• Non ci sono risultati.

CAPITOLO II "L’IMPAIRMENT TEST SUGLI INTANGIBLE ASSETS NE

2.5 Le cash generating units (CGU)

Lo IAS 36 dispone che qualora non sia possibile per una singola attività stimare il suo valore recuperabile occorre ricorrere a un artifizio. Infatti, in questi casi, l’entità dovrà stimare il valore recuperabile della unità generatrice di flussi finanziari (CGU) cui l’attività appartiene.

Il valore recuperabile di una singola attività non può essere determinato quando:

a) il valore d’uso dell’attività non può essere considerato vicinissimo al valore del fair value dedotti i costi di vendita, eccedendo in maniera significativa da quest’ultimo; b) l’attività individuale non genera flussi in entrata indipendenti da quelli derivanti da altre attività.

In tali circostanze, il valore recuperabile può essere determinato solo con riferimento all’unità generatrice di flussi finanziari dell’attività (CGU).

Al riguardo, IAS 36, al paragrafo 67, fornisce un esempio:

Esempio

Un’entità che opera nel settore minerario possiede una ferrovia privata per agevolare la propria attività estrattiva. La ferrovia privata può essere venduta solo al valore di rottame e non genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre attività estrattive.

Non è possibile stimare il valore recuperabile della ferrovia privata perché il suo valore d’uso non può essere determinato ed è probabilmente differente dal valore recuperabile. Perciò, l’entità stima il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari cui la ferrovia privata appartiene, ossia la miniera nel suo insieme.

59

La CGU è definita come “the smallest identifiable group of assets that generates cash inflows that are largely independent of the cash inflows from other assets or groups of assets”81 (il più piccolo gruppo di beni identificabile di attività che genera flussi finanziari in entrata che sono ampiamenti indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività).

Con riferimento al concetto di indipendenza dei flussi di cassa, lo IAS 36, al paragrafo 68, fornisce tale esempio

Esempio

Una società di autobus fornisce per contratto servizi a un Comune, il quale richiede un servizio minimo su ciascuno dei cinque distinti percorsi. Le attività impiegate in ciascun percorso e i flussi finanziari derivanti da ciascun percorso possono essere identificati separatamente. Uno di questi percorsi opera con significativa perdita.

Poiché l’entità non ha la facoltà di chiudere uno qualsiasi dei percorsi degli autobus, il livello più basso di flussi finanziari in entrata identificabili, che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre attività o gruppi di attività, è il flusso finanziario in entrata generato dai cinque percorsi insieme. L’unità generatrice di flussi finanziari per ciascun percorso è la società di autobus nel suo insieme.

Lo IAS 36 fornisce alcuni fattori da prendere in considerazione per verificare se i flussi finanziari in entrata derivanti da un’attività siano indipendenti da quelli derivanti da altre attività, tra cui:

 il modo in cui la direzione aziendale controlla l’operatività dell’impresa (per esempio, per linee di prodotto, settori aziendali, dislocazioni aziendali, aree distrettuali o regionali); o

 come la direzione aziendale prende decisioni in merito a mantenere operativi o dismettere i beni e le attività dell’entità;

 se esiste un mercato attivo per un determinato prodotto ottenuto congiuntamente da

un’attività o da un gruppo di attività.

81

60

Lo IAS 36 specifica che le CGU devono essere identificate con criteri uniformi da esercizio a esercizio, a meno che il cambiamento possa essere giustificato. Se l’entità, inoltre, ritiene che un’attività appartiene a una CGU diversa rispetto a quella degli esercizi precedenti, o che la composizione della stessa CGU sia cambiato si dovrà fornire adeguata informazione in bilancio se una perdita di valore viene rilevata o stornata per la CGU.

Come si può notare non esiste un metodo univoco per la determinazione della CGU, ma lo standard elenca una serie di principi che devono essere seguiti implicando, sempre, un giudizio soggettivo per l’identificazione della CGU.

La CGU potrebbe coincidere infatti con una linea di prodotto, con un settore geografico, con un settore di attività e così via. La composizione, e soprattutto la dimensione della CGU comporta effetti rilevanti sul possibile riconoscimento o meno di un impariment loss, diventando oggetto di possibili manovre di earnings management. Infatti, quanto più ampie saranno le CGU tanto minore sarà la probabilità di svalutarle.

“Supponiamo che l’entità identifichi due CGU: A e B, di cui la CGU A presenta un valore contabile pari a 400 ed un valore d’uso pari a 800, mentre la CGU B ha un valore contabile pari a 400 e un valore d’uso pari a 300. In tale situazione si dovrà svalutare la CGU B per un importo pari a 100. Se invece di essere distinte in due CGU, l’entità avesse considerato un unica CGU, questa avrebbe un valore contabile pari a 800 (400 + 400= 800) e un valore d’uso pari a 1.100 (800 + 300 = 1.100). In tale situazione non c’è bisogno di svalutare la CGU A+B in quanto il suo valore recuperabile è maggiore del suo valore contabile, questo perché le plusvalenze potenziali della CGU A compensano la svalutazione che sarebbe necessaria se si considerasse la CGU B separatamente da A”.82

Quindi, definire CGU piccole aumenta il rischio di maggiori possibilità di svalutazioni e in bilancio le svalutazioni non sono mai un buon segnale da evidenziare in bilancio. Lo standard internazionale, però, enfatizza l’esigenza di definire CGU al minor livello di aggregazione possibile, anche al fine di evitare di nascondere, come

82 Quagli A., Meini F., “La procedura di impairment”, Rivista dei Dottori Commercialisti, n.5,

61

nell’esempio appena esposto, le svalutazioni di alcune attività attraverso rivalutazioni di altre. C’è quindi una sorta di trade off da considerare per l’identificazione della CGU

che lascia, come detto poc’anzi, un margine di discrezionalità al management83

.

Una volta identificata la CGU, questa deve essere sottoposta ad impairment test, occorrerà pertanto stimare, e successivamente confrontare, il suo valore contabile e il suo valore recuperabile.

Per la determinazione del valore recuperabile valgono le stesse regole descritte precedentemente per la determinazione del valore recuperabile di una singola attività.

Il valore contabile della CGU viene determinato dalla somma dei valori contabili delle attività che possono essere attribuite direttamente, o ripartire in base a un criterio ragionevole e coerente, alla CGU. In particolare, ai fini di tale stima, occorre analizzare in dettaglio le modalità di allocazione alla cash generating unit:

1) dell’avviamento (acquisito): se si è contabilizzato in bilancio un avviamento, poiché esso non potendo generare flussi di cassa autonomi deve essere ripartito alle singole CGU per determinare il loro valore netto contabile84;

2) delle attività corporate: vale a dire le attività riconducibili all’impresa nel suo complesso.

1) L’avviamento

L’avviamento è quella componente del costo di acquisto riconosciuta al venditore con riguardo alle previsioni di benefici economici futuri “derivanti da altre attività acquisite in un’aggregazione aziendale che non sono identificate individualmente e rilevate separatamente”85.

83 Quagli A., Meini F., “La procedura di impairment” Rivista dei Dottori Commercialisti, n.5,

op. cit., 2007, pp. 845.

84 L’attribuzione dell’avviamento alla CGU comporta l’applicazione dell’impairment test con

cadenza almeno annuale, come previsto per le attività immateriali a vita utile indefinita.

85

62

Tale avviamento, acquisito a seguito di un’aggregazione aziendale, deve, alla data di acquisizione, “essere allocato ad ogni unità generatrice di flussi finanziari dell’acquirente, o a gruppi di un’unità generatrici di flussi finanziari, che si prevede beneficino delle sinergie dell’aggregazione, a prescindere dal fatto che le altre attività o passività dell’entità acquisita siano assegnate a tali unità o gruppi di unità”.86

In particolare, lo IAS 36 definisce un limite inferiore e un limite superiore alla dimensione delle CGU o gruppo di CGU alle quali l’avviamento è collocato.

Il limite inferiore è rappresentato dal livello più basso all’interno dell’entità al quale l’avviamento è monitorato per finalità di controllo interno

Il limite superiore è rappresentato dal segmento operativo, così come

determinato dall’IFRS 8 “Operating Segments”87

.

In sostanza l’avviamento deve essere ripartito alle singole CGU alle quali sia razionalmente attribuibile. In mancanza di questa condizione l’avviamento non viene scomposto bensì rimane indiviso ed è attribuito ad un'unica CGU di elevate dimensioni, che potrebbe coincidere con l’intera azienda. Quindi si possono creare due tipi di CGU: quella più grande a cui è stata allocato l’avviamento, e quelle più piccole alle quali non è stato allocato l’avviamento. In questi casi, lo IAS 36 stabilisce che devono essere sottoposte a impariment test prima le CGU più piccole, e successivamente effettuare il

test per la CGU alla quale è stato allocato l’avviamento88

.

2) Le attività corporate

86 Tratto da IAS 36, paragrafo 80.

87 Un settore operativo è, secondo quanto disposto al paragrafo 5 dell’IFRS 8, “una componente

di un’entità:

a) che intraprende attività imprenditoriali generatrici di ricavi e di costi (compresi i ricavi e i costi riguardanti operazioni con altre componenti della medesima entità);

b) i cui risultati operativi sono rivisti periodicamente al più alto livello decisionale operativo dell’entità ai fini dell’adozione di decisioni in merito alle risorse da allocare al settore e della valutazione dei risultati; e

c) per la quale sono disponibili informazioni di bilancio separate.”. In sostanza, si segue, per la

definizione dei segmenti operativi, il cosiddetto management approach, secondo cui i segmenti operativi coincidono con le principali aree di business dell’entità.

88 Per approfondimenti si rinvia al paragrafo 2.6.2 “La riduzione di valore di una cash

63

Le attività corporate comprendono tutte le attività che non generano flussi di cassa in entrata indipendenti dalle altre attività o gruppi di attività i cui valori contabili non possono essere integralmente inclusi in un’unica CGU. Di norma si tratta di attività che vengono gestite centralmente, che sono utilizzate a servizio dell’intera impresa piuttosto che attribuibili a una o più CGU specifiche: ad esempio centri di ricerca, edifici centrali e così via.

Lo IAS 36 prescrive che tali attività debbano essere isolate da quelle attribuibili alle CGU identificabili e suddivise tra quelle che possono essere allocate alle singole CGU secondo un criterio ragionevole e coerente. Quelle che invece non hanno tale possibilità:

1) se una parte del valore contabile del corporate asset può essere allocato alla singola CGU secondo un criterio ragionevole e coerente l’entità deve procedere al confronto tra il valore contabile e il valore recuperabile della CGU89.

2) se tale allocazione non può avvenire l’entità deve individuare il più piccolo gruppo di CGU che includa la CGU al quale il corporate asset è stato attribuito secondo un criterio ragionevole e coerente. Dopo di che si dovrà confrontare il valore contabile così determinato con il suo valore recuperabile90.

Una volta allocato l’avviamento e le attività corporate è possibile procedere all’impairment test della singola CGU, confrontando il suo valore contabile con il suo valore recuperabile.

Documenti correlati