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CAPITOLO I APPRENDIMENTO: INQUADRAMENTO TEORICO DEL

1.5 A PPRENDERE DALL ’ ESPERIENZA

1.5.2 Esperienza e biografia personale

Un altro autore particolarmente interessato ai processi di apprendimento è il pedagogista britannico Jarvis che, così come Dewey e Kolb, pone l’attenzione sul ruolo fondamentale svolto dall’esperienza. Per lui l’apprendimento degli adulti avviene sempre all’interno di una situazione di vita: “ogni apprendimento comincia con l’esperienza”, per cui studiarlo significa studiare il comportamento umano, non in situazioni isolate e artificiali di laboratorio o in aula, bensì, come chiarisce Alberici, nello spazio, nel tempo, e nei rapporti sociali.92 È un’impresa individuale che si costruisce tra la biografia personale e l’esperienza: ogni persona è unica e apprende secondo le sue modalità soggettive. Tuttavia, il contesto sociale in cui si trova inserita

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R. D. Di Nubila, La formazione oltre l’aula: lo stage, Cedam, Padova, 1999, pp. 58-68.

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Ivi, p. 65.

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pone costantemente dei limiti, per cui è necessaria un’operazione mediativa tra questi e le esigenze di sviluppo della persona stessa.

È quello che Jarvis definisce paradosso dell’apprendimento (paradoxes of learning), dal momento che il contesto sociale può guidarlo e promuoverlo, ma anche ostacolarlo. Più precisamente il modello del processo di apprendimento si realizza quando si verifica un’incongruenza tra la biografia personale e l’esperienza acquisita nei contesti sociali, incongruenza che porta la persona a interrogarsi sul significato della situazione e sulle modalità con cui affrontarla. Come già osservato in Dewey, infatti, in un processo di apprendimento non tutto è chiaro e definito, poiché entra in gioco anche ciò che non si conosce, è incerto, e del quale non si hanno delle risposte preconfezionate.

Il punto di partenza del processo di apprendimento, come sottolinea Jarvis, è la persona intesa nella sua globalità, dove le emozioni, i pensieri e le azioni interagiscono tra loro, fino a rendere un’esperienza una vera e propria opportunità di cambiamento. Quest’ultimo viene progressivamente interiorizzato e consente alla persona di utilizzare l’esperienza acquisita nel proprio mondo vitale e quindi nel rapporto con gli altri: l’apprendimento non è individuale, ma ha in sé una dimensione sociale e relazionale. D’altronde, come già sosteneva Bruner, l’apprendimento è un processo condiviso, caratterizzato da reciprocità, interazione e collaborazione: corrisponde al “saper leggere altre menti […], arrivare a sapere cosa pensano e sentono gli altri”.93

L’apprendimento non è solo risposta alle esperienze, bensì si presenta come un processo che consente di creare nuove esperienze dalle quali trarre nuove conoscenze e modalità di azione. Jarvis, in particolare, distingue tre possibili percorsi, a loro volta suddivisi in categorie:

1. non apprendimento. La persona reagisce all’esperienza senza che vi sia alcun tipo di apprendimento. Questo avviene se la persona reagisce in modo meccanico, riproducendo cioè una modalità che è stata funzionale in altre situazioni passate (presumption, “presunzione”), se non prende proprio in considerazione l’opportunità di apprendimento (non-consideration, “non considerazione”), fino a rifiutarla totalmente (rejection, “rifiuto”);

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2. apprendimento non riflessivo. La persona apprende ma lo fa in modo non efficace per se stesso. Questo avviene se la persona interiorizza un’esperienza senza che vi sia alcun tipo di riflessione, come nell’acquisizione di una competenza linguistica (pre-conscious, “apprendimento preconscio”), se apprende in maniera pratica, senza un nessun tipo di coinvolgimento (practice, “apprendimento di competenze”), fino a memorizzare semplicemente un’informazione in modo da recuperarla in qualsiasi momento (memorization, “memorizzazione”);

3. apprendimento riflessivo. La persona vive e analizza la situazione

(contemplation, “speculazione”), riflette prima e durante l’azione o la messa in atto di un comportamento (reflective practice, “apprendimento riflessivo di competenze”), fino a realizzare una sperimentazione vera e propria, attraverso l’apprendimento di conoscenze pragmatiche (experiential learning, “apprendimento sperimentale”).

L’apprendimento non può essere considerato come un processo chiuso. Esso presenta più percorsi possibili, dal più semplice al più complesso, in cui la persona riesce a sperimentarsi, fino ad arrivare alla costruzione di pratiche riflessive attraverso le quali è possibile attribuire un significato alle esperienze vissute. Un apprendimento che diventa significativo e può svilupparsi durante tutte la fasi della vita: “Learning is a natural lifelong process”.94

Un aspetto interessante della teoria di Jarvis riguarda il fatto che i processi di apprendimento si distinguono in base all’intenzionalità o alla causalità delle opportunità, così come essi non avvengono esclusivamente nelle sedi formali, ad esempio quelle deputate all’istruzione, o nelle esperienze informali della vita quotidiana. Ciò che assume rilievo, infatti, sono i luoghi del “non formale”, ossia tutte quelle esperienze tacite e non consapevoli che comunque la persona tende ad interiorizzare. L’autore, più precisamente, identifica alcune differenti situazioni educative: apprendimento intenzionale in contesti formali (processi di istruzione e di formazione specifici delle istituzioni educative); apprendimento intenzionale in contesti non formali (apprendimento che si svolge nel luogo di lavoro); apprendimento intenzionale in contesti informali (apprendimento che si svolge nella vita quotidiana).

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Questo pone ancora di più in evidenza la tematica del Lifelong Learning che, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, ha assunto un ruolo centrale anche nelle politiche dell’istruzione e della formazione, sia a livello nazionale che internazionale. Tuttavia, affinchè questo si realizzi, è importante valorizzare ogni esperienza che avviene nella sfera soggettiva dell’individuo, partendo dal presupposto che essa è in continuo cambiamento, non solo a causa delle trasformazioni del contesto sociale, ma proprio perché è la persona stessa che decide se coinvolgersi e immergersi in tali cambiamenti, se accettare, ignorare o rifiutare le opportunità di apprendimento.

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