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Le ciglia ectopiche, come le distichie, originano dalle ghiandole tarsali, ma anziché emergere dagli orifizi dei dotti ghiandolari, si localizzano nella parte centrale della superficie congiuntivale della palpebra, approssimativamente a circa 4 mm di distanza dal margine, causando blefarospasmo, epifora e in casi più gravi lesioni ulcerative corneali. Il difetto di solito si verifica nei cani giovani, anche se possono svilupparsi in soggetti maturi, probabilmente a causa di una metaplasia dell’epitelio della ghiandola di Meibomio (Peiffer & Peterson-Jones 1999).

I cani affetti da distichiasi sono predisposti allo sviluppo di ciglia ectopiche, e tra le razze più colpite figurano lo Shih Tzu, il Pechinese, il Flat-Coated Retriever, il Cavalier King Charles Spaniel, il Boxer, il Bulldog Inglese, il Barboncino e il Jack Russell Terrier. La palpebra superiore sembra essere quella più interessata. Generalmente il ciglio ectopico presenta la stessa colorazione del resto del pelo e visibile all’interno di una piccola area (non sempre pigmentata) della congiuntiva palpebrale. Di solito la localizzazione del difetto corneale rileva la posizione del ciglio nella porzione corrispondente di congiuntiva. La collaborazione del paziente, unitamente ad ingrandimenti adeguati e una fonte luminosa, sono fattori indispensabili e spesso sufficienti per la diagnosi (Gelatt, 2013). Il trattamento consiste nella rimozione del pelo o, preferibilmente, nella distruzione del relativo follicolo pilifero, mediante crioterapia o elettroepilazione.

Per l’asportazione del ciglio, è necessario stabilizzare la palpebra con una pinza da calazio, esponendone il versante bulbare. Con lama da bisturi #11 si esegue una piccola incisione, che può essere lasciata aperta, facendo attenzione a preservare il margine palpebrale (Birchard, 2009).

Alternativamente, l’area congiuntivale contenente il follicolo pilifero viene escissa in blocco tramite punch da biopsia (D’anna et al., 2007).

La terapia postoperatoria prevede la somministrazione topica di antibiotici in pomata oftalmica per 7 giorni. La prognosi è favorevole; tuttavia il proprietario va informato della possibile presenza di altri follicoli adiacenti, invisibili al primo trattamento e che possono causare la ricrescita del pelo. I cani affetti da una o più distichie dovrebbero essere esclusi dalla riproduzione, soprattutto per quelle razze in cui la percentuale dei soggetti colpiti è ancora bassa (Gelatt, 2013).

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3.6 TRICHIASI

La trichiasi è la presenza di pelo posizionato normalmente ma con direzione anomala che irrita il globo e la congiuntiva. L’irritazione cronica corneale causa epifora, blefarospasmo, iperemia congiuntivale e secrezioni mucopurulente. Nei punti in cui il pelo sfrega contro la cornea si verificano lesioni che guariscono spesso con tessuto di granulazione, ma possono anche arrivare più in profondità fino a causare una perforazione. L’esito finale può essere la formazione di un leucoma esteso, pigmentazione, e in casi più gravi la perdita dell’occhio (Stades et al., 1993).

La trichiasi deve quasi sempre essere corretta chirurgicamente. Può verificarsi a livello delle pliche nasali, della palpebra superiore (di norma in posizione dorso laterale), oppure congiuntamente ad entropion nella stessa area. Inoltre lacerazioni palpebrali o blefaroplastiche mal guarite possono esitare in trichiasi (Gelatt, 2013).

La trichiasi si verifica in diverse razze di cani come patologia ereditaria e molto probabilmente poligenica, ed è una caratteristica auspicata in base ad alcuni standard di razza (Stades, 2000).

TRICHIASI DELLE PLICHE NASALI

Gli standard di razza, in conflitto col benessere animale e con l’opinione di numerosi medici veterinari, esaltano per determinate razze brachicefaliche (come il Carlino, Shih Tzu, Lhasa Apso o il Pechinese) occhi grandi e sporgenti, un muso corto con stop marcato, e una cute fortemente rugosa (Stades, 2000).

Questa condizione, nella maggior parte di pazienti colpiti, si riscontra in combinazione con entropion mediale, trichiasi caruncolare, OPF e lagoftalmo, in conseguenza di un esoftalmo anatomico. Il pelo della plica nasale e dell’entropion mediale è fonte di forte irritazione per il quadrante medio-centrale della cornea. Inoltre l’occhio sporgente ed il lagoftalmo associato comportano un ammiccamento anomalo e una progressiva essiccazione delle porzioni centrali della cornea, con conseguente erosione dell’epitelio (Gelatt, 2013). In queste razze l’ulcera spesso è aggravata da processi collagenolitici ed evolve in descemetocele nell’arco delle 24 ore; per cui nella maggior parte dei soggetti con pliche nasali prominenti, la resezione chirurgica delle stesse pliche rappresenta l’unico trattamento risolutivo.

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3.6.1 CANTOPLASTICA MEDIALE

Molte delle tecniche chirurgiche utilizzate per la risoluzione dell’ectropion-OPF o entropion-ectropion possono essere utili per risolvere il problema della trichiasi delle pieghe nasali. In questo intervento si procede alla rimozione della cute del canto mediale per una lunghezza di circa 2 cm (Stades et al., 2000).

Queste procedura rimuove inoltre i peli della caruncola ma può risultare più complicata nei soggetti con “stop” particolarmente marcato.

Per prevenire danni iatrogeni all’apparato lacrimale, l’identificazione dei punti e dei canalicoli lacrimali avviene mediante il passaggio di un filo di Prolene blu monofilamento 00 o 2-0. I margini palpebrali mediali vengono incisi per una profondità di circa 3-4 mm con una forbice da tenotomia, partendo 1-2 mm medialmente al punto lacrimale inferiore e terminando 1-2 mm medialmente al punto lacrimale superiore, creando quindi un’incisione a V lungo il margine palpebrale che comprenda la caruncola. La ferita chirurgica viene apposta da due strati di suture per una massima tenuta, utilizzando filo riassorbibile 6-0. Lo strato tarso-congiuntivale è apposto da sutura semplice continua, e lo strato cute- orbicolare con sutura semplice interrotta.

In seguito al suddetto intervento il canto mediale viene ripiegato verso l’esterno, emerge da dietro le pliche nasali e viene spostato lateralmente di alcuni millimetri. Un ulteriore vantaggio consiste nell’accorciamento della rima palpebrale di 6-8 mm, che riduce inoltre il rischio di lussazione del globo per le razze con esoftalmo anatomico e le complicazioni da lagoftalmo (Stades, 2000).

3.6.2 RIMOZIONE DELLE PLICHE NASALI

La rimozione delle pliche nasali è una procedura piuttosto semplice. In questa operazione la plica viene sollevata ed escissa con forbici Mayo e l’emostasi effettuata mediante pressione diretta con garze e tamponi sterili o per mezzo di un elettrocauterio monouso. È necessario porre estrema attenzione a rimuovere uguali porzioni di tessuto da entrambe le pliche nasali per assicurare per una corretta simmetria facciale. La ferita viene poi apposta con suture riassorbibili 5-0 a punti staccati semplici.

Questa tecnica tuttavia non corregge gli altri difetti conformazionali dei cani trattati, come l’entropion mediale associato, la trichiasi della caruncola e non risolve l’OPF (Gelatt, 2013).

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