pronunciati con l'aumentare dell'età. Ma sembra che lo sviluppo della
personalità nella pre-adolescenza dia spazio a punti di vista più sfumati, basati su un maggiore interesse per le caratteristiche individuali e sulla curiosità nei confronti di altri modi di vivere.
Sulla base di una maggiore capacità di identificazione si rileva ci sia una maggiore apertura nella fascia di età 10 - 14 anni. Ma la disposizione positiva non sembra durare una volta
173 Ibid. 174 Ibid. 175 Ibid.
che questi bambini diventano adolescenti, quando la pressione dei gruppi e la necessità di conformarsi si fanno sentire.
Molti fattori indicano che i 10 - 14 anni sono gli anni più critici. Lo sviluppo verso una maggiore apertura a seguito della maturità personale può anche, con un'influenza appropriata, continuare nell'adolescenza, o può irrigidirsi in atteggiamenti stereotipati e schemi di comportamento negativi. Una volta che gli atteggiamenti pregiudizievoli sono stati interiorizzati, sono estremamente difficili da modificare.176
L'autore del report riporta ciò che Van Dijk nel suo studio approfondito Communicating Racism afferma:
"Informazioni positive, controargomentazioni e principi basilari di adeguata interazione nelle società multietniche sono praticamente assenti nella socializzazione, nella
comunicazione e in altri casi di elaborazione di informazioni sociali. Ciò spiega per quale motivo la sfida al pregiudizio etnico risulta molto difficile. Ciò significa che se i destinatari sono già prevenuti non sarà facile cambiare tali pregiudizi."177
È stato proprio questo tipo di comprensione che ha portato a focalizzare l'attenzione sulla metodologia musicale come strumento importante per favorire la tolleranza. Per tale motivo devono essere stabilite misure preventive prima che si instaurino fermamente atteggiamenti pregiudizievoli. Non ci si può basare esclusivamente sulla comunicazione delle informazioni, ma è necessario relazionarsi con le basi irrazionali ed emotive degli atteggiamenti razzisti e discriminatori.
Van Dick, scrive sulla base delle sue scoperte che "il cambiamento di atteggiamento etnico può richiedere un completo riorientamento ideologico".178
Difatti l'idea non era principalmente quella di presentare le tradizioni musicali delle comunità di immigrati nella loro forma "pura", ma piuttosto di stimolare la partecipazione ad attività musicali interetniche. Gli studenti di diverse origini etniche sono stati
176 SKYLLSTAD, K., Creating a culture of Peace. The performing arts in interethnic negotiations, Escola Pau p. 3
177 Ivi, p. 3 178 Ibid.
incoraggiati a cimentarsi a suonare vari strumenti a percussione, formando gruppi di piccole orchestre o ensemble, accompagnando danze e spettacoli musicali. Nei raduni più ampi è stata invitata a partecipare tutta la popolazione scolastica. A volte anche i genitori sono stati invitati a spettacoli serali e giochi musicali.
Sono state presentate culture provenienti da tre zone geografiche differenti: Asia (primo anno), Africa (secondo anno) e America latina (terzo anno). Organizzazioni di immigrati, ambasciate straniere e singoli artisti sono stati contattati per partecipare al progetto e sono state svolte audizioni per talenti musicali nei centri per i rifugiati. I paesi di origine sono stati in alcuni casi visitati per studiare programmi di educazione artistica e i modi in cui la musica e l'arte funzionano come fattori integrativi nelle singole comunità e nella società in generale. Durante queste visite sono avviati contatti con i principali artisti e discussi vari metodi di insegnamento. I contenuti e le forme di presentazione sono stati elaborati in un lungo processo di cooperazione con gli artisti partecipanti. Questi hanno inoltre contribuito a trovare supporti audiovisivi e materiali adatti ad un programma scritto per ogni area culturale. Con la collaborazione dello State Film Board, sono stati realizzati due video incentrati sul patrimonio musicale dei bambini e dei giovani rifugiati.
I test sono stati dati all'inizio e alla fine del progetto e valutati. I principali risultati sono stati: Un aumento considerevole del numero degli alunni che riferiscono di non avere problemi personali con il mobbing. Questo è più marcato con gli alunni immigrati e indica una chiara connessione tra il progetto e le migliori relazioni sociali all'interno degli istituti. La tendenza verso migliori relazioni sociali e minori conflitti etnici nell'ambiente
scolastico è confermata dalle relazioni degli insegnanti. Inoltre gli alunni immigrati hanno rafforzato la propria immagine durante il progetto. Gli insegnanti hanno riferito che c'è stato uno sviluppo positivo nella formazione dell'identità e nel livello di attività degli alunni immigrati.
L'immediato successo del progetto ha portato anche a una nuova direzione nella
programmazione musicale dell'Associazione Nazionale dei Concerti. Diverse compagnie di musicisti immigrati sono state coinvolte in circa 1000 spettacoli interculturali che hanno raggiunto la metà della popolazione scolastica. La maggior parte di questi concerti ha
presentato musica di più di un gruppo etnico.179
In un progetto comunitario in un'area di conflitto razziale tutte le scuole e le organizzazioni culturali del villaggio hanno unito le forze con il gruppo in visita in uno sforzo
interculturale coordinato. Si sono tenuti laboratori di musica e danza per diverse fasce d'età, dai bambini in età prescolare agli adulti, concerti scolastici e sessioni di cooperazione creativa con gruppi di musica folk locale.
Il 1° agosto 1992 è stato avviato un centro musicale multiculturale norvegese come seguito di questo programma. Funziona come un centro di risorse in stretta collaborazione con il NORAD, l'Agenzia Statale per lo Sviluppo e l'Aiuto che si concentra soprattutto sulla cooperazione artistica e musicale mantenendo un livello orizzontale di parità con i paesi in via di sviluppo e stabilisce legami con le comunità di immigrati presenti nel territorio.180
Una delle prime iniziative fu il progetto Afrobrazz. Un gruppo africano e un gruppo