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CAPITOLO I "INTANGIBLE ASSETS NEI PRINCIPI CONTABIL

1.5 La valutazione successiva degli intangibili

Successivamente alla rilevazione inziale, lo IAS 38, prevede due modelli di valutazione di un intangible assets:

a) model cost; b) revaluation model.

Nella versione attuale, il principio contabile non esprime alcuna preferenza a favore dell’uno o dell’altro metodo di valutazione, lasciando al redattore del bilancio la decisione di quale metodo adottare. Tuttavia per tutte le risorse intangibili appartenenti a una stessa classe si deve optare per un’unica modalità di valutazione, in modo da evitare valori difformi tra di essi, conseguenti all’applicazione di metodologie valutative effetti fiscali. Il risultato di queste analisi può essere evidente anche senza che l’entità debba svolgere calcoli dettagliati.”

37 Lo IAS 38, al paragrafo 47, specifica che “il fair value (valore equo) di un’attività immateriale

per la quale non esistono operazioni comparabili di mercato è attendibilmente valutabile se: a) la variabilità di stime ragionevoli di fair value (valore equo) non è ampia per tale attività, o se

b) le probabilità delle varie stime rientranti nel campo di oscillazione possono essere ragionevolmente

valutate e utilizzate nella stima del fair value (valore equo). Se un’attività è in grado di determinare attendibilmente il fair value dell’attività ricevuta o dell’attività

ceduta, allora il fair value dell’attività ceduta è utilizzato per valutare il costo a meno che il fair value dell’attività ricevuta sia più chiaramente evidente.

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diverse. Al riguardo, lo stesso principio contabile, al paragrafo 73, specifica che la classe rappresenta un insieme di attività aventi natura e utilizzo simili nell’attività dell’entità38

. In tale modo, si riduce, in qualche misura, la discrezionalità del redattore del bilancio, in quanto, in assenza di tale specificazione, potrebbe decidere quale attività rivalutare e quale no in funzione di politiche di bilancio. Perciò se il redattore del bilancio decide di valutare un brevetto con il metodo del revaluation model, tutti i brevetti dovranno essere valutati nello stesso modo.

1.5.1 Model cost

Il modello del model cost (o modello del costo) prevede che, dopo la loro rilevazione inziale, le attività immateriali siano iscritte in bilancio al costo al netto delle quote di ammortamento e delle eventuali svalutazioni, a causa di perdite durevoli di valore. Possiamo osservare, dunque, che tale metodologia coincide nella sostanza con quanto previsto dalla normativa contabile nazionale.

1.5.2 Revaluation model

Il modello del revaluation model (o modello della rideterminazione) prevede che, dopo la rilevazione inziale, le attività immateriali siano iscritte in bilancio ad un importo costantemente rideterminato, rappresentato dal fair value alla data della rideterminazione, al netto delle quote di ammortamento e delle eventuali svalutazioni, a

seguito di perdite durevoli di valore39. L’applicazione di tale modello è subordinata al

rispetto di determinate condizioni:

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Esempi di classi separate, indicate dallo IAS 38 al paragrafo 119, possono essere: marchi; testate giornalistiche e diritti di utilizzazione di diritti editoriali; software; licenze e diritti di franchising; diritti di autore, brevetti e altri diritti industriali, diritti di servizi e operativi; ricette, formule, modelli, progettazioni e prototipi; e attività immateriali in via di sviluppo.

39 Perciò, alla data di acquisizione dell’intangibile il fair value coincide con il costo, mentre negli

esercizi successivi, qualora si rilevi uno scostamento, il valore dell’attività va adeguato al fair value stimato alla data di valutazione, al netto delle quote di ammortamento accumulate e delle eventuali svalutazioni operate a seguito di perdite durevoli di valore. Questa valutazione al fair value delle attività immateriali rappresenta una delle principali differenze tra quanto disposto dalla disciplina contabile

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a) La presenza di un mercato attivo per la risorsa intangibile oggetto di valutazione; b) La regolarità nell’effettuazione della stima del valore di tale risorsa.

Con riferimento al primo requisito, il principio contabile subordina la possibilità di determinazione del fair value alla presenza di un mercato attivo di riferimento. Un mercato attivo è definibile come un mercato nel quale sono presenti le seguenti condizioni:

a) gli elementi scambiati sul mercato risultano omogenei;

b) compratori e venditori disponibili possono essere normalmente trovati in qualunque momento;

c) i prezzi sono disponibili al pubblico.

Lo IAS 38, però, sottolinea come sia piuttosto raro disporre di mercati attivi per le risorse intangibili, escludendo espressamente la possibilità di valutazione al fair value:

a) marchi;

b) le testate giornalistiche;

c) diritti editoriali e di musica e film; d) brevetti.

Infatti, ognuna di queste attività è caratterizzata da una marcata singolarità, per cui è piuttosto rara la possibilità dell’esistenza di un mercato attivo per questo tipo di asset. In tali casi la valutazione degli intangible assets dovrà avvenire applicando il model cost.

nazione e internazionale. Infatti la normativa contabile nazionale riconosce la possibilità di rideterminare il valore delle attività immateriali se, e solo se, è espressamente prevista da leggi speciali (ad esempio leggi di rivalutazione monetaria). Tuttavia, il trattamento contabile previsto a seguito di rivalutazioni previste dalla normativa contabile nazionale non diverge da quello previsto dal principio contabile internazionale.

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Al riguardo, lo IAS 38, inoltre, propone alcuni casi di intangibili che hanno un mercato attivo di riferimento, quali: licenze per taxi, licenza di pesca o quote di produzione. Può accadere, inoltre, che un mercato attivo esista successivamente alla rilevazione dell’attività immateriale, in tali casi il revalutation model deve essere applicato dalla data di esistenza del mercato stesso.

Con riferimento alla periodicità della rideterminazione, il principio contabile stabilisce che, le rivalutazioni devono essere effettuate con una certa regolarità in maniera tale che il valore contabile non differisca in maniera significativa dal valore equo riferito alla risorsa intangibile oggetto di valutazione. La frequenza con la quale deve essere effettuata la rivalutazione dipende, perciò, dalla volatilità del fair value dell’asset valutato. In particolare, il paragrafo 79 stabilisce che, nei casi di un’accentuata volatilità, la verifica del valore dell’intangibile deve avvenire con cadenza annuale. Non sono necessarie rivalutazioni così frequenti, invece, per le attività immateriali con variazioni di fair value non significative.

Un ultimo aspetto da analizzare nell’adozione del revaluation model riguarda il trattamento contabile delle differenze originate dal confronto tra il valore d’inscrizione iniziale dell’attività immateriale e il suo fair value. Si potrebbero verificare due casi:

a) il fair value è superiore al valore d’iscrizione inziale dell’attività immateriale; b) il fair value è inferiore al valore d’iscrizione inziale dell’attività immateriale.

Con riferimento alla prima ipotesi, lo IAS 38 prevede, al paragrafo 85, che l’incremento di valore dell’intangibile deve essere imputato ad una riserva del patrimonio netto sotto la voce “riserva di rivalutazione”40. Tuttavia, l’eventuale incremento di valore deve essere rilevato nel conto economico, qualora, tale rivalutazione derivi dal ripristino di una precedente diminuzione di valore della stessa attività imputata a tale conto. La modalità di contabilizzazione della suddetta

40 la riserva di rivalutazione è una riserva indisponibile, e come tale, non può essere distribuita

finché il maggior valore derivante dalla rivalutazione non venga realizzato dall’entità. Il realizzo può avvenire in maniera diretta, tramite l’alienazione dell’intangibile rivalutato, oppure in maniera indiretta, in questo caso l’importo della riserva realizzato è dato dalla differenza tra l’ammortamento basato sul valore contabile rivalutato dell’attività e l’ammortamento che sarebbe stato stanziato sulla base del costo storico dell’attività. Qualora queste fattispecie dovessero aver luogo, la riserva di rivalutazione viene stornata direttamente alla voce “utili portati a nuovo”

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rivalutazione può essere effettuata, con riferimento agli ammortamenti accumulati dell’attività immateriale oggetto di valutazione, adottando due tecniche alternative:

a.1) rideterminare gli ammortamenti accumulati in proporzione alla variazione del valore contabile lordo dell’attività, in modo tale che il valore netto contabile di tale attività coincida con il suo valore rivalutato;

a.2) eliminare gli ammortamenti accumulati a fronte del valore contabile lordo dell’attività oggetto di rivalutazione, cosicché il valore netto contabile è nuovamente iscritto in bilancio e coincide con il suo valore rideterminato.

Con riferimento alla seconda ipotesi, illustrata al punto b), invece, lo IAS 38 prevede al paragrafo 86, che la diminuzione di valore dell’intangibile deve essere rilevata nel conto economico. Tuttavia, qualora fosse stato rilevato in bilancio una precedente rivalutazione, la riduzione va imputata alla riserva di rivalutazione, precedentemente costituita, fino alla sua completa eliminazione. Nel caso in cui questa non fosse sufficiente, l’ammontare residuale della riduzione dell’attività immateriale deve essere rilevata nel conto economico.

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