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LE IMMAGINI LAICHE E PROFANE.

66. Il corpo di Cassibilante riportato a Troia, Benôite de Sainte Maure, Romain de Troie,

ms. Reg. lat 1505, Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano, XIV secolo.

Le ambientazioni e i temi classici continuarono, tuttavia, a circolare nei romanzi o nella storiografia; durante il regno di Manfredi, in particolare, sul finire del secolo vennero miniate l’Historia de preliis, traduzione latina del Romanzo di Alessandro dello pseudo

289 Sulla produzione scientifica miniata federiciana si vedano: G. Orofino, Gli erbari in

età sveva, in AA.VV., Gli Erbari medievali tra scienza, simbolo, magia. Testi dal VII Colloquio Medievale (Palermo, 5-6 maggio, 1988), Palermo, Officina di Studi Medievali, 1990, pp. 325-346; Ead., I codici scientifici, in AA.VV., Federico II. Immagine e potere, Catalogo della mostra a cura di M.S. Calò Mariani, R. Cassano (Bari, 1995), Venezia, Marsilio, 1995, pp. 155-162; Ead., Il rapporto con l'antico e l'osservazione della natura nell'illustrazione scientifica di età sveva in Italia meridionale, in AA.VV, Intellectual Life at the Court of Frederick II Hohenstaufen, W. Tronzo (ed.), Washington, National Gallery of Art, 1994, pp. 129-149; M.C. Di Natale, La miniatura d'età sveva tra Napoli e Palermo, in AA.VV., Federico e la Sicilia, dalla terra alla corona. Arti figurative e arti suntuarie, Catalogo della mostra (Palermo, 1995), a cura di M. Andaloro, Palermo, Ediprint, 1995, pp. 393-412.

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Callistene290 e i romanzi del ciclo troiano, il Roman de Troie e l’Historia destructionis Troiae di Guido delle Colonne291, nonché opere a carattere storico che ricostruivano i fatti degli antichi (l’Histoire ancienne jusqu’à Cesar)292.

Nei secoli dell’alto Medioevo furono molto rari i testi illustrati di autori pagani, poiché, prima che l’illustrazione dei classici diventasse una prassi tollerata, dovette essere portato a compimento il processo di cristianizzazione e moralizzazione della cultura pagana da parte di quella cristiana. Solo allora e solo in ambiti fortemente connotati in senso laico, come si è detto, venne rilanciato lo studio della letteratura classica.

Le diverse “rinascenze” che si succedettero per tutto il Medioevo, quella carolingia del IX secolo293, quella del XII secolo294, quella del

290 Sul rapporto con l’antico nei codici miniati durante il periodo federiciano si vedano:

G. Orofino, Il contributo di Federico II all’iconografia profana. Le illustrazioni del Romanzo di Alessandro, in AA.VV., Federico II e le nuove culture. Atti del XXXI Convegno storico internazionale (Todi, 9-12 ottobre, 1994), Centro italiano di Studi sull’alto Medioevo, Spoleto, 1995, pp. 393-415; M. Buonocore, La miniatura sveva da Federico II a Manfredi: utilitas et decus, in AA.VV., Exempla: la rinascita dell'antico nell'arte italiana; da Federico II ad Andrea Pisano, (Rimini, Castel Sismondo, 20 aprile- 7 settembre, 2008), a cura di M. Bona Castellotti, Ospedaletto (Pisa), Pacini, 2008, pp. 51-64.

291 H. Buchtal, Historia troiana: Studies in the history of medieval secular illustration,

London, Warburg Institute, 1971.

292 Sulla miniatura nel periodo svevo si veda N. Spinosa, Miniature del periodo svevo

nell'Italia meridionale, Napoli, Eps, 1967; A. Periccioli Saggese, I romanzi cavallereschi…, cit., pp. 39-44; V. Pace, Pittura e miniatura sveva da Federico II a Corradino: storia e mito, in AA.VV., Federico II e l'Italia. Percorsi, luoghi, segni e strumenti, Catalogo della mostra (Roma, Palazzo Venezia, 22 dicembre 1995-30 aprile 1996), a cura di C.D. Fonseca, Roma, De Luca, 1996, pp. 103-110. In generale sulla produzione libraria di questo periodo: F. Troncarelli, Manoscritti svevi e manoscritti angioini, in AA:VV., Le eredità normanno-sveve nell'età angioina: persistenze e mutamenti nel Mezzogiorno, a cura di G. Musca, Bari, Dedalo, 2004, pp. 359-380.

293 Si vedano C. Bertelli, L’illustrazione di testi classici nell’area beneventana dal IX

all’XI secolo, in AA.VV., La cultura antica nell’Occidente latino dall’VII all’XII secolo, Spoleto, Centro italiano di Studi sull’alto Medioevo, 1975, pp. 899-926; P. Godman, Il periodo carolingio, in AA.VV., Lo spazio letterario del Medioevo. Il Medioevo latino. La ricezione del testo…, 1, III, cit., pp. 339-373.

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XIV295, nacquero da una forte spinta alla laicizzazione della cultura e per esigenze specifiche di determinati gruppi sociali legati ad ambienti laici. Il rilancio della cultura classica avvenne nel quadro di esigenze formative da parte delle classi dirigenti, ad esempio, nel periodo carolingio, per esigenze di forte contrapposizione alla cultura ecclesiastica nel periodo federiciano e per esigenze di studio nel periodo del fiorire delle università cittadine. Non a caso, pertanto, i codici classici più illustrati nel Medioevo furono testi a carattere scientifico, filosofico, giuridico e farmaceutico: erbari, enciclopedie, trattati tecnici e militari (fig. 67); Aristotele, Graziano, Discoride,

Tolomeo, Archimede, Galeno, Vegenzio, Plinio296; molta fortuna

ebbero, in particolare, gli Aretea di cui sono rimaste diverse copie illustrate raffiguranti le costellazioni (fig. 68).

I testi miniati di letteratura classica furono invece molto rari e solo in piena cultura laica, nel basso Medioevo, iniziarono ad essere realizzati con più frequenza297.

I primi testi letterari miniati di cui si ha notizia risalgono, tuttavia, già al IV-VI secolo: il Virgilio Vaticano del IV secolo (fig. 69), l’Iliade

Ambrosiana del V secolo298(fig. 70) e il Virgilio romano del VI secolo299 (fig. 71).

295Si vedano L.D. Reynolds, G. Nigel Wilson, Copisti e filologi…, cit., pp. 127-170; G.C.

Alessio, C. Villa, Il nuovo fascino degli autori antichi tra i secoli XII e XIV, in AA.VV., Lo spazio letterario di Roma antica. La ricezione del testo, III, cit., pp. 473-512.

296 Si vadano in proposito G. Orofino, Vedere la natura. Dal ritratto strumentale al

ritratto d’ambiente, in AA.VV., Vedere i classici…, cit., pp. 69-85; X. Muratova, Guardare la natura, in AA.VV., Arti e storia nel Medioevo. Del vedere…, cit., pp. 437- 472.

297 L. De Lachenal, Illustrazioni antiche dei testi classici in età medievale e umanistica,.

Note in margine ad una mostra, «Rendiconti dell’Accademia Nazionale dei Lincei», IX, 8, 1997, pp. 535-584.

298 R. Bianchi Bandinelli, Schemi iconografici nelle miniature dell’Iliade Ambrosiana,

«Rendiconti dell’Accademia Nazionale dei Lincei», VI, 1951, pp. 421-453; Id., Le miniature dell’Iliade Ambrosiana e la tradizione delle iconografie nell’arte tardo antica,

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