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Colloquio con una giovane del Vanoni (2)

1) Come è avvenuto il tuo inserimento all’interno del CEM?

“Allora, inizialmente io ero nel gruppo esterno dell’istituto, e praticamente mi hanno messo dentro perché avevo parecchie difficoltà scolastiche, infatti sono finita in delle scuole speciali, apposta per questo. E praticamente è stato un aiuto che mi ha consigliato la mia assistente sociale, che ha trovato la fortuna diciamo, che aveva già dei contatti con questo istituto e sono entrata dentro. E sono entrata all’età di 12 anni, quindi nemmeno tanto piccola. Poi sono stata nel gruppo zodiaco per quasi un anno, non l’ho finito, perché parlando con la mia educatrice di riferimento sentivo il bisogno di staccare la spina dai miei genitori, perché mi sentivo un pacco, spostato da una parte all’altra, quando avevano un po' voglia loro.”

Quindi è partito da te questo?

“Sì. E ho fatto richiesto se era possibile essere in internato al Vanoni, e hanno accolto subito la mia richiesta e sono entrata nel gruppo Mickey Mouse a metà aprile, circa. E basta, nel senso.”

Ma tu come mai avevi un assistente sociale, se posso chiedere?

“Perché i miei genitori sono divorziati da quando io avevo 5 anni. E un po’ la situazione sia per me che per mio fratello era un po’, come dire, non tanto bella, perché nemmeno mio fratello era a casa ma anche lui era in un istituto. E ci hanno affidato questa assistente sociale.”

A causa del divorzio?

“Sì.”

2) Tu ti ricordi come ti sei sentita inizialmente appena sei arrivata al Vanoni, prima in esternato e dopo in internato, come è stato per te?

“Allora, appena arrivata nel gruppo Zodiaco ero tutta agitata, perché va beh a settembre c’era anche il mio compleanno, quindi ero agitatissima però mi sono inserita bene nel gruppo, non ho avuto difficoltà, nemmeno quando sono passata in internato. Magari ho fatto un po’ fatica, le prime sere, ad abituarmi un po’ alle regole. Però è stato.. me lo sarei aspettato peggiore io.”

Però è stato strano, perché sei stata tu a chiederlo, questa cosa qua non la sapevo.

“Sì è stata una mia richiesta però, cioè più che altro ho fatto questa richiesta perché appunto ero un pacco. Però quando ero da mia mamma mi sentivo un po’ in colpa perché non ero con mio papà, quando ero con mio papà mi sentivo in colpa perché non ero con mia mamma, quindi ho detto no, diamoci una svegliata sono grande.”

“Si infatti mia mamma diciamo non ha semplificato molto bene la mia decisione, perché era

un po’ contraria perché pensava che era colpa dell’assistente sociale. Perché va beh mia mamma ce l’aveva a morte con la mia assistente sociale. Però va beh.”

Ma adesso hai sempre la stessa assistente sociale?

“No, adesso ho cambiato assistente sociale.”

3) Pensi che nel corso degli anni ti sia servito aver avuto la possibilità di vivere anche in un luogo diverso da quello familiare?

“Onestamente si, perché l’aiuto che mi ha dato l’istituto Vanoni, è stato un aiuto che se io fossi rimasta a casa non sarei autonoma, non sarei responsabile. E quindi sono contenta dell’aiuto che mi stanno danno e che mi hanno dato. Perché se penso a come sono arrivata e a come esco, dico «wow».”

Quali sono le maggiori cose in cui ti hanno supportata, in cui ti hanno aiutata?

“Mi hanno aiutato ad essere più autonoma.”

Ma per esempio, in che cosa più autonoma?

“Anche l’esempio di andare a scuola. Io fin da piccola andavo sempre a scuola accompagnata da mia mamma o da mio papà. Anche alle medie non prendevo la Posta con i miei amici, ma mi accompagnava sempre mia mamma o mio papà.”

Ma questo per un’esigenza dei tuoi genitori?

“No, perché io ero viziata, non volevo prendere quella Posta. Diciamo che anche, non so come spiegarlo, perché mio padre meno, ma mia mamma ha sempre assecondato ogni mio capriccio. Nel senso, volevo una Barbie, io finché non avevo quella barbie, stavo li nel negozio per ore e ore.”

Quindi neanche tu eri tanto facile?

“Esatto, ero terribile. Però mia mamma pur di vedermi con quella bambola faceva di tutto.

Nel senso, mi ha sempre accontentato. E diciamo che io per questo ero viziata, perché avevo tutto ciò che volevo. Invece con papà non ho,… ho ricevuto dei si qualche volta, ma non sempre in tutto e mio papà finché.. mio papà diceva no e non c’era niente che lo potesse fermare, era no punto e basta. Potevo urlare e strillare ma mio padre non cambiava idea. E quindi anche l’istituto Vanoni mi ha aiutato in questo, a essere una ragazza nuova, diciamo.”

4) Pensi che essere in un ambiente diverso e anche un po’ lontano dai genitori, ti ha aiutato ad avere dei rapporti migliori con la tua famiglia? Con tuo papà, con tua mamma e magari anche con tuo fratello?

“Si, allora anche adesso con mio padre e con mia madre è più facile vivere perché l’istituto mi ha insegnato anche a gestirmi da sola, la camera per dire. Mi ha aiutato anche ad esprimermi in maniera differente. E soprattutto mi ha insegnato che quando c’è un problema a non scappare.”

Quindi anche con tuo fratello, ti senti più sicura ad essere in un ambiente un po’ protetto?

“Sì.”

5) Tu non sei ancora arrivata alle dimissioni, ma questo presto avverrà, ti senti pronta?

“Devo dire di sì, perché appena il direttore mi ha detto che c’era la possibilità di andare nell’appartamento tramite l’istituto, ho subito accettato, perché non vedo l’ora di andare nell’appartamento perché potrò dire di essere diventata veramente un adulta.

Non sarà facile, lo so già. Comunque so che l’aiuto dell’istituto ci sarà comunque.”

6) Quindi tu pensi comunque di avere gli strumenti per poter vivere da sola? Anche sapendo che ci sono comunque ancora gli educatori

“Esatto, che sì sicuramente non sarà come essere in un gruppo, però diciamo sarà, tutto ciò

che aspetto da una vita.”

7) Invece quali pensi che siano state le maggiori difficoltà nel vivere qua?

“Mah, ad essere sincera ti dirò che non ho avuto difficoltà perché mi sono adattata sempre a tutto. Magari un pochino quando non avevo ancora 16 anni, che non potevo tenere il telefonino, che lo dovevo consegnare. Quello era un po’ il problema, però alla fine.. Magari all’inizio mi arrabbiavo, però alla fine lo sopportiamo, nel senso..”

8) Invece il fatto comunque di vivere con tanti altri bambini, perché di solito a casa ci sono i genitori o uno dei due, e i fratelli. Mentre qua siete in tanti, quindi come lo hai vissuto?

“Essendo in un gruppo di bambini tutti praticamente tutti piccoli, delle volte è difficile starci, però diciamo alla fine mi piace, mi diverto anche con loro, ci rido, ci scherzo, ci gioco. Si. chiaramente non è la stessa cosa che stare a casa però è comunque piacevole.”

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