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4. Presentazione dei casi studio scelti

4.2 Club di prodotto “Vacanze in Baita”

L’offerta turistica rappresentata dal B&B Monte Tesobo e dalle Vacanze in Baita si può collocare all’interno della motivazione di vacanza, come da categorie individuate da Trentino S.p.a60., definita “Vacanza rurale”. All’interno di tale contenitore si ritrovano tante sottomotivazioni di vacanza, tutte accomunate dal desiderio di trascorrere del tempo a contatto con la natura e i suoi prodotti. Un elemento importante per una proposta di questo tipo è rappresentato dall’offerta di ricettività familiare diffusa sul territorio, soprattutto in zone non interessate da un forte sviluppo alberghiero, come la Valsugana Orientale.

In questa sezione verranno riassunte le informazioni derivanti dalle interviste al Presidente della Cooperativa Vacanze in Baita e ad un proprietario di una struttura ricettiva, opportunamente integrate.

Il Club di prodotto “Vacanze in Baita” è partito sulla spinta dell’iniziativa LEADER 1 (1992-1996) con l'iniziativa "La montagna abitata" che aveva cofinanziato al 50-60% a fondo perduto il recupero a fini di ospitalità rurale di 8 strutture che ne avevano fatto richiesta. L’obiettivo dell’iniziativa era quello attivare progetti pilota per l’integrazione del reddito, e quindi per favorire la permanenza della popolazione, in zone montane interessate dal fenomeno dello spopolamento, in seguito al venir meno dell’attività zootecnica tradizionale. Attraverso una convenzione stipulata con la Provincia i proprietari si sono impegnati ad affittare queste strutture per almeno 3 mesi l’anno, per 10 anni. Un apposito Comitato ha approvato i progetti e ha verificato lo stato di avanzamento dei lavori. La promozione ed il coordinamento dell’iniziativa sono state demandate inizialmente al GAL Valsugana.

Le otto baite (edifici tradizionali di montagna adibiti ad una pluralità di funzioni, dall’alloggio all’alpeggio al deposito di attrezzi agricoli) recuperate con il progetto comunitario hanno iniziato l’attività di ospitalità tra il 1996 ed il 1997, riscuotendo un crescente interesse in particolare tra la clientela del nord e centro Italia.

I proprietari delle strutture hanno usufruito di una specifica formazione nel corso di LEADER e, sempre nell’ambito del progetto comunitario, hanno dato vita assieme ad altri soggetti ad una cooperativa, denominata “Leader scarl”, con la compartecipazione del Consorzio BIM Brenta e di Trentino S.p.A. L’obiettivo primario della società è oggi la promozione di questo tipo di ospitalità, caratterizzata dal marchio “Vacanze in baita”.

L’interesse suscitato dall’iniziativa è dimostrato dall’aumento del numero di strutture aderenti, nonostante l’assenza, per i nuovi soci, di finanziamenti per la ristrutturazione: dalle otto baite iniziali aderenti al progetto, si è passati alle 14 del 2000, alle 28 del 2001 per arrivare ad oltre 50 nel momento della stesura della presente tesi. Inoltre allo scadere della Convenzione al termine dei 10 anni, le strutture hanno deciso di proseguire l’attività. La cooperativa si occupa unicamente della promozione turistica, concordando con i proprietari il budget finanziario da utilizzare e le relative iniziative da programmare anno per anno (partecipazione a fiere, eventi, pubblicazioni..). Il socio-proprietario rimane il referente per il cliente. La cooperativa, su esplicita richiesta dei proprietari, può prendere direttamente in gestione alcune strutture.61 Dall’anno 2010 la Cooperativa diventerà un’Associazione, per alleggerire gli impegni contabili ed amministrativi.

L’iniziativa era inserita nel Progetto Montagna, che recepiva a livello provinciale la legge nazionale numero 97 del 199462. L’obiettivo che si era posta era quello di individuare opportunità per infondere nuova vitalità alle aree di montagna, entro zone omogenee, per frenarne lo spopolamento, attraverso interventi gestiti nell’ambito di progetti integrati di sviluppo. Particolare attenzione è stata rivolta ad evitare un eccessivo sviluppo del turismo in ambiente rurale, soprattutto in relazione alla fragilità e alla specificità delle zone di montagna.63

La proposta delle “Vacanze in Baita” si configura come una proposta alternativa e meno vincolante sia per l’utente che per il gestore rispetto ad un B&B: infatti, non è prevista la somministrazione di cibi e bevande, né la presenza continuativa dei proprietari. I vantaggi derivanti dal tipo di attività sono dati dalla possibilità di ottenere una certa integrazione di reddito. Oltre ad avere un basso impatto paesaggistico e sull’ambiente, questa offerta turistica stimola i proprietari di baite a curare la struttura e gli annessi (prati, boschi), ed evita il fenomeno per il quale tali strutture vengono sfruttate solamente per un paio di settimane l’anno.

62 Legge 31 gennaio 1994, n. 97 “Nuove disposizioni per le zone montane”

4.2.1 Analisi del Caso Studio CLUB DI PRODOTTO VACANZE IN BAITA

I punteggi attribuiti variano da 1 a 3, dove 1 corrisponde al livello più basso/peggiore/negativo e 3 al più alto/migliore/positivo

INDICATORI PESI DESCRIZIONE PUNTEGGIO

MOTIVAZIONE Attribuzione dei punteggi

Origine input (idee e

finanziamento) 1 Proposta sviluppata sulla base della spinta di un finanziamento esterno, nell’ambito del progetto LEADER

per la Valsugana 2

Considerazione data ad obiettivi non economici

0,6 Molto importanti sia la conservazione del paesaggio che della biodiversità, evitare lo spopolamento della zona e creare collaborazione nella comunità

3

Progettualità,

formazione continua 1 In fase iniziale i soci sono stati formati; periodicamente si tengono le riunioni della cooperativa per cercare di definire delle linee guida nell’operare. Manca una formazione precisa sulle possibilità di ridurre l’impatto ambientale delle realtà.

2

Soddisfazione 0,4 Elevata, sostenuta da una marcata motivazione personale e da legame con il territorio 3

NETWORK

Complessità del

network 0,5 La cooperativa comprende un buon numero di soci. All’interno della stessa viene condivisa la promozione e si sviluppa un’offerta innovativa comune. Con altre realtà della zona (es. ristoranti, malghe, esercizi commerciali) si era tentato di sviluppare un’offerta strutturata, ma con scarso successo. Attualmente gli ospiti vengono informati sulle possibilità che esistono in zona, senza particolari forme di promozione congiunta.

1

Efficacia 0,5 Importante in termini di relazioni, non porta un significativo vantaggio economico all’azienda ma ha delle

minime ricadute sul territorio 2

Rapporti con l’ente

pubblico 1 L’ente ha favorito l’avvio dell’attività (consulenza, finanziamento, ..). Allo stesso tempo però l’accesso al contributo provinciale pone molti vincoli sulle modalità di ristrutturazione. Le pratiche da gestire rientrano nella normale prassi dei cantieri.

2

Rapporti con la

comunità locale 1 La comunità locale non è molto interessata all’offerta, poiché quasi tutti sono proprietari di case in montagna. Tuttavia essa non presenta un atteggiamento ostile nei confronti delle attività. Con alcune realtà produttive si era tentato di creare una tessera che consentisse di avere degli sconti su servizi (pesca sportiva) o prodotti tipici. Attualmente la collaborazione è rimessa alla sensibilità dei singoli.

2

OFFERTA

Accessibilità 0,3 Con mezzi propri 2

Facilities per turisti 0,7 Presenza di servizi essenziali nelle vicinanze, scarsa offerta turistica complementare nel raggio di 10 km:

lago, piste da sci e zone turistiche nel raggio di 20 Km. 2

Strutturazione del

marketing 0,6 La cooperativa definisce dei prezzi minimi e massimi per categoria di strutture (è stato messo a punto un sistema di classificazione interno con i “funghi”, equivalenti ad una valutazione qualitativa dell’offerta). Nello stabilire i prezzi si è tenuto conto della scarsità di possibilità ricreative nei dintorni, se si eccettua la montagna.

2

DOMANDA

Afflusso turisti 0,5 Media soddisfazione, gli arrivi sono concentrati nei mesi estivi. 2

Stagionalità degli arrivi 0,3 Stagionalità breve, concentrata soprattutto in luglio-agosto e nella settimana di Capodanno 1

Effetti derivanti da collocazione in contesto forte/debole

0,2 La zona è marginale, scarsa offerta turistica nel complesso 1

SOSTENIBILITA’ ECONOMICA

Volume investimenti e

tempi di ritorno 1 Medi tempi di ritorno, anche grazie ai contributi finanziari pubblici. Lo scopo principale non è quello di avere

grandi volumi di affari. 2

Numero posti di lavoro 1 Meno di 5, l’impegno si concentra nei periodi di afflusso, per un totale di circa 20 giornate lavorative/anno

(molto variabile da baita a baita) 1

Problemi /rischi per il

futuro 1 Visione ottimistica per il futuro della realtà, si percepisce una certa resilienza: è una realtà di nicchia, i clienti

spesso sono fidelizzati 3

PERFORMANCE

AMBIENTALE

Legame con il territorio 0,5 Legame molto forte, dato da motivi di carattere affettivo e da specificità del territorio per il tipo di servizio

offerto: il Lagorai è un ambiente ancora fortemente rurale. 3

Gestione delle risorse

e degli output 1 Non ci sono delle direttive comuni per quanto riguarda la gestione dei consumi; il tutto viene demandato alla

sensibilità dei singoli proprietari. Tutti sono obbligati alla raccolta differenziata (norme comunali) 2

Valutazione dell’importanza

dell’iniziativa in relazione al destino alternativo dell’area

0,5 Area altrimenti destinata ad essere sfruttata 15 giorni l’anno, soggetta a progressivo abbandono. L’iniziativa