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Coinvolgi i genitori

Nel documento Tecniche per la lettura ad alta voce (pagine 160-166)

Parte terza La cultura del libro

27. Coinvolgi i genitori

Tecnica 27. Coinvolgi i genitori Offri a tutti i genitori la possibilità di par-tecipare a iniziative di promozione della lettura, in modo da ottenere la loro collaborazione e da sensibilizzarli alla lettura ad alta voce.

Quando ci si prepara a introdurre la lettura ad alta voce in modo conti-nuativo nei servizi educativi per l’infanzia emerge sempre il tema del ruolo e del coinvolgimento dei genitori.

Per prima cosa occorre ricordare che gli italiani sono, al momento, un popolo di non lettori e lettori deboli (quasi il 60% della popolazione oltre i 6 anni non legge affatto e circa il 20% legge da 1 a 3 libri all’an-no) e i genitori, ovviamente, non fanno eccezione. Quando dunque si pro-getta il coinvolgimento dei genitori occorre ricordare che alcune pratiche possono diventare controdistributive (ovvero approfondire le differenze:

si parla di pratica controdistributiva ogniqualvolta si favorisce, con un’a-zione, un’iniziativa, un provvedimento, chi è già in una posizione di van-taggio).

Questa consapevolezza comporta due tipi di conseguenze:

• occorre ricordarci che il contesto dei servizi pubblici di educazione e istruzione è il contesto privilegiato per la pratica della lettura ad alta voce poiché è l’unico che può garantirci di arrivare a tutti i bambini;

• le pratiche di coinvolgimento dei genitori debbono porre un’attenzione particolare a tutti quei genitori che, per svariati motivi, sono molto distanti dalla lettura (difficoltà, mancanza di tempo, mancanza di stru-menti, mancanza di informazioni).

Per questo prima ancora di ottenere la collaborazione dei genitori occorre pensare e progettare la loro formazione/informazione, che deve essere pensata come pratica di lungo periodo e ricca di attenzioni per evi-tare che agli incontri formativi/informativi partecipino soltanto i genitori già sensibili alla pratica della lettura, i quali hanno meno bisogno di essere sensibilizzati.

… abbiamo fatto anche delle riunioni con i genitori e… ci siamo resi conto… loro vogliono sapere sempre… se ti sentono parlare di certe cose è come se tu riuscis-si ad attrarli, vedono la tua pasriuscis-sione… e tentano anche loro! quindi non è soltanto un discorso di lettura per bambini, perché è importante creare un’educazione as-solutamente anche nei genitori (Belluomini 1).

Pensare a pratiche di coinvolgimento, informazione e formazione di lungo periodo significa anche, se si vogliono ottenere risultati, lavorare in rete, coinvolgendo tutte le altre realtà del territorio che possono essere co-interessate: le biblioteche, le cooperative e associazioni che si occupano di infanzia e di lettura, le librerie, le amministrazioni locali.

Esistono molte pratiche già in uso per coinvolgere i genitori:

• l’istituzione di un servizio per il prestito di libri (invio a casa con ca-denza settimanale o quindicinale di un libro) con l’invito a leggerlo ai propri figli;

… avevamo istituito sin dall’inizio il prestalibro, quindi i bimbi portavano a casa settimanalmente un libro dalla scuola, quindi le famiglie si impegnavano a ricon-segnarlo, in buono stato, quindi… diciamo che c’era questo… questo tramite tra la scuola e le famiglie (Vezzoni 57).

• l’invito ai genitori a intervenire, a turno, in qualità di lettori o narratori al nido o alla scuola dell’infanzia;

… abbiamo fatto un lavoro con le famiglie per cercare di arrivare il più possibile, e fare un lavoro insieme, perché se si lavora anche a casa, i risultati sono ancora di più. Per aiutare e sostenere queste famiglie, su quali libri scegliere, quale tipo-logia di libro, perché erano in difficoltà, allora, abbiamo fatto un confronto duran-te le riunioni, abbiamo letto proprio a loro alcuni libri, e anche loro erano esta-siati, non pensavano che i loro bambini così piccoli potessero leggere libri così difficili per loro, ma soprattutto stare attenti, perché appunto è aumentato il livello di attenzione, aumentato l’interesse (Dammicco-Frati 11).

• coinvolgere i genitori nell’arricchimento della biblioteca del servizio o di sezione (regali da parte delle famiglie, raccolta fondi);

• suggerire pratiche e modalità di lettura da svolgere a casa;

• organizzare momenti di open day in cui i genitori, a piccoli gruppi, possano venire al nido o alla scuola dell’infanzia per osservare le edu-catrici e le insegnanti impegnate nelle pratiche di lettura e ricavarne spunti, idee, suggerimenti;

… abbiamo fatto un incontro con i genitori per spiegargli perché avevamo aderi-to a quesaderi-to progetaderi-to [Leggere: Forte!], che cosa la ricerca diceva fino ad ora sul-la lettura ad alta voce, quali erano le aree che andavano ad incentivare, e abbiamo mostrato anche i librini che leggevamo con loro e gli abbiamo detto che sarebbe stato carino se anche a casa i genitori potevano continuare questa attività nel mo-mento in cui anche loro leggevano ad alta voce con i loro bimbi. Qualcuno ha pre-so dei libri da scuola, proprio un paio di bambini, e qualcuno ha portato durante il lavoro sul progetto hanno iniziato a portare dei libri da casa, li portavano a scuola per poterli leggere (Dal Torrione 10).

• per coinvolgere un numero maggiore di genitori sono risultati molto utili i programmi esperienziali, preparati per tempo e con cura, e ai quali ci si assicura che partecipino anche i genitori meno attivi e con meno tempo a disposizione (ponendo attenzione anche alla collocazio-ne temporale dell’incontro stesso): un incontro esperienziale è quello nel quale educatrici e insegnanti leggono per i genitori. In molti con-testi un programma di medio periodo improntato al far fare ai genitori questo tipo di esperienza si è rivelato decisivo per incrementare il nu-mero di genitori attenti alla lettura ad alta voce;

… con i genitori faccio un grande lavoro, coinvolgendoli e convincendoli a leg-gere di più anche a casa, magari raccontando loro cosa è piaciuto di più ai figli e cosa potrebbe piacere, per provare un po’ ad aiutare i genitori che, non per col-pa loro, sono un po’ legati a degli stereotipi come il fatto di leggere solo libri del-la disney o le solite favole e basta. Io ho centinaia di libri dell’infanzia, e difficil-mente sono testi tradizionali. […] Alla scuola statale dove lavoro ora non ci sono iniziative con i genitori in questo senso, ma alla comunale dove lavoravo prima facevamo dei progetti annuali che prevedevano degli incontri settimanali in cui noi “regalavamo una lettura”, facendo vedere come potevano leggere ai loro figli.

Poi portavo molti libri per offrire un’ampia gamma di scelte e far capire che c’è un grande e meraviglioso mondo da scoprire. Abbiamo anche cercato di far capi-re che qualunque cosa può essecapi-re collegata alla lettura. I genitori che inizialmen-te sono un po’ titubanti… quando vanno via sono sempre molto coninizialmen-tenti e soddi-sfatti (Aluigi 37).

• organizzare varie modalità (prestito, regalo, scambio) per le quali i genitori con eventuali difficoltà economiche non siano limitati nell’e-sperienza che potrebbero fare con i propri figli da questo impedimento;

• pensare a pratiche di tutoraggio di genitori esperti nei confronti di ge-nitori con maggiori difficoltà;

… abbiamo proposto la lettura in classe da parte dei genitori, quindi sono sta-ti coinvolsta-ti, questo ci ha aiutato molto anche nel lock down perché si erano im-pratichiti di questa cosa, di leggere ad alta voce per un gruppo un po’ più

allarga-to e quindi poi quando queste pratiche sono state proposte nelle videoconferenze su zoom che appunto facevano, erano un pochino più sciolti […] allora i genitori all’inizio diciamo alla nostra richiesta perché si immaginava che ci potesse essere la timidezza, la vergogna, nel dire: oddio che libro scelgo, andrà bene, non andrà bene, lo saprò leggere… perché noi diciamo il ventaglio era stato: potete leggere, potete cantare, la potete recitare, la potete mimare, quindi si era parlato di un tea-tro kamishibai, potevano inventarsi loro delle tavole grafiche tipo fumetti… quel-lo che volevano. Chiaramente chi non è avvezzo a questi sistemi dura più fatica, si vergogna perché è un mettersi più a nudo, perché si sentono di dover dimostrare le loro capacità, quindi molti sono arrivati con contesti diversi […] c’è stato una sor-ta di tutoraggio per quei genitori un po’ più ansiosi, ecco chiamiamoli così, e poi l’altro consiglio che si è dato è stato quello di unirsi ad un altro genitore dei bimbi grandi, quindi dei 5 anni, che avevano ormai esperienza di che cos’era la biblio-teca, perché noi per esempio, quando si fa le verifiche PTOF, noi leggiamo pro-prio ai genitori. Cioè prendiamo alcuni libri che leggiamo anche con i bambini e iniziamo o l’apertura o la chiusura con la lettura di qualche brano che ci accom-pagnerà poi nello spiegargli vari progetti quindi quei genitori che erano più prati-ci di questa cosa li abbiamo fatti affiancare ai genitori dei bimbi nuovi che ancora chiaramente non sapevano come funzionava la biblioteca o da genitori che erano più timidi ecco diciamo così. Ed ha funzionato bene, ci sono state delle belle sor-prese (Minerva 52).

Quando si pensa ai genitori che, per vari motivi, hanno meno dimesti-chezza, familiarità e possibilità di leggere per i propri figli occorre ricorda-re anche che una possibilità maggioricorda-re per questi genitori è proprio quella di iniziare a leggere ai propri figli quando sono piccolissimi. I primi librini hanno pochissime parole e dunque anche il genitore che ha difficoltà in letture più distese e complesse (per la mancanza di un apparato strumen-tale di base, perché l’italiano non è la sua lingua madre o per la distanza siderale dall’ultima esperienza diretta di lettura di materiale narrativo) può riuscire ad essere efficace. Questi genitori se adeguatamente assistiti posso-no, di fatto, ricostruire un rapporto con la parola letta proprio seguendo le tappe di sviluppo dei propri figli. Ovviamente immaginare un percorso di co-costruzione del rapporto con la lettura richiede l’attenzione e il contatto costanti da parte di educatrici e insegnanti (e da parte di tutti gli altri at-tori in rete: bibliotecari, esperti, librai) con i geniat-tori, perché essi possano attingere a bibliografie improntate a un criterio di adeguata progressività (presenza di parole, difficoltà, lunghezza), ma occorre anche essere co-scienti che si tratta di un percorso molto complesso e che per apprezzarne i risultati occorre costanza e pazienza.

In alcune aree si è sperimentata con successo la responsabilizzazione dei genitori più predisposti, attivi e preparati per coinvolgere e sostenere gli altri genitori.

Fonti

Bibliografia e sitografia

Acosta-Tello (2019), Batini (2019), Biblioteca Nacional de Maestros (n.d.), Catarsi (2001), Cavadini (2018, 30 aprile), Chambers (2011/2015), Contreras Pabòn (2010), Gurdon (2019), Lane, Wright (2007), Valentino Merletti (2001), Ministerio de Educaciòn de la Naciòn (2011).

Interviste

Belluomini 1, Bertei 2, Dal Torrione 10, Dammicco-Frati 11, Fabrizi 12, Fontani 13, Gioli 17, Grassia 18, Graziani 19, Manfredini 22, Marucelli 23, Miani 25, Pieroni 31, Popolla 32, Racugno 34, Veltroni 36, Aluigi 37, Bonci 40, Cuzzocrea 46, Minerva 52, Vezzoni 57.

Nel documento Tecniche per la lettura ad alta voce (pagine 160-166)