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Catania, un unicum nel panorama delle città antiche pluristratificate

Capitolo 2 I webGIS archeologici in Italia

2.3 OPENCiTy Project

2.3.2. Catania, un unicum nel panorama delle città antiche pluristratificate

La città di Catania ha una lunga storia insediativa che affonda le sue radici nel Neolitico e arriva fino ai giorni nostri senza soluzione di continuità. A differenza di molte altre città antiche pluristratificate, Catania ha subìto notevoli modifiche nell’assetto urbanistico e architettonico a causa di fenomeni naturali di origine geologica sia tettonica che vulcanica. In particolare, l’evento vulcanico del 1669 e il terremoto del 1693 hanno completamente modificato il paesaggio urbano, creando netta separazione tra ciò che si trova nel sottosuolo, ante 1693 e ciò che è in elevato post 169375 (Fig.2.9).

Fig. 2.9 – Dipinto di Giacinto Platania (1612-1691) eruzione e colata lavica del 1669 (da CACCIAGUERRA 2016, p. 59)

A fronte di questa situazione, la valutazione del potenziale archeologico per la pianificazione e lo sviluppo sostenibile della città è stata particolarmente ostica. Negli ultimi cinquant’anni la città ha subìto una crescita urbana incontrollata che ha ignorato sia gli aspetti storico-monumentali sia quelli geologici e deposizionali e ha cancellato una parte consistente del patrimonio presente nel sottosuolo76.

75 MALFITANA, CACCIAGUERRA, BARONE S. et alii 2015 pp. 19-24; CACCIAGUERRA 2016, pp.35-76 76MALFITANA, CACCIAGUERRA, BARONE et alii 2015 pp. 19-24; CACCIAGUERRA 2016, pp.35-76

45 Nonostante la maggiore consapevolezza acquisita negli ultimi anni nella tutela e nell’attenzione alle problematiche dell’archeologia urbana della città, è da sottolineare come le amministrazioni pubbliche non sono state sempre ricettive nel comprendere le istanze e le questioni poste dalla ricerca.

Ampia parte dei risultati degli scavi condotti nell’intera area urbana, escludendo gli interventi di più ampio respiro, sono poco conosciuti e spesso se ne ignora l’esatta ubicazione a causa della mancata pubblicazione e divulgazione delle ricerche ma anche alla dispersione tra archivi pubblici (soprintendenze, università e comune) e fondi privati della documentazione di scavo. Ciò che ha ulteriormente complicato la situazione è stata la mancanza di comunicazione sia tra i ricercatori che a vario titolo si sono occupati del patrimonio non visibile della città sia con le Pubbliche Amministrazioni restie alla condivisione e all’apertura delle informazioni.

Il progetto OPENCiTy nasce quindi in un contesto urbano particolarmente complesso con l’obiettivo di colmare queste fratture attraverso l’acquisizione di nuova documentazione e lo sviluppo delle piattaforme GIS e webGIS; strumenti, questi ultimi, necessari sia per la gestione del patrimonio culturale della città sia per la divulgazione dei dati e delle informazioni tra “addetti ai lavori”, Pubblica Amministrazione, cittadini per una pianificazione condivisa e sostenibile di Catania.

Il patrimonio culturale, infatti, costituisce “il principale fattore d’identità di una comunità cittadina poiché rappresenta l’unico aspetto capace di opporsi all’inevitabile processo di globalizzazione ed omologazione in atto nella società moderna”77.

2.3.3. La struttura dati

La raccolta e l’organizzazione dei dati necessari per la realizzazione degli obiettivi di OpenCiTy sono state fin dalle sue prime fasi particolarmente complicate sia per il difficile accesso agli archivi gestiti dagli Enti Pubblici preposti alla tutela del patrimonio storico-archeologico della città sia per le particolari condizioni in cui versa la produzione edita di Catania. Gran parte dei dati, infatti, si trova in singoli

46 contributi di difficile reperibilità con pochissime monografie disponibili e molte informazioni contenute in testi manoscritti di eruditi locali, mai editi a stampa78.

La struttura della banca dati è basata su una duplice categoria di informazioni: • materiale edito sotto forma di testi scritti (articoli scientifici, monografie,

documenti di archivio), cartografie (di base, tematiche e tecniche), fotografie (storiche, moderne, di dettaglio, generali, aeree);

• materiale di nuova produzione derivante da campagne d’indagini geofisiche, rilievi 3D da laser scanner e riprese fotogrammetriche (sia da terra sia da droni), condotte dal gruppo di lavoro dell’IBAM-CNR di Catania.

Tutto il materiale è confluito all’interno di un archivio con struttura gerarchica appositamente progettato con caratteristiche di alta scalabilità per rendere facilmente integrabili i dati provenienti dalle nuove acquisizioni.

L’utilizzo di solo materiale edito, a differenza del Progetto MAPPA, ha certamente rappresentato un limite in quanto il dato, restituendo una visione “interpretata” del contesto, ha reso necessaria una valutazione della sua qualità e del suo potenziale informativo. Questa limitazione ha comportato la necessità di analizzare criticamente il materiale edito allo scopo di coglierne le motivazioni delle interpretazioni contenute79.

Tutte le informazioni raccolte sono state inserite all’interno di una struttura database relazionale con lo scopo di gestire sia il record archeologico pre- terremoto del 1693 d.c., sia quello storico, post-terremoto.

La base dell’intera struttura dati è rappresentata dall’entità “UT” (Unità

Topografica) che si differenzia in:

• “Evidenza Archeologica”. Complessi architettonici storico-archeologici che, anche in maniera parziale, conservano tracce dell’originaria struttura e una connotazione temporale precisa.

• “Monumenti”. Le strutture integre che conservano, in tutto o in gran parte, i caratteri storici, documentari, commemorativi, progettuali alla base della loro creazione e dei cambiamenti che ne hanno modificato la fisionomia.

78 MALFITANA, CACCIAGUERRA, BARONE et alii 2015 pp. 24-25; MAZZAGLIA, CANNATA 2016 pp.

135-150

79MALFITANA, CACCIAGUERRA, BARONE et alii 2015 pp. 24-25; MAZZAGLIA, CANNATA 2016 pp.

47 • “Sepoltura”. I contesti funerari di qualsiasi tipologia e rito che interessano

l’area urbana.

• “Spazio Aperto” e ”Edificio Storico”. Qualsiasi intervento edilizio di qualsiasi tipologia (es. piazza, giardini, ecc..) collocato cronologicamente dopo il terremoto del 1693 d.c. fino alla fase di ricostruzione nel dopoguerra.

Questa struttura si è rivelata particolarmente efficiente poiché ha permesso di gestire le problematiche che nascono dalle frequenti alterazioni funzionali o dal riuso delle strutture che, non subendo modifiche spaziali, non possono essere trattate come distinte Unità Territoriali.

L’Unità Topografica, appartenente ad una qualsiasi delle categorie sopra citata, può inoltre essere configurata in relazione ad altre UT con la creazione dell’entità “Complesso” che ha quindi il compito di archiviare la rete di relazioni tra le varie UT.

Il “Complesso” a sua volta si caratterizza in “Archeologico”, “Monumentale” o “Sepolcrale”.

Rientrano invece nelle entità “Interventi” tutte le informazioni relative agli interventi di scavo di qualsiasi tipologia che hanno interessato l’area urbana. Infine, nella sezione “Reperti” sono stati inseriti i reperti mobili rinvenuti, seguendo strategie di archiviazione e gestione del dato differenti in base ad ogni singola tipologia.

Di particolare importanza è stata la scelta di utilizzare tipologie di campi differenziati per migliorare la coesistenza di dati oggettivi e informazioni oggetti di interpretazioni. In particolare, all’interno della struttura di database sono presenti campi a scelta guidata tramite vocabolari predefiniti organizzati in quattro livelli di approfondimento e campi descrittivi dove vengono fornite le varie ipotesi interpretative correlate da riferimenti bibliografici.

La trattazione del dato cronologico è stata affrontata, infine, tramite la definizione di quattro differenti livelli: datazione al secolo con intervalli di venticinque anni, datazione numerica, datazione tramite macro e micro periodi 80.

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2.3.4. La piattaforma GIS

Il geodatabase del progetto, in formato PostgreSQL con componente geografica PostGIS, prevede, oltre alle entità storico-archeologiche precedentemente descritte, altri livelli informativi come l’edificato moderno, la viabilità, la cartografia geologica, il Modello Digitale del Terreno. Sono presenti inoltre archivi di fotografie e di documenti storici, piani regolatori e mappe catastali.

Per quanto riguarda le tipologie grafiche, sono state utilizzate primitive di tipo puntuale, lineare e poligonale con prevalenza, analogamente al Progetto MAPPA, di queste ultime. I layer di tipo poligonale sono stati adottati per i complessi, le evidenze archeologiche, i monumenti, l’edificato storico, gli spazi aperti e gli interventi di scavo.

L’ubicazione delle singole sepolture e dei reperti è stata invece effettuata tramite simbologia puntuale.

Anche in OpenCity, infine, sono stati utilizzati opportuni criteri di categorizzazione grafica per identificare i diversi livelli di affidabilità nella collocazione spaziale di ogni singola evidenza81.

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