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Le chiavi della ripartenza del lavoro: PNRR, Made in Italy, le PMI e l’economia circolare

Analizzando il contesto italiano, va ricordato che gli imprenditori e la propensione imprenditoriale Made in It-aly sono il fondamento di una ripartenza sostenibile e, da sempre, il motore di trasformazione dell’economia italiana. Comprendere le caratteristiche predominanti dell’attività imprenditoriale è diventato ancora più impel-lente, specialmente a seguito della grave crisi sociale ed economica determinata dalla pandemia che ha colpito l’economia globale e, in particolare, quella italiana.

Le nostre PMI hanno rappresentato in modo sproporzionato i settori più colpiti dalle misure restrittive imposte dal governo (ad esempio il commercio al dettaglio, i trasporti, i settori della ristorazione e del turismo, i servizi professionali e personali, ecc.), ma hanno reagito in modo egregio e resiliente di fronte allo tsunami causato dal-la prima fase di emergenza sanitaria. Infatti, tre PMI su quattro hanno resistito aldal-la crisi generata daldal-la pandemia.

Adesso bisognerà cogliere le opportunità e vincere le sfide dettate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR. Questo, infatti, rappresenta un “new deal” di risorse verso i settori di alta produttività e complessità ed ha l’obiettivo di stimolare la creazione di nuove catene di valore, la generazione di nuovi prodotti complessi e sostenibili, lo sviluppo di nuove tecnologie pulite e, in ultimo, la formazione di settori dell'eccellenza italiana di nuova generazione. Tale transizione verso un’economia l’economia italiana 4.0, come delineata dal PNRR come più sostenibile ed innovativa, richiede pertanto agli imprenditori di:

• possedere maggiori e sempre più specifiche competenze

• sviluppare una visione più ampia dell’ecosistema imprenditoriale e del mercato a livello globale

• promuovere obiettivi sociali e ambientali

• introdurre tecnologie e modelli di business sostenibili, innovativi, circolari e rispettosi del clima - essere collab-orativi e trasparenti

• sfruttare al meglio gli aspetti positivi emersi durante la crisi nelle pratiche aziendali, compreso l’adattamento a modalità di lavoro smart e flessibili

• saper cogliere i benefici della digitalizzazione e i modelli di sviluppo economico condiviso legati alla sharing economy

Entrando quindi nei dettagli del cosiddetto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, questo definisce la strategia

con cui l’Italia investirà i fondi europei stanziati nell’am-bito del Next Generation EU, un programma di rilancio economico dedicato agli stati membri dell’UE.

Il Piano si sviluppa intorno ai tre assi strategici di “Digi-talizzazione e innovazione”, “Transizione ecologica” ed

“Inclusione sociale” e si articola sulle seguenti 6 mis-sioni:

M1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultu-ra e turismo

M2. Rivoluzione verde e transizione ecologica M3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile M4. Istruzione e ricerca

M5. Inclusione e coesione M6. Salute

Nell’ambito dell’intero programma Next Generation EU all’Italia sono stati destinati fondi per oltre 235 Miliardi di €, di cui 191,5 solo per il PNRR. Il Piano prevede un insieme integrato di investimenti e riforme orientato a migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività del Paese, oltre che a favorire una attrazione degli investi-menti e, in generale, ad accrescere la fiducia di cittadini e imprese.

Si prevedono 134 differenti investimenti e 63 riforme (per un totale di 197 misure), declinati su 527 tra Tra-guardi qualitativi (40%) e Obiettivi quantitativi (60%) da

raggiungere entro il 2026; di questi oltre metà sono rif-eriti ai seguenti due assi strategici:

- Transizione Ecologica, per migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico assicurando una transizione equa ed inclusiva, a cui sono destinati il 37,5% del totale della spesa (circa 72 Miliardi di €) - Transizione Digitale con 51 misure, per promuovere e sostenere la trasformazione digitale del Paese e l’inno-vazione del sistema produttivo, a cui sono destinati il 25,1% del totale della spesa (circa 48 Miliardi di €) Risulta pertanto sempre più importante focalizzarsi sulle competenze legate direttamente alle rinnovate esigenze del mercato del lavoro e l’importanza di una formazione sempre più specialistica e di alto livello.

Infatti, la formazione post-laurea ha un ruolo sempre più predominante nella determinazione dei livelli di oc-cupabilità dei giovani lavoratori in un contesto di crisi come quello attuale, caratterizzato sempre di più dal

“lavoro del futuro”, il cui destino è indubbiamente lega-to all’innovazione tecnologica.

L’uscita dalla crisi comporterà quindi un eccezionale spostamento di risorse da un settore all’altro. Per ques-to, la propensione imprenditoriale costituirà un fattore cruciale sia per accelerare la ripresa sia per indirizzarla verso obiettivi di sostenibilità economica, ambientale e sociale. In tal senso, gli imprenditori svolgono un ruolo fondamentale nel guidare la crescita economi-ca, aumentando la resilienza dell’economia agli shock esogeni, promuovendo la coesione sociale, integrando modelli e pratiche commerciali sostenibili nelle catene globali del valore, creando posti di lavoro e favorendo l’innovazione locale.

La transizione verso un’economia circolare non è im-mediata né scontata ma implica cambiamenti

fonda-mentali che comprendono i modi in cui progettiamo, produciamo, forniamo e manteniamo il valore nelle nostre economie. È un cambiamento radicale nel par-adigma economico che, senza ombra di dubbio, pro-durrà un impatto diretto su ogni impresa e value chain.

L’Italia deve quindi farsi trovare preparata di fronte a questa ennesima sfida, essendo il partner naturale dell’economia circolare. La transizione verso questo nuovo concetto economico rappresenta una grande sfida per il Paese ma anche una irripetibile opportunità professionale, in quanto prevede pratiche gestionali e soluzioni tecnologiche per:

• migliorare l'utilizzo delle risorse e rendere i processi più sostenibili;

• ridurre gli sprechi alimentari e la perdita di cibo;

• trasformare i rifiuti e i sotto-prodotti in risorse;

• integrare i consumatori nel supporto della circolarità;

• implementare sistemi di tracciabilità.

In tal contesto, l’economia circolare deve essere con-siderata un elemento prioritario ma anche una nuova opportunità di business e, pertanto, un’occasione prezi-osa per sviluppare nuovi modi di produrre e di eroga-re servizi. Questo nuovo modello economico, infatti, rappresenta innanzitutto un impulso importante per il motore industriale del Paese, che può creare, nel breve periodo, un valore economico tangibile e misurabile in termini, ad esempio, di risorse impiegate e reimmesse nel sistema, di nuove opportunità professionali e di brevetti depositati. Oltre ai concetti legati all’economia circolare, la competitività del tessuto imprenditoriale italiano può migliorare attraverso l’introduzione di un piano di innovazione e digitalizzazione delle PMI ac-compagnato e integrato dall’interazione con le istituz-ioni dello Stato, i centri di ricerca e i fornitori di servizi digitali. Per digitalizzare le aziende italiane è

neces-sario quindi che esse siano pronte ad abbandonare i modelli di business tradizionale al fine di semplificare e snellire i flussi di lavoro tramite l’automazione di pro-cedure e attività aziendali. In quest’ottica, i processi aziendali devono essere ridefiniti assieme all’organiz-zazione complessiva dell’impresa stessa. Per questo motivo è fondamentale che il supporto da parte dello Stato punti a semplificare la complessità della tran-sizione digitale, considerando soprattutto gli ostacoli esistenti, sui quali si concentrano appunto le iniziative proposte dal PNRR. Pertanto, gli investimenti non de-vono essere rivolti solamente all’offerta di tecnologie abilitanti, ma devono poter essere indirizzati anche alla domanda, che va supportata nella digitalizzazione dei processi produttivi. L’intero tessuto imprenditoriale ital-iano si trova dunque di fronte ad una sfida di enorme portata che richiede innanzitutto il contributo delle mi-gliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, so-ciali e culturali. L’Italia può farsi trovare indubbiamente preparata di fronte a questa importante sfida in tanti settori in cui è già protagonista. Risulta quindi evidente che l’economia circolare, la digitalizzazione e la resil-ienza delle PMI (in particolare delle imprese a gestione familiare) possono svolgere un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi delineati dal PNRR, dan-do maggiore competitività alla nostra economia, pro-ducendo nuovi posti di lavoro e rafforzando la spinta verso obiettivi concreti e sostenibili.

compagnato e integrato dall’interazione con le istituz-ioni dello Stato, i centri di ricerca e i fornitori di servizi

digitali. Per digitalizzare le aziende italiane è neces-sario quindi che esse siano pronte ad abbandonare i modelli di business tradizionale al fine di semplificare e snellire i flussi di lavoro tramite l’automazione di pro-cedure e attività aziendali. In quest’ottica, i processi aziendali devono essere ridefiniti assieme all’organiz-zazione complessiva dell’impresa stessa. Per questo motivo è fondamentale che il supporto da parte dello Stato punti a semplificare la complessità della tran-sizione digitale, considerando soprattutto gli ostacoli esistenti, sui quali si concentrano appunto le iniziative proposte dal PNRR. Pertanto, gli investimenti non de-vono essere rivolti solamente all’offerta di tecnologie abilitanti, ma devono poter essere indirizzati anche alla domanda, che va supportata nella digitalizzazione dei processi produttivi. L’intero tessuto imprenditoriale ital-iano si trova dunque di fronte ad una sfida di enorme portata che richiede innanzitutto il contributo delle mi-gliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, so-ciali e culturali. L’Italia può farsi trovare indubbiamente preparata di fronte a questa importante sfida in tanti settori in cui è già protagonista. Risulta quindi evidente che l’economia circolare, la digitalizzazione e la resil-ienza delle PMI (in particolare delle imprese a gestione familiare) possono svolgere un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi delineati dal PNRR, dan-do maggiore competitività alla nostra economia, pro-ducendo nuovi posti di lavoro e rafforzando la spinta verso obiettivi concreti e sostenibili.