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Johan Galtung, sociologo e matematico norvegese, padre degli studi per la pace, ha individuato alcuni punti fondamentali dell'insegnamento gandhiano della nonviolenza:

1 – non temere mai il dialogo

2- non temere mail il conflitto, il conflitto è un'opportunità piuttosto che un pericolo

Difatti, come si è cercato di spiegare nel primo capitolo, conflitto non è sinonimo di violenza e neanche di guerra, ma è una condizione esistenziale ineliminabile che caratterizza tutti gli esseri

umani e che può sfociare tanto nella crescita creativa e costruttiva di tutte le parti coinvolte, quanto in una situazione negativa, drammaticamente distruttiva.64

Il conflitto rimane ancora percepito come qualcosa di negativo, qualcosa che andrebbe evitato, tendendo verso la ricerca di una condizione di concordia che nasconde i conflitti esistenti e ci pone in una condizione di inesperienza nella gestione di quei conflitti che esistono e che prima o poi esplodono, ed all'improvviso.65

Ritornando a Johan Galtung, ritengo importante riprendere la sua teoria del conflitto per giungere alla sfumatura, al dettaglio, essenziale per la questa tesi. Johan Galtun propone il modello del triangolo del conflitto, ad ogni vertice di questo triangolo Galtung associa un aspetto caratteristico del conflitto: COMPORTAMENTO, ATTEGGIAMENTI,

CONTRADDIZIONE.66

64 CONSORTI, P., VALDAMBRINI, A., Gestire i conflitti interculturali ed interreligiosi. Approcci a

confronto, Pisa University Press, Pisa, 2013 – Nanni Salio, La Trasformazione nonviolenta dei conflitti

secondo il metodo transcend. p. 116 65 Ibid.

Solo il comportamento, posizionato nel vertice superiore del triangolo, è l'elemento manifesto durante un conflitto sviluppato che appunto presenta tutti e tre gli aspetti. Gli aspetti “atteggiamenti” e “contraddizione” sono latenti.67

Galtung specifica che esistono conflitti simmetrici( la gran oarte dei conflitti micro) e asimmetrici. Spesso viene applicata la mediazione per i conflitti simmetrici, non facilmente utilizzabile nel caso di un conflitto asimmetrico data la necessità di riequilibrare i rapporti di potere. Ad ogni vertice del triangolo, Galtung fa corrispondere il vertice di un altro triangolo, il triangolo della nonviolenza. Al vertice degli atteggiamenti Galtung fa

corrispondere il vertice dell'empatia, la capacità di mettersi nei panni dell'altro. Al vertice del comportamento Galtung fa corrispondere il vertice del dialogo e della nonviolenza, dialogo nella comunicazione e nonviolenza nelle azioni. Al vertice della contraddizione Galtung fa corrispondere quello della creatività.68

La creatività serve per portare alla luce le soluzioni che permetterebbero di realizzare gli obiettivi di tutti gli attori coinvolti nel conflitto.

La “creatività serve per superare la contraddizione tra le parti in conflitto”. Galtung, figlio di infermieri, propone una visione quasi medica del conflitto e della sua trasformazione, considerando la violenza una patologia e la guerra una malattia e differenziando i vari passaggi descrittivi ed operativi del metodo Transcend con terminologie mediche, diagnosi, prognosi e terapia.

La diagnosi, che è il processo di conoscenza del conflitto, Galtung la divide in due passaggi, analisi del conflitto attraverso il triangolo del conflitto (comportamento, atteggiamenti, contraddizione) e la trasmissione dell'operatore di pace delle posizioni dell'altro alle parti in conflitto.

La prognosi la divide in due fasi, l'esplorazione del passato (terapia del passato) e le previsioni del futuro per dissuadere solitamente.

La terza e ultima fase, la terapia, Galtung la definisce la fase della creatività.

Il passaggio logico, sottile ma essenziale, è che la “creatività come terapia” necessita di un atteggiamento empatico da protrarre per tutti i tre passaggi. L'atteggiamento empatico pone

67 Ibid. 68 Ibid.

<<in relazione profonda con le persone, con molte persone e con persone di diverso tipo,

facendo tesoro dell'opera degli artisti che abbiamo fra noi: scrittori, poeti e quanti non hanno nome né fama, ma si possono incontrare ovunque>>.69

Come si può constatare dalle stesse parole di Galtung, l'arte quindi ricopre un ruolo fondamentale nel processo di trasformazione dei conflitti. L'arte si posiziona sia nella fase della terapia, come strumento di sviluppo del pensiero creativo che sblocchi il conflitto, sia nella più estesa fase dell'empatia, come strumento per riaprire i canali comunicativi e per lo sviluppo di relazioni profonde.

Ma, come suggerisce N. Salio, la creatività può essere anche maligna, per sviluppare nuove strategie di attacco, per distruggere.70

Galtung individua 5 esiti del conflitto e ne propone una loro classificazione.71

1. La violenza viene usata per imporre gli obiettivi del vincitore, attore 1, sullo sconfitto

2. nella situazione simmetrica, prevale l'attore 2 3. viene imposta una soluzione esterna dall'alto 4. compromesso, raggiunto in seguito ad un negoziato

5. trascendenza, le parti riescono a elaborare una soluzione creativa (trascendente) che permette di soddisfare tutti gli obiettivi legittimi!

Proprio su questo passaggio si presenta l'occasione di fermarsi e focalizzarsi sulla relazione strettissima che possiamo rilevare partendo dalla teoria di Galtung della trasformazione nonviolenta dei conflitti secondo il metodo Transcend tra conflitto e arte, tra conflitto e peacebuilding creativo, riuscendo in conclusione a identificare nell'arte un mezzo fondamentale per la trasformazione dei conflitti.

69 GALTUNG, J., La trasformazione dei confl itti con mezzi pacifici (Il Metodo TRANSCEND), United Nations Disaster Management Training Programme, Centro Studi Sereno Regis, Torino, 2006 p. 98 70 CONSORTI, P., VALDAMBRINI, A., Gestire i conflitti interculturali ed interreligiosi. Approcci a

confronto, Pisa University Press, Pisa, 2013 p. 124

L'arte si posiziona nella fase dell'empatia come strumento, nella terza fase della

terapia=creatività come mezzo e risultato e nella classificazione degli esiti di un conflitto come trascendenza. L'arte è madre e figlia della trascendenza galtunghiana.

Concludo questi primi capitoli dedicati agli aspetti teorici della mia tesi, potendo affermare che l'arte è il mezzo e l'esito della trasformazione dei conflitti.