• Non ci sono risultati.

Fare le voci

Nel documento Tecniche per la lettura ad alta voce (pagine 119-123)

Parte seconda Creare interesse per le storie

19. Fare le voci

Tecnica 19. Fare le voci Interpreta la voce dei vari personaggi, usa il volu-me, il tono della voce, gli accenti e le pause per dar vita alle parole della sto-ria in modo da rendere la lettura interessante, coinvolgere in modo attivo il gruppo e aumentare la possibilità di immedesimarsi con i protagonisti del-la narrazione.

Al fine di rendere la lettura ad alta voce più interessante e coinvolgente, è utile fornire voci diverse ai diversi personaggi nella storia. Più che nella storia, infatti, il bambino, specie se ancora piccolo, si identifica con chi legge e con le emozioni che questi mostra di provare [@T15 DIVERTITI]. Lo ab-biamo già ripetuto più volte: poche cose sono contagiose come l’entusiasmo per la lettura, ma altrettanto contagiosa è l’indifferenza, anche se più o meno abilmente mascherata. La caratterizzazione dei personaggi passa principal-mente dal nostro modo di porci nella lettura, dal nostro tono di voce che diventa così un incredibile strumento per trasmettere tristezza, gioia, rabbia e divertimento. I personaggi devono quindi essere distinguibili nel loro modo di parlare, così che le bambine e i bambini riescano a immedesimarsi nel racconto ed essere coinvolti in pieno nel momento della lettura.

Quindi si cerca, modulando la voce, di diversificare le due voci, ma le fa sempre una persona sola. Per esempio ne Il lupo e i sette capretti si fa la voce più gran-de gran-del lupo, poi la voce dolce che è quella gran-della mamma, poi arriva il lupo e si fa la vociona, poi la vocina dei capretti, creando l’atmosfera attraverso la modulazio-ne della voce (Veltroni 36).

[…] sono un pochino timida rispetto alla lettura verso gli adulti, […] però coi bambini io mi ci infilo dentro, ecco, divento io piccolina, sicché a me piace fare anche il cambio della voce […] divento una bambina anch’io… si gioca… […] Il fatto di fare qualche versetto, magari tu puoi dire anche “mi vergogno a farlo”…

ma invece non ti devi vergognare, devi essere te stessa… cioè devi essere natura-le (Graziani 19).

Provate ad immaginare una canzone qualsiasi cantata e suonata con una sola nota, tutti gli strumenti che riproducono una stessa identica nota dall’inizio alla fine del pezzo. Durante l’ascolto tutto risulterebbe

terribil-mente piatto, non ci sarebbero variazioni e quasi non riusciremmo a distin-guere gli strumenti uno dall’altro: potremmo trovarci davanti anche il testo più bello mai scritto, ma non arriverebbe a nessuno.

Trova la tua voce

Un buon modo per evitare di appiattirsi, coinvolgendo le bambine e i bambini nell’ascolto, consiste nel cercare di utilizzare una voce alta (più acuta) per un personaggio e bassa (cavernosa) per l’altro, oppure variare i registri e la velocità [@T14 RITMO!]. Quando la storia presenta invece un effetto sonoro, possiamo cercare di enfatizzarlo: un’onomatopea come

“BOOM”, il verso di un animale o un difetto di pronuncia possono per-metterci di mantenere il gruppo legato alla lettura, come ci fanno notare anche queste educatrici:

… a volte [leggendo i libri di paura] mi sono spaventata anche io, quando facevo paura a loro… […] voci più alte, voci più basse…voci di animali diversi… […] an-che questo funziona moltissimo per tenere l’attenzione… poi anan-che loro ci ripro-vavano… c a rifare le voci come le facevamo noi… (Pupi 33).

… quando leggo il libro Una zuppa di sasso, in cui c’è il lupo senza denti, io par-lo come se avessi la dentiera, cosa che par-loro amano in maniera eccezionale (Bian-chini C. 3).

Tutto comincia con il lasciarsi trasportare dal testo, superando anche magari qualche nota di imbarazzo che potremmo avere nel sentire la nostra voce. Provando e riprovando, ciascuna lettrice e ciascun lettore può trovare la propria varietà vocale per dar vita ai personaggi del racconto, scoprendo il proprio timbro, la propria intonazione ideale.

Ognuno di noi avrà o troverà il suo speciale modo di fare le voci, che si può acquisire già osservando attentamente una persona esperta in quest’ambito (formatori, animatori, lettori volontari, bibliotecari…) o qual-che collega già avviata alla pratica, come ci fa notare un’insegnante:

Io ho avuto la fortuna di aver cominciato a lavorare con insegnanti che valorizza-no molto il momento della lettura, che facevavalorizza-no anche una lettura animata con le voci che cambiano e le pause giuste, e questa è stata per me una buona scuola che mi sono portata dietro (Ciappelli 45).

Una volta presi alcuni riferimenti da seguire, non potrai prescindere da un costante esercizio: prova, registrati e riprova, supera l’imbarazzo nel

riascoltarti, fino a che non diventerai amica della tua voce e delle voci dei personaggi a cui riuscirai a dar vita [@T14 RITMO].

Non serve esagerare

Mano a mano che acquisiamo sicurezza con la lettura e con la nostra voce, corriamo il rischio di calarci troppo intensamente in una parte e di perdere totalmente di vista il bambino che ascolta o il libro che, come ci fa notare un’educatrice, è il protagonista della lettura:

Un po’ di interpretazione ci vuole, basta che non sia eccessiva al punto da prendere il sopravvento, visto che è importante che il libro rimanga il protagonista (Lari 20).

Questi sono ovviamente tutti atteggiamenti da evitare. Abbiamo il libro che molto spesso ci offre indicazioni preziose per dare una nostra interpre-tazione al testo, specificando anche il volume o il tono da usare (“ha sus-surrato…”, “ha gridato…”) e questo ci dà la traccia all’interno della quale manifestare la nostra espressività, senza eccedere in atteggiamenti che, per quanto teatralmente magari perfetti, farebbero perdere di vista l’obiettivo della nostra pratica.

Io generalmente uso semplicemente i libri. Poi naturalmente mentre leggo cerco di modulare la voce, cambiandola a seconda della situazione o del personaggio;

cerco di drammatizzare un po’ la lettura ma sempre senza esagerare, […] Non de-ve dide-ventare una situazione recitativa (Giaconi 16).

Soprattutto, dobbiamo stare attenti a non trasformare la lettura in una nostra performance, altrimenti rischieremmo di distrarci dai bisogni delle nostre ascoltatrici e ascoltatori.

Una lettura a più voci

Così come sarebbe noioso vedere sempre lo stesso attore che interpreta tutti i ruoli, a prescindere da quanto siano adatti o meno a lui, allo stesso modo è noioso per i bambini dover ascoltare sempre la stessa persona che racconta loro storie durante tutto un ciclo di scuola. È importante quindi alternare le lettrici e i lettori, dandosi il cambio con le colleghe o con i col-leghi, e quando è possibile è efficace praticare anche la lettura a più voci, assegnando i personaggi a persone diverse.

Fonti

Bibliografia e sitografia

Beuchat et al. (2013), Catarsi (2001), Esterhuizen (2019, 27 settembre), Gherardi, Hahn (2002), Johnston (2016), Kreuz (2016), Levin (n.d.), Lighthouse Guild (n.d.), Manini (2001), Netzwerk vorlesen (n.d.), Read aloud 15 minutes (n.d.), Schwendinger (2012), Trelease (2013), Valentino Merletti (1996).

Interviste

Bertei 2, Bianchini C. 3, Bianchini M. 4, Burbi 7, Cei 8, Dammicco-Frati 11, Gabrielli 15, Giaconi 16, Gioli 17, Graziani 19, Lari 20, Miani 25, Perin 27, Pierazzini 29, Pupi 33, Romoli 35, Veltroni 36, Aluigi 37, Centi 43, Ciappelli 45, Cuzzocrea 46, Minerva 52, Rocchi 54, Vezzoni 57.

Nel documento Tecniche per la lettura ad alta voce (pagine 119-123)