• Non ci sono risultati.

IL SODDISFACIMENTO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO DELLE PM

3.6 PERCEPIRE LA CRIS

Percepire lo stato di crisi in cui versa l’azienda e generare una profonda conoscenza nel management e nell’imprenditore del fenomeno che si sta attraversando, rappresenta la prima criticità che si deve affrontare prima di partire con un processo di risanamento.

Per fare ciò è necessario che l’azienda abbia un sistema di controllo di gestione che permetta di valutare i parametri essenziali e che sia in grado di

individuare i sintomi di una eventuale crisi, riuscendo a identificare le cause che la potrebbero generare.

I primi sintomi di uno stato di crisi possono essere:

• Economici: diminuzione del fatturato, perdita di quote di mercato, diminuzione della marginalità, cancellazione o rallentamento degli investimenti previsti;

• Finanziari: allungamento dei tempi di pagamento dei fornitori, di incasso dei crediti, aumento del magazzino;

• Situazione debitoria: ricorso ad una componente più elevata di debito per finanziare il circolante, aumento degli oneri finanziari.

Nello svolgere la sua funzione, il controllo di gestione deve monitorare costantemente gli indicatori economici, finanziari e patrimoniali che possono essere utili a individuare, prima che sia troppo tardi, quelli che potrebbero essere i sintomi della crisi appena descritti e porre in essere le adeguate azioni correttive.

Di seguito, verranno esposti una serie di indicatori che sono in grado di far percepire il trend negativo e iniziare a predisporre delle azioni correttive: • Indici di solidità patrimoniale: riguardano la capacità dell’azienda di

perdurare nel tempo, in base a come riesce ad adattarsi alle mutevoli condizioni interne ed esterne, quindi anche dalla capacità di resistere ad eventi sfavorevoli.

Utilizzare questa classe di indici può essere di aiuto a comprendere non solo quanto un’impresa può essere indipendente da un punto di vista finanziario, ma anche se è o meno in grado di coprire i costi degli investimenti con il capitale proprio o, in alternativa, con i debiti a medio lungo periodo.

In una situazione di crisi l’impresa sarà caratterizzata da una forte dipendenza finanziaria da terzi, da cui potrebbero derivare difficoltà di accesso al credito, estinzione di passività, di sviluppo e dipendenza dalla gestione finanziaria.

• Indici di indebitamento: sono indicatori utili a verificare la composizione dei finanziamenti ottenuti, attraverso l’analisi della struttura del passivo. Più la proporzione tra capitale proprio e quello utilizzato per finanziare gli impieghi è elevata, più l’azienda viene percepita come rischiosa. Ad un aumento del rischio corrisponde un aumento della remunerazione attesa dai finanziatori, quindi degli oneri finanziari che l’impresa dovrà sostenere per reperire ulteriori finanziamenti. Questo, in casi estremi porta l’azienda verso il fallimento, l’impresa che viene considerata “sana” infatti avrà un’equa distribuzione tra capitale proprio e capitale di terzi.

• Indici di liquidità finanziaria: la loro utilità si manifesta quando si deve verificare l’attitudine dell’azienda a fronteggiare prontamente i fabbisogni monetari della gestione con mezzi monetari e finanziari propri.

L’analisi è essenzialmente basata sul confronto tra attività a breve e passività a breve; in altri termini, possiamo considerare l’azienda liquida se, ad una data di riferimento, è in grado, anche se virtualmente, di rimborsare le passività in scadenza senza compromettere le future condizioni di equilibrio patrimoniale ed economico.

• Indici di redditività: l’accertamento di eventuali disfunzioni nel sottosistema economico può essere arricchito attraverso l’impiego di indici di bilancio, volti ad indagare in modo complementare la redditività aziendale. Tali indici possono riferirsi sia alla redditività globale dell’impresa (ROE, leva finanziaria) e sia all’analisi della redditività operativa (ROI, ROS, rapporti di incidenza dei costi e degli indici di tournover del capitale).

Altro strumento utilizzato per l’individuazione di una crisi è il rendiconto finanziario, il quale costituisce uno strumento complesso che consente di analizzare e rappresentare la dinamica monetaria e finanziaria dell’impresa, in altri termini, la dinamica degli scambi effettuati dall’impresa con l’ambiente esterno generanti valori monetari e/o finanziari.

Attraverso il rendiconto si riesce ad associare ad ogni area gestionale il flusso di cassa che essa ha prodotto o assorbito, allo scopo di comprendere

le cause che hanno prodotto la variazione della posizione monetaria netta osservata in un determinato esercizio.

In una situazione normale, il flusso del circolante della gestione caratteristica, dovrebbe avere segno positivo ed un’incidenza elevata sul cash flow globale netto, ovviamente quanto più è elevato tale valore tanto più soddisfacente sarà giudicata la dinamica finanziaria dell’azienda. In una situazione di difficoltà tendenzialmente si registrerà un cash flow caratteristico negativo e, per finanziare la gestione caratteristica si attinge dai mezzi finanziari provenienti dalle altre gestioni (ad esempio disinvestimenti, nuovi indebitamenti, nuovi apporti di soci, utilizzo delle riserve).

Il controllo di gestione, in conclusione, si configura come uno strumento fondamentale per supportare i processi di definizione degli obiettivi e di formulazione dei piani da porre in essere per riorientare le azioni del management e creare le premesse per il superamento della crisi.

Nello specifico, i budget finanziari, se articolati su base mensile, sono efficaci strumenti di governo della liquidità e di salvaguardia della solvibilità aziendale. La disponibilità di conti economici, stati patrimoniali e rendiconti finanziari in chiave prospettica consentono di condurre un’analisi di bilancio attraverso il calcolo di indici e flussi riferiti a valori programmatici con funzione predittiva, capace di cogliere in anticipo i sintomi della gestione futura.

CAPITOLO IV

LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO

Sommario: 4.1 Gli accordi di ristrutturazione del debito: considerazioni introduttive; 4.2 Accordi di ristrutturazione del debito; 4.3 La ristrutturazione del debito e il principio contabile OIC 6; 4.4 Concessione accordata al creditore; 4.5 I debiti ristrutturati; 4.6 Aspetti contabili della ristrutturazione del debito; 4.6.1 Modifica dei termini originari del debito; 4.6.2 estinzione del debito con cessione di attività; 4.6.3 estinzione del debito mediante conversione in capitale; 4.7 il trattamento contabile dei costi connessi alle operazioni di ristrutturazione

4.1 GLI ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO:

Documenti correlati