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CAPITOLO I APPRENDIMENTO: INQUADRAMENTO TEORICO DEL

1.5 A PPRENDERE DALL ’ ESPERIENZA

1.5.1 Il ciclo di Kolb

Un ruolo importante assume Kolb che, riferendosi agli insegnamenti di Piaget e di Lewin84, introduce in letteratura il concetto di apprendimento esperienziale, un processo in cui il sapere risulta proprio come il risultato della rielaborazione dei vissuti e non una passiva acquisizione di nozioni, concetti, relazioni, etc. Nel suo contributo, in diretta continuità con l’elaborazione teorica di Dewey, afferma che non si può parlare di apprendimento e di creazione di conoscenza senza l’apporto proattivo dell’esperienza. L’apprendimento, più nello specifico, viene inteso come un processo che caratterizza tutta la vita della persona, quasi come fosse una spirale che non si conclude mai.

Il suo modello si fonda su sue dimensioni principali: la prensione, intesa come comprensione immediata della realtà, partendo dalla percezione dei suoi elementi sensibili, e la trasformazione, ossia la modalità attraverso la quale la rappresentazione dell’esperienza si traduce in una conoscenza più stabile. La prensione si articola a sua volta in: comprensione, il modo in cui l’esperienza viene ricondotta ad una rappresentazione mentale (una forma di concettualizzazione astratta in cui domina il pensiero simbolico), e apprensione, il modo in cui l’apprendimento si basa sugli elementi concreti dell’esperienza (domina il pensiero concreto). Ancora, la trasformazione è costituita dall’intenzione (riflessione sull’esperienza svolta) e dalla estensione (manipolazione attiva della realtà esterna). Prensione e trasformazione possono essere considerate come gli assi di un diagramma, ai vertici del quale si

84

L’esperienza che Lewin ritiene valida dal punto di vista educativo coincide con un’immersione totale nella vita e nelle relazioni. In tale processo educativo “i mutamenti di conoscenze e di opinioni, di valori e di modelli, di legami emotivi e di bisogni, dei comportamenti di ogni giorno, non si verificano frammentariamente e indipendentemente l’uno dall’altro, bensì interessano la struttura dell’intera vita dell’individuo nel gruppo”. È bene precisare che Lewin, più che di processo educativo, parla di processo rieducativo, considerato che egli vive durante il periodo della Germania nazista e affronta, quindi, il problema del cambiamento culturale di un’intera generazione verso la democrazia. Inoltre, un aspetto interessante, che verrà approfondito nella parte dedicata al tirocinio professionale, in particolare per ciò che concerne la possibilità di raccontare la propria esperienza ai colleghi, riguarda gli studi approfonditi compiuti da Lewin sulle dinamiche di gruppo. È da questi studi che deriva infatti la proposta dei T-group (training group) in cui i diversi soggetti sono invitati a partecipare e ad immergersi completamente nella situazione, vivere e analizzare ciò che succede nel gruppo nel “qui ed ora”, in quello che viene definito come apprendimento collaborativo. In merito, un’attenzione particolare va rivolta anche all’Action

Learning di Revans, una tecnica per lo sviluppo di gruppi che mirano alla risoluzione di specifici

problemi. Ciò che si tenta di porre in evidenza è la capacità delle persone, quando si trovano di fronte ad un problema, di porsi delle domande su di esso e costruire soluzioni innovative. Per approfondimenti cfr. K. Lewin, I conflitti sociali, Franco Angeli, Milano, 1972; R. Revans, A B C of Action Learning, Burlington, Gower, VT, 2011.

trovano, come si vedrà in seguito, quattro elementi strutturali del processo di apprendimento. Tale teoria, inoltre, contiene sei principi di fondo che Secci sintetizza nel modo seguente:85

x l’apprendimento è un processo e non un risultato, dunque è proprio sul processo che va posta l’attenzione;

x l’apprendimento è un processo continuo, per cui ogni apprendere costituisce un ri-apprendere;

x l’apprendimento trae impulso da conflitti, differenze e disaccordi;

x l’apprendimento è complesso e non si limita al cognitivo, infatti, coinvolge il pensare, il sentire, il percepire e l’agire;

x l’apprendimento comporta un’interazione tra l’individuo e l’ambiente; x l’apprendimento coincide con la costruzione del sapere.

Partendo da questi presupposti Kolb elabora il suo modello, chiamato appunto ciclo di Kolb86, in cui l’esperienza è vista come l’esito finale del processo di apprendimento. Quest’ultimo avviene essenzialmente attraverso quattro modi/momenti sequenziali, che corrispondono ad altrettante leve di sviluppo dell’apprendimento stesso:87

x esperienza concreta (l’apprendimento è influenzato dalle percezioni e dalle reazioni alle esperienze e l’attenzione è posta sul coinvolgimento diretto della persona88);

x osservazione riflessiva (il soggetto riflette sulle caratteristiche e sul significato dell’esperienza, individuando i tratti prioritari e coerenti con gli scopi pratici. L’apprendimento è fondato sull’ascolto, sull’osservazione e sulla riflessione); x concettualizzazione astratta (il soggetto interpreta gli eventi precedenti

producendo concetti, regole e strutture esplicative estendibili anche a nuove

85

C. Secci, Apprendimento permanente e educazione, Franco Angeli, Milano, 2013, pp. 107-108.

86

Cfr. D. A. Kolb, Experiential Learning, Englewood Cliffs, N.J., Prentice Hall, 1984. Tra le teorizzazioni relative all’apprendimento degli adulti, in relazione anche al concetto di apprendimento esperienziale, può essere citata anche la tassonomia presentata da Bloom. L’autore, infatti, classifica l’apprendimento in tre domini: affettivo (sentimenti, motivazioni, valori e atteggiamenti del soggetto che apprende), cognitivo (conoscenze, comprensione delle stesse, capacità di analisi, sintesi e valutazione di chi apprende) e psicomotorio (abilità fisiche e coordinamento motorio).

87

F. Muzzarelli, Guidare l’apprendimento, Franco Angeli, Milano, 2007, p. 101.

88

Nel percorso formativo dell’assistente sociale, i laboratori di guida al tirocinio, con le diverse simulazioni, e l’esperienza stessa sul campo rappresentano attività che favoriscono tale fase. Lo studente viene infatti coinvolto anche nella sua sfera emotiva e relazionale.

situazioni. L’apprendimento è centrato essenzialmente sull’analisi, sulla sintesi e sulla sistematizzazione);

x sperimentazione attiva (il soggetto traduce queste nuove acquisizioni in azioni da compiere per svolgere bene il compito e sperimenta le precedenti concettualizzazioni in nuove situazioni. L’apprendimento si genera dall’agire e sperimentare in vista di fini pratici, osservando i risultati).

In altri termini, per Kolb, il ciclo deve partire dall’esperienza che viene “fatta propria” attraverso l’osservazione riflessiva che, a sua volta, comporta l’analisi del fenomeno osservato (rispetto alle categorie cognitive di riferimento), tale da qualificarlo e aggettivarlo. Si passa quindi alla fase dell’astrazione che comporta l’idealizzazione di ciò che si è osservato, fino ad arrivare ad una tipizzazione del fenomeno. È poi con la sperimentazione che il nuovo fenomeno viene inquadrato definitivamente nel complesso del sistema cognitivo individuale; vengono prodotti nuovi dati reali che rimettono in moto il ciclo della conoscenza. È bene però precisare che, sebbene l’apprendimento possa incominciare da qualsiasi punto del ciclo, tutte le quattro fasi del processo devono essere sempre coinvolte per poter parlare di completezza ed efficacia. Una maggiore o minore predisposizione ad una di queste fasi, infatti, determina quelli che Kolb definisce stili di apprendimento:89

1. attivo (caratterizzato da una forte capacità di concettualizzazione astratta e di sperimentazione attiva. È tipico delle persone dinamiche e intuitive, orientate all’azione, che sono legate alle esperienze sensoriali);

2. riflessivo (caratterizzato dalla prevalenza dell’esperienza concreta e

dell’osservazione riflessiva. È tipico delle persone che osservano e riflettono su

89

A. Sicora, Errore e apprendimento nelle professioni di aiuto, cit., p. 26. In alcuni testi vengono indicati come applicativo, creativo, teorico e realizzatore (Cfr. F. Baldi, Soggetti in formazione. Percorsi teorici e

metodologici all’autoapprendimento, Pisa, ETS, 2005, p. 182), mentre nel testo di Kolb e Fry (Cfr. D. A.

Kolb, R. Fry, Toward an applied theory of experiential learning, in C. Cooper, Theory of Group Process, London, John Wiley, 1975) li troviamo distinti in: divergente (la modalità conoscitiva si fonda su un maggior impiego dell’esperienza concreta e dell’osservazione riflessiva), assimilativo (gli individui che adottano questo stille fanno maggiormente uso della concettualizzazione astratta e dell’osservazione riflessiva), convergente (la modalità conoscitiva si fonda su un maggior impiego della concettualizzazione astratta e della sperimentazione attiva), accomodativo (impiega l’esperienza concreta e la sperimentazione attiva). Kolb più precisamente individua due assi: il primo asse presenta il polo dell’esperienza concreta e della concettualizzazione astratta; il secondo asse presenta il polo della sperimentazione attiva e dell’osservazione riflessiva. Dall’incrocio di questi due assi vengono prodotti dei quadranti che corrispondono appunto a i quattro stili di apprendimento.

ciò che hanno di fronte e attribuiscono grande importanza al piano emotivo e relazionale);

3. teorico (caratterizzato dalla concettualizzazione astratta e dall’osservazione riflessiva. È tipico di chi utilizza le informazioni raccolte per elaborare delle astrazioni che poi vengono analizzate);

4. pragmatico (caratterizzato dall’esperienza concreta e dalla sperimentazione attiva. È tipico di chi lavora sulle esperienze tratte dall’ambiente esterno con un’attenzione particolare rivolta alla ricerca dei risultati e alle conseguenze delle sue azioni).

Tali stili di apprendimento corrispondono ad altrettanti profili personali, sebbene Kolb evidenzi come nella realtà non esista uno stile esclusivo. Il suo modello guarda all’esperienza in una prospettiva olistica che comprende esperienza, percezione, cognizione e comportamento90, oltre al fatto che è possibile apprendere in qualsiasi situazione, non solo in quelle designate formalmente. Ciò che conta è che le esperienze vengano valorizzate come fatti sui quali “mettere in azione una buona quota di osservazione riflessiva per riuscire ad ottenere un risultato nuovo sia sul piano cognitivo che su quello della sperimentazione di fatti e di eventi nuovi”.91

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