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4. Presentazione dei casi studio scelti

4.3 Garniga Terme: i bagni nell’erba

4.3.1 Inquadramento geografico del Monte Bondone

Il Monte Bondone si colloca nel Trentino occidentale, ad ovest della città di Trento. Il territorio ricade interamente, da un punto di vista amministrativo, all’interno del Comprensorio C5, Valle dell’Adige, e più precisamente interessa i Comuni di Trento (nella parte settentrionale), Garniga, Cimone e Villa Lagarina (parte orientale); Terlago, Padergnone, Calavino, Lasino, Cavedine (parte occidentale).

L’attraversamento del Monte Bondone è reso possibile grazie a due strade provinciali, la SP85, che ne risale il versante settentrionale per scendere poi in quello occidentale fino alla Valle di Cavedine, e la SP25 di Garniga che copre il versante orientale.

Il Monte Bondone è delimitato a Nord dalla forra del torrente Vela, a Ovest dalla Valle dei Laghi e dal Basso Sarca, mentre a Est dalla Valle dell'Adige. E’ collegato a sud-ovest, attraverso una dorsale senza soluzione di continuità, alla cima del Monte Stivo (2054 m). Al centro del Bondone, a circa 1500 metri di quota, si trova l'altopiano delle Viote, il quale è attorniato da quattro cime: il Monte Palon (2090 m s.l.m.), che si affaccia sulla Valle dell'Adige e domina la città di Trento, e le cosiddette Tre Cime del Bondone (da cui anche il nome del Consorzio turistico), ovvero Monte Cornetto (m 2180), Doss d'Abramo (m 2140) e Cima Verde (m 2102), che costituiscono una riserva integrale di interesse naturalistico. L'altopiano è chiuso verso Ovest dalla Rosta (m 1832) che si affaccia sulla Valle dei Laghi.64

Il territorio del monte Bondone, è un territorio assai frammentato non solo dal punto di vista fisico ma anche insediativo, istituzionale, culturale,economico e sociale.

In tutta la zona il frazionamento dei comuni appare molto accentuato; esso ha una matrice storica che rivela un passato in cui i villaggi di montagna erano composti da agglomerati isolati ma autosufficienti, dando luogo ad una struttura policentrica, essenziale fattore di presidio del territorio montano. A questo si deve aggiungere, in concomitanza con lo sviluppo turistico dell’area, il rilevante fenomeno avvenuto negli ultimi trent’anni delle cosiddette

67 “seconde case”, edificate in maniera sparsa sul territorio, al di fuori di qualsiasi disegno urbanistico e di conservazione delle tipologie edilizie proprie del paesaggio alpino.

Sotto il profilo istituzionale ed amministrativo, sul monte Bondone si intrecciano le competenze e le attività di numerosi enti: dalla Provincia autonoma al Comprensorio C5 comprendente l’intera Valle dell’Adige; dai singoli comuni, comprese le circoscrizioni del comune di Trento agli usi civici; dalle aziende speciali provinciali a quelle comunali. La stessa gestione dei servizi di pubblica utilità, con specifico riferimento alla gestione del ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, risulta frammentata.

Dal punto di vista culturale, l’area subisce l’influenza di due distinti poli di attrazione: la Valle dei Laghi, per i comuni di Calavino, Cavedine e Lasino; la Valle dell’Adige e, soprattutto, la città di Trento, per le circoscrizioni del comune di Trento e per i due comuni di Garniga Terme e di Cimone.

Per ovviare alla carenza di dialogo strutturato tra attori dello sviluppo locale ed enti pubblici operanti sul territorio del Monte Bondone è stata avviata, a partire dal 2000, una strategia locale di sviluppo integrato, con l’attivazione del Patto Territoriale del Monte Bondone, che ha individuato nell’ambiente e nel turismo le due aree strategiche nelle quali impostare le azioni di sviluppo dell’area.

Per quanto riguarda le pressioni ambientali nella zona, si evidenzia la criticità della situazione legata al crescente traffico veicolare e alla carenza di infrastrutture (parcheggi) e regolamentazioni dell’accesso e del transito automobilistico idonee ad assorbire il flusso di turisti ed escursionisti, soprattutto nei fine settimana invernali. 65 La stessa Provincia Autonoma di Trento, negli “Atti di indirizzo sul turismo”, sostiene che, al fine di favorire un rapporto più equilibrato tra il traffico dei residenti e il traffico degli ospiti, andrebbero ipotizzate forme di mobilità alternative alla gomma, che richiedono tuttavia investimenti sulla mobilità alternativa. Questo sarebbe particolarmente auspicabile per la zona del Monte Bondone.66

4.3.3 Inquadramento socioeconomico67

Garniga Terme fa parte del Consorzio Turistico denominato “Tre Cime Monte Bondone” assieme ai Comuni di Aldeno e Cimone. E’ una realtà molto piccola nel panorama dell’offerta turistica del Trentino e viene considerata separatamente rispetto ai vicini ambiti della Vallagarina e della città di Trento, poiché si presenta sul mercato con un’offerta particolare. In questo paragrafo si fa riferimento all’ambito definito delle “Tre Cime del Monte Bondone”, comprendente i Comuni di Garniga Terme, Aldeno e Cimone. La zona è raggiungibile in macchina, dista circa trenta chilometri dalla Valle dell’Adige, importante corridoio di comunicazione fra Sud e Nord dell’Europa, attraversato non solo dalla Statale (SS12), ma anche dall’Autostrada del Brennero (A22). I caselli di accesso autostradale più vicini sono quello di Rovereto Nord e quello di Trento centro.

65 Dal “Progetto Strategico di Sviluppo Patto territoriale del Monte Bondone” Approvata dal Tavolo di Concertazione del Patto territoriale del Monte Bondone il 9 maggio 2002, Elaborazione a cura di EURIS

66 Rielaborato Dal Progetto Strategico di Sviluppo Patto territoriale del Monte Bondone

La zona non è raggiungibile direttamente in treno; le stazioni più vicine sono quelle di Trento e Rovereto lungo la linea del Brennero, che collega Bologna a Monaco.

Da un punto di vista demografico, nell’ultimo decennio si registra nella zona, dopo anni di stazionarietà, una consistente crescita del numero di residenti (Figura 4.15), anche se la situazione non è omogenea nei tre comuni: mentre Aldeno, posto nel fondovalle, ha registrato una crescita demografica molto consistente, di quasi il 50% in 40 anni; i Comuni di Garniga e Cimone, posti sulle pendici del Monte Bondone, hanno invece mostrato una contrazione nel numero di residenti (attualmente meno di 500), segno della loro minor vitalità demografica e delle difficoltà di sopravvivenza tipiche dei piccoli paesi montani. La Figura 4.16 Illustra la distribuzione della popolazione nell’ambito. Il peso dell’ambito all’interno della Provincia

rimane molto limitato e senza grosse variazioni, attestandosi attorno allo 0,8%.

La principale causa della crescita demografica della zona è imputabile all’evoluzione del movimento migratorio che, se fino agli anni Ottanta, era negativo, successivamente ha invertito la tendenza, segnando valori positivi, grazie soprattutto alla sua vicinanza alla Vallagarina e alla città di Trento, che rappresentano i principali poli produttivi ed amministrativi della provincia.

Dal grafico in Figura 4.17 relativo all’occupazione della popolazione residente si evidenzia, come per il resto della Provincia, una netta tendenza alla terziarizzazione dell’economia locale, sempre meno legata al settore industriale e sempre più orientata verso il settore dei servizi e del commercio.

Il settore primario, che in base ai dati del 1971 rappresentava la colonna portante dell’economia locale e si attestava su un valore doppio rispetto alla media provinciale, ha ridotto di oltre 20 punti percentuali la sua capacità di offrire occupazione alla popolazione residente.

Il processo non è stato omogeneo nel tempo ma ha registrato la riduzione maggiore negli anni Settanta ed Ottanta. Nonostante questa contrazione, l’ambito delle Tre Cime Bondone, in confronto con resto della provincia, mostra ancora nel 2001 una relativa maggior connotazione agricola, pur non raggiungendo i livelli della Valle di Non.

Figura 4.16: Distribuzione popolazione residente per Comune (2001)

Figura 4.15: Trend demografico delle Tre Cime del Monte Bondone

69 Particolare è la situazione di Garniga Terme, che

dal 1991 al 2001 ha registrato una decrescita sia nel numero di unità locali attive sul proprio territorio, sia una riduzione della forza lavoro impiegata.

Dal grafico (Figura 4.18)che illustra il trend di imprese locali per settore economico si nota come il settore meno sviluppato sia quello dei pubblici esercizi e degli alberghi, segno questo di uno scarso investimento e interesse nell’ambito turistico, a causa del forte sviluppo industriale che ha coinvolto la zona.

La mancanza di un settore commerciale e dei

servizi forte rappresenta sicuramente uno svantaggio per l’area, che rischia di limitare le possibili ricadute economiche legate al turismo, senza sviluppare o sostenere l’economia locale. La limitatezza della proposta commerciale e di servizi può dipendere anche dalla vicinanza di aree maggiormente sviluppate capaci di mettere fuori mercato le piccole realtà di paese.

Figura 4.18: Trend unità locali per settore economico (1991-2001)

Figura 4.17: Distribuzione popolazione residente per settore di attività (1971-2001)