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Nel nostro studio abbiamo preso in considerazione cani di qualsiasi età e razza affetti da diversi alterazioni palpebrali, alcune delle hanno previsto un intervento chirurgico correttivo. I pazienti sono stati visitati e trattati presso l’ospedale didattico veterinario Mario Modenato di San Piero a Grado (PI), nel periodo compreso dal 2010 al 2014. In tutti i pazienti è stata osservato il decorso della patologia e la gravità delle manifestazioni cliniche, indirizzando i proprietari nella scelta del trattamento chirurgico.

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4.2.1 RACCOLTA DEI DATI

Sul totale di 165 pazienti con patologie palpebrali ad eziologia differente, esaminati dal 2010 al 2014, sono stati selezionati 138 cani colpiti da affezioni di interesse chirurgico. I pazienti sono stati seguiti dalla prima visita, raccogliendo l’anamnesi, esaminando in modo specialistico le palpebre, e nel contempo il globo e gli altri annessi, per escludere possibili concause e/o conseguenze correlate al difetto palpebrale. L’osservazione clinica dei pazienti, ha permesso di discriminare le affezioni palpebrali di interesse chirurgico, da quelle a carattere neuropatico o infiammatorio (richiedenti nella maggior parte dei casi soltanto un trattamento medico). In alcuni casi ancora, in sede d’esame sono state rilevate nei pazienti patologie palpebrali non riconosciute come tali dagli stessi proprietari, o comunque da loro non ritenute significativamente importanti.

Le affezioni chirurgiche palpebrali sono state classificate per tipologia e gravità, in relazione alle diverse caratteristiche fenotipiche delle razze canine, così da ottenere un quadro generale su cui indirizzare la scelta della tecnica chirurgica più adatta.

Pertanto, per i 138 casi di pertinenza chirurgica, è stata formulata accuratamente la diagnosi e impostata la terapia farmacologica specifica, in previsione di un possibile trattamento chirurgico risolutivo. Inoltre è stata selezionata la tecnica più idonea al caso, e i proprietari sono stati avvisati sulle possibili complicazioni postoperatorie.

Per le differenti tipologie di affezioni chirurgiche palpebrali, è stato preso in considerazione:

- l’eventuale predisposizione di razza; - il sesso;

- l’età dei pazienti al momento dell’insorgenza del difetto (o comunque l’età al momento della prima visita clinica in ambulatorio);

- la localizzazione del difetto palpebrale; - la procedura chirurgica;

- l’intervallo di tempo medio intercorso dalla prima visita al trattamento chirurgico; - il follow-up e la frequenza dei controlli (pre e post-operatori).

Inoltre, per le neoplasie palpebrali è stata presa in considerazione: - la diagnosi istologica dei campioni escissi chirurgicamente; per l’entropion e l’ectropion:

- la natura (anatomico vs spastico vs cicatriziale); - il carattere (mono/bilaterale);

- la possibile correlazione ad altri difetti palpebrali o anatomici (trichiasi, pliche nasali prominenti, macroblefaria, microftalmia);

50 per le distichie:

- la frequenza dei successivi tra i controlli correlati alle recidive, conseguenti alla rimozione meccanica;

- l’eventuale concomitanza di ciglia ectopiche nei soggetti affetti.

I pazienti chirurgici sono stati seguiti nelle fasi pre, intra e postoperatorie, valutando l’eventuale verificarsi di complicanze, e, quando possibile, annotando l’intero follow-up postoperatorio. Nei soggetti che sono stati nuovamente osservati alla visita di controllo, in tempi variabili, successivi sia alla terapia medica sia chirurgica, è stata valutata l’efficacia del trattamento, osservando l’evoluzione della patologia, rivolgendo ai proprietari domande relative alla qualità di vita dei loro animali.

Nei soggetti con neoplasie palpebrali è stata stimata la dimensione e la sede delle lesioni (condizionanti entrambi la scelta della procedura chirurgica), valutandone l’aspetto e l’eventuale interessamento di altri annessi oculari o della superficie corneale. Durante la visita i pazienti sono stati esaminati utilizzando una lampada a fessura ed eseguendo il test di Schirmer per quantificare la secrezione lacrimale. Eventuali lesioni corneali secondarie al difetto palpebrale sono state osservate con lampada a fessura e, se necessario, tramite colorazione con fluoresceina.

Per i soggetti affetti da entropion, in sede ambulatoriale sono stati valutati la natura e il grado dell’anomalia palpebrale, mediante riposizionamento manuale ed instillazione di anestetico topico (Novesina®). Sono state altresì valutate le superfici oculari per rilevare la presenza di possibili lesioni secondarie al difetto palpebrale, e/o lesioni primarie aggravanti un entropion già presente o responsabili di un entropion spastico. Una volta confermata la diagnosi, e scelta l’eventuale tecnica chirurgica più idonea al paziente, è stata impostata una terapia farmacologica temporanea in previsione dell’intervento.

Nei pazienti affetti da distichie è stata valutata la gravità della condizione clinica intervenendo a seconda del grado di disagio oculare manifestato.

Si è scelto un protocollo anestesiologico in considerazione della procedura chirurgica e del paziente trattato. Prima della chirurgia il cane è stato sottoposto a un visita anestesiologica, completa di esami ematobiochimici, che hanno permesso di valutare lo stato di salute di ogni paziente.

La premedicazione è stata effettuata con l’utilizzo di analgesici oppioidi (metadone, fentanyl, butorfanolo), associati o meno a farmaci tranquillanti (acepromazina), o il più delle volte a sedativi (dexmedetomidina). L’induzione dell’anestesia è stata eseguita mediante somministrazione di propofol ev, ed il mantenimento assicurato con isofluorano in ossigeno. Per i soggetti a rischio anestesiologico, sottoposti a trattamenti non

51 particolarmente invasivi, è stata praticata solamente un’anestesia locale tramite infiltrazione con lidocaina.

Riguardo la preparazione del paziente, in molti cani è stata eseguita una tricotomia, seguita dalla preparazione del campo operatorio effettuato mediante irrigazioni alternate del sacco congiuntivale e della superficie oculare con Betadine® diluito in NaCl allo 0.5% e soluzione fisiologica sterile (3+3). Per la cute è stato utilizzata una soluzione di clorexidina gluconato.

Lo strumentario chirurgico utilizzato nella maggior parte degli interventi è composto da: - pinze fissateli Backhaus;

- pinza da calazio e Desmarres; - spatola di Jaeger;

- lame da bisturi #15;

- forbici a punta acuta/smussa;

- pinze tissutali anatomiche e chirurgiche; - pinza traumatica Allis;

- portaaghi Mayo-Hegar e Castroviejo; - elettrocauterio oftalmico a pile;

- filo Vicryl® 4-0/6-0 (ago triangolare 3/8c 11-19mm); - garze e tamponi sterili;

- cuscino Olympic Vac-Pac®. Per le procedure più specifiche: - punch da biopsia cutanea; - sonda e unità criochirurgica N2O;

- elettrodepilatore ad ago.

Per le varie procedure tecniche e diagnostiche ambulatoriali: - lampada a fessura;

- retrattore palpebrale;

- pinze von Graefe e a punte lisce per ciglia.

I pazienti sono stati trattati con farmaci antibiotici sistemici (amoxicillina-acido clavulanico) e FANS (carprofen), la cui somministrazione è stata raccomandata ai proprietari durante la prima settimana successiva all’intervento chirurgico, affiancata inoltre dalla somministrazione topica di antibiotici locali (per es. tobramicina, ofloxacina) e dal mantenimento del collare elisabettiano.

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4.2.2 ANALISI STATISTICA

I dati relativi alla tempistica d’intervento ed alla frequenza dei controlli svolti pre e postoperatori sono stati valutati mediante foglio di calcolo Excel ed espressi come media ± deviazione standard o valore mediano.

4.3 RISULTATI

L’84% dei pazienti (138/165 casi) è risultato colpito da affezioni chirurgiche palpebrali, contro il 16% dei cani che hanno presentato affezioni palpebrali di natura infiammatoria o neuropatica, non trattabili chirurgicamente (Fig 4.1).

Dei 138 pazienti inclusi nello studio (Fig 4.2):

- il 79% (109 soggetti) = ha mostrato una singola entità patologica palpebrale; - il 21% (29 soggetti) = ha mostrato almeno due differenti alterazioni palpebrali. In totale sono state riscontrate 170 patologie palpebrali, classificate come segue: - 51  neoformazioni palpebrali (30%); - 49  entropion (29%); - 29  distichiasi (17%); - 27  trichiasi (16%); - 9  ectropion (5%); - 3  ciglia ectopiche (2%); - 2  dermoidi (1%)

Complessivamente sono state eseguite chirurgicamente: - 22  exeresi (11 a cuneo + 11 house-shaped); - 9  criochirurgie;

- 8  blefaroplastiche di Stades;

- 5  blefaroplastiche combinate Hotz-Celsus + cuneo laterale; - 5  tacking palpebrali;

- 1  blefaroplastica di Blaskovic; - 1  blefaroplastica di Hotz-Celsus; - 1  elettroepilazione;

- 1  exeresi pliche nasali;

- 2  exeresi con punch da biopsia; - 1  exeresi dermoide.

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Fig 4.3 Le differenti tipologie di affezioni chirurgiche palpebrali espresse nei rispettivi valori percentuali.

84% 16%

CHIRURGICHE VS VARIE

affezioni chirurgiche palpebrali altre (infiammatorie, neuropatiche,..) 79% 21%

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