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Categorie operative in Aldo Rossi: logica, analogia, nostalgia

Nel documento Preziosi Frammenti (pagine 94-98)

«Sono deformato dai nessi con tutto ciò che qui mi circonda. Come un mollusco abita il suo guscio, così dimoravo nel XIX secolo il quale ora mi sta davanti come un guscio disabitato. A volte l’accosto all’orecchio»1.

Il mezzo filmico consente di indagare la città moderna e contemporanea se- guendone il processo di cambiamento nel suo farsi e restituendo la doppia valenza di “mappa dinamica”, secondo un’oggettiva analisi conoscitiva, e di correlazioni evocative ed analogiche intrinseche alla soggettività ed alla perce- zione individuale. I molteplici codici di rappresentazione che vi interagiscono simultaneamente consentono una comunicazione complessa, se pur immedia- ta, che ben si adatta all’ambito urbano in trasformazione tanto che, soprattutto nella seconda metà del secolo scorso, diviene un mezzo espressivo di docu- mentazione anche riguardo al tema dell’abitare. La XV Triennale di Milano nel 1973, nei cinquant’anni dalla prima edizione, indaga la relazione tra il pro- getto e la città in base a riferimenti che presuppongono una ricerca, continua e prevalentemente concettuale, della disciplina architettonica «nella realtà del vivere quotidiano, con un’ottica che superi gli ambiti nazionali»2. In que-

sta edizione della Triennale, organizzata secondo sezioni tematiche e nuclei espositivi che raccolgono esempi di architettura e design secondo differenti accezioni, il mezzo filmico è incisivamente presente3 e lo stesso progetto di

allestimento richiama il montaggio filmico e sequenziale di molteplici frame.

1 W. Benjamin, Infanzia berlinese intorno al millenovecento, Torino, Einaudi, 2001, p. 51. 2 Archivi della Triennale-Biblioteca del progetto, TRN U15 CAT: XV Triennale di Milano:

esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne e dell’architettura moderna,

catalogo dell’esposizione a Palazzo dell’arte al Parco, Milano, 20 settembre -20 novembre 1973, Milano, Grafiche A. Nava, 1973, p. 19.

3 Anche la sezione dedicata all’Industrial Design, curata da Ettore Sottsass jr. con Andrea Bran-

zi è allestita con diciannove schermi su ognuno dei quali sono trasmessi, in una stessa sala simul- taneamente, sei-sette filmati in sequenza, con differenti tematiche.

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Preziosi frammenti Il film documentario Ornamento e Delitto del 1973 è realizzato da Aldo Rossi

con Gianni Braghieri e Franco Raggi4, nell’ambito della sezione Architettura –

città di cui lo stesso Aldo Rossi è curatore5. Il film documentario è parte inte-

grante dell’esposizione e delle riflessioni a cui contribuiscono disegni e plastici di progetti realizzati o frutto di ricerche accademiche riguardo a alcune città europee. La parte introduttiva dell’esposizione è dedicata ad architetti che hanno interpretato il Movimento Moderno in esperienze ad esso successive come Piero Bottoni, Ernesto Nathan Rogers e Hans Schmidt. Il film è pro- iettato in una saletta collocata quasi al termine del percorso espositivo della mostra internazionale d’Architettura6 allestita al piano terra del palazzo, in

programmazione sequenziale con il filmato La nuova abitazione, girato dal da-

daista Hans Richter. Il cortometraggio, della durata di circa quaranta minuti, è realizzato secondo una tecnica di montaggio propria del collage artistico: un assemblaggio di immagini fisse e frammenti letterari con spezzoni filmici tratti da quattro pellicole cinematografiche – Senso di Luchino Visconti, Senilità di

Mauro Bolognini, 8 1/2 e Roma di Federico Fellini7 – riprese filmiche della

periferia industriale di Milano girate da Aldo Rossi e Luigi Durissi, documen- tari di repertorio e fotografie presenti nella sezione in mostra “Architettura Razionale – passato e presente”.

Le letture che accompagnano il «collage cinematografico»8 sono commenti

che sovrappongono o ritmano i passaggi del montaggio delle parti, come una sorta di sfumatura di riflessione sui temi affrontati. Il titolo è un esplicito richiamo al noto testo di Adolf Loos di cui riassume le intenzioni estetico-so- ciali mentre la citazione di Benjamin con cui si apre e si chiude il film9, inqua-

4 Il film, con la regia di Luigi Durissi e il montaggio di Elver Degan Blanchet, è prodotto nel

1973 da La Contemporafilm per la XV Triennale di Milano.

5 XV Triennale … cit., p. 37. La sezione Architettura-città è curata da Aldo Rossi con Franco

Raggi, Massimo Scolari, Rosaldo Bonicalzi, Gianni Braghieri e Daniele Vitale.

6 Ibidem, pp. 37-42, pp. 143-147.

7 L. Visconti (regia di), Senso, LuxFilm, Italia 1954; M. Bolognini (regia di), Senilità, Aëra Film-

Zebra Film CEIAD, Italia 1962; F. Fellini (regia di), 8 1/2, Angelo Rizzoli, Italia-Francia, 1963; F.

Fellini (regia di), Roma, Ultra Film, Italia, 1972. Tra le autorizzazioni richieste per la proiezione

vi è anche una parte del film La notte di Michelangelo Antonioni. Vedi: Archivio Triennale di

Milano, fondo Triennale, TRN XV Faldone 003 (unità 01).

8 Lo stesso Aldo Rossi definisce il film “collage cinematografico” nell’introduzione al volume

che costituisce parte integrante della mostra: E. Bonfanti (a cura di), Architettura razionale. XV Triennale di Milano. Sezione internazionale di architettura, Franco Angeli, Milano 1973. Vedi

anche: Centro Archivi Maxxi (CAM), fondo Rossi, AR-ADSC/19. I testi citazionali del film sono tratti da opere oltreché di Walter Benjamin, di Karl Marx, Adolf Loos, Hans Schmidt, Adolf Behne, Marcel Poëte, Paul Klee. Vedi anche: A. Bocchini-G. Giancipoli, Ornamento e delitto: un film di Aldo Rossi, Gianni Braghieri, Franco Raggi, in G. Braghieri-A. Trentin-M. Agnolet-

to-V. Parmiani, OMU/AR: un laboratorio didattico, Bologna, Clueb, 2010, pp. 54-65.

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Territori urbani: cinema e progetto di architettura

drando le inquietudini di un periodo e l’importanza della consapevolezza del proprio passato, introduce al tema dell’abitare, sociale ed esistenziale, a cui la mostra della Triennale è dedicata. Il film-documentario, che verrà proiettato anni dopo con finalità didattiche10, è una sorta di città analoga, come il quadro

di Arduino Cantafora nella stessa sezione espositiva e la tavola realizzata nel 1976 per la Biennale di Venezia dallo stesso Rossi con Eraldo Consolascio, Bruno Reichlin e Fabio Reinhart. Il film è un progetto esso stesso, in grado di rivelare e rappresentare metodologie analitico-compositive destinate alla città: un concatenarsi di frammenti giustapposti come in un processo urbano di stratificazione diacronica. Il mezzo diviene una sorta di categoria operativa, già indagata nel progetto per piazza Pillotta a Parma in cui fa eco la città del film Prima della rivoluzione11 di Bertolucci. Luoghi fisici e luoghi della memo-

ria, collettiva e condivisa quanto personale e soggettiva, sono considerati nella loro autonoma struttura logica e ricomposti in una aperta relazione analogica. L’analisi del fatto urbano trova nel mezzo cinematografico uno strumento di metodo idoneo a osservare, sondare e conoscere la realtà mutata, ed in mu- tamento, della città intesa come opera d’arte collettiva oltre il sistema logico- funzionale o estetico-formale.

«Le cose sono viste con la partecipazione ambigua del voyeur: esiste una impossi- bilità all’azione da parte dell’artista il quale guarda, corregge, prepara, ma fornisce solo lo strumento per un’azione imprevedibile. […] Nel film l’architettura è sempre interrotta da avvenimenti della vita pubblica o privata»12.

La rappresentazione filmica è usata come dispositivo cognitivo, e di sperimenta- zione, in grado di esprimere gli aspetti poliedrici della realtà e della vita urbana nel suo modificarsi secondo una relazione duale tra gli aspetti sociali e le decli- nazioni delle soggettività. I frammenti filmici rimandano a centri storici (Venezia e Trieste) e periferie13 (Roma e Milano) che divengono al tempo stesso scene

fisse, anche se mutevoli nel tempo, della vita che vi si svolge e figure analogiche di condizioni esistenziali: teatri della quotidianità e metafore di trasformazioni riflesse nelle e dalla vita dei soggetti protagonisti. Al tempo stesso la ricomposi- zione genera un’unitaria costruzione teorica di analogie. Questa sorta di subor- dinazione reciproca tra architettura e vissuto, tra mondo esterno e interiorità,

10 (CAM), cit. La pellicola verrà proiettata anche il 5 ottobre 1976 a Santiago de Compostela

nell’ambito del I Seminario Internacional de Arquitectura.

11 B. Bertolucci (regia di), Prima della rivoluzione, Iride Cinematografica, Italia, 1964. 12 (CAM), cit.

13 A. Rossi, La città e la periferia in «Casabella-Continuità», n. 253, luglio 1961, pp. 23-26 an-

che in A. Rossi, Scritti scelti sull’architettura e la città 1956-1972, Macerata, Quodilibet, 2012,

pp. 149-164. A. Rossi, Nuovi problemi in «Casabella-Continuità», n. 264, 1962, pp. 3-6 anche

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Preziosi frammenti supportato dai riferimenti cinematografici, diviene ancora più evidente nelle riflessioni di Rossi sul paesaggio anche come luogo interiore disegnato dalle tracce della memoria e dai pastelli della fantasia.

«Ogni luogo è certamente singolare proprio nella misura in cui possiede sterminate affinità o analogie con altri luoghi; anche il concetto di identità e quindi di straniero è relativo. Ogni luogo si ricorda nella misura in cui siamo immedesimati. Penso al film di Antonioni Professione reporter14 e a un luogo a me particolarmente caro, all’isola d’Elba, che chiamavamo “professione reporter” senza nessun apparente motivo di somiglianza che non fosse la luce e il sole, ma anche perché quel luogo era legato alla perdita d’identità, come nel film di Antonioni. Questo luogo era un mio progetto»15.

L’arte cinematografica è mezzo di riflessione, l’opera filmica un luogo virtuale per l’esercizio creativo.

Il paesaggio silente e infinito di Antonioni costituisce uno spazio sconfinato sia nella visione d’orizzonte sia nel piano sequenza degli spazi interni come spec- chio di identità non più definite, ma deformate e decostruite. Considerando l’inquadratura come fatto plastico, Antonioni indaga la presenza figurativa degli attori in rapporto ponderale con lo spazio e gli oggetti di scena, costruendo nessi analogici e immergendo i soggetti in una spazialità significante fino qua- si a dissolvere la presenza-identità del soggetto stesso. Il processo analogico sostiene così lo sviluppo di una componente nostalgica sempre più presente nell’opera rossiana, in equilibrio tra una logica scientificità analitica di metodo e un costante supporto delle tracce mnemoniche personali come valori di un processo temporale, tanto da riferire alcuni progetti della fase matura ai film di Tarkovskij. Il cinema, da strumento di approfondimento conoscitivo a supporto creativo, e il progetto di architettura stabiliscono una simbiosi metodologica nel processo compositivo costitutivo dei territori urbani.

14 M. Antonioni (regia di), Professione reporter, (The passenger), prodotto da Carlo Ponti, Fran-

cia-Italia-Stati Uniti-Spagna, 1975.

15 «[…] Il disegno delle Cabine dell’Elba è divenuto il progetto per la Casa dello studente di

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