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Commercio interno

Nel documento Rapporto 2016 (.pdf) (pagine 127-133)

2.7.1. L’evoluzione congiunturale

L’indagine condotta dal sistema camerale dell’Emilia-Romagna con la collaborazione dell’Istituto G.

Tagliacarne su di un campione di esercizi commerciali al dettaglio consente di valutare l’evoluzione congiunturale del settore del commercio in regione. Nell’analisi dei dati va tenuto presente che le imprese aventi sede nei comuni maggiormente colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 20121 sono state escluse dalle rilevazioni per gli ultimi tre trimestri del 2012, al fine di sollevarle da questa incombenza in un momento di così intensa difficoltà. Questo ha creato, come evidenziato dai grafici presenti in questo capitolo, due rotture della serie storica coi i dati del secondo, terzo e quarto trimestre 2012 che non sono direttamente confrontabili né coi dati precedenti, né coi dati successivi. I dati dal primo trimestre 2013 sono invece confrontabili con quelli fino al primo trimestre 2012. Oltre a ciò, dal primo trimestre 2015 il coordinamento nazionale della rilevazione non è più assicurato da Unioncamere nazionale ma, come anticipato, dall’Istituto G. Tagliacarne; ne consegue che, nonostante sia stato mantenuto lo stesso impianto metodologico, è bene considerare i nuovi dati non direttamente confrontabili con i precedenti.

Anche questa considerazione è stata evidenziata all’interno dei grafici ricompresi in questo capitolo. Fatte queste doverose precisazioni metodologiche, è possibile procedere con l’analisi delle maggiori risultanze.

Nei primi nove mesi del 2016 è stata rilevata in Emilia-Romagna una contrazione media nominale delle vendite al dettaglio in forma fissa e ambulante dello 0,3 per cento rispetto all’analogo periodo del 2015, in

Fig. 2.7.1. Vendite a prezzi correnti al dettaglio degli esercizi commerciali in Emilia-Romagna. Var. % su anno precedente

Le imprese dei comuni più colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio sono state escluse dalla ultime tre rilevazioni del 2012 per poi rientrare dal primo trimestre 2013 (per l’elenco dei comuni si veda la nota 1). Questo fatto interrompe la serie com’è stato reso evidente nel grafico.

Fonte: Elaborazione Centro studi, monitoraggio dell’economia e statistica, Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine del sistema camerale sul commercio.

1 Campagnola Emilia (RE), Correggio (RE), Fabbrico (RE), Novellara (RE), Reggiolo (RE), Rio Saliceto (RE), Rolo (RE), Bomporto (MO), Camposanto (MO), Carpi (MO), Cavezzo (MO), Concordia sulla Secchia (MO), Finale Emilia (MO), Medolla (MO), Mirandola (MO), Novi di Modena (MO), Ravarino (MO), San Felice sul Panaro (MO), San Possidonio (MO), San Prospero (MO), Soliera (MO), Crevalcore (BO), Galliera (BO), Pieve di Cento (BO), San Giovanni in Persiceto (BO), San Pietro in Casale (BO), Bondeno (FE), Cento (FE), Mirabello (FE), Poggio Renatico (FE), Sant'Agostino (FE), Vigarano Mainarda (FE)

-8,5 -6,5 -4,5 -2,5 -0,5 1,5 3,5

I, 2005 II III IV

I, 2006 II III IV

I, 2007 II III IV

I, 2008 II III IV

I, 2009 II III IV

I, 2010 II III IV

I, 2011 II III IV

I, 2012 II III IV

I, 2013 II III IV

I, 2014 II III IV

I, 2015 II III IV

I, 2016 II III

1

2.7. Commercio interno 127

Gli andamenti meno dinamici sono stati registrati nella piccola e media distribuzione, i cui andamenti medi si sono attestati nei primi nove mesi dell’anno, a -1,1 per cento. Positiva la variazione media messa a segno nei primi nove mesi dell’anno dalla grande distribuzione (+1,0%) che, tuttavia, sconta un terzo trimestre negativo (-0,4 per cento). Questo dato è di particolare rilievo poiché interrompe una serie di 4 trimestri di variazione positiva per la grande distribuzione. Queste variazioni paiono ascrivibili ad una progressiva diminuzione delle imprese che registrano aumenti delle vendite, affiancato ad una espansione del numero di quelle il cui fatturato risulta in contrazione.

Tra gli esercizi specializzati, le vendite di prodotti alimentari e della moda hanno segnato il passo, con decrementi rispettivamente pari 0,8 e 2,3 per cento. Quest’anno, differentemente dall’anno passato, anche i prodotti non alimentari hanno registrato una contrazione, per quanto lieve (-0,2 per cento). La contrazione del comparto non alimentare è totalmente ascrivibile al già segnalato andamento del tessile/abbigliamento. Infatti, sia i prodotti per la casa e gli elettrodomestici, sia gli altri prodotti non alimentati riportano un incremento delle vendite dello 0,6 per cento.

Nell’ambito del commercio despecializzato (Ipermercati, supermercati e grandi magazzini) c’è stata una variazione negativa molto contenuta (-0,2 per cento), in linea con quella registrata nei primi nove mesi dell’anno passato (-0,1 per cento).

La variabile dimensionale sembra essere, come ormai usuale, decisiva nel determinare l’andamento delle vendite: man mano che la dimensione aziendale cresce, l’andamento delle vendite migliora. In particolare, la variazione negativa media dell0 0,3 per cento dei primi tre trimestri del 2016 diventa -1,1 per cento per la piccola (fino a 5 addetti) e la media distribuzione (da 6 a 19 addetti) e un +1,0 per la grande distribuzione (con 20 addetti ed oltre).

Venendo ai singoli trimestri del 2016, sembra di poter notare un progressivo peggioramento degli andamenti rispetto agli stessi periodi degli anni precedenti: +0,5 per cento nel primo trimestre, -0,3 per cento nel secondo e -1,0 per cento nel terzo. I prossimi trimestri ci diranno se si tratta dell’andamento erratico a cui si accennava più sopra oppure di una vera inversione di tendenza. Al momento, le aspettative nei confronti dei dodici mesi successivi non sono positive.

Nell’ambito degli ammortizzatori sociali, il ricorso alla Cassa integrazione guadagni, che dal 2013 è stata estesa a soggetti prima esclusi, è apparso in calo. Nei primi dieci mesi del 2016, relativamente al commercio al minuto, sono state autorizzate circa 1 milione e 611 mila ore di Cig straordinaria, il 12,3 per cento in meno rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Altrettanto è avvenuto per le deroghe (-83,7 per cento), ma su tale andamento potrebbero avere influito i fermi amministrativi dovuti ai ritardi nei finanziamenti. Il ridimensionamento della Cig straordinaria ha avuto eco sugli accordi sindacali per accedervi. Nei primi sei mesi del 2016 sono stati coinvolti 484 lavoratori del settore commerciale in complesso, rispetto ai 1.036 di un anno prima.

Fig. 2.7.4. Orientamento delle imprese circa l'evoluzione della propria attività nei dodici mesi successivi al trimestre di riferimento.

Emilia-Romagna. Totale degli esercizi. Percentuale di imprese che prevedono aumento, diminuzione e stabilità.

Le imprese dei comuni più colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio sono state escluse dalla ultime tre rilevazioni del 2012 per poi rientrare dal primo trimestre 2013 (per l’elenco dei comuni si veda la nota 1). Questo fatto interrompe la serie com’è stato reso evidente nel grafico.

Fonte: Elaborazione Centro studi, monitoraggio dell’economia e statistica, Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine del sistema camerale sul commercio.

0 10 20 30 40 50 60 70 80

I, 2008 II III IV I, 2009 II III IV I, 2010 II III IV I, 2011 II III IV I, 2012 II III IV I, 2013 II III IV I, 2014 II III IV I, 2015 II III IV I, 2016 II III

Sviluppo Stabile Diminuzione

Rapporto 2016 sull'economia regionale

Unioncamere Emilia-Romagna - Regione Emilia-Romagna

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2.7.2. L’evoluzione imprenditoriale ed occupazionale

Il sistema Stock View delle Camere di commercio permette di monitorare l’andamento delle imprese attive e degli addetti dei diversi settori dell’economia regionale. Analizzando questi dati è possibile studiare quale sia stata l’evoluzione dell’occupazione e dell’imprenditorialità nel settore del commercio sia a breve, sia a medio-lungo termine.

Il confronto con i primi nove mesi del 2015 mette in luce una leggera contrazione (-0,3 per cento) del numero complessivo delle imprese attive nel settore del commercio, alloggio e ristorazione. Scendendo più nel dettaglio, è possibile verificare come alla flessione dello 0,7 per cento delle imprese attive nel commercio in senso stretto, si sia contrapposto un aumento dell’1,0 per cento delle imprese che svolgono attività di alloggio e ristorazione. Questa divaricazione tra gli andamenti all’interno del macro-settore era già presente l’anno passato.

I dati disponibili permettono di scendere ancor più nel dettaglio. Nell’ambito del settore del commercio, in continuità con quanto successo l’anno passato, le imprese attive sono diminuite in tutti i comparti ad eccezione del commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli, in coerenza con tenuta delle immatricolazioni di mezzi di trasporto che si sta registrando da diverso tempo. All’interno del settore alloggio e ristorazione, sono aumentate sia le imprese attive nel comparto ricettivo (+1,5 per cento), si a quelle operanti nel settore della ristorazione (+0,9 per cento).

Mentre la compagine imprenditoriale risulta - come detto - in leggera contrazione, l’occupazione fa registrare un aumento (0,7 per cento). Il dato risulta in controtendenza rispetto a quello registrato l’anno passato. In particolare, ad aumentare sono sia gli addetti del commercio in senso stretto (+0,5 per cento), sia quelli del comparto alloggio e ristorazione (+1,0 per cento). I comparti in controtendenza rispetto al generale aumento sono l’ingrosso - eccetto quello di autoveicoli 2,9 per cento) - e quello dell’alloggio (-0,6 per cento).

Come già preannunciato, i dati a disposizione permettono di gettare lo sguardo oltre il breve termine con un’analisi di medio periodo. L’anno preso a riferimento in questo caso è il 2011, sia perché è l’anno di adozione da parte del Registro imprese delle Camere di commercio dell’Ateco 2007 – cosa che permette un confronto significativo con i dati correnti a livello di dettaglio adeguato –, sia perché è l’anno nel quale si è prodotto il riacutizzarsi della crisi dalla quale stiamo faticosamente uscendo in questi mesi. Tra settembre 2011 e settembre 2016, quindi, il numero delle imprese attive nel settore in analisi si è contratto delll’1,4 per cento. Anche in questo caso, l’andamento di alloggio e ristorazione si contrappone a quello del commercio. Il primo, infatti, fa registrare un aumento del 5,5 per cento, mentre il secondo riporta una contrazione del 3,5 per cento. All’interno del primo settore, è il comparto della ristorazione a

Fig. 2.7.5. Evoluzione degli addetti e delle imprese attive del settore commerciale tra il 2011 ed il 2016. Il dato delle imprese è aggiornato al 30 settembre, quello degli addetti al 30 giugno.

Fonte: Stock View, Registro delle imprese delle Camere di commercio

Fig. 2.7.6. Evoluzione degli addetti e delle imprese attive del settore commerciale tra il 2015 ed il 2016. Il dato delle imprese è aggiornato al 30 settembre, quello degli addetti al 30 giugno.

Fonte: Stock View, Registro delle imprese delle Camere di commercio

Imp. Attive Addetti Imp. Attive Addetti Imp. Attive Addetti G 45 Ingrosso e dettaglio e riparazione di au... 10.402 38.415 10.680 37.267 2,7% -3,0%

G 46 Ingrosso (escluso quello di autoveicoli e d... 37.757 121.839 36.071 114.005 -4,5% -6,4%

G 47 Dettaglio (escluso quello di autoveicoli e d... 48.553 147.308 46.622 146.081 -4,0% -0,8%

Totale commercio 96.712 307.562 93.373 297.353 -3,5% -3,3%

I 55 Alloggio 4.472 35.913 4.488 33.160 0,4% -7,7%

I 56 Attività dei servizi di ristorazione 23.836 132.616 25.380 133.016 6,5% 0,3%

Totale alloggio e ristorazione 28.308 168.529 29.868 166.176 5,5% -1,4%

Totale commercio, alloggio e ristorazione 125.020 476.091 123.241 463.529 -1,4% -2,6%

2011 2016 Var % 2011-16

Imp. Attive Addetti Imp. Attive Addetti Imp. Attive Addetti G 45 Ingrosso e dettaglio e riparazione di au... 10.579 36.736 10.680 37.267 1,0% 1,4%

G 46 Ingrosso (escluso quello di autoveicoli e d... 36.335 117.426 36.071 114.005 -0,7% -2,9%

G 47 Dettaglio (escluso quello di autoveicoli e d... 47.091 141.797 46.622 146.081 -1,0% 3,0%

Totale commercio 94.005 295.959 93.373 297.353 -0,7% 0,5%

I 55 Alloggio 4.422 33.364 4.488 33.160 1,5% -0,6%

I 56 Attività dei servizi di ristorazione 25.143 131.183 25.380 133.016 0,9% 1,4%

Totale alloggio e ristorazione 29.565 164.547 29.868 166.176 1,0% 1,0%

Totale commercio, alloggio e ristorazione 123.570 460.506 123.241 463.529 -0,3% 0,7%

2016

2015 Var % 2015-16

2.7. Commercio interno 129

determinare il grosso del segno positivo col suo +6,5 per cento mentre l’alloggio riporta un aumento molto più contenuto, pari allo 0,4 per cento. All'interno del commercio, invece, sono solo le imprese attive nell’ingrosso e nel dettaglio degli autoveicoli a far registrare un aumento delle imprese attive (+2,7 per cento).

In termini di addetti la riduzione registrata tra 2011 e 2016 è più sensibile (-2,6 per cento) ed ha interessato sia il commercio (-3,3 per cento), sia l’alloggio e ristorazione (-1,4 per cento). La riduzione ha interessato tutti i comparti, anche se in maniera non uniforme, si va dal 7,7 per cento dell’alloggio allo -0,8 per cento del commercio al dettaglio, passando per contrazioni che vanno dal 3,3 al 6,4 per cento per i comparti del commercio. Unico settore in controtendenza, quello della ristorazione col +0,3 per cento.

Per quello che riguarda i fallimenti, nei primi sei mesi del 2016 ne sono stati registrati il 23,7 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno passato su sei delle nove province della regione2.

La rilevazione continua delle forze di lavoro ISTAT ci permette di cogliere le variazioni intervenute nei primi nove mesi del 2016. Secondo questa rilevazione campionaria nei primi nove dell’anno, l’occupazione nel settore del commercio, alberghi e ristoranti risulta leggermente aumentata (+0,2 per cento). Questa variazione è il risultato del comporsi di diverse tendenze diverse. In primo luogo, l’aumento delle persone alle dipendenze attive nel settore (+0,7 per cento) ha compensato la contrazione degli indipendenti (-0,8 per cento). In secondo luogo, la contrazione degli addetti di sesso maschile (-1,2 per cento) è stata compensata dall’aumento di quelli di sesso femminile (+2,2 per cento). Queste tendenze erano già presenti l’anno passato; ne consegue che il settore nel suo complesso sta passando da forme di occupazione autonoma a forme di occupazione alle dipendenze e si sta sempre più femminilizzando.

Una tendenza negativa dell’occupazione alle dipendenze sembra emergere dalla diciannovesima indagine Excelsior sui fabbisogni occupazionali, secondo la quale il 2016 dovrebbe chiudersi, per il settore commerciale dell’Emilia-Romagna, con una riduzione del 3,6 per cento delle assunzioni programmate, in contro tendenza rispetto all’aumento del 5,1 per cento dei servizi. Non vengono, tuttavia, formulate previsioni rispetto ai saldi occupazionali per il settore.

2 Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia.

Nel documento Rapporto 2016 (.pdf) (pagine 127-133)