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Ciak, si gira!

Marialuisa Gilli

docente di Materie letterarie

"P

ROF, CI PORTA A VEDERE IL FILM?" È PARTITA COSÌ, DA UNA RICHIESTA DEI RAGAZZI, LA PAZZA IDEA.

Quella, non tanto di andare a vederlo quel film, ma di farne uno noi.

Andiamo per ordine.

Innanzitutto il film. La prima neve di An- drea Segre. Un film evento, protagonista, lo scorso autunno, della scena culturale trentina, presentato con successo alla Mostra di Venezia e accolto con critiche positive nelle sale di tutta Italia. In Tren- tino ha segnato un record assoluto di pre- senze.

Perché? Perché, per la prima volta, il grande cinema parla della nostra gente e della nostra terra.

Lo sguardo incantato di un regista su una valle incantata, la Val dei Mocheni, ha ammaliato il pubblico trentino, restituen- do ai nostri occhi, complice la magia del grande schermo, la bellezza di paesaggi, volti e linguaggi che ci appartengono. Poi, e non è affatto secondo per impor- tanza, l'interesse dei ragazzi. Non è cosa da poco che aprano gli occhi su ciò che succede intorno a loro e vogliano pren- derne parte.

Terzo, la presenza di una comparsa del film La prima neve proprio in classe, la terza A GAT.

Infine, l'essere in un Istituto agrario e in particolare nel corso GAT (leggi: gestione dell'ambiente e del territorio). Vale a dire in una scuola che fa del legame con il ter- ritorio il proprio punto di forza.

Da qui il corto circuito: partire da un film per realizzare un'operazione culturale a tutto tondo. Costruire un percorso scola- stico triennale in cui tutte le discipline concorrono con i propri saperi e compe- tenze all'esplorazione e alla valorizzazio- ne di un territorio, la Val dei Mocheni. La profonda ragion d'essere di questo pro- getto sta nell'esigenza, oltre che nella vo- lontà, di far dialogare due realtà troppo spesso dissociate: scuola e territorio. Per chi insegna è amaro sperimentare la frustrazione dei ragazzi nei confronti di percorsi di studio ancora troppo anco- rati a prospettive settoriali e nozionisti- che che sulla carta promettono di essere chiavi interpretative del reale, ma che poi, di fatto, disattendono tale promessa. Se questo è un disagio diffuso nella scuola

italiana, diventa emergenza per chi ope- ra negli istituti agrari, che per definizione individuano nel territorio la propria voca- zione. Se poi ci troviamo in un corso GAT, l'emergenza diventa imperativa.

In terza ci si è buttati quindi a capofitto nella realizzazione di un cortometraggio che parlasse della Val dei Mocheni vista attraverso gli occhi di chi ci abita, del film La prima neve raccontato dalla voce dell'attore protagonista Matteo Marchel, e di noi, della classe, alle prese con il progetto.

Il tutto verrà presentato nell'ambito di una giornata evento, organizzata presso l'Istituto, allo scopo, tra le altre cose, di dare visibilità alla scuola e al suo modo di operare attraverso la presentazione pub- blica del progetto triennale.

Cooperquiz

Karin Martini

studentessa della classe IV B PT

I

L COOPERQUIZ È UN GIOCO TELEVISIVO PROMOSSO DALLA FEDERAZIONE TRENTINA DEL- LA COOPERAZIONE, programma condotto da Francesca Velardita e trasmesso da TCA. Il gioco consiste in uno scontro tra squadre appartenenti a 8 scuole diverse, che si sfidano sui temi della cooperazione e della cultura generale.

I 9 componenti della squadra, dei quali uno è il portavoce e un altro è l’“uomo clessidra”, hanno 10 secondi di tempo per confrontarsi sulla risposta.

IL COOPERQUIZ SI DIVIDE IN 5 MOMENTI DIVERSI:

1. Quiz di cultura generale, su temi di letteratura, storia, geografia, sport e spettacolo. In questo primo round si può scegliere il livello di difficoltà del- la domanda.

2. “Giocando con la cooperazione”: do- mande sulla cooperazione. Per rispon- dere, la squadra è organizzata in modo tale che ogni membro abbia una ben precisa parte da studiare.

3. “Momento creativo”: consiste nella cre-

azione di uno slogan che contenga la pa- rola data dalla presentatrice.

4. Domande dell’ospite, lo stesso che va- luta lo slogan. Si tratta di domande a risposta multipla che riguardano molto da vicino la persona invitata a prende- re parte a questo gioco.

5. “Coopermap”: le cooperative in Tren- tino. Gioco con lo scopo di far cono- scere meglio le nostre cooperative trentine delle quali, a seconda della domanda, bisogna dire il nome o l’at- tività svolta.

LE NOSTRE ASPETTATIVE, QUANDO LA PROFESSORESSA MENAPACE ROMINA CI HA PROPOSTO QUESTA SFIDA, ERANO MOLTO ALTE: vincere (convinzione più o meno prominente all’interno della classe), di- vertimento, un impegno non troppo gra- voso, nuove amicizie, molto dinamismo e nuove conoscenze nel campo della coo- perazione.

Anche le paure, però, hanno preso for- ma: “Oddio, andiamo in TV!”, cerchiamo di evitare di fare figuracce!

Tra le nostre fantasie e la realtà c’era un abisso. Con le squadre contro cui ci siamo scontrati non sono nate amicizie, la rivalità nel difendere l’onore della no- stra scuola era molto alto. La tensione e l’agitazione, soprattutto nella prima puntata, erano alle stelle: la prima vol- ta sotto i riflettori, la prima volta in uno studio televisivo, la prima volta in TV, la prima volta in un gioco televisivo… Tutto questo, però, ci ha portato alla vittoria con un distacco di ben 100 punti! Con la seconda sfida ci siamo sciolti un po’ ed il risultato finale è stato di 5 punti in più sull’altra squadra: partita molto sudata peraltro perché fino al terzo gioco era- vamo sempre in parità. L’ultima puntata siamo partiti entusiasti e carichi e con un minimo di speranza nella vittoria che, purtroppo, non è arrivata.

Nella finale abbiamo indossato vestiti che, quotidianamente, i nostri contadini portano: camice colorate a quadri e trec- ce la facevano da padrone. Quest’idea è nata da una scommessa all’interno del- la classe: se fossimo arrivati in finale, ci saremmo vestiti in sintonia con il nostro futuro di agricoltori.

La coesione nella classe che questo gioco ha portato è una cosa che non dimenti- cheremo mai! La scelta dei partecipanti, la divisione delle parti da studiare, il so- stegno di chi non era nella squadra: tutto questo ci ha aiutato a cooperare proprio come quelle cooperative che abbiamo do- vuto studiare.

E anche se non abbiamo portato a casa 5000 euro, ma 1000, abbiamo creduto in noi stessi e soprattutto nella classe fino alla fine!

“Perché se il gioco di squadra vuoi affrontare, anche con gli altri devi cooperare!”

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nella pagina a lato

15. La squadra dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige alla finale con lo slogan che li caratterizzava.

16. Le studentesse della IV B PT (ex III B PT) festeggiano la vittoria. in basso

17. La IV B PT.

18. Lo slogan scelto dall'assessore all'università e alla ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari.