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Storia della ricerca archeologica

Capitolo 3 – Il caso studio: Siracusa

3.3 Storia della ricerca archeologica

Siracusa è stata oggetto di crescente interesse studio da parte di letterati, scienziati e antiquari almeno sin dal XVI secolo a.c.. L’abbondante tradizione letteraria antica, Cicerone in primis (In Verrem), fu utilizzata dai primi eruditi per la ricostruzione della topografia antica della città. Sono da considerarsi fondamentali di tale fase, definita “pre-scientifica”, opere quali quella dell’Arezzo (1544), del Fazello (1558), ma soprattutto le opere secentesche del Mirabella Alagona (1613) e del Cluverius (1619), per citare le più importanti, che introdussero nel panorama scientifico del tempo i primi apparati grafici (Fig. 3.1)118.

Tuttavia è dai decenni finali del XIX secolo, che la ricerca archeologica ha assunto connotazioni di sistematicità nel rigore metodologico e nella pubblicazione delle informazioni acquisite sul terreno.

Fig. 3.1 – Pianta prospettica della città di Siracusa. Vincenzo Mirabella Alagona (1613)

La fondamentale monografia curata da F. S. e C. Cavallari e A. Holm sulla topografia antica di Siracusa rappresenta la summa di tutte le conoscenze storiche, archeologiche e topografiche disponibili sulla città ed i suoi immediati dintorni fino a quel momento119 (Fig. 3.2). Grazie infatti alle fonti letterarie

118 Siracusa Bibliografia 2011 = AA.VV., AMPOLO (a cura di) 2011

71 integrate con le osservazioni sul campo, sia di carattere archeologico che geologico, venne proposta la ricostruzione della topografia urbana e suburbana della città dalla fondazione al periodo romano. Cavallari ipotizzò profondi mutamenti nella conformazione della costa siracusana dall’età antica al XIX secolo, in base alla considerazione della stratigrafia geologica dei litorali e di numerose strutture antiche (tombe a grotticella, cisterne, tagli in roccia per fondazioni di edifici, opere portuali, etc.) che si trovano ormai sommersi. In particolare, venne osservato che in età antica l’estensione di Ortigia in direzione est doveva essere maggiore rispetto all’era contemporanea e che le grandi paludi estese dal basso corso dell’Anapo e dalle sponde del Porto Grande fino alle pendici del Monte Temenite e, attraverso la zona del Foro Siracusano, alla riva settentrionale del Porto Piccolo, avevano verosimilmente influenzato la progressiva espansione dell’abitato al di fuori dal nucleo originario di Ortigia.

Fig. 3.2 - Stralcio Tav. IV dell’Atlante topografico di Siracusa (da CAVALLARI, HOLM 1883).

Nel Novecento furono soprattutto Paolo Orsi e Luigi Bernabò Brea che riuscirono a svolgere una serie straordinaria di ricerche sul terreno con risultati che

72 rivoluzionarono completamente le conoscenze relative al mondo antico della Sicilia, in particolare quelle riguardanti il periodo protostorico. Grazie agli scrupolosi metodi di lavoro e di documentazione di P.Orsi (attivo a Siracusa dal 1888 al 1932 circa), caratterizzati da una ininterrotta attività di scavo, attenta applicazione della metodologia stratigrafica di scavo, riflessione sul dato topografico, musealizzazione dei reperti e soprattutto edizione celere e sistematica dei dati raccolti sul campo120, Siracusa può disporre di una copiosa

serie di ricerche e approfondimenti scientifici che rappresenta ancora oggi la principale letteratura di riferimento. Orsi fu il primo ad applicare in Sicilia lo scavo stratigrafico, in particolare a Siracusa molto famoso fu lo scavo di Via Minerva, compiuto negli anni 1912-1917, i cui risultati sono stati pubblicati nella celebre monografia dell’Accademia dei Lincei del 1918121. In anticipo sui tempi, Orsi di

fatto interveniva spesso in occasione di attività edilizie urbane secondo modalità che oggi sarebbero definite di sistematica sorveglianza archeologica122.

Una rigorosa attività di ricerca e produzione scientifica ha improntato anche il lavoro di L. Bernabò Brea, Soprintendente alle Antichità della Sicilia Orientale dal 1941 al 1973123. Furono gli anni in cui a Siracusa si interveniva nella Neapolis

dove furono creati i presupposti per la creazione del primo e più importante parco archeologico della Sicilia, nel cuore di una città moderna già sede di una colonia greca. Infine, non si può non menzionare il lungo e prolifico impegno di studio e tutela delle testimonianze tardo antiche e medievali da parte di G. e S.L. Agnello docenti di Archeologia Cristiana presso l’Università di Catania e ispettori della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra per le catacombe di Siracusa per tutta la seconda metà del Novecento124. La ricerca e la pubblicazione dei risultati

delle indagini archeologiche e topografiche condotte a Siracusa è proseguita con una certa regolarità sino alla metà del XX secolo in un contesto urbano, come evidenziato da G. Voza, sostanzialmente “stabile” cioè non sottoposto ad eccessiva pressione da parte di interventi costruttivi moderni125. La situazione

cambiò a partire dagli anni 60-70 del secolo scorso, in concomitanza con la

120 Sulla bibliografia orsiana MARCHESE A., MARCHESE L. (a cura di) 2000 121 ORSI P. 1918

122 ORSI 1912 p. 292; Id. 1925, p. 312; ADORNO 2005 pp. 97-118

123 BERNABO’ BREA 1947 pp. 172-214; Id. 1973 pp.78-80. http://www.luigibernabobrea.it con tutti i

principali riferimenti bibliografici

124 Cfr. i profili biografici in PERGOLA 1988; AGNELLO 1993; LA VIA COLLI 2006 pp.66-72 125 VOZA 2011 pp. III-IX

73 massiccia espansione edilizia sia in città che nelle aree periurbane126 e il

fenomeno dell’industrializzazione a cui la costa orientale della Sicilia fu sottoposta. Le opere pubbliche realizzate senza attenzione per la salvaguardia dei valori storico-ambientali, interessarono in brevissimo tempo aree molto estese, rimaste inalterate per secoli. A Siracusa da quel momento in poi si resero necessarie una serie di interventi di emergenza eseguiti non con finalità di ricerca, ma imposti da urgenze di varia natura (scoperte fortuite, da lavori edilizi stradali e industriali), con conseguente esaurimento delle risorse disponibili in prassi amministrative legate alle contingenti esigenze di tutela127. Negli stessi

anni risalgono due momenti molto importanti per la ricerca archeologica a Siracusa: lo scavo del tempio ionico nel cuore del centro storico e dell’abitato preistorico di Thapsos sul margine della zona industriale128. I risultati di quelle

esplorazioni furono di grande rilevanza sia per i dati raccolti, che scongiurarono nel caso di Thapsos il pericolo di distruzione del sito, sia per il rigore delle operazioni di scavo129.

La frammentazione e la occasionalità della ricerca archeologica di quegli anni si è riflessa nella sistematicità dell’edizione degli scavi urbani. Solo alcuni complessi sono stati oggetto di una esaustiva edizione, mentre la maggior parte delle ricerche nei siti cosiddetti “minori” hanno ricevuto, nei migliore dei casi, brevissime comunicazioni preliminari o modeste segnalazioni restando di fatto inedite130.

Negli anni Ottanta e Novanta gli scavi effettuati sul colle Temenite hanno dato la possibilità di riscrivere la storia delle fasi costruttive del teatro greco a partire dall’età tardo-arcaica fino all’età di Ierone II, quando il monumento divenne specchio delle esperienze costruttive del mondo greco-orientale in età ellenistica. Mentre nel cuore di Ortigia in piazza del Duomo131, fu dimostrato, grazie agli

scavi, che l’area era stata luogo del sacro dall’Età del Bronzo antico ad oggi,

126 La pressione urbanistica è da considerarsi ad oggi ancora molto significativa (anche a causa della

ritardata perimetrazione del Parco Archeologico di Siracusa, istituito in base alla L.R. 20/2000, ma decretato solo nel 2014) soprattutto lungo il circuito delle mura dionigiane sull’Epipole, dove nuovi progetti di edilizia hanno avuto maggiore incidenza provocando forti contrasti tra interesse pubblico di tutela e iniziativa economica privata.

127 VOZA 2011, pp. VI-VII

128 VOZA , PELAGATTI 1968-1969 pp. 344-364, 357-364; VOZA 1972-1973 pp. 186-188.

129 Per la prima volta in Sicilia fu utilizzato il sistema dello scavo per quadrati metodo che si andava

sperimentando in Grecia da parte di Paul Courbin

130 Per alcuni scavi effettuati negli ultimi anni vd. le segnalazioni in BASILE, MIRABELLA 2003 pp. 295-

343.; BASILE 2008-2009 pp.729-782; GUZZARDI 2011 pp. 349-387

74 ripercorrendo la storia delle vicende del più antico e importante santuario della colonia greca, sorta intorno all’oikos che sancì la sua nascita religiosa e politica. Dopo circa un secolo di ricerche Siracusa è oggi possibile, in maniera molto attendibile, avere una cognizione concreta sull’ubicazione ed estensione dei quartieri della colonia greca, sulla destinazione d’uso delle aree urbane antiche; e, soprattutto, sono note le linee generali dell’assetto dell’impianto urbanistico antico di Ortigia e di terraferma.

Nel 2005 Siracusa e la necropoli rupestre di Pantalica sono state inserite nella World Heritage List dell’UNESCO132. È molto significativo il fatto che il primo dei

tre piani settoriali che compongono il piano di gestione dei siti UNESCO di Siracusa e Pantalica del 2005, dedicato alla “conoscenza, protezione e conservazione”, tra le altre misure previste contempli la sistematizzazione dei dati esistenti (cartografici, alfanumerici, fotografici e iconografici) e l’approfondimento della conoscenza del patrimonio attraverso la prosecuzione delle attività di scavo, la promozione di nuovi studi e pubblicazioni, l’incremento delle attività di tutela e di restauro dei beni archeologici e del paesaggio.

3.4 Inquadramento topografico: gli antichi quartieri

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