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Il percorso GAT per la formazione di un tecnico per la gestione del territorio

Franco Frisanco

insegnante tecnico-pratico nell'articolazione Gestione Ambiente e Territorio

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N BASE AL RIORDINO DEI PIANI DI STUDIO (se- condo la normativa nazionale e provinciale) il percorso degli Istituti Tecnici del settore si identifica nell’indirizzo “Agraria, Agroalimenta- re e Agroindustria”. In tale indirizzo è prevista l’articolazione “Gestione dell’ambiente e del territorio” nella quale vengono approfondite le problematiche della conservazione e tutela del patrimonio ambientale, le tematiche collegate alle operazioni di estimo e al genio rurale. A San Michele il nuovo percorso assume una fisionomia peculiare vista la particolarità del “patrimonio ambientale”: quella della gestione dell’ambien- te e del territorio montano. È bene precisare: gestione e non solo conservazione e tutela per- ché queste non sono realtà solo da conservare e tutelare, ma da gestire! Uso sostenibile delle ri- sorse ambientali e multifunzionalità delle attivi- tà umane sono le altre parole chiave relative alle competenze della figura professionale in uscita. E, in questa ottica, le competenze non possono però coprire ambiti specifici di controllo. Le competenze connotative della suddetta arti- colazione si possono individuare nei punti elen- cati sotto. Il diplomato, ad integrazione delle altre competenze del profilo comuni alle artico- lazioni PT e VE, è in grado di:

▪ valutare e valorizzare le valenze del terri- torio montano nell’ottica della multifunzio- nalità e della sostenibilità, con una gestione attenta alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio

▪ valorizzare le produzioni con attenzione alla filiera e alle certificazioni

▪ eseguire rilievi sul territorio e sul bosco, com- presa la componente faunistica, a supporto

della pianificazione e delle analisi territoriali

▪ collaborare ad operazioni di monitoraggio e di valutazione di impatto ambientale

▪ studiare e realizzare interventi di rinaturaliz- zazione e di ripristino ambientale e collabo- rare alla realizzazione di interventi di siste- mazione idraulico-forestale

▪ trovare le integrazioni fra le attività agrosil- vopastorali e le altre attività economiche del territorio montano, sapendo valorizzare le sinergie.

LA FIGURA PROFESSIONALE POTRÀ DUNQUE TROVARE COLLOCAZIONE NEL MONDO DEL LAVORO come “Tecnico agrario in grado di operare nella valorizzazione delle risorse agro-forestali di montagna, nella tutela e valorizzazione delle aree pro- tette, nel recupero di aree degradate, nella gestione delle risorse faunistiche, nel monitoraggio ambientale”, ma altresì di proseguire gli studi nell’Istruzione Tecnica Superiore e nell’Università.

Il percorso GAT - San Michele è stato progettato apportando le modifiche consen-

tite dalla riforma. L’Area di autonomia prevista per le singole scuole ha infatti consentito di introdurre nuove discipline, di modificarne alcune e di aumentare il monte ore. Così, in terza è stata introdotta la materia “Biologia ed Ecologia”1

(che da quest’anno ricomprende le basi di biotecnologie e quindi si chiama Bio- logia, Ecologia e Biotecnologie), disciplina che deve recuperare ciò che i nuovi piani di studio hanno sacrificato: in particolare biologia, soprattutto botanica, ed ecologia, trattate in modo integrato e con molte esperienze laboratoriali (os- servazioni, descrizioni e classificazioni botaniche; analisi floristico-vegetazionali; osservazioni, classificazioni e censimenti faunistici; analisi biologiche delle acque, osservazioni geopedologiche).

IN QUARTA È STATA CREATA LA DISCIPLINA “GE- STIONE ECOSISTEMI MONTANI”; UNA NOVITÀ

quest’ultima, dettata dalla necessità di avere una materia incentrata sullo studio degli eco- sistemi naturali e seminaturali e sugli agroeco- sistemi e in particolare sulle azioni umane, sia quelle di tipo perturbativo (riconoscendo quindi situazioni di degrado e relative azioni di recu-

pero), sia quelle di gestione. In quinta, la ma- teria “Gestione ambiente e territorio”, in con- cordanza e in connessione con le altre discipline curricolari, assume un ruolo particolare per una connotazione della figura in uscita. Quindi, se in tutti i percorsi dell’indirizzo “agrario” l’atten- zione non è più all’impresa agricola in sé, ma si considera quest’ultima inserita in un ambiente e

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in basso

7. Lezione all'aperto con l'esperto Maurizio Odosso.

8. Laboratorio di botanica. nella pagina a lato

9. In escursione in Val Genova.

1 Anche nelle altre articolazioni è sta-

ta introdotta la disciplina “Biologia” per ovviare ad una “dimenticanza” ministeriale!

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in un territorio con le relative problematiche e potenzialità, nel GAT si passa da un’ottica dell’a- zienda aperta al territorio e attenta all’ambien- te a quella del territorio nel suo complesso nel quale operano le aziende del settore primario e le altre attività antropiche. Territorio, ambien- te e paesaggio, lo si ribadisce, che vanno gestiti per consentire la vita della popolazione che vi abita, traendone reddito e vivibilità, ma che de- vono essere altresì conservati per le generazioni future. Questo anche attraverso lo sviluppo di progetti (analisi di casi, simulazioni, studio di un territorio variamente complesso), uscite di studio, confronto con esperti di settore, stage, partecipazione a convegni e seminari tecnici. Le esperienze di questi primi anni hanno cercato di contribuire a dare spessore alla preparazione degli studenti. Le uscite sul territorio dei Parchi naturali, lo studio “La mia terra vale”, il tiroci- nio “estivo”, lo “stage collettivo in Val di Sella”, le uscite di studio previste come attività integra- tive sono state occasioni preziose per arricchire e consolidare la preparazione degli studenti, ma hanno anche dato agli stessi quella concretezza tanto importante per rendere più proficuo l’ap- prendimento in aula.

CERTO, SIAMO IN FASE DI RODAGGIO, LA SCUO- LA STA LAVORANDO A FINALIZZARE GLI INSEGNA- MENTI e le altre occasioni formative agli obiet- tivi che consentono di arrivare ad una figura con le competenze culturali e tecnico-scientifiche previste, unite da e in una certa sensibilità e apertura.

L’esame finale, e soprattutto il futuro affrontato dai giovani, ci diranno il riscontro della validità di questo nuovo percorso.

Stage collettivo in Val di Sella: