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Capitolo 2 : Il knowledge management : presupposti teorici

2.4. Classificazione delle conoscenze

La conoscenza può essere riferibile ai professionisti, all’organizzazione e a molti altri elementi ma può essere fondamentalmente classificata facendo riferimento a tre dimensioni chiave:

- natura (esplicita/tacita);

- localizzazione (interna/esterna all’azienda);

- dipendenza dalla sorgente (dipendente e/o indipendente) (9).

In relazione alla sua natura la conoscenza può essere esplicita (o codificata), quando è possibile trasmetterla formalmente secondo un linguaggio sistematico e facilmente comunicabile ad es. attraverso il contenuto di libri, documenti, tassonomie, procedure, linee guida, oppure tacita, quando deriva dall’esperienza personale vissuta dai soggetti nel corso degli anni, collegata all’intuito, all’esperienza, al buon senso. Quest’ultimo è quel tipo di conoscenza che entra in gioco nella risoluzione dei problemi e nel delineare prospettive per la quale la condivisione è importante, in particolar modo nell’ottica di una learning organization, in quanto trattasi di conoscenza personale raramente documentata. A livello individuale dunque, la conoscenza tacita risulta strettamente correlata al concetto di skill, fortemente basato sull’esperienza.

Esiste però anche un’altra articolazione della conoscenza tacita che si rende manifesta a livello di gruppo, in quanto alcuni compiti richiedono il coordinamento e la collaborazione di un gruppo di individui in un arco di tempo limitato. Ne è un esempio il lavoro in equipe svolto dagli infermieri, il cui coordinamento (adattamento reciproco) può essere paragonabile a quello riportato da Berman e al.(2002) richiesto ai membri di un team che si appresta a cambiare una vela nella fase critica di una regata in condizioni di mare agitato (8): la conoscenza necessaria al fine di svolgere tale compito è diffusa tra i membri del team, ciascuno dei quali ha dei compiti precisi e definiti. Gran parte del successo dell’operazione, comparabile ad es. al PDTA22 di un paziente ricoverato, dipende dalla capacità dei singoli di sapersi adattare rapidamente al modo in cui gli altri hanno interpretato il proprio ruolo, il che può avvenire soltanto attraverso la pratica, trattandosi appunto di conoscenza tacita, dispersa nel gruppo ma incorporata nelle relazioni sociali.

Ciò significa che la conoscenza tacita risiede anche a livello collettivo, spesso fortemente legata al contesto sociale ed organizzativo in cui è venuta a crearsi, come ampiamente descritto da Berman e al.(2002) “group knowledge is stored in a collective mind, which

can be defined as the combination of individual cognitive schemata, patterns, or gestalts acquired through mutual experience and expressed through unconscious synchronicity of action when the groupis confronted with complex tasks…” (8).

E’ possibile individuare fondamentalmente tre modalità per sfruttare la conoscenza tacita all’interno di un’ organizzazione :

- problem solving : probabilmente rappresenta la forma più comune di applicazione della conoscenza tacita a livello organizzativo. Un infermiere esperto o qualsiasi altro professionista riesce a risolvere un problema senz’altro più efficacemente

rispetto ad un principiante poiché ha un’esperienza tale da riuscire ad individuare le attività più opportune per affrontare una determinata situazione;

- problem findings : la conoscenza tacita permette di individuare, attraverso l’intuizione, la soluzione ma anche la natura stessa di una problematica;

- predizione e anticipazione : il riuscire ad interpretare e a valutare un problema analizzandolo in tutti i suoi aspetti, consente di anticipare e prevenire gli avvenimenti, sviluppando inoltre un contesto molto creativo (8).

La conoscenza esplicita può essere ulteriormente scomposta in “know-what” (letteralmente cosa conoscere) e “ know-why ” (conoscere il perchè). Il “ know-what ” si riferisce alla conoscenza riguardo i “fatti”, più comunemente indicata con il termine “informazioni”, il “know-why” si riferisce invece alla conoscenza scientifica, che influenza lo sviluppo tecnologico e le sue applicazioni e la cui produzione e riproduzione avviene in processi organizzati come la formazione universitaria, la ricerca scientifica, ecc.

La conoscenza tacita si struttura invece in “know-how” (in che modo conoscere) e “know-who” (chi conoscere). Il “know-how” o conoscenza procedurale, rappresenta il bagaglio di conoscenze relative alle procedure di utilizzo ed alle regole d’uso del “ know- what”. Il “know-who” si riferisce invece ad una pluralità di capacità sociali che permettono l’accesso e l’uso di conoscenza posseduta da altri individui.

Bisogna tener presente che la conoscenza tacita può essere comunque esternalizzata e racchiusa nei processi organizzativi attraverso l’articolazione della conoscenza, riferibile al processo cognitivo di creazione di conoscenza, realizzabile per esempio nel contesto pratico di apprendimento basato sull’esperienza, attraverso le discussioni, il dialogo e la codifica della conoscenza, (9) cioè l’impiego di rappresentazioni linguistiche e simboliche

per “trasformare” la conoscenza da tacita in esplicita, immagazzinarla nell’organizzazione e renderla disponibile ad altri.

Tuttavia non tutti i tipi di conoscenze possono essere esternalizzati ed alcune di esse, qualora venissero codificate, perderebbero parte del loro valore e del loro significato.

In ambito infermieristico, o più in generale in ambito sanitario, vengono utilizzati diversi supporti informatici per facilitare la presa di decisioni : database scientifici per la consultazione delle evidence based practice, le banche dati cliniche, la formazione a distanza, le linee guida e le procedure contenute nei database, gli strumenti organizzativi informatizzati (cartella clinica elettronica, ecc), le prescrizioni elettroniche.

Alla luce di tale disponibilità e delle conoscenze presenti all’interno delle strutture sanitarie, gli infermieri dovrebbero condividere e diffondere le conoscenze esplicite e non con il proprio gruppo di lavoro e con gli altri professionisti sanitari per migliorare le abilità di decision-making necessarie per le prestazioni assistenziali e quindi la qualità delle cure erogate, in quanto l’acquisizione di ulteriori conoscenze supporta una presa di decisioni più efficace e sicura per gli infermieri, orientandoli a modificare i propri comportamenti per ottenere i risultati auspicati (11).

Per quanto concerne la classificazione della conoscenza in relazione alla sua localizzazione, questa può essere interna o esterna all’organizzazione, pertanto diventa necessario comprendere e mantenere l’interazione tra le diverse forme e fonti di conoscenza, facendo leva sul know-how e sull’esperienza.

Infine la conoscenza può essere indipendente o dipendente dal suo possessore o creatore. Ovviamente la codifica della conoscenza, convertendola dalla forma tacita a quella esplicita su supporti cartacei, informatizzati e/o multimediali, ne favorisce la

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