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Non finisce qui

Nel documento Tecniche per la lettura ad alta voce (pagine 156-160)

Parte terza La cultura del libro

26. Non finisce qui

Tecnica 26. Non finisce qui La lettura ad alta voce di una storia può es-sere un ottimo spunto per altre attività che valorizzano l’esperienza fatta.

La lettura è finita. Fermiamoci un attimo e pensiamo. Pensiamo alla lettura ad alta voce come ad un’attività che continua oltre la narrazione stessa. Pensiamola come capace di stimolare riflessioni, connessioni, pensieri che possano essere svelati e rivelati. Pensiamo a come poter far sì che la fine della narrazione non corrisponda ad un’uscita drastica da quell’esperienza, ma che sia possibile che ciascuno ne conservi un pezzet-tino tutto suo.

Quali potrebbero essere quindi le azioni più indicate a conclusione della nostra attività? Cosa potrebbe essere utile mettere ancora in scena per creare un filo comune, sedimentare apprendimenti e connessioni, e costrui-re una memoria della nostra pratica?

Esiste un’infinità di laboratori, attività, pratiche che possono seguire l’esposizione alla lettura ad alta voce, anche al di fuori della struttura:

… ogni bambino aveva una borsina in cui metteva il libro da portarsi a casa il fi-ne settimana, e il lufi-nedì lo doveva riportare fi-nelle stesse condizioni in cui l’aveva preso e raccontare ai compagni la storia. Poi abbiamo insegnato anche la funzione delle biblioteche, e anche questo è stato molto utile, e siamo andati anche in una copisteria del paese per far vedere come vengono fatti materialmente i libri, e per i bambini era diventato “l’ospedale dei libri” (Pii 53).

Ogni attività sarà più o meno appropriata a seconda del tipo di fi-nalità perseguita, di scelte e preferenze personali, dell’esperienza che abbiamo fatto con il gruppo di bambine e bambini con cui si interagisce.

Ciascuna di queste possibilità è interessante per motivi diversi. Infatti, lo scopo ultimo delle azioni che seguono la lettura ad alta voce è quello di sostenere, promuovere e nutrire il processo di comprensione, imme-desimazione e simbolizzazione di ciascun partecipante. Si tratta dunque

di strutturare attività che, qualunque declinazione pratica prevedano, permettano di lavorare su e con la storia. La rielaborazione dei conte-nuti della storia, che i bambini hanno appena ascoltato, può mediare il passaggio da quello che è il mondo fantastico a quella che è l’esperienza quotidiana soggettiva. Queste pratiche risultano di rilevanza particolare nell’intensificare il ricordo dell’esperienza e nel rafforzare il processo di comprensione, integrando attività mentale e attività pratica. È infine importante mutare l’ottica che vede la lettura come una semplice pratica ricreativa, definita in uno specifico arco di tempo, avvalorandone invece il profondo potere trasformativo da un punto di vista umano, oltre che linguistico.

Costruire oggetti, inventare scenette, dipingere: queste sono alcune del-le attività realizzate e suggerite da educatrici e insegnanti.

La mia collega ha costruito […] le marionette dei tre porcellini, la maschera del lupo, e abbiamo fatto delle casette di cartone, una è rivestita con la paglia, una è rivestita con bacchettine di legno e l’ultima è una casa fatta con i mattoncini (Fa-brizi 12).

Allora alla fine o facevamo l’intervista, li chiamavamo col microfono: “quale per-sonaggio ti è piaciuto di più? Perché?”. Oppure la mimica: creavamo il teatrino, interpretavano i personaggi del libro, ognuno sceglieva un personaggio. Oppure il disegno: quest’anno lo usiamo molto, facciamo la fotocopia della copertina del bro e loro disegnano il personaggio o il momento che gli è piaciuto di più del li-bro. Questa è la cosa un po’ più classica. Oppure creare, manipolando il das o la pasta di sale, il personaggio (Ceri 44).

Con la Zuppa di sasso si è fatta la zuppa di sasso, […] con il pesce arcobaleno ho disegnato tutta la storia e l’abbiamo plastificata e con delle scatole azzurre abbia-mo fatto il mare… (Pieretti 30).

… un anno […] si è costruita una scatola dove […] c’erano dentro tutti i perso-naggi e gli oggetti che potevano servire per raccontare A caccia dell’orso, per cui c’era la bottiglia vuota, che soffiandoci dentro faceva il rumore della tem-pesta […] Era stato costruito poi l’orso: si metteva dentro la mano… lì c’era una marionetta, c’era l’artiglio dell’orso, c’era la coperta dove i bambini poi si met-tevano sotto, come succedeva nella storia, e alla fine andavano sotto la coperta (Baldini 38).

Abbiamo alcuni teatrini, con delle marionette, che loro hanno sempre a disposi-zione; noi le utilizziamo e poi loro, per imitazione, reinterpretano Cappuccetto Rosso, I tre porcellini, Alice Cascherina. Perché comunque si cerca di alternare le modalità di lettura, inserendo anche attività diverse come le marionette, i pupaz-zetti costruiti da noi; anche la lettura con le carte in tavola, che piace tantissimo, perché sono loro poi che le prendono, le sistemano per terra e creano il puzzle, lo possono poi rimettere a posto (Bianchini C. 3).

Una pluralità di linguaggi

Chiedere di usare il disegno o la manipolazione per proseguire il viaggio nel mondo narrato può rivelarsi particolarmente utile per bambine e bambini che manifestano disturbi del linguaggio e che grazie a una grande varietà di tecniche espressive possono dialo-gare con la storia e su di essa. L’importante è che queste pratiche siano scelte liberamente e non siano vissute come un’imposizione.

Inclusione

Una galleria fotografica

Le attività svolte intorno alla lettura ad alta voce e la stessa pratica della lettura possono essere documentate con foto digitali da usare in seguito per realizzare un portfolio, oppure esposte grazie a un ta-blet o a uno schermo digitale.

La tecnologia che aiuta

Fare un libro

Divertitevi a costruire in classe il libro delle vostre letture, nel quale raccogliere ricordi, foto, attività pregresse svolte nel corso della lettura, ci-meli, disegni, collage, eccetera.

Questa attività è in grado di trasmettere alle vostre bambine e ai vostri bambini parallelamente un messaggio di cura, attenzione e riconoscimento per quanto sono stati in grado di fare, convalidando, attraverso attività prati-che e simboliprati-che, il valore di ciascun contributo. Rappresenta inoltre un forte stimolo creativo ed immaginativo, un passatempo utile a sviluppare abilità manuali, di progettazione e di lavoro di gruppo, favorendo la costruzione di un lessico comune ed educando al valore delle memorie. Il valore che questi documenti possono avere, specie quando sono realizzati in una copia per ciascun bambino e ciascuna bambina, è incommensurabile. Dopo qualche anno consentirà loro di far affiorare ricordi emotivamente e cognitivamente importanti e di avere a disposizione la propria storia di lettore/lettrice.

Consultate siti, blog, manuali per affinare le vostre competenze di book-maker. Sono molteplici i suggerimenti e gli spunti presenti sia online che

su carta stampata, ed altrettanto numerose sono le tipologie di libri da po-ter creare: libri pop up, libri patella o fisarmonica, libri grandi, piccoli, fa-cili o diffifa-cili, strani o normali, da leggere, da toccare o solo da guardare, da aggiornare e da conservare.

Inoltre si costruiva insieme il nostro libro attraverso le immagini, riproducendo i personaggi e situazioni; quindi in qualche modo la storia ci accompagna in un viaggio annuale… (Lotti 50).

La costruzione di libri tattili

Tra le attività laboratoriali si segnala la possibilità di costruire libri tattili destinati a bambine e i bambini ipovedenti o non vedenti dal-la nascita. Nell’ambito deldal-la attività di formazione di Leggere: Forte!

è stato realizzato un video esplicativo condotto da Pietro Vecchia-relli, responsabile della produzione di libri tattili della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi di Roma (link https://youtu.be/

vZFfG_6kZoE).

Inclusione

Fonti

Bibliografia e sitografia

Biblioteca Nacional de Maestros (n.d.), Chambers (2011/2015), Durham (2014), Gherardi, Manini (2001), Ministerio de Educaciòn de la Naciòn (2011), Sánchez Lozano (2014b), Valentino Merletti, Tognolini (2006).

Interviste

Belluomini 1, Bianchini C. 3, Cei 8, Dal Torrione 10, Dammicco-Frati 11, Fabrizi 12, Fuccini 14, Gioli 17, Grassia 18, Lisci 21, Pieretti 30, Pieroni 31, Popolla 32, Racugno 34, Romoli 35, Veltroni 36, Aluigi 37, Baldini 38, Berti 39, Bonci 40, Centi 43, Ceri 44, Galli 48, Lo scocco 49, Lotti 50, Milazzo 51, Minerva 52, Pii 53.

Nel documento Tecniche per la lettura ad alta voce (pagine 156-160)