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IL SODDISFACIMENTO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO DELLE PM

3.5 LE CAUSE DELLA CRIS

Individuare le cause delle crisi aziendali è di fondamentale importanza, al fine di mettere in atto la cura più adeguata per riportare l’impresa in equilibrio in tempi rapidi. In dottrina, si effettua una prima distinzione in merito a quelle che possono essere le cause della crisi, si parla nello specifico di cause soggettive e cause oggettive.

Coloro che prediligono la prima impostazione attribuiscono la crisi alla negligenza di chi governa l’azienda, anche nel caso in cui non si rilevi un’evidente cattiva gestione, infatti, ritengono che sia difficile pensare che l’organo amministrativo abbia fatto tutto perfettamente. Sarebbe, difatti,

54 S.BIANCHI,“La comunicazione economico-finanziaria nelle operazioni straordinarie d’impresa”, in E.CORVI “Economia e gestione della comunicazione economico-finanziaria d’impresa” Egea, Milano 1997; E.GIACOSA, “La comunicazione economico-finanziaria nel sistema impresa”,Giappichelli, Torino. 2012.

55 E.GIACOSA,“La comunicazione economico-finanziaria nel sistema impresa. Finalità, strumenti, e comportamenti attuali e teorici in un modello ideale di comunicazione”,

Giappichelli, Torino. 2012; A.PROVASOLI “ Il Bilancio nel processo di comunicazione”, in AA.VV., Atti del convegno “La comunicazione economica: valore aziendale e sociale”, Egea,

tranquillamente possibile che il management non sia all’altezza del compito che gli è stato assegnato, ossia non è in grado di adottare le giuste decisioni al momento opportuno, non riesce a percepire i segnali della crisi e queste scarse capacità sono alla base del cattivo funzionamento della gestione aziendale.

Le cause di tale malfunzionamento dell’organo amministrativo possono in realtà essere di diversa natura; ad esempio, in molte imprese, specialmente in quelle oggetto del presente lavoro, la direzione è affidata ad un solo uomo.

Questa conduzione monocratica dell’impresa, che è poco avversa a critiche o scambi di idee, può risultare nel lungo periodo poco efficace e pericolosa. La presenza, invece di un organo amministrativo articolato, composto da più soggetti è una condizione che favorisce sviluppo e innovazione.

Possono, invero, essere causa della crisi anche coloro che operano nei diversi settori, ad esempio, vendita, produzione, progettazione se non incentivati56 e, soprattutto, se non coordinati.

Per comprendere in maniera più analitica possibile le cause della crisi è preferibile adottare un approccio di tipo oggettivo.

Secondo questa impostazione è possibile individuare cinque tipologie di crisi, in funzione delle cause che la provocano:

1. Crisi da inefficienza: si verifica quando una o più funzione o aree aziendali operano con un rendimento che si attesta a livelli inferiori rispetto a quelli dei competitors. Il più delle volte tale fenomeno si manifesta nell’area produttiva, in questo caso è possibile attribuire l’inefficienza o all’obsolescenza dei macchinari allo scarso livello di capacità di utilizzo da parte dei lavoratori, alla dislocazione degli impianti o al loro sottodimensionamento ed in ultimo alla sovracapacità del personale in relazione alle reali esigenze di produzione. Tuttavia, l’area produzione non

56 L. Marchi parla di obiettivi difficili da raggiungere ma raggiungibili, il management di qualità

infatti affida ai suoi collaboratori obiettivi che non sono ne troppo facili né troppo difficili, in modo da innescare in chi ha a che fare tutti i giorni con l’azienda la voglia di migliorarsi continuamente. S. MARASCA, L. MARCHI, A. RICCABONI, “Il controllo di gestione,

è l’unica responsabile dello stato di inefficienza aziendale, essa infatti può essere attribuita anche all’area commerciale, a quella organizzativa, e a quella finanziaria.

Nel primo caso l’inefficienza può derivare ad esempio da una non diretta proporzionalità tra le diverse categorie di costi di marketing e i risultati da esse generati.

L’inefficienza organizzativa si manifesta quando mancano in azienda, mezzi di programmazione e controllo (quali ad esempio il budget mensile), mezzi di pianificazione strategica a medio lungo termine, o quando il comportamento di alcuni manager è volto esclusivamente ad ottenere vantaggi personali.

L’area finanziaria, in ultimo, può essere causa di crisi aziendali di una certa rilevanza, le cui inefficienze sono date dalla differenza tra il più alto costo dei mezzi propri e del capitale di rischio, in relazione alle imprese concorrenti.

2. Crisi da sovracapacità/rigidità: può derivare dal fatto che l’impresa non sia più in grado di controllare il mercato a cui si rivolge, in particolare la scarsa attenzioni alle sue evoluzioni può far si che i prodotti offerti risultino alla clientela poco attrattivi e quindi non siano più in grado di reggere il peso della concorrenza.

Tra le situazioni più frequenti alla base di questa sovracapacità possiamo trovare:

• Riduzione del volume della domanda globale per l’azienda: è la situazione in cui la capacità produttiva è superiore alle possibilità di assorbimento del mercato ed ha fondamento in una eccessiva capacità dell’intero settore. Le conseguenze negative a livello settoriale, si rifletteranno sull’impresa e, pertanto, sarà indispensabile pensare ad una struttura di costi il più flessibile possibile, tenendo presente che fattori quali cambiamento dei gusti del consumatore, presenza di nuove e forti correnti d’importazione, presenza di barriere all’entrata o all’uscita possono far si che player forti diventeranno ancora più forti, mentre quelli deboli sono destinati a

“scomparire” dal settore. In altre parole, si vuole sottolineare come il processo di adattamento ai costi rivesta un momento fondamentale, che può ridurre o aumentare la probabilità di declino.

• Sovracapacità legata alla perdita di quote di mercato: diversamente dal caso precedente, dove un fenomeno manifestatosi a livello settoriale, si riflette sull’impresa, qui l’unica parte interessata è solo l’azienda.

Le cause, infatti, possono essere fatte risalire alla singola impresa che presenta delle debolezze interne, che appaiono ancora più gravi. La soluzione a questo punto potrebbe essere quella di una rapida riduzione dei costi, in particolar modo quelli di natura discrezionale. Tale fattispecie ha spesso come unica soluzione il dissesto, dopo aver attraversato periodi di perdita più o meno rilevanti.

• Sviluppo dei ricavi inferiori alle attese, a fronte di investimenti sostenuti per la crescita: l’azienda, sulla base di un previsto sviluppo della domanda, avrebbe programmato nuova capacità produttiva per incrementare la sua quota di mercato, ma a causa di diversi fattori, interni o esterni, l’aumento atteso non si è verificato.

Qualora si verificasse una crisi del genere, l’impresa può da una parte, attendere il tempo necessario affinché il naturale sviluppo della domanda riassorba l’eccesso di capacità produttiva, dall’altra, tentare politiche di mercato aggressive volte a migliorare nel breve la capacità produttiva. • Aumenti di costi non controbilanciati da aumenti di prezzi soggetti a

controllo pubblico: è questa la situazione tipica dei periodi di inflazione, quando i costi salgono e l’adattamento dei ricavi risulta difficoltoso a seguito di ragioni burocratiche o politiche.

In realtà, questo solo in casi eccezionali genera una crisi, poiché le autorità preposte al controllo dei prezzi generalmente intervengono prima che tali difficoltà si possano manifestare.

3. Crisi da decadimento dei prodotti: tale crisi trova origine nella riduzione dei margini positivi tra prezzi e costi al di sotto del limite necessario per la copertura dei costi fissi e comuni e per garantire un livello adeguato di

utili. Questa situazione si manifesta quando l’imprenditore offre un mix di prodotti non più efficace, e in grado di reggere la concorrenza.

Le cause che portano ad una situazione del genere possono essere una carenza di innovazione, scarsi investimenti in ricerca e sviluppo oppure il fatto che la concorrenza essendosi mossa in anticipo è più avanti ed influenza le politiche dell’azienda.

La peculiarità di questo tipo di crisi sta nel fatto che non può essere in qualche modo prevenuta solamente leggendo il bilancio, bensì necessita anche di una profonda conoscenza del settore merceologico di riferimento. 4. Crisi da carenza di innovazione e programmazione: la mancata

predisposizione delle basi per affrontare il futuro determina un graduale peggioramento dell’operatività aziendale e della capacità di fronteggiare le inevitabili fasi di difficoltà. Le imprese incapaci in questo senso operano tenendo conto solo dell’immediato, l’unico obiettivo, pertanto, sarà il raggiungimento degli obiettivi di breve periodo, tralasciando la predisposizione delle condizioni per affrontare il futuro.

Per carenza di innovazione si intende l’incapacità di individuare e sfruttare nuove opportunità di crescita sotto il profilo competitivo e reddituale. In conclusione, difficilmente l’impresa nel lungo periodo sarà in grado di conseguire risultati economici nel tempo senza l’attuazione di nuove idee che si tradurranno nella “creazione” di nuovi prodotti e nell’individuazione di nuovi mercati.

5. Crisi da squilibrio finanziario/patrimoniale: sono riconducibili ad uno sbilanciamento tra entrate e uscite, che non consente di acquisire risorse finanziarie nei tempi e nelle quantità necessarie a garantire il regolare svolgimento delle attività.

Le situazioni che si presentano più di frequente sono:

• Carenza di mezzi propri e corrispondente prevalenza di mezzi a titolo di debito;

• Netta prevalenza di debiti a breve termine rispetto alle altre categorie di indebitamento;

• Squilibri tra investimenti duraturi e mezzi finanziari stabilmente disponibili;

• Inesistenza di riserve di liquidità;

• Scarsa capacità di contrattazione del credito da parte dell’azienda, data l’esigenza di disporne ad ogni costo;

• Difficoltà di seguire e rispettare le scadenza e conseguentemente il ritardo di alcune categorie di pagamenti (rate di prestiti, fornitori).

Gli squilibri, tuttavia, possono anche avere carattere strettamente patrimoniale.

Nello specifico, si potrebbe verificare una carenza di mezzi vincolati all’impresa a titolo di capitale e di riserve, rispetto ad altre componenti dello stato patrimoniale e della situazione economica. La carenza di mezzi propri è un amplificatore del rischio di crisi per l’impresa, in quanto le risorse a disposizione sono poche in relazione alle perdite che con molta probabilità si genereranno.

In un primo momento, la debolezza patrimoniale non appare come una crisi, bensì come una situazione di difficoltà passeggera, nelle fasi successive invece la solidità patrimoniale si configurerà come condizione necessaria per resistere alla crisi.

Nei momenti di tensione finanziaria, infatti, essa consente, grazie alle risorse interne, un allungamento dei tempi per poter effettuare azioni correttive.

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