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103Per gross violations o, come anche le si usa definire, consistent patterns of violations of human rights, s’intendono le violazioni dei diritti umani gravi e

LA ORGANIZACIÓN DE LOS ESTADOS AMERICANOS Y EL SISTEMA INTERAMERICANO DE DERECHOS HUMANOS

4.3 La Commissión Interamericana de Derechos Humanos

4.5.1 Caso del Caracazo

Volendone analizzare uno tra questi, il caso che ha suscitato maggior interesse, in quanto si riferisce a un numero elevato di persone, è consultabile alla Serie C N. 58 Caso del Caracazo Vs Venezuela. La Commissione sottopose il caso alla Corte nel giugno del 1999 , chiedendo che venisse riconosciuta la colpevolezza dello Stato del Venezuela per la violazione degli artt. 4-5-7-8- 25-27 (oltre al consueto richiamo agli artt. 1 e 2) in ragione dei fatti avvenuti nei mesi di febbraio e marzo del 1989.

Come per altri casi, il primo elemento concreto da esaminare è il tempo intercorso tra il momento nel quale sono avvenuti i fatti e quello della sottoposizione a giudizio. Sebbene i casi siano posti all'attenzione della Commissione anche in momenti immediatamente successivi agli eventi, sia l'elevato numero di casi da esaminare, che la necessità della Commissione di ottenere ulteriori

131Cfr 1) Caso Cayara Vs Perù; 2) Caso Caballero Delgado y Santana Vs Colombia; 3) Caso Benavides Cevallos Vs Ecuador; 4) Caso Castillo Pàez Vs Perù; 5) Caso Garrido y Baigorria Vs Argentina; 6) Caso de los “Niňos de la Calle” (Villagràn Morales y otros) Vs Guatemala; 7) Caso del Caracazo Vs Venezuela; 8) Caso Trujillo Oroza Vs Bolivia; 9) Caso Benjamin y otros Vs Trinidad y Tobago; 10) Caso Constantine y otros Vs Trinidad y Tobago. Jurisprudencia Casos Contenciosos de la CIDH. www.corteidh.org.cr

rapporti d'informazione dallo Stato coinvolto, proponendo spesso un tentativo di soluzione amichevole extragiudiziale e di fare raccomandazioni allo Stato, il passaggio del caso dalla Commissione alla Corte avviene dopo almeno tre anni. Del caso Caracazo la Commissione ne venne a conoscenza per denuncia il 28 marzo del 1995. La petizione era presentata dall'associazione COFAVIC che riuniva i parenti delle vittime.

I fatti del Caracazo ( o Febrerazo) trovano la loro origine dall'impennata del prezzo del petrolio che passò da due dollari al barile del 1970 ai trenta del 1982. la gestione delle nuove entrate avrebbe dovuto permette nuovi investimenti in infrastrutture, educazione, sanità e politiche del lavoro. I governi di turno si dedicarono, invece, a spendere quel denaro per ingrandire l'apparato burocratico, per spese correnti, creazione di imprese parastatali inefficienti, contraendo un debito pubblico destinato a crescere ancor più negli anni successivi.132 Progressivamente avvenne una netta

separazione fra i vertici politici e la società.

In applicazione delle politiche di aggiustamento economico, resesi necessarie per risanare il debito accumulato nei confronti del FMI e imposte durante il secondo mandato dell'allora Presidente del Venezuela, Carlos Andrés Peréz, la popolazione venne investita da un duro programma di austerità che prevedeva, tra l'altro, un nuovo aumento dei carburanti e del costo del trasporto pubblico. La popolazione, costretta in condizioni di mera sussistenza, ricorse alle manifestazioni di piazza, ai tumulti ed alle sommosse per soddisfare i bisogni più immediati. La contestazione ebbe inizio il 27 febbraio del 1989 nella città di Garenas, nello Stato venezuelano di Miranda e si estesero presto anche nella periferia dell'area metropolitana di Caracas. L'avvicinarsi degli scontri al Palazzo presidenziale spinse Peréz a chiedere al Ministro della Difesa Italo Del Valle di intervenire con l'esercito. I tumulti, che fino a quel momento non avevano causato vittime ma solo danni materiali ai mezzi pubblici e ad alcuni esercizi privati, furono repressi da circa novemila soldati che cominciarono a sparare sulla folla indipendentemente dal fatto che fossero presenti anche donne e bambini. Polizia ed esercito furono inviati nei quartieri più poveri della capitale e nelle zone periferiche per reprimere la ribellione.133

Il 28 febbraio il Potere Esecutivo emanò il Decreto N.49 col quale venivano sospese le garanzie costituzionali riguardanti le libertà individuali, l'inviolabilità del domicilio, la libertà di transito, la libertà di espressione, manifestazione e riunione imponendo il coprifuoco dalle 6 p. m. alle 6 a. m. Fino al 22 marzo 1989 le Forze dello Stato quali Polizia Metropolitana, Guardia Nazionale ed Esercito diedero il via ad operazioni di repressione applicando il c.d. Piano Avila. Stime non ufficiali parlano di un migliaio di morti, oltre feriti e dispersi. Alle morti in strada si devono aggiungere i casi di esecuzioni extragiudiziali. Solo dopo che nel 1990 alcuni parenti delle vittime

132Giorgio Alberti. Il Chavismo: la politica come movimento. Politica Internazionale. IPALMO Anno xxxiv n° 4 e 5 luglio-ottobre 2009

fondarono associazioni per la ricerca degli scomparsi (come la COFAVIC) e denunciarono i casi alla magistratura. La riluttanza dei magistrati a far effettuare controlli nell'area del Cimitero generale del sud di Caracas denominata la Peste I e II, dove furono rinvenute fosse comuni dentro le quali vi erano corpi non corrispondenti agli elenchi ufficiali dello stesso Cimitero, spinse a richiedere l'intervento della Commissione Interamericana dei Diritti Umani e successivamente quello della Corte Interamericana dei Diritti Umani.

Il processo tendeva a stabilire le responsabilità delle autorità nazionali per la sospensione delle garanzie costituzionali non comunicata all'OSA, e delle conseguenti responsabilità per le morti causate. La scoperta e l'esumazione di 276 cadaveri ha consentito alla Corte di avanzare, come richieste provvisorie, l'identificazione dei responsabili, la sottoposizione a giudizio e la condanna penale per i colpevoli non solo delle 35 esecuzioni extragiudiziali, dei due scomparsi e dei tre feriti durante i fatti avvenuti tra il febbraio e il marzo del 1989, ma anche degli altri casi non ancora definiti, compensando il danno alle vittime o ai loro familiari. La sentenza emanata dalla CIDH in data 11-11-1999 stabilisce all'unanimità che lo Stato del Venezuela debba avviare le indagini suggerite già nelle richieste provvisorie, identificando i responsabili materiali ed intellettuali dei fatti avvenuti e sanzionarli amministrativamente e penalmente; che dia pieno accesso ai familiari delle vittime ed alle vittime sopravvissute a tutti i livelli di protezione giuridica secondo quanto previsto dalla Convenzione Americana sui Diritti Umani all'art. 25 e che i risultati delle sentenze vengano pubblicate, obbligando lo Stato a localizzare, esumare ed identificare le vittime non ancora accertate, dando loro degna sepoltura incaricandosi delle relative spese, oltre alla riparazione monetaria del danno subito dalle predette perdite.

Infine, ha fatto obbligo allo Stato di dare pubblicazione della sentenza della CIDH sul giornale ufficiale e su uno di più amplia lettura a livello nazionale. Alla Corte, lo Stato del Venezuela deve inviare rapporti periodici sullo stato d'applicazione della sentenza.

Il 22 agosto del 2002 la CIDH ha emanato una nuova sentenza sullo stesso caso Caracazo, relativamente alle riparazioni ed ai costi.

Il 10 settembre del 2009, la COFAVIC ha inviato al Fiscal General della Repubblica del Venezuela una lettera firmata nella quale da una parte riconoscevano allo Stato il rispetto della pubblicazione delle liste dei dispersi , dall'altra chiedevano che venisse dato seguito alle decisioni prese dalla CIDH al punto 2, procedendo alla esumazione dei corpi e concedendo ai familiari delle vittime di poter accedere agli atti dei medici legali, rifiutando a priori che le investigazioni sui corpi per l'accertamento delle identità venga fatto da dipendenti della pubblica amministrazione e, ritenendo più opportuno che del caso si occupino medici legali provenienti da altri stati, come l'Equipo Argentino de Antropología Forense, e che sui luoghi degli scavi non vi siano presenze massicce di

militari che potrebbero limitare l'azione dell'equipe134.

In definitiva, mancano ancora chiare indicazioni sulla reale applicazione delle sentenze della CIDH, nonostante il governo venezuelano si sia formalmente prodigato a darne esecuzione. Per la repressione del Caracazo rimasta sostanzialmente impunita, figura tra gli indagati l'ex presidente Pérez, destituito per corruzione nel 1993. Nessuno dei funzionari governativi, militari ed agenti responsabili delle violenze è mai stato riconosciuto colpevole per responsabilità dirette nella strage. Unica azione positiva del governo Chavez, è stata quella di procedere all'indennizzo dei parenti di 45 morti accertati e denunciati dal Comitato dei familiari delle vittime.