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Quelli del GAT all’opera in un’esperienza di studio del territorio

Cinzia Roat, docente di Biologia, Ecologia e Biotecnologie agrarie Barbara Centis, docente di Biologia ed Ecologia CLIL

Franco Frisanco, insegnante tecnico-pratico di Gestione ecosistemi montani

F

A.RE.NA.IT (ACRONIMO DI “FARE RETE NATURA 2000 IN ITA- LIA”) HA PROPOSTO ALLE SCUOLE UN CONCORSO PER CONO- SCERE E STUDIARE le aree protette del nostro Paese e per valo- rizzarle insieme al territorio in cui sono inserite. Le classi quarte dell’Istituto Tecnico articolazione Gestione Ambiente e Territorio hanno colto l’occasione per “mettere le mani in pasta”: affron- tare uno studio del territorio del Biotopo protetto “Inghiaie”, si- tuato nel fondovalle del Comune di Levico Terme, in Valsugana, una zona umida con bosco igrofilo e canneti percorsi da numerosi corsi d’acqua. L’area è stata scelta perché presenta un paesag- gio agricolo diversificato, costituito prevalentemente da arativi e prati, con interessanti aspetti di naturalità, che circondano l’a- rea protetta.

Un incontro con il dott. Lucio Sottovia, direttore dell’Ufficio Aree protette e Natura 2000 della Provincia autonoma di Trento, ha permesso di inquadrare la tematica della gestione sostenibile del territorio in un quadro di coerenza fra protezione e valorizzazio- ne. Lo studio da parte delle classi è stato fatto in aula, esaminan- do la cartografia e le varie documentazioni, scientifiche e divul- gative, riguardanti in particolare l’area protetta a cui è seguito un “sopralluogo virtuale” navigando sui siti SIAT della Provincia autonoma di Trento con le foto aeree a cui è possibile sovrappor- re vari tematismi.

UNA USCITA GUIDATA DA ESPERTI (LUCIO SOTTOVIA E MAURO TOMASI, libero pro- fessionista autore di molti studi su aree protette) ha permesso di conoscere l’am- biente e il territorio e di coglierne le ca- ratteristiche.

Si sono fatti rilievi della vegetazione, zonazione delle modalità d’uso del suo- lo, interviste ad agricoltori e raccolta di documentazione fotografica; inoltre, campionamenti dell’acqua per succes- sive determinazioni analitiche. Si è poi continuato lo studio del territorio con un inquadramento geografico, geomorfolo- gico, ecologico, dell’uso del suolo, dei vincoli urbanistici e della normativa di Natura 2000.

Alla fase conoscitiva è seguita una fase

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in questa pagina

19. Vecchi gelsi superstiti dell'uso intensivo del territorio. nella pagina a lato

20. Confronto fra studenti ed esperti durante il sopralluogo.

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di analisi degli aspetti di debolezza e di forza del territorio in questione, trovan- do delle proposte: indicazioni per miglio- rare l’uso del suolo e buone pratiche di gestione sia dell’area protetta, sia della circostante zona agricola. Il tutto cercan- do di valorizzare le sinergie fra le varie parti del territorio, nell’ottica della so- stenibilità.

Ne sono derivati due documenti, redat- ti dalle due sezioni della classe quarta, con analisi e proposte su due porzioni del territorio in questione, che sono state in- viate a Farenait a Roma con il titolo “La mia terra vale: coltivare la biodiversità conviene”.

Altre scuole sono risultate vincitrici: l’ITCG Pitagora Calvosa di Castrovillari

(CS) con “La Petrosa fiorisce … il sentie- ro delle orchidee”, al secondo posto l’IC Palmieri di Milano con “Il Parco Agricolo Sud”, al terzo l’IISS Castiglioni di Cesano Maderno (MB) con “Il Parco di Palombel- lo”.

Gli studi presentati dalle classi quarte GAT di San Michele, pur non premiati, hanno ricevuto dalla commissione valu- tatrice “una menzione speciale per l’e-

levata qualità dei lavori presentati”. Ci

è stata forse riconosciuta una visione di studio complessivo di un territorio al di là dell’ambito ristretto di un’area protetta o di un aspetto particolare di essa. Una bella soddisfazione quindi!

QUESTA PRIMA ESPERIENZA DEL PERCOR- SO GAT, PUR CON I LIMITI RAPPRESENTATI DALLA COMPLESSITÀ della ricerca e dal poco tempo a disposizione, ha permesso agli studenti di affrontare uno studio del territorio lavorando in modo interdiscipli- nare, mettendo in gioco competenze spe- cifiche delle materie di studio, ma anche competenze trasversali; di approcciarsi inoltre alla complessità di uno studio di una realtà data dall’intrecciarsi di aspetti scientifici, tecnici, storico-sociali, econo- mici, normativi.

Tutto ciò in aula, sul campo e anche tra- mite il confronto con gli esperti che han- no collaborato con noi. A questi, ai quali lo studio è stato presentato in un appo- sito incontro, va il ringraziamento della Scuola.

Lo studio del territorio si è posto come scopo principale la verifica della coesistenza fra aree protette e aree agricole e la ricerca delle sinergie fra le stesse. Si sono esaminati gli aspetti di forza e di debolezza dell’area protetta e della zona agricola oggetto di studio, per arrivare poi a stilare una lista di indicazioni di uso del suolo e di buone pratiche necessarie per la corretta gestione del territorio.

I punti di forza riguardanti l’area protetta possono essere così sintetizzati:

▪ collocazione in mezzo alla valle, in un punto strategico per la migrazione dell’avifauna

▪ elevata estensione: 30 ettari, che ne fanno uno dei biotopi tutelati più grande del Trentino

▪ diversità degli ambienti, degli habitat, della fauna e della flora

▪ presenza di corridoi ecologici, lungo il territorio coltivato e lungo l’alveo del Rio Santa Giuliana

▪ ricchezza di elementi di naturalità (risorgive, Rio Vena e laghetti artificiali)

I punti di debolezza possono essere così schematizzati:

▪ aree agricole circostanti coltivate in maniera intensiva e con poca attenzione all’ambiente

▪ interventi antropici passati che hanno

disturbato le caratteristiche naturali: bonifiche e impianti

▪ perdita di nicchie ecologiche dovuta al dinamismo naturale dei diversi habitat

I punti di forza riguardanti le zone agricole limitrofe possono essere:

▪ aree agricole con presenza di elementi di naturalità (fossi, alberate e singoli alberi isolati)

▪ presenza di barriere naturali (siepi) che fungono da transizione, da zone rifugio e alimentazione per la fauna selvatica

▪ territorio e paesaggio nel complesso variegati

I punti di debolezza possono essere:

▪ disturbo dovuto alla fauna selvatica (danni da capriolo per i frutteti, da tasso per il mais, da cinghiale per i campi)

▪ fossi di sgrondo poco funzionali

▪ frammentazione fondiaria Si può concludere che al termine dello studio si sono individuate delle indicazioni da proporre agli agricoltori locali con l'obiettivo di migliorare la redditività agricola, ma nello stesso tempo di mantenere e migliorare gli elementi di naturalità del territorio. Le indicazioni individuate sono le seguenti:

▪ interventi di miglioramento fondiario