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CAPITOLO IV "LA VALUTAZIONE DEL MARCHIO SU UN CAMPIONE D

4.4 Basicnet

4.4.1 Profilo società

“Il Gruppo Basic nasce nel 1995, quando la Football Sport Merchandise di Marco Boglione, costituita nel 1983, rileva dal fallimento del Maglificio Calzificio Torinese fondato nel 1916 i numerosi marchi fra i quali Kappa, Robe di Kappa e Jesus Jeans. Il progetto di Boglione consiste nella creazione di un nuovo soggetto economico idoneo a ridare valore e commercializzare i marchi di proprietà attraverso l'introduzione di un innovativo modello di business. Il Gruppo BasicNet si autodefinisce una "fully web integrated company" e considera come valori fondativi e irrinunciabili del proprio Network gli assets intangibili, Internet e gli imprenditori. L'attività del Gruppo, che fa capo alla BasicNet S.p.A., con sede in Torino, consiste nello sviluppare il valore dei marchi di cui il Gruppo è titolare quali Kappa®, Robe di Kappa®, Jesus® Jeans, K- Way®, Superga®, AB Besson®, Lanzera® e Sabelt®, e nel diffondere i prodotti a essi collegati attraverso una rete globale di aziende licenziatarie e indipendenti: il Business Network. I licenziatari vengono supportati nelle strategie di crescita, fornendo loro sia collezioni a valenza internazionale sia strumenti di marketing. A fronte di tale attività il Gruppo BasicNet percepisce royalties attive. Il Gruppo BasicNet, mediante società dedicate, anch'esse licenziatarie (i Sourcing Centers), presidia e ottimizza tutte le fasi della produzione per conto dei licenziatari, realizzando significative economie di scala derivanti dall'individuazione delle fonti di produzione più convenienti (per costo e garanzia di qualità) su scala mondiale. A fronte di tale attività il Gruppo BasicNet percepisce commissioni di Sourcing. Il Gruppo BasicNet, attraverso il licenziatario BasicItalia S.p.A, interamente controllato, è inoltre presente nella distribuzione, anche attraverso formule al dettaglio mediante i negozi a insegna del Gruppo, i "Brand Outlet" e gli "Spacci"126.

126 Tratto dal sito di borsa italiana, “Profilo società”, disponibile a

111 4.4.2 Portafoglio marchi

I marchi posseduti dal Gruppo Basic, posizionati nel settore dell’abbigliamento informale e casual, sono i seguenti:

 Kappa: è il marchio associato all’abbagliamento sportivo, calzature e accessori per

lo sport.

 Robbe di Kappa: è il marchio associato a un abbigliamento informale,

comprendente capi sportivi di qualità a prezzi accessibili.

 Superga: è il marchio associato a prodotti di calzature e accessori dedicati per il tempo libero.

 Besson: è il marchio associati a collezioni tecniche per lo sci. Il Gruppo è proprietario del 50% del marchio ed è l’unico ed esclusivo licenziatario a livello mondiale.

 Lanzera: è un marchio associato a prodotti di abbigliamento e calzature per il calcio.

Nel 2011 è nata la nuova divisione “Fashion” del Gruppo, i cui marchi sono:

 Jesus Jeans: rilanciato nel 2011 è il marchio del jeans;

 K-WAY: le collezioni del marchio comprendono, non solo il classico

impermeabile ma anche abbigliamento e accessori, mantenendo le caratteristiche di praticità e funzionalità.

 Sabelt: è un marchio associato a prodotti di calzatura d’alta gamma per il tempo libero, lo sport e le occasioni formali. Dall’ottobre 2011 il Gruppo Basic è proprietario del 50% del marchio per le classi fashion (abbigliamento e calzature) ed è licenziatario a livello mondiale.

4.4.3 Analisi

I marchi sono rilevati, ai sensi di quanto disposto dallo IAS 38, al costo di acquisto e/o di acquisizione.

112

Fino al 2009 tutti i marchi posseduti dal gruppo Basicnet venivano sottoposti al processo di ammortamento, a quote costanti, in venti o dieci anni. Nel 2010 la Direzione del Gruppo ha rivisto le stime in merito alla vita utile di alcuni marchi, procedendo per essi, alla luce di quanto disposto dello IAS 8 “Accounting Policies, Changes in Accounting Estimates and Errors”, la sospensione del processo di ammortamento, fermo restando la necessità di verificare la recuperabilità del loro valore iscritto in bilancio con cadenza, almeno, annuale attraverso il processo di impairment test. In particolare, i marchi per i quali è stata introdotta questa modifica sono: Kappa, Robe Kappa, Superga e K-Way, invece, gli altri marchi, quali Lanzera, Jesus, AnziBesson continuano ad essere sottoposti al processo di ammortamento per un periodo di 20 anni. La motivazione alla base di tale scelta è illustrata nelle note di bilancio, cioè: “(..) l’accresciuta diffusione mondiali dei marchi Kappa, Robe di Kappa, Superga e K-Way e del conseguente e costante incremento dei flussi di royalties, non ritenendo prevedibile un limite temporale alla generazione di flussi finanziari, ha ritenuto che l’orizzonte temporale di 20 anni precedentemente adottato per l’ammortamento, non fosse più rappresentativo della loro vita utile, in quanto:

 rivestono un ruolo prioritario nella strategia del Gruppo;

 la struttura del Gruppo è fortemente correlata e dipendente dalla diffusione e dallo

sviluppo dei Marchi sui mercati;

 i marchi di proprietà del Gruppo, sono registrati e costantemente tutelati sotto il profilo normativo;

 i costi di protezione e di mantenimento sono assai contenuti rispetto ai flussi di cassa da essi provenienti;

 i prodotti commercializzati del Gruppo con detti marchi non sono soggetti a

particolare obsolescenza tecnologica.

I marchi Lanzera, Jesus e AnziBesson, per i quali non è stato ancora raggiunto un posizionamento equivalente a quello dei marchi principali, continuano a essere

valutati al costo d’acquisto e ammortizzati in 20 anni”127

.

127 Tratto dal “Bilancio di esercizio e consolidato del 31/12/2010”, op. cit., pp. 83 disponibile a

<http://www.basicnet.com/contenuti/reports/bilanci/Bilancio%20esercizio%20e%20consolidato%202010 %20def.pdf>, 7 aprile 2011.

113

I marchi Kappa, Robe di Kappa, Superga e K-Way, quindi, non saranno più sottoposti al processo di ammortamento ma ad impairment test. Il gruppo, negli anni di osservazione 2010-2012, non ha mai rilevato una perdita per riduzione di valore relativamente a tali marchi. Nella seguente tabella possiamo notare come sono variati, negli anni di osservazione, i valori dei marchi, classificati nella voce “Concessioni, marchi e diritti simili”.

Tabella 1. La variazione del valore della voce “Concessioni, marchi e diritti simili” negli anni 2009-2012.

Fonte: Relazione finanziaria annuale del Gruppo Basicnet del 2009, 2010, 2011 e 2012.

Tabella 2. Le variazioni intervenute negli anni 2009-2012 all’interno della voce “Concessioni, marchi e diritti simili”.

Fonte: Relazione finanziaria annuale del Gruppo Basicnet del 2009, 2010, 2011 e 2012.

La voce “concessioni, marchi e diritti simili” registra variazioni a fronte degli ammortamenti di periodo, e poi per le variazioni intervenute a seguito dei costi sostenuti dal Gruppo negli anni 2009-2012 per la registrazione in nuovi Paesi Europei e per i rinnovi ed estensioni di registrazione dei marchi nonché i costi sostenuti per l’acquisto di licenze software. Inoltre, tale voce si è incrementata nel 2011 e 2012 rispettivamente di 0,4 milioni di euro al marchio Sabelt (classe fashion), acquisito tramite la

2009 2010 2011 2012

Concessioni, marchi e diritti simili 32.771 31.823 32.369 32.559

Concessioni, marchi e diritti simili

Valore netto contabile al 31.12.2008 34.061

Acquisizioni e altre variazioni 879

Ammortamento -2.169

Valore contabile netto al 31.12.2009 32.771

Acquisizioni e altre variazioni 752

Ammortamento -1.700

Valore contabile netto al 31.12.2010 31.823

Acquisizioni e altre variazioni 779

Ammortamento -233

Valore contabile netto al 31.12.2011 32.369

Acquisizioni e altre variazioni 478

Ammortamento -288

114

sottoscrizione del 50% della Fashion S.p.A che lo detiene e di 0,1 milioni di euro dal marchio Jesus Jeans, a seguito del primo consolidamento della Jesus Jeans S.r.l. che lo detiene.

Il valore recuperabile dei marchi a vita utile indefinita è stato determinato rispetto al valore d’uso tramite il metodo delle royalty.

Il metodo delle royalty si basa sul principio che il valore del marchio corrisponda alle royalty che i terzi sarebbero disponibili a corrispondere per ottenere l’uso e lo sfruttamento del marchio stesso.

Il metodo delle royalties, come già detto nel capitolo 3 “I metodi di valutazione del marchio ai fini dell’impairment test”, offre il vantaggio di utilizzare, come unici dati necessari per il calcolo, il fatturato dell’azienda e il tasso royalty derivabile dal mercato, per questo motivo è un delle tecniche di valutazione più utilizzata nella prassi professionale. Infatti, oltre che al Gruppo Basicnet, tale metodologia valutativa viene utilizzata dal Gruppo Parmalat per la stima del valore recuperabile dei marchi a vita utile indefinita. Sicuramente la fase più critica di questo metodo è la scelta del tasso royalty.

In particolare, il valore recuperabile dei singoli marchi viene stimato sulla base dell’attualizzazione dei flussi netti di royalties che i marchi possono generare in un orizzonte temporale determinato in tre anni. Questo periodo corrisponde all’arco temporale di medio termine in cui i ricavi sono stimabili, secondo il Gruppo, con sufficiente attendibilità. Come possiamo notare ai fini del calcolo delle royalties annue è stato considerato come parametro le previsione del fatturato stimate nei tre anni successivi alla data della valutazione .

Per gli anni successivi non compresi nella previsione esplicita è stato stimato un terminal value calcolato sul flusso di royalties del terzo anno, ipotizzando un tasso di crescita pari al 3% nell’anno 2010 e un tasso di crescita pari a zero negli anni 2011- 2012.

I flussi netti di royalties individuati sono attualizzati al costo medio ponderato del capitale (WACC), che risulta pari 6,70% nel 2010, 7,60% nel 2011, 7,20% nel 2012. I parametri di riferimento ai fini della stima del WACC sono stati desunti dai principali siti di informazioni finanziarie (Bloomberg):

115

 beta di settore: è l’indice della rischiosità del settore. Nel 2010 ammonta a 1, negli

anni 2011-2012 risulta pari a 1,09;

 market Risk Premium (MPR): rappresenta la differenza tra il tasso di rendimento degli investimenti privi di rischio ed il tasso di rendimento degli investimenti a rischio. Esso ammonta al 5%, rimanendo invariato negli anni 2010-2012;

 risk free rate: il rendimento reale di un portafoglio a rischio nullo: i cui dati sono in linea con il rendimento dei titoli di Stato decennali. Ammonta a 4,30% nel 2010, per poi salire nel 2011 a 5,30% per poi riscendere nel 2012 al 4,50%;

 costo del debito: pari al tasso medio ponderato sull’indebitamento del Gruppo alla fine dell’esercizio. Esso risulta pari, per tutti gli anni di osservazione, a 4,20%;

 rapporto debito (40%) /patrimonio netto(60%), rimasto invariato negli anni 2010- 2012.

Negli di osservazione 2010-2012 non è stata mai rilevato un impairment loss. La stima del valore recuperabile effettuata dal Gruppo è stata confrontata, negli anni 2010- 2012 con le valutazioni effettuate da un advisor indipendente, i cui risultati hanno evidenziato valori superiori a quelli contabili confermando i risultati ottenuti dall’impairment test effettuato dalla società.

4.5 Parmalat

4.5.1 Profilo società

“Parmalat S.p.A., è una società con sede legale in Italia a Collecchio (Parma) le cui azioni sono quotate al Mercato Telematico di Borsa Italiana dal 2005. Parmalat S.p.A è controllata, dal 15 luglio 2011, da Sofil S.a.s, società francese del Gruppo Lactalis, che detiene l’82,2% del capitale sociale. Il Gruppo Parmalat, presente in 19 Paesi e conta 70 stabilimenti produttivi, vanta un portafoglio ricco di marchi ed articolato su tre segmenti: Latte (UHT, pastorizzato, condensato, in polvere, aromatizzato, panna e besciamella), Derivati del Latte (yogurt, latte fermentato, dessert, formaggi, burro) e Bevande Base Frutta (succhi, nettari, tè). Il Gruppo è uno trai leader mondiali nel mercato del latte UHT e nel segmento del latte pastorizzato e ha raggiunto

116

una posizione altamente competitiva nel mercato in espansione delle bevande base frutta. Parmalat ha una forte tradizione innovativa e sviluppa prodotti ad alto valore aggiunto per migliorare l'alimentazione dei propri consumatori. I marchi globali del Gruppo sono Parmalat per il latte e i suoi derivati e Santàl per le bevande a base di frutta. Zymil, Vaalia e Fibresse sono marchi internazionali dedicati a prodotti funzionali ad elevato valore aggiunto, mentre altri marchi locali rivestono un ruolo primario dove sono presenti: tra i più importanti, Beatrice, Lactantia, Black Diamond e Astro in Canada; Pauls, Ice Break e Oak in Australia; Bonnita, Melrose, Simonsberg e Sterie Stumpie in Repubblica Sudafricana; Centrale del Latte di Roma, Berna, Chef, Puro Blu, Carnini, Lactis e Latte Sole in Italia; Galbani, Président, Sorrento, Precious e

Mozzarella Fresca negli Stati Uniti d’America”128

.

4.5.2 Portafoglio marchi

Il Gruppo Parmalat è composto da una pluralità di marchi, che vengono classificati in tre gruppi:

1) marchi “Globali”, presenti in tutti i paesi principali, sono:

 Parmalat: operante nel mercato del latte e dei derivati funzionali;

 Santàl: operante nel mercato delle bevande a base di frutta.

2) marchi internazionali, presenti a livello regionale, ma anche con future opportunità di sviluppo a livello internazionale, sono:

 Zymil (latte ad alta digeribilità);

 Fibresse (regolarità intestinale);

 Physical (rinforzo struttura ossea);

 Vaalia (Yogurt Funzionali);

128 Tratto dal sito di borsa italiana, “Profilo società”, disponibile a

117

 Omega3 (salute cardiaca);

 First Growth (per bambini 1-3 anni);

 Smart Growth (prodotti per bambini/ragazzi 3-12);

3) gioielli locali, marchi presenti localmente. A titolo esemplificativo, sono:

 Italia: Berna, Centrale Latte Roma,;

 Portogallo: Ucal;

 Canada: Lactantia, Black Diamond,;

 Australia: Rush, PhysiCAL;

 Africa: Melrose, Bonnita;

 Sud America: Frica, La Campiña.

4.5.3 Analisi

I marchi sono rilevati, alla luce di quanto disposto dallo IAS 38 “Intangible Assets” al costo di acquisto e/o di acquisizione.

Il Gruppo Parmalat distingue i marchi iscritti nel bilancio consolidato tra quelli che rivestono un ruolo strategico illimitato e quelli che non ricoprono tale ruolo. I primi sono considerati a vita utile indefinita, in particolare viene precisato che “ai marchi che rivestono un ruolo strategico e la cui domanda di registrazione sia stata depositata da almeno 10 anni, non è ad oggi prevedibile un limite temporale alla generazione dei flussi finanziari. Si tratta dei marchi “Globali” registrati e utilizzati in tutti i Paesi ritenuti core ovvero Parmalte Santàl, dei marchi “Internazionali” Chef e PhisiCAL, e dei marchi “Locali” Beatrice, Lactantia, Black Diamond, Astro; Pauls, Bonnita, Centrale Latte Roma e altri minori”129. Gli altri marchi, che non rivestono un ruolo strategico illimitato, invece sono classificati come marchi a vita utile definita e ammortizzati in un periodo di 5 anni.

129Tratto da “Risultati di esercizio 2012”,op. cit. pp.234, disponibile a

<http://www.parmalat.com/attach/content/4086/Relazioni%20e%20Bilancio%202012.pdf>, 10 maggio 2013.

118

Nella Tabella mostriamo un elenco dei singoli marchi a vita utile indefinita e dei rispettivi valori.

Tabella 3. I marchi a vita utile indefinita e i rispettivi valori negli anni 2009-2012.

Fonte: Relazione finanziaria annuale del Gruppo Parmalat 2009, 2010, 2011,2012.

Il valore recuperabile dei marchi a vita utile indefinita è stato determinato, da un advisor indipendente, negli anni di osservazioni 2009-2012, rispetto al valore d’uso tramite il metodo del relief from royalties. I motivi alla base della scelta di questa tecnica valutativa si ricollega “con la tendenza, ormai diffusa, a considerare il valore dei marchi come strettamente correlato al contributo da essi apportato ai risultati economici aziendali. Inoltre, studi effettuati recentemente da primarie società di ricerche di

31.12.2009 31.12.201031.12.201131.12.2012 Italia

Parmalat 121,9 121,9 121,9 121,9

Santàl 32,6 32,6 27,1 25,7

Centrale del Latte di Roma 26,1 26,1 24,7 24,7

Chef 16,2 16,2 15,1 15,1 Altri minori 7,3 7,3 5,9 Altri Europa Parmalat 8 5,3 5,3 5,3 Santàl 6,8 7 4 4,2 Altri minori 8,3 8,3 4 4 Nord America Beatrice 78 88,6 89,3 89,8 Lactania 64,3 73,1 73,6 74,1 Black Diamond 29,2 33,1 33,4 33,6 Astro 21,6 24,5 24,7 24,8 Altri minori 13,2 15 15,1 16,8

Centro e Sud America

Parmalat 15,1 17,3 17,7 19,1

Australia

Pauls 44,9 54,7 56,5 56,5

Rev, Skinny e Farmhouse 23,9 29,1 30 30,1

Parmalat 0,3 0,4 0,4 0,4 Altri minori 7,6 9,3 9,6 9,6 Africa Parmalat 16,4 19,7 16,6 15,6 Bonnita 13,2 15,9 13,5 12,6 Altri minori 6,4 7,6 6,5 6,1 Totale 561,3 613 594,9 590

119

mercato evidenziano che il marchio è tra gli aspetti maggiormente considerati negli acquisti dei prodotti alimentari”130.

Il metodo del relifie from royalties, come già illustrato nel capitolo 3 “I metodi di valutazione del marchio ai fini dell’impairment test”, consiste nell’attualizzazione dei pagamenti royalties che vengono risparmiati da parte dell’azienda proprietaria per poter ottenere la licenza d’uso del marchio oggetto di valutazione nel caso che non lo possedesse.

Il Gruppo Parmalat nel processo di determinazione dei flussi netti royalty ha preso come riferimento, per ogni singolo marchio, le previsioni di fatturato netto stimate nel piano di Gruppo per i successivi tre anni alla data di valutazione.

La fase più critica dell’applicazione di tale metodo riguarda la scelta del tasso royalty. Per una corretta individuazione occorre rispettare alcune condizioni: l’esistenza di un adeguato numero di transazioni, rappresentative e trasparenti, in cui le controparti siano indipendenti da un punto di vista finanziario e gestionale e che gli intangibili appartengano a settori di provenienza comparabili, merceologicamente simili. In genere, non è possibile individuare un valore unico di royalty dalle transazioni di comparazione, è molto più probabile, invece, desumere un intervallo di royalty applicate dal mercato alle categorie di intangibles considerate. Per procedere alla scelta del tasso di royalty specifico all’interno del range di valori espressi dal mercato l’esperto deve stimare, innanzitutto, la forza del marchio.

Il Gruppo Parmalat, ai fini della determinazione del tasso royalty ha fatto riferimento, negli anni di osservazione 2009-2012, a studi e ricerche, svolte sulla materia, da istituti di ricerca e professionisti e ad analisi compiute, al proprio interno, avente ad oggetto contratti di licenza che sono stati realizzati nel settore alimentare. Inoltre, per procedere alla scelta del tasso di royalty specifico all’interno del range di valori espressi dal mercato è stato stimato la forza del marchio, prendendo in considerazione le caratteristiche qualitative, quali la posizione competitiva, la notorietà, la fedeltà e la qualità dei singoli marchi e quantitative, quali la redditività percentuale degli stessi. Sulla base di questi elementi ad ogni marchio è stato attribuito un tasso royalty di circa il 2,5%.

130 Tratto da “Risultati di esercizio 2012”, pp. 252, disponibile a

<http://www.parmalat.com/attach/content/4086/Relazioni%20e%20Bilancio%202012.pdf>, 7 marzo 2013.

120

Per gli anni non compresi nel piano di previsione esplicita è stato stimato dal Gruppo un terminal value, calcolato come flusso di royalty normalizzato per mantenere le condizioni di normale operatività aziendale, ipotizzando una crescita di circa l’1% .

Infine, le royalties individuate sono state attualizzate attraverso un tasso di attualizzazione, al lordo delle imposte, che riflettesse, ai sensi dello IAS 36, le correnti valutazioni di mercato del costo del denaro e dei rischi specifici.

Riassumiamo nella seguente tabella come varia il valore dei marchi nel periodo di riferimento.

Tabella 4. Le variazioni intervenute negli anni 2009-2012 al valore dei marchi a vita utile indefinita.

Fonte: Relazione finanziaria annuale del Gruppo Parmalat 2009, 2010, 2011,2012.

Da come è possibile notare dalla tabella 4 i processi di impairment riscontrano, negli anni di osservazione 2009-2012, un impairment loss con riferimento ad alcuni marchi, in particolare:

 nel 2009 il marchio Santàl Portogallo è stato svalutato per 0,8 milioni di euro. “Tale

svalutazione è essenzialmente riconducibile alle difficoltà che il segmento delle

Marchi a vita utile indefinita

Valori al 31.12.2008 518,2

Svalutazioni -0,8

altri movimenti -2,1

differenze cambio conversione 46

Valori al 31.12.2009 561,3

Svalutazioni -2,9

differenze cambio conversione 54,6

Valori al 31.12.2010 613

Svalutazioni -16,6

differenze cambio conversione -1,5

Valori al 31.12.2011 594,9

aggregazioni aziendali 1,7

Svalutazioni -1,4

altri movimenti -5,9

differenze cambio conversione 0,7

121

bevande a base frutta ha incontrando nel mercato portoghese per la forte crescita delle private label”131.

 nel 2010 il marchio Parmalat Portogallo è stato svalutato per 2,9 milioni di euro. “Tale svalutazione è essenzialmente riconducibile alle difficoltà che il segmento del latte ha incontrato nel mercato portoghese, per lo scarso potere di acquisto di consumatori che sempre più spesso si orientano verso prodotti ad un prezzo più basso e per la forte crescita delle private label”132;

 nel 2011 i marchi Santàl Italia, Ucal e altri minori è emersa una svalutazione di 16,6

milioni di euro. “Nel caso del marchio Santàl Italia tale svalutazione è essenzialmente riconducibile alla forte presenza delle private label, nel mercato delle bevande a base frutta, che ha determinato una contrazione dei prezzi di vendita con conseguente riduzione dei margini di guadagno. Nel caso invece del marchio Ucal tale svalutazione è essenzialmente riconducibile alla difficoltà del segmento del latte aromatizzato ha incontrato nel mercato portoghese, sia per forte crescita del private label che per lo scarso potere di acquisto dei consumatori che sempre più spesso si orientano verso prodotti a più basso prezzo”133;

 nel 2012 è stato svalutato Santàl Italia per 1,4 milioni di euro. “Tale svalutazione è

essenzialmente riconducibile alla forte presenza del private label, nel mercato delle bevande a base frutta, che ha determinato una contrazione dei prezzi e dei volumi di

vendita con conseguente riduzione dei margini di guadagno”134.

131 Parmalat Group, “Presentazione risultati di esercizio 2009”, pp. 229 disponibile a

<http://www.parmalat.com/attach/content/2776/Bilancio%20ITA%202009.pdf>, 25 febbraio 2010.

132 Parmalt, “Presentazione Parmalat”, pp. 225 disponibile a

<<http://www.parmalat.com/attach/content/3189/PARMALAT%202010_ITA.pdf>, 3 marzo 2011.

133 Parmalat Group, “Presentazione risultati di esercizio 2011”, pp. 215 disponibile a

<http://www.parmalat.com/attach/content/3626/Parmalat%20ITA.pdf>, 13 aprile 2012.

134 Tratto da “Risultati di esercizio 2012”, pp. 253, disponibile a

<http://www.parmalat.com/attach/content/4086/Relazioni%20e%20Bilancio%202012.pdf>, 7 marzo 2013.

122

Come è possibile notare dalle diverse svalutazioni, intervenute negli anni di osservazione 2009-2012, sono riconducibile alla concorrenza da parte delle private label, soprattutto nel mercato dei prodotti a base di frutta per quanto riguarda l’area geografica Italia, mentre nel segmento latte e delle bevande a base di frutta per quanto riguarda il mercato del Portogallo.

Vediamo adesso nella seguente tabella come sono variati i valori dei marchi a vita utile definita

Tabella 5. Le variazioni di valori intervenute negli 2009-2012 ai marchi a vita utile definita.

Fonte: Relazione finanziaria annuale del Gruppo Parmalat 2009, 2010, 2011,2012.

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