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Dino Cristanini

diventare cittadini attivi garantendo loro conoscenze, competenze e capaci-tà necessarie a contribuire allo sviluppo e al benessere della sociecapaci-tà in cui vivono. Si tratta di un concetto ampio, che racchiude non solo l’insegna-mento e l’apprendil’insegna-mento in classe, ma anche l’esperienza pratica acqui-sita durante l’attività scolastica e l’esperienza extrascolastica. Comprende anche il concetto più ristretto di “educazione civica” secondo la definizione dell’IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achie-vment), limitato alla “conoscenza e comprensione delle istituzioni formali e dei processi della vita civica”.

[L’educazione alla cittadinanza in Europa, I Quaderni di Eurydice n.28, 2012, p.12]

Il confine tra educazione civica e educazione alla cittadinanza non è per-fettamente chiaro, tuttavia la prima ha una portata più limitata rispetto alla seconda. Mentre l’educazione civica si riferisce solitamente al processo con cui si trasmettono conoscenze sulla struttura costituzionale e le istituzioni politiche di un paese, l’educazione alla cittadinanza abbraccia ulteriori com-petenze, come la responsabilità sociale, nonché le capacità necessarie per garantire rapporti interpersonali efficaci e uno sviluppo personale compiuto.

[L’educazione alla cittadinanza a scuola in Europa, Eurydice in breve, 2017, p.9]

Nel Quadro di riferimento della ricerca internazionale ICCS (In-ternational Civic and Citizenship Study), però, le due locuzioni sono utilizzate insieme (educazione civica e alla cittadinanza) e si affer-ma che «per “educazione alla cittadinanza” si intende una pluralità di azioni educative, formali e non formali, attuate dalla scuola e/o sviluppate all’esterno, che contribuiscono alla costruzione di cono-scenze, abilità, atteggiamenti e competenze necessarie all’esercizio dei propri diritti e doveri e alla partecipazione attiva alla vita demo-cratica della propria società».

Anche nelle Raccomandazioni europee sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente si nota una evoluzione: la Racco-mandazione del 2006 prevedeva tra le otto competenze chiave le competenze sociali e civiche, mentre quella del 2018 prevede la competenza in materia di cittadinanza. Ma educazione civica ed educazione alla cittadinanza si riferiscono realmente a significati e contenuti diversi?

Uno sguardo all’evoluzione storica della problematica

Per dare una risposta alla domanda, proviamo ad analizzare ra-pidamente l’evoluzione di questo insegnamento dall’Unità d’Italia a oggi, principalmente per quanto riguarda la scuola primaria, che costituisce lo sfondo integratore del convegno.

La Legge “Coppino” del 1877 e i Programmi “Gabelli” del 1888 prevedevano lo studio di “nozioni dei doveri dell’uomo e del cittadi-no”, e dal punto di vista metodologico davano molta importanza alle

“disposizioni d’animo” e al “contegno” del maestro.

Nei Programmi “Baccelli” del 1894 la scuola viene definita come una “palestra di preparazione per tutti al vivere civile” e accanto ai

“Diritti e doveri del cittadino” (in connessione con Storia) compare anche l’insegnamento di “Educazione morale e disciplina”.

Con i Programmi “Orlando” del 1905 l’insegnamento diventa

“Educazione morale e istruzione civile”, e comprende argomenti come «educazione a sentimenti morali, acquisizione di buone e ci-vili maniere, etica civile, doveri e diritti dell’uomo e del cittadino, istituzioni civili dello Stato».

Nella Riforma “Gentile” del 1923 e nei Programmi “Lombardo Ra-dice” dello stesso anno, la religione cattolica diventa “fondamento e coronamento” dell’istruzione elementare e si prevede l’insegna-mento di “nozioni sull’ordinal’insegna-mento dello Stato, sull’amministrazio-ne della giustizia e i doveri e i diritti dell’uomo e del cittadino», e inoltre «nozioni di economia”.

Alla fine del secondo conflitto mondiale, con i Programmi “Wa-shburne” del 1945 si affermano le teorie pedagogiche di John Dewey, in particolare l’idea che per educare alla democrazia occor-re far sperimentaoccor-re la democrazia e l’autogoverno a scuola. L’edu-cazione “civile” viene connessa a quella morale e fisica, al fine di formare, anche tramite “l’’esercizio costante illuminato dall’esem-pio vivente del maestro”, la base del carattere, e di preparare i futuri cittadini in un clima di giustizia e libertà, suscitando in essi il senso individuale della responsabilità e il bisogno di ordine, di rispetto, di aiuto reciproco.

I Programmi “Ermini” di dieci anni dopo (1955) mantengono la connessione tra educazione civile, morale e fisica, con le seguenti finalità: “avviare all’azione secondo le norme morali e del vivere ci-vile; favorire il sorgere e il rafforzarsi del senso della responsabilità personale e della solidarietà sociale; ottenere il rispetto delle per-sone, delle cose e dei locali pubblici, delle norme di circolazione stradale e di quelle riguardanti la pubblica igiene; sviluppare il sen-timento di amore per la patria come attuazione dei valori nazionali, ordinati negli ideali della comprensione internazionale; indurre a rispettare e padroneggiare il proprio corpo, e come tirocinio all’au-tocontrollo, all’autodisciplina e alla socievolezza”.

Qualche anno dopo (1958, ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro) viene emanato il DPR 13 giugno 1958, n. 585 - Program-mi per l’insegnamento dell’educazione civica negli istituti e scuole di istruzione secondaria e artistica (per la scuola primaria si fa rife-rimento a quanto stabilito nei Programmi del 1955), che molti con-siderano un momento fondativo dell’introduzione dell’educazione civica nella scuola italiana, anche se, come abbiano visto, il tema è stato ben presente nei programma della scuola primaria sin dalla nascita dello Stato italiano.

Trent’anni dopo, nei Programmi del 1985 per la scuola prima-ria, il tema viene sviluppato come “educazione alla convivenza democratica”, con i seguenti obiettivi: “superamento dei punti di vista egocentrici e soggettivi, consapevolezza dell’uguaglianza e della pari dignità sociale di tutti i cittadini (art. 3 Cost.); respon-sabilità delle proprie azioni, alla luce di criteri di condotta chiari e coerenti che attuino valori riconosciuti; progressiva conquista di autonomia di giudizio, di scelte e di assunzione di impegni; inse-rimento attivo nel mondo delle relazioni interpersonali, sulla base dell’accettazione e del rispetto dell’altro, del dialogo, della parte-cipazione al bene comune; sensibilità ai problemi della salute e dell’igiene personale; rispetto dell’ambiente naturale e degli esseri viventi; sensibilità al risparmio energetico; rispetto delle strutture e dei servizi di pubblica utilità; corretto comportamento stradale”.

Nella disciplina “Studi sociali e conoscenza della vita sociale” si prevedono poi i seguenti obiettivi: “conoscenza delle regole e delle norme della vita associata; conoscenza dei processi decisionali democratici; consapevolezza del significato della legge; compren-sione del sistema economico; comprencompren-sione dell’organizzazione politica e sociale”.

Nel 1996, ministro della Pubblica istruzione Giancarlo Lombardi, viene emanata la direttiva n. 58 concernente i Programmi di educa-zione civica nelle scuole secondarie, che doveva qualificarsi anche come “cultura costituzionale”, “per il rilievo strategico, civile, poli-tico, formativo che la Costituzione italiana è venuto manifestando in quasi cinquant’anni di vita democratica”, ma i nuovi programmi annunciati non sono stati poi emanati.

Nel 2004 (ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricer-ca Letizia Moratti, presidente della commissione inricer-cariricer-cata della elaborazione Giuseppe Bertagna) hanno visto la luce le Indicazio-ni nazionali per i piaIndicazio-ni di studio personalizzati nella scuola primaria, che prevedevano l’educazione alla convivenza civile articolata in sei educazioni (educazione alla cittadinanza, educazione stradale, edu-cazione ambientale, eduedu-cazione alla salute, eduedu-cazione alimentare, educazione dell’affettività), da sviluppare non come insegnamenti specifici, ma come percorsi trasversali alle discipline, nella logica dell’ologramma: “Dietro le educazioni che scandiscono l’educazione alla Convivenza civile vanno sempre riconosciute le discipline, così come attraverso le discipline non si fa altro che promuovere l’educa-zione alla Convivenza civile e, attraverso questa, l’unica educal’educa-zione integrale di ciascuno a cui tutta l’attività scolastica è indirizzata.” Il percorso specifico di educazione alla cittadinanza prevedeva i se-guenti obiettivi di conoscenza: “concetto di cittadinanza e vari tipi di cittadinanza; principali forme di governo; simboli dell’identità na-zionale (la bandiera, l’inno, le istituzioni) e delle identità regionali e

locali; principi fondamentali della Costituzione; alcuni articoli della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo e della Convenzione Interna-zionale dei Diritti dell’Infanzia; funzione della regola e della legge nei diversi ambienti di vita quotidiana; concetti di diritto/dovere, li-bertà responsabile, identità, pace, sviluppo umano, cooperazione, sussidiarietà; servizi offerti dal territorio alla persona; organizzazioni internazionali, governative e non governative a sostegno della pace e dei diritti/doveri dei popoli; forme e funzionamento delle ammini-strazioni locali”.

Nelle Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione del 2007 (ministro della Pubblica istruzio-ne Giuseppe Fioroni, presidente e coordinatore della commissioistruzio-ne incaricata della elaborazione rispettivamente Mauro Ceruti e Italo Fiorin) i riferimenti all’insegnamento in questione si trovano sia nel capitolo introduttivo Cultura Scuola Persona sia nei traguardi di svi-luppo delle competenze e negli obiettivi di apprendimento relativi alle varia discipline; in particolare, all’interno dell’area storico-ge-ografica vengono previsti i seguenti traguardi relativi agli studi so-ciali: “comprensione del significato delle regole per la convivenza nella società e della necessità di rispettarle; consapevolezza di far parte di una comunità territoriale organizzata a garanzia dei diritti delle persone; conoscenza dei principi fondamentali della Costi-tuzione e dei principali aspetti dell’ordinamento dello Stato; cono-scenza dei diritti della persona riconosciuti dal consesso interna-zionale”.

Il decreto legge n. 137/2009, convertito dalla legge n. 169/2009 (ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Mariastella Gelmini) introduce l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, per l’attuazione del quale vengono emanate sempre nel 2009 ap-posite linee guida che per la scuola primaria prevedono i seguenti contenuti: “Concetto di pieno sviluppo della persona umana e com-piti della Repubblica a questo riguardo; significati e azioni della pari dignità sociale, della libertà e dell’uguaglianza di tutti i cittadini;

concetto di formazioni sociali (art. 2 della Costituzione); le prime for-mazioni sociali, i loro compiti, i loro servizi, i loro scopi: la famiglia, il quartiere e il vicinato, le chiese, i gruppi cooperativi e solidaristici, la scuola; la distinzione tra comunità e società; gli enti locali (comune, provincia, città metropolitana, regione) e gli enti territoriali (ASL, co-munità montane…); i segni costituzionali dell’unità e dell’indivisibi-lità della Repubblica; la distinzione tra Repubblica e Stato e alcune sue conseguenze; la tutela del paesaggio e del patrimonio storico del proprio ambiente di vita e della nazione; i segnali stradali e le strategie per la miglior circolazione di pedoni, ciclisti, automobilisti;

elementi di igiene e di profilassi delle malattie; i principi fondamen-tali della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo e della Convenzione

Internazionale dei Diritti dell’Infanzia; il superamento del concetto di razza e la comune appartenenza biologica ed etica all’umanità”.

I Piani di studio provinciali della Provincia Autonoma di Trento del 2012 adottano la denominazione di “Educazione alla cittadinan-za” e le relative linee guida definiscono quattro fondamentali com-petenze attese al termine della scuola primaria:

1 - Riconoscere i meccanismi, i sistemi e le organizzazioni che regolano i rapporti tra i cittadini (istituzioni statali e civili), a livello locale e nazionale, e i principi che costituiscono il fondamento eti-co delle società (equità, libertà, eti-coesione sociale), sanciti dal diritto nazionale e internazionale.

2 - A partire dall’ambito scolastico, assumere responsabilmente atteggiamenti e ruoli e sviluppare comportamenti di partecipazione attiva e comunitaria.

3 - Sviluppare modalità consapevoli di esercizio della convivenza civile, di rispetto delle diversità, di confronto responsabile e di dialo-go; comprendere il significato delle regole per la convivenza sociale e rispettarle.

4 - Esprimere e manifestare convinzioni sui valori della democra-zia e della cittadinanza. Avviarsi a prendere coscienza di sé come persona in grado di agire sulla realtà apportando un proprio origi-nale e positivo contributo”.

Le Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il pri-mo ciclo d’istruzione del 2012 (ministro dell’Istruzione, dell’universi-tà e della ricerca Francesco Profumo), oltre a mantenere il capitolo introduttivo Cultura Scuola Persona, dedicano un apposito paragra-fo a Cittadinanza e Costituzione.

Negli anni successivi alcuni interventi normativi hanno focaliz-zato alcune emergenze attuali: la nota MIUR prot.n. 1830 del 6 otto-bre 2017 ha invitato a considerare, nell’ambito del Piano triennale dell’offerta formativa, il quadro di riferimento indicato dal Piano per l’Educazione alla Sostenibilità che recepisce gli obiettivi dell’Agen-da 2030; con la legge n. 71/2017 e con le relative linee guidell’Agen-da del 27 ottobre 2017 è stato incentivato lo sviluppo di una progettualità volta alla prevenzione e al contrasto del cyberbullismo; sempre in data 27 ottobre 2017 sono state emanate le linee guida per l’educazione al rispetto e la prevenzione di ogni forma di discriminazione.

Il documento Indicazioni nazionali e nuovi scenari, diffuso dal Miur nel febbraio 2018, invita infine a leggere le Indicazioni del 2012 nell’ottica dell’educazione alla cittadinanza e alla sostenibilità.”

I temi fondamentali, oltre la questione nominalistica

La sintetica panoramica storica effettuata consente di formulare alcune riflessioni. La prima riguarda l’evoluzione delle finalità dell’e-ducazione civica-civile-alla convivenza democratica-alla

cittadinan-za (attiva e responsabile): dalla formazione del senso di identità e appartenenza al nuovo Stato alla consapevolezza della propria iden-tità nel più vasto scenario mondiale; dall’acquisizione di nozioni sui diritti e doveri del cittadino e sul vivere “civile” alla formazione del cittadino democratico, libero e responsabile, chiamato a dare il suo personale contributo allo sviluppo della comunità.

La seconda riflessione riguarda la fluidità dei campi semantici connessi alle diverse locuzioni: l’educazione alla cittadinanza inclu-de i contenuti tradizionali inclu-dell’educazione civica, ma questa, intesa in senso moderno, non si ferma all’apprendimento di nozioni e re-gole. Basta leggere, ad esempio, l’art. 1 della nuova legge sull’edu-cazione civica riguardante i Principi:

1. L’educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, cultu-rale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.

2. L’educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea per sostan-ziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei princìpi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona.

Al di là del nome che si decide di dare a questo insegnamento sono quindi decisivi gli scopi, i contenuti, i metodi.

I contenuti

Nella normativa e nei documenti di indirizzo vigenti è possibile individuare sei temi fondamentali:

– la conoscenza dei diritti e dei doveri della persona e del cittadino;

– la conoscenza delle istituzioni locali, nazionali ed europee e delle principali organizzazioni mondiali;

– la conoscenza dell’organizzazione delle società umane (attività economiche, culturali …);

– lo sviluppo di un atteggiamento di rispetto in tutte le sue declina-zioni: di sé (alimentazione, igiene personale, corretti stili di vita);

degli altri; dell’ambiente naturale; dei beni comuni; del patrimo-nio artistico e culturale; delle regole di convivenza civile e della vita democratica;

– lo sviluppo di un atteggiamento di partecipazione attiva e co-struttiva alla vita della comunità;

– la conoscenza della Costituzione come base valoriale fondamen-tale.

Sono tutti temi presenti sia nella normativa previgente sia nel-la nuova legge sull’educazione civica (cfr. artt. 3.4,5 delnel-la legge),

che dunque sotto il profilo delle finalità e dei contenuti non sem-bra aggiungere molto all’esistente, anche se da più parti sono state espresse critiche sull’eccessiva abbondanza di contenuti.

I contenuti dell’educazione civica secondo la nuova legge.

Art. 3. Sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento 1. In attuazione dell’articolo 2, con decreto del Ministro dell’i-struzione, dell’università e della ricerca sono definite linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica che individuano, ove non già previsti, specifici traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi specifici di apprendimento, in coerenza con le Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, nonché con il documento Indicazioni nazionali e nuo-vi scenari, le Indicazioni nazionali per i licei e le linee guida per gli istituti tecnici e professionali vigenti, assumendo a riferimento le seguenti tematiche:

a) Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione euro-pea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’in-no nazionale;

b) Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assem-blea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015;

c) educazione alla cittadinanza digitale, secondo le disposizioni dell’articolo 5;

d) elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro;

e) educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccel-lenze territoriali e agroalimentari;

f) educazione alla legalità e al contrasto delle mafie;

g) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio cul-turale e dei beni pubblici comuni;

h) formazione di base in materia di protezione civile.

2. Nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione ci-vica sono altresì promosse l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinan-za attiva. Tutte le azioni sono finalizcittadinan-zate ad alimentare e rafforcittadinan-zare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura.

Art. 4. Costituzione e cittadinanza

1. A fondamento dell’insegnamento dell’educazione civica è posta la conoscenza della Costituzione italiana. Gli alunni de-vono essere introdotti alla conoscenza dei contenuti della Carta costituzionale sia nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo, sia in quella del secondo ciclo, per sviluppare competenze ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà.

2. Al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istituzio-nale, disciplinato dalla Carta costituzioistituzio-nale, sono adottate iniziative per lo studio degli statuti delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale. Al fine di promuovere la cittadinanza attiva, possono esse-re attivate iniziative per lo studio dei diritti e degli istituti di parteci-pazione a livello statale, regionale e locale.

3. La conoscenza della Costituzione italiana rientra tra le com-petenze di cittadinanza che tutti gli studenti, di ogni percorso di istruzione e formazione, devono conseguire.

[…]Art. 5. Educazione alla cittadinanza digitale

1. Nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civi-ca, di cui all’articolo 2, è prevista l’educazione alla cittadinanza digita-le. 2. Nel rispetto dell’autonomia scolastica, l’offerta formativa eroga-ta nell’ambito dell’insegnamento di cui al comma 1 prevede almeno le seguenti abilità e conoscenze digitali essenziali, da sviluppare con gradualità tenendo conto dell’età degli alunni e degli studenti:

a) analizzare, confrontare e valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali;

b) interagire attraverso varie tecnologie digitali e individuare i mezzi e le forme di comunicazione digitali appropriati per un deter-minato contesto;

c) informarsi e partecipare al dibattito pubblico attraverso l’uti-lizzo di servizi digitali pubblici e privati; ricercare opportunità di cre-scita personale e di cittadinanza partecipativa attraverso adeguate tecnologie digitali;

d) conoscere le norme comportamentali da osservare nell’ambi-to dell’utilizzo delle tecnologie digitali e dell’interazione in ambienti digitali, adattare le strategie di comunicazione al pubblico specifico ed essere consapevoli della diversità culturale e generazionale negli ambienti digitali;

e) creare e gestire l’identità digitale, essere in grado di protegge-re la propria protegge-reputazione, gestiprotegge-re e tutelaprotegge-re i dati che si producono attraverso diversi strumenti digitali, ambienti e servizi, rispettare i dati e le identità altrui; utilizzare e condividere informazioni perso-nali identificabili proteggendo se stessi e gli altri; f) conoscere le politiche sulla tutela della riservatezza applicate dai servizi digitali relativamente all’uso dei dati personali;

g) essere in grado di evitare, usando tecnologie digitali, rischi per la salute e minacce al proprio benessere fisico e psicologico;

essere in grado di proteggere sé e gli altri da eventuali pericoli in ambienti digitali; essere consapevoli di come le tecnologie digitali possono influire sul benessere psicofisico e sull’inclusione sociale, con particolare attenzione ai comportamenti riconducibili al bulli-smo e al cyberbullibulli-smo.

[…]

La novità della legge, più che nei contenuti, sembra essere quel-la di richiedere l’esplicitazione di un curricolo di educazione civica (costruito con l’apporto delle varie discipline), la definizione di uno spazio orario minimo, l’individuazione di un responsabile del coor-dinamento e l’attribuzione di uno specifico voto nel documento di valutazione dell’alunno1.

La collocazione curricolare

In Europa vengono utilizzati nel curricolo tre principali approcci all’educazione alla cittadinanza (cfr. L’educazione alla cittadinanza a scuola in Europa, Rapporto Eurydice, ottobre 2017):

• tema cross-curricolare: gli obiettivi, i contenuti o i risultati di ap-prendimento dell’educazione alla cittadinanza sono pensati per essere trasversali nel curricolo e tutti gli insegnanti sono respon-sabili dell’offerta della materia;

• tema integrato in altre discipline: gli obiettivi, i contenuti o i ri-sultati di apprendimento dell’educazione alla cittadinanza sono inclusi nei documenti del curricolo di materie o aree di apprendi-mento più ampie, spesso di tipo umanistico/scienze sociali;

• materia a sé stante: gli obiettivi, i contenuti o i risultati dell’ap-prendimento dell’educazione alla cittadinanza sono inseriti in una materia a sé stante, con una chiara delimitazione, dedicata principalmente alla cittadinanza.

Certo alcuni contenuti potrebbero essere oggetto di uno

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