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I singoli Stati, oltre che la stessa UE, presentano polit-iche differenti di sostegno alle startup e formano un mosaico che prova ad essere attraente per imprendi-tori provenienti da ogni angolo del mondo. A questo proposito, il 2021 è stato l’anno dei record per quanto riguarda gli investimenti in startup Europee, con una cifra di oltre $ 100 miliardi di capitale investito e 100 nuovi unicorni, ovvero startup con una valutazione di mercato oltre il miliardo di dollari . Questi successi sono da attribuire sicuramente al veloce avanzamento della tecnologia che pervade sempre di più ogni aspet-to della vita quotidiana dei cittadini, ma anche a quel fenomeno definito “volano tecnologico europeo” (al-tresì noto come European Tech Flywheel). L’ ”European tech flywheel”, ovvero un humus caratterizzato da:

1) riciclo di talenti;

2) circolazione di capitale;

3) condivisione di know-how.

Grazie a questi elementi si crea un circolo virtuoso:

successo che genera più successo. La domanda che inevitabilmente sorge spontanea è: all’interno della scacchiera UE, come si colloca l’Italia?

Secondo le stime di Startup Italia26, al 31 dicembre 2021 tenendo conto di round, crowdfunding e investi-menti resi noti ai media da parte di business angels si

arriva alla cifra complessiva record di 1,392 miliardi investiti, nettamente superiore ai 700 milioni del 2019 e del 2020 (+50% circa) (cfr. figura 4).

Figura 19. . Gli investimenti in Startup in Italia (2020-2021) Fonte: Startup Italia (2021)

NOTE

21 https://startupitalia.eu/167372-20211210-1348-miliardi-di-investimenti-in-startup-italiane-scarica-il-paper-2021-di-startupitalia

Questi numeri sono molto incoraggianti e indicano una crescente considerazione delle startup anche nel nos-tro paese. C’è ancora da fare però, specie se messi a confronto con i paesi più avanzati in Europa. In Ger-mania, ad esempio, solo a Monaco di Baviera hanno sede ben 9 unicorni, 1.689 startup che nel 2020 hanno raccolto oltre 1,4 miliardi di euro. Tra le città con una popolazione superiore a 1 milione di abitanti, Monaco si distingue per la più alta densità complessiva di uni-corni. Stoccolma occupa il primo posto tra le città di medie dimensioni con 500.000 – 1 milione di abitanti, con 19 aziende da >$ 1 miliardo per milione di abitan-ti. È sempre il Regno Unito in cima agli investimenti tecnologici. Solo nei primi nove mesi del 2021, ci sono stati 68 round da oltre 100 milioni di dollari nel Reg-no Unito, pari al 37% di tutti i round di questa portata in Europa. Il Regno Unito è anche la principale patria europea per gli unicorni e ha raggiunto un traguardo significativo avendo prodotto 100 unicorni in totale. A questi va ad aggiungersi la Francia, la quale ha super-ato la Germania e diventa il primo paese in Europa per numero di investimenti in startup. Nonostante il con-testo sanitario ed economico molto grave ed instabile, le startup francesi hanno raccolto 5,4 miliardi di euro d’investimenti (cfr. figura 20).

Figura 20. Il confronto tra Italia e UE (2021) Fonte: Startup Italia (2021)

Il divario netto esistente fra l’Italia e alcuni dei rimanen-ti Paesi Europei per quanto concerne gli invesrimanen-timenrimanen-ti in Startup è lo specchio di un sistema che, nonostante gli enormi passi in avanti fatti nel corso dell’ultima decade, presenta ancora oggi delle criticità piuttosto rilevanti.

Infatti, possedere del capitale di partenza, detenere delle buone competenze e avere tanta voglia di avvi-are un’azienda potrebbe non bastavvi-are per favvi-are impresa in Italia. A riprova di quanto appena scritto, le startup in Italia aumentano ma non crescono di dimensioni . Secondo i principali attori italiani dell’ecosistema, il problema è da attribuire alla qualità delle nostre start-up. Idee il più delle volte non innovative e mancanza di capitale umano, sono le problematiche maggiormente riscontrate. Ma c’è anche un altro filone di studio, sec-ondo cui il principale problema per le startup sono gli investimenti. In Italia non girano soldi sull’innovazione, o per meglio dire (come visto nel precedente paragra-fo), non quanto nel resto d’Europa. Governo ed ecosis-tema sembrano molto spesso non essere in linea nelle pianificazioni programmatiche. Non sono infatti basta-ti a sostenere la crescita dell’ecosistema italiano, né il comma 3 dell’art.57 della manovra correttiva 2017 del Governo che ha esteso la durata delle agevolazioni di cui godono le startup innovative da 48 a 60 mesi (5 anni), né la decisione n. 4285 del 19 giugno 2017, pub-blicata il 18 settembre 2017, che ha dato il via libera alla piena operatività delle modifiche apportate dalla legge

di bilancio 2017 di innalzare la soglia degli incentivi fiscali al 30% per chi investe in startup innovative sia persone fisiche che giuridiche. Burocrazia, pressione fiscale e bassi investimenti sono un grande limite per la crescita delle piccole imprese innovative italiane. Ma la cultura d’impresa rimane ancora un ostacolo insid-ioso, e non solo al Sud. Sajid Javid, ex Segretario di Stato UK per le imprese, l’innovazione e le competen-ze, afferma (2020) che per aumentare la produttività dell’economia inglese bisogna sostenere la crescita di nuove aziende. Il governo inglese non offre solo ac-cesso ai finanziamenti, ma facilita l’avvio alle startup costruendo una forte cultura imprenditoriale. Per mi-gliorare la competitività non basta solo essere veloci in un mercato che avanza, ma soprattutto essere consa-pevoli del proprio percorso imprenditoriale. Mantenere obiettivi di crescita trimestrali per consolidare il lancio esponenziale di una startup non è semplice. Le aspet-tative del mercato sono dinamiche e mutano costan-temente e l’Italia non è culturalmente pronta a correre.

L’imprenditorialità si sostiene con i talenti, aumentan-do i fondi a disposizione della ricerca e consentenaumentan-do alle Università di dedicare ricercatori allo sviluppo e il sostegno delle startup. Non è abbastanza neanche ricevere il sostegno di alcuni dei più grandi marchi tec-nologici del mondo, tra cui Cisco, o la decisione di Ap-ple di aprire il primo centro europeo di sviluppo di app a Napoli. Il Governo deve sostenere di più l’innovazione

NOTE

29 https://www.unimpresa.it/imprese-unimpresa-avvio-start-up-in-italia-costa-10-volte-germania/44644

riducendo la pressione fiscale sulle nuove imprese.

L’ecosistema dovrebbe fare certamente più squadra e diventare un interlocutore privilegiato con il Gover-no per la costruzione di una linea programmatica in grado di sostenere la crescita delle startup. Perché se vogliamo far crescere le startup, dobbiamo formare gli imprenditori e rendere le aziende più sostenibili, essere in grado di evolversi costantemente per soddisfare le esigenze della comunità e delle persone. Ricercare nuove soluzioni e nuovi stimoli per lo sviluppo.

A questo proposito, è sufficiente calcolare il costo me-dio per la creazione di una Startup in Italia e confron-tarlo poi con quello riscontrabile in altri paesi Europei.

Avviare una startup in Italia, secondo quanto riportato dal Centro studi di Unimpresa29 (2021), costa quasi 10 volte di più rispetto alla Germania, oltre 15 volte di più rispetto a quanto si spende in Francia, quasi 7 volte in più che in Spagna e ben 188 volte in più della Croa-zia. Più precisamente, secondo il documento, che ha preso in considerazione una serie di studi sui costi im-prenditoriali nell’Unione europea, per avviare un attivi-tà d’impresa occorrono, tra spese legali, adempimenti amministrativi e oneri fiscali, 4.155 euro in Italia, 2.207 euro nei Paesi Bassi, 2.109 euro in Austria, 2.046 in Belgio, 1.886 euro a Cipro, 679 euro in Finlandia, 627 euro in Spagna, 528 euro a Malta, 446 euro in Germa-nia, 328 euro in PoloGerma-nia, 312 in Ungheria, 270 euro in Francia, 244 euro in Lettonia, 227 euro in Portogallo, 219 euro in Svezia, 177 euro in Slovacchia, 174 euro in Grecia, 149 euro in Estonia, 134 euro nella Repubbli-ca CeRepubbli-ca, 93 euro in DanimarRepubbli-ca, 76 euro in Lituania, 72

euro in Irlanda, 63 euro in Bulgaria, 32 euro in Romania, 22 euro in Croazia e 0 euro in Slovenia. L’Italia è dunque il paese più caro nell'UE per avviare una startup, con costi pari al doppio di quelli necessari nei Paesi Bassi (sec-onda posizione dello speciale ranking), in Austria (terza) e Belgio (quarto). (cfr. figura 21).

Figura 21. . Costi per l’avvio di una Startup Fonte: Unimprese (2021)

Il quadro appena delineato spiega la ragione per cui, nel corso degli ultimi 10 anni, l’Italia sia rimasta uno dei fanalini di coda del mondo in materia di Startup dall’alto potenziale di business divenute prima Scaleup e poi Unicorni. Ma cosa s’intende per Unicorno? Nel 2013, quando la venture capitalist Aileen Lee ha coniato il termine

“unicorno” , immaginare che una startup tecnologica non quotata in borsa potesse arrivare a valere più di un miliardo di dollari era quanto di più simile, per l’appunto, a una favola mitologica. Oggi, invece, secondo la società di ricerca globale CB Insights (2022) , esistono >700 unicorni nel mondo, per una valutazione complessiva di

>2.254 miliardi di dollari. In altre parole, scovare un unicorno, oggi, non è più così raro. E se nel 2013 se ne contavano circa una settantina in tutto il mondo, oggi la favola ha perso un po’ di quella componente utopistica che aveva negli anni scorsi. Tra le varianti, all’interno della lista, si annoverano anche alcuni ‘decacorni’, del valore di oltre 10 miliardi di dollari, e un ‘ettocorno’, del valore superiore a 100 miliardi di dollari. L’unica costante rimane la ‘quasi assenza’ dell’Italia, dove è possibile identificare un solo ed unico unicorno: Scalapay

Oltre a quest’ultima, a portare un po’ italianità, ci ha pensato Simon Beckerman, imprenditore milanese che ha fondato la piattaforma per lo shopping online Depop (startup con sede a Londra), passata poi nelle mani del marketplace americano Etsy per 1,625 miliardi di dollari . Ma non è il solo: Augusto Marietti e Marco Palladino sono i due italiani fondatori di Kong. Proposta in Italia senza avere fortuna, Kong è società che vende una tecnologia per gestire le API (Application Programming In-terface). Dopo aver chiuso a febbraio un round da 100 milioni di dollari, triplicando la valutazione, la loro ‘eBay per sviluppatori’ ha raggiunto il valore di 1,4 miliardi di dollari. Da uno scantinato di Milano a San Francisco, i due ragazzi che nel 2017 ricevettero numerosi ‘no’ dai finanziatori italiani, oggi possono leggere i loro nomi nella tanto ambita classifica mondiale degli unicorni. Già nel 2019 Forbes aveva incluso Kong nella lista Next Billion Dollar Startup, ovvero le startup che avrebbero presto raggiunto il valore del miliardo di dollari.

Figura 22. Unicorni nel mondo (aggiornato al 2021) Fonte: Startup Genome (2021)

Quali sono allora, secondo questa ‘unicorn-logic’, le (ex)startup che al giorno d’oggi detengono la valutazione societaria più alta al mondo? Ecco le dieci startup che valgono di più al mondo:

1. Bytedance

a. Valore: $140 miliardi b. Fondata il 7/4/2017 c. Dove: Pechino, Cina

d. Settore: Intelligenza Artificiale

e. Storia: Fondata nel marzo del 2012 e capitanata dal trentacinquenne Zhang Yiming, che a maggio ha lasciato il suo ruolo di ceo, ByteDance afferma di essere una delle prime aziende a lanciare prodotti per dispositivi mobili basati sul machine learn-ing, per combinare le potenzialità dell’intelligenza artificiale con la crescita di internet per dispositivi mobili e rivoluzionare il modo in cui le persone hanno accesso alle informazioni. Tra questi pro-dotti c’è Tik Tok, la cui popolarità è ormai sotto gli occhi di tutti.

L’azienda ha raggiunto i 140 miliardi di dollari dopo l’ultimo round di finanziamento, diventando la startup di maggiore valore al mondo, nonché l’unico ettocorno presente nella lista;

2. Stripe

a. Valore: $95 miliardi b. Fondata il 23/1/2014

c. Dove: San Francisco, Stati Uniti d. Settore: Fintech

e. Storia: Nel settembre dl 2019, prima che il Covid facesse progredire l’e-commerce di anni in poche settimane, Stripe scavalcava WeWork e Airbnb diventando il più grande uni-corno d’America. Un anno e mezzo dopo, a marzo 2021, il valore dell’azienda fondata dai fratelli Patrick e John Collison (che nel 2020 era tra gli under 30 più ricchi del mondo) che fornisce infra-strutture software per i pagamenti via Internet a privati e aziende è quasi triplicato. Dopo un round di finanziamento da 600 milioni di dollari, la sua valutazione è salita a 95 miliardi di dollari;

3. Space X

a. Valore: $74 miliardi b. Fondata il 1/12/2012 c. Dove: Hawthorne, Stati Uniti

d. Storia: La società missilistica del miliardario Elon Musk ha completato a febbraio 2021 una raccolta fondi da 850 milioni di dollari, nel tentativo di raccogliere capitali per i suoi ambiziosi pro-getti Starlink e Starship. Oggi l’azienda, di cui Musk possiede circa il 48%, è la terza nella classifica mondiale degli unicorni;

4. Didi Chuxing

a. Valore: $62 miliardi b. Fondata il 31/3/2015 c. Dove: Pechino, Cina d. Settore: Trasporti

e. Storia: Sostenuta da Tencent e Alibaba, ha ricevuto gros-si investimenti da Apple e Toyota e ha sopraffatto, almeno in Cina, la concorrenza di Uber. Didi Chuxing offre una vasta gamma di servizi e opzioni di trasporto, dal ride sharing al car hailing, da taxi e auto private ai bus e alla micromobilità, fino alla guida autonoma.

Con 10 miliardi di spostamenti annui, è oggi considerata la grande rivale di Uber;

5. Instacart

a. Valore: $39 miliardi b. Fondata il 30/12/2014

c. Dove: San Francisco, Stati Uniti d. Settore: catena di fornitura e delivery

e. Storia: Dopo il round di finanziamento da 265 milioni di dollari chiuso a marzo 2021, il valore della app di consegna di alimentari è salito a 39 miliardi. Il suo fondatore è Apoorva Meh-ta, il cui patrimonio è stimato da Forbes in 3,5 miliardi di dollari. È diventato miliardario lo scorso anno quando, a giugno, la società ha raccolto finanziamenti per 225 milioni di dollari.

a. Valore: $31 miliardi b. Fondata il 12/12/2011 c. Dove: Stoccolma, Svezia d. Settore: Fintech

e. Storia: Prima europea a spezzare l’egemo-nia americana e cinese della lista degli unicorni, Klarna è un’azienda fintech che permette alle persone di pa-gare a rate qualsiasi articolo. Quella del ‘compri ora, paghi dopo’, per intendersi. A marzo 2021 ha raccolto un miliardo di dollari in finanziamenti, triplicando la sua valutazione. I fondatori sono Sebastian Siemiatkowski, che possiede quasi l’8% di Klarna, Victor Jacobsson, che ha una quota del 10%, e Niklas Adalberth, unico non miliardario tra i fondatori, che possiede solo lo 0,4% della fintech con sede a Stoccolma;

7. Epic Games

a. Valore: $28.7 miliardi b. Fondata il 26/10/2018 c. Dove: Cary, Stati Uniti d. Settore: Gaming

e. Storia: La società che sviluppa il videogio-co Fortnite ha racvideogio-colto un miliardo di dollari ad aprile 2021, aggiornando la sua valutazione aziendale a quasi 29 miliardi di dollari. Il suo fondatore e ceo, Tim Sweeney, vanta oggi un patrimonio di 7,4 miliardi di dollari;

8. Databricks

a. Valore: $28 miliardi b. Fondata il 5/2/2019

c. Dove: San Francisco, Stati Uniti d Settore: Data management & analytics e. Storia: La società ha ricevuto un

finanzia-Ipo futura, ricevendo il consenso dell’élite del cloud, con gli investimenti di Amazon, Google, Microsoft e Salesforce. Il ceo Ali Ghodsi crede di costruire la piat-taforma software di dati del futuro;

9. Rivian

a. Valore: $27,6 miliardi b. Fondata il 10/9/2019 c. Dove: Plymouth, Stati Uniti d. Settore: Auto e trasporti

e. Storia: La startup che sfida Tesla sul merca-to dei pickup elettrici ha annunciamerca-to a gennaio 2021 il più ricco round di finanziamento della sua storia: 2,65 miliardi di dollari. I nuovi fondi hanno portato la valu-tazione dell’azienda a 27,6 miliardi. L’obiettivo? Lanci-are il primo veicolo, l’R1T, prima del Cybertruck di Elon Musk;

e. Storia: A chiudere la lista dei primi dieci uni-corni, una startup fintech latino-americana. Nubank è una neobank brasiliana e la più grande banca di tec-nologia finanziaria in America Latina. Davide Velez, nato in Colombia, ha fondato Nubank nel 2013 con una carta di credito gratuita a San Paolo, in Brasile, un paese noto per il suo sistema bancario ad alto costo e poco tecnologico. Meno di dieci anni dopo, la società è sopravvissuta a una recessione e ad una pandemia, emergendo con oltre 34 milioni di clienti in Brasile, Co-lombia e Messico.

Figura 23. Le 10 Startup con la valutazione più alta a livello mondiale (in MLD $) Fonte: Forbes (2019)