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CAPITOLO II "L’IMPAIRMENT TEST SUGLI INTANGIBLE ASSETS NE

2.7 La rilevazione e la determinazione del ripristino di valore

b) l’eventuale parte residuale dovrà essere ripartita pro quota alle altre attività, che fanno parte della CGU, in proporzione al loro rispettivo valore contabile92.

Nell’attribuire tale perdita però un’entità non deve ridurre il valore contabile di ogni attività al di sotto del maggiore tra il fair value dedotti i costi di vendita, il valore d’uso e zero. La parte di svalutazione che sarebbe stata imputata all’attività deve essere ripartita proporzionalmente alle altre attività della CGU.

Per quei corporate assets per i quali non è stato possibile allocarli alle CGU secondo criteri ragionevoli e coerenti si procederà, secondo la tecnica del top down test, a individuare una CGU di secondo livello composta dal corporate asset e dalle altre CGU. In questo caso dapprima si dovrà effettuare l’impairment test alle singole CGU identificate dall’entità, dopo di che si procederà a effettuare il test alla CGU di secondo livello.

2.7 La rilevazione e la determinazione del ripristino di valore

Per quanto riguarda i ripristini di valore è piuttosto raro tale caso per le attività immateriali. Ciò nonostante per completezza espositiva si accenna a quanto dispone lo IAS 36 con riferimento ai ripristini di valore.

Lo IAS 36, in nessun caso consente il ripristino di valore dell’avviamento. Per tutte le altre attività, comprese quelle a vita utile indefinita diverse dall’avviamento, riconosce la possibilità del ripristino di valore.

In particolare, alla fine di ogni esercizio l’entità dovrebbe accertare se sussistono ancora le condizioni per le quali la svalutazione è stata operata. Lo IAS 36 suggerisce alcun indicatori da prendere in considerazione per verificare se la causa che ha portato alla svalutazione dell’attività esista ancora:

92 Tale svalutazione, specifica lo standard internazionale, è trattata contabilmente come perdita

per riduzione di valore delle singole attività. Quindi deve essere rilevata come costo a conto economico, a meno che l’attività non sia iscritta al valore rivalutato, in quanto in tal caso la perdita ridurrà l’eventuale riserva di rivalutazione.

66 “Fonti esterne di informazione

(a) il valore di mercato dell’attività è aumentato in maniera significativa nel corso dell’esercizio;

(b) significativi cambiamenti con effetto favorevole per l’entità che hanno avuto luogo nel corso dell’esercizio, o lo avranno nel futuro prossimo, nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale nel quale l’entità opera o nel mercato al quale l’attività è rivolta;

(c) i tassi di interesse di mercato o altri tassi di rendimento degli investimenti sono diminuiti nel corso dell’esercizio, e tali diminuzioni probabilmente condizionano il tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d’uso dell’attività e incrementano in maniera rilevante il valore recuperabile dell’attività;

Fonti interne di informazione

(d) significativi cambiamenti con effetto favorevole per l’entità che hanno avuto luogo nel corso dell’esercizio, o si suppone che abbiano luogo nel futuro prossimo, nella misura o nel modo in cui l’attività è usata o si suppone che venga usata. Questi cambiamenti includono i costi sostenuti durante il periodo per migliorare o ottimizzare l’efficienza dell’attività o ristrutturare l’operazione a cui l’attività appartiene;

(e) vi sono indicazioni evidenti del sistema informativo esterno che il rendimento economico dell’attività è, o sarà, migliore di quanto precedentemente supposto.

In sostanza tali indicatori rispecchiano, ma con segno inverso, gli indicatori di una potenziale perdita per riduzione di valore descritti precedentemente.

Nel caso in cui siano venuti meno i motivi della svalutazione precedentemente operata il valore netto contabile dovrà essere portato al nuovo valore recuperabile. Il nuovo valore attribuito non può, però, eccedere il valore netto contabile che si avrebbe avuto se non fosse stata operata la svalutazione negli anni precedenti.

Il ripristino di valore di un’attività individuale è rilevato nel conto economico, salvo il caso in cui l’intangibile sia stato valutato secondo il revaluation model, in questo caso la valutazione di ripristino comporterà un incremento della riserva di rivalutazione ridotta a seguito della precedente svalutazione operata.

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Il rispristino di valore di una CGU va ad incrementare il valore netto contabile della CGU determinando un incremento del valore degli asset appartenenti alla stessa diversi dall’avviamento. Tale ripristino, infatti, deve essere allocato alle attività appartenenti all’unità, ad eccezione dell’avviamento, proporzionalmente ai valori contabili di tali attività.93 Il valore rivalutato, però, non deve essere superiore al minore tra il valore recuperabile dell’attività e il valore contabile che si sarebbe determinato se la svalutazione non fosse stata operata negli esercizi precedenti. Se la parte di ripristino del valore spettante al singolo asset superasse il precedente limite, l’eccedenza dovrà essere attribuita alle altre attività appartenenti alla CGU in proporzione al loro valore contabile netto.

Il valore dell’avviamento, come già detto precedentemente, non può mai essere ripristinato, in quanto lo IAS 36 ritiene che una rivalutazione dell’avviamento corrisponderebbe a rilevare un avviamento interno, piuttosto che una eliminazione della perdita per riduzione di valore rilevata per l’avviamento acquisito.

2.8 L’informativa integrativa di bilancio

Uno degli ultimi aspetti da approfondire, che ha particolare rilievo con riferimento agli intangible assets, riguarda l’informativa integrativa richiesta dallo IAS 36. Tali informazioni sono particolarmente importanti in quanto permettono di conoscere non solo l’ammontare delle eventuali perdite o ripristini di valore registrate, ma soprattutto la ragione alla base delle svalutazioni effettuate sulle attività in modo tale da valutare, da parte di soggetti esterni all’impresa, l’attendibilità del processo di impairment test. L’informativa richiesta dallo IAS 36 può essere suddivisa in due categorie:

1) quella che riguarda qualsiasi perdita per riduzione di valore o ripristino che si è verificata durante l’esercizio a prescindere dal tipo di attività coinvolta, essa è disciplinata dai paragrafi 126 a 133 dello IAS 36;

93 Tali incrementi, specifica lo IAS 36, devono essere trattati come rispristini di valore di singole

attività, quindi, il ripristino deve essere rilevato a conto economico, almeno che l’intangibile non sia valutato secondo il revaluation model, in questo caso il ripristino andrà a incrementare la riserva di rivalutazione precedentemente ridotta a seguito della svalutazione operata.

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2) quella che riguarda l’impairment test da effettuarsi per l’avviamento e per le attività immateriali a vita utile indefinita, tale informativa deve essere fornita a prescindere dal fatto che sia verificata o meno una perdita per riduzione di valore, essa è disciplinata dai paragrafi 134 a 137 dello IAS 36.

L’informativa illustrata al primo punto, disciplinata dai paragrafi 126-133, è richiesta ogni volta che si registrata una perdita per riduzione di valore o un ripristino di valore. In particolare, l’informazione richiesta per perdite per riduzione di valore e per ripristini di valore operati su qualsiasi tipo di attività possono essere suddivise in:

a) informazioni di tipo quantitativo; b) informazioni di tipo qualitativo;

a) Informazioni di tipo quantitativo

Un’entità per ciascuna classe di attività (ossia per ogni gruppo di beni omogeneo per quanto riguarda la natura e la funzione) deve indicare le seguenti informazioni:

“(a) l’ammontare delle perdite per riduzione di valore rilevato nel conto economico nel corso dell’esercizio e la voce di conto economico nella quale tali perdite per riduzione di valore sono incluse;

(b) l’ammontare dei ripristini di valore rilevato nel conto economico nel corso dell’esercizio e la voce di conto economico nella quale tali ripristini di valore sono iscritti;

(c) l’ammontare delle perdite per riduzione di valore su attività rivalutate rilevato nel prospetto delle altri componenti di conto economico complessivo nel corso dell’esercizio;

(d) l’ammontare del ripristino di valore su attività rivalutate rilevato nel prospetto delle altre componenti di conto economico complessivo nel corso dell’esercizio.”94

Come è possibile notare, lo IAS 36 richiede un’informazione, per ciascuna classe di attività, particolarmente dettagliata.

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69 b) Informazioni di tipo qualitativo

Lo IAS 36 richiede, anche, l’esposizione di informazioni di tipo qualitativo sulla rilevazione durante l’esercizio di perdite per riduzione di valore e gli eventuali ripristini. Infatti un’entità deve indicare per ogni perdita per riduzione di valore significativa rilevata o eliminata durante l’esercizio quanto segue:

“(a) “i fatti e le circostanze che hanno portato la rilevazione o alla eliminazione della perdita per riduzione di valore;

(b) l’ammontare della perdita per riduzione di valore rilevata o eliminata; (c) se singole attività:

(i) la natura dell’attività; e

(ii) se l’entità presenta l’informativa del settore secondo quanto previsto dall’IFRS 8, il settore oggetto di informativa a cui appartiene l’attività;

(d) se unità generatrice di flussi finanziari:

(i) una descrizione dell’unità generatrice di flussi finanziari (come, per esempio, se sia una linea di prodotto, un impianto, un settore di attività, un settore geografico, o un settore oggetto di informativa come definito nell’IFRS 8); (ii) l’importo della perdita per riduzione di valore rilevato o eliminato per classe di attività e se, l’entità presenta l’informativa di settore secondo quanto previsto dall’IFRS 8, per settore oggetto di informativa; e

(iii) se l’aggregazione di attività utilizzate per identificare l’unità generatrice di flussi finanziari è cambiata dall’ultima stima del valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari (qualora esista), una descrizione della metodologia corrente e precedente di aggregazione delle attività e le ragioni per cui è cambiato il criterio con cui l’unità generatrice di flussi finanziari è stata identificata;

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(e) se il valore recuperabile dell’attività (unità generatrice di flussi finanziari) è il fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita o il valore d’uso;

(f) se il valore recuperabile corrisponde al fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita, la base utilizzata per determinare il fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita (ovvero se il fair value (valore equo) era stato determinato facendo riferimento a un mercato attivo);

(g) se il valore recuperabile è il valore d’uso, il tasso (i tassi) di attualizzazione utilizzato/i nella presente stima e nelle stime precedenti (qualora esistano) del valore d’uso.”95

Queste informazioni di carattere generale devono essere integrate da quelle contenute nel punto 2) precedentemente illustrato, vale dire le informazioni relative all’impairment test dell’avviamento e delle attività immateriali a vita utile indefinita. In particolare, lo IAS 36, al paragrafo 134 stabilisce che:

“(a) il valore contabile dell’avviamento attribuito all’unità (gruppo di unità);

(b) il valore contabile delle attività immateriali con vita utile indefinita attribuito all’unità (o gruppo di unità);

(c) il criterio utilizzato per determinare il valore recuperabile dell’unità (gruppo di unità), (ossia il valore d’uso o fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita);

(d) se il valore recuperabile dell’unità (gruppo di unità) si basa sul valore d’uso:

(i) una descrizione di ciascun assunto di base su cui la direzione aziendale ha fondato le proiezioni dei flussi finanziari per il periodo oggetto di budget/previsioni più recenti. Gli assunti di base sono quelli a cui il valore recuperabile dell’unità (gruppo di unità) è più sensibile;

(ii) una descrizione dell’approccio della direzione aziendale per determinare il(i) valore(i) assegnato(i) a ogni assunto di base, se tale(i) valore(i) riflette(ono) esperienze passate, o se appropriato, è(sono) coerente(i) con le fonti esterne di informazione, e se no, come e perché differisce(ono) dalle esperienze passate o fonti esterne di informazione;

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(iii) l’esercizio su cui la direzione aziendale ha proiettato i flussi finanziari basati su budget/previsioni approvati e, se è utilizzato un periodo più lungo di cinque anni per un’unità (gruppo di unità) generatrice di flussi finanziari, una spiegazione del perché è giustificato tale più lungo periodo;

(iv) il tasso di crescita utilizzato per estrapolare le proiezioni di flussi finanziari oltre il periodo dei budget/previsioni più recenti, e la giustificazione per l’utilizzo di un eventuale tasso di crescita superiore al tasso medio di crescita a lungo termine della produzione, settori industriali, Paese o Paesi in cui l’entità opera, o per il mercato a cui l’unità (gruppo di unità) è rivolta;

(v) il(i) tassi di attualizzazione applicato(i) alle proiezioni di flussi finanziari;

(e) il valore recuperabile dell’unità (gruppo di unità) si basa sul fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita, la metodologia utilizzata per determinare il fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita. Se il fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita non è determinato utilizzando un prezzo di mercato osservabile per l’unità (gruppo di unità), devono inoltre essere indicate le seguenti informazioni:

(i) una descrizione di ogni assunto di base su cui la direzione aziendale ha fondato la sua determinazione del fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita. Gli assunti di base sono quelli a cui il valore recuperabile dell’unità (gruppo di unità) è più sensibile;

(ii) una descrizione dell’approccio della direzione aziendale per determinare il(i) valore(i) assegnato(i) a ogni assunto di base, se tale(i) valore(i) riflette(ono) esperienze passate o, se appropriato, è(sono) coerente(i) con le fonti esterne di informazione, e, se no, come e perché differisce(ono) dalle esperienze passate o fonti esterne di informazione.

Se il fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita è determinato utilizzando proiezioni dei flussi finanziari attualizzati, devono inoltre essere indicate le seguenti informazioni:

iii) il periodo su cui la direzione aziendale ha piroettato i flussi finanziari; iv) il tasso di crescita utilizzato per estrapolare le proiezioni dei flussi finanziari;

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(f) se un cambiamento ragionevolmente possibile in un assunto di base sui cui la direzione ha fondato la determinazione del valore recuperabile dell’unità (gruppo di unità) potrebbe far si che il valore contabile dell’unità (gruppo di unità) superi il valore recuperabile:

(i) l’eccedenza del valore recuperabile dell’unità (gruppo di unità) rispetto al valore contabile;

(ii) il valore assegnato agli assunti di base;

(iii) l’importo a cui il valore assegnato agli assunti di base deve rettificarsi, dopo aver assorbito eventuali effetti conseguenti a tale cambiamento sulle altre variabili utilizzate per misurare il valore recuperabile, affinché il valore recuperabile dell’unità (gruppo di unità) sia pari al valore contabile.”96

Le informazioni richiesta, come è possibile notare, sono particolarmente dettagliate.

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