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HA COMPIUTO TRENTANNI

Nel documento Cronache Economiche. N.007-008, Anno 1977 (pagine 79-83)

Alfonso Bellando

Scalone d'onore di Palazzo Bricherasio, sede della Sioi torinese.

L'11 marzo 1947 veniva ufficialmente costituita a Torino la sezione della So-cietà italiana per l'organizzazione inter-nazionale. A distanza di trent'anni il sa-bato 12 marzo del corrente anno, in-torno ad alcuni degli uomini che presie-dettero alla fondazione, si è radunata una folla di amici, di soci, di persona-lità che hanno voluto sobriamente rie-vocare insieme tutto un lungo cammino

percorso, tutta una fattiva e costante co-munanza di ideali di solidarietà uma-na, di studi e di ricerche.

Nel salone degli arazzi di palazzo Bri-cherasio, dopo il prof. Giorgio Cansac-chi di Amelia, vice presidente e segre-tario della sezione ed il direttore della Società, prof. Franco A. Casadio, ha svolto la relazione ufficiale il segretario generale, prof. Riccardo Monaco, ordi-nario di diritto internazionale nell'Uni-versità di Roma, già giudice alla Corte di giustizia delle Comunità europee, uno della pattuglia dei soci fondatori.

Il tema trattato: « La SIOI e la sua fun-zione nella vita nazionale e internazio-nale » ben ha delineato tutto uno sforzo per servire il paese e la comunità dei popoli.

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La Società cui si richiamavano ideal-mente tutti gli intervenuti alla manife-stazione del 12 marzo, era sorta a Ro-ma nell'autunno 1944. La seconda guer-ra mondiale eguer-ra in pieno svolgimento e nella capitale da poco liberata un grup-po di studiosi dei vari aspetti della vita internazionale ed alcuni fra i più prepa-rati esponenti della vita pubblica attiva si riunivano e si trovavano concordi, pur nella pluralità delle rispettive ten-denze ideologiche, in una finalità comu-ne: il dar vita ad un centro di studi e di informazione obiettiva, sul mondo internazionale, di assistenza ai compe-tenti organi dello Stato e degli opera-tori, nonché di democratico confronto delle idee, nei settori di quelle relazio-ni internazionali che avrebbero dovuto ben presto svilupparsi.

L'Italia doveva con sollecitudine ripren-dere il suo posto nei consessi interna-zionali ed occorreva sforzarsi ad ope-rare per dar prova di un valido impe-gno che affrettasse la venuta di quel momento. Non immaginavano quei va-lentuomini che sarebbe passato più di un decennio prima dell'ammissione del-l'Italia nell'Organizzazione delle Nazio-ni UNazio-nite. È bene che non l'immaginas-sero, mentre, pieni di entusiasmo, for-mulavano il primo articolo del loro sta-tuto che è diventato, nel corso dei de-cenni, l'impegno di molti di: « ...pro-muovere lo sviluppo di uno spirito

in-ternazionale che, superando nella visio-ne degli interessi gevisio-nerali il particola-rismo ispirato all'assoluta sovranità de-gli Stati, faciliti l'instaurazione di un giusto e pacifico assetto della comunità internazionale ».

Le attività che venivano previste riguar-davano, in concreto, l'effettuazione di studi sui problemi politici, giuridici, economici e sociali della comunità in-ternazionale, in vista di una efficiente e stabile organizzazione della pace; la do-cumentazione e la discussione sull'atti-vità delle organizzazioni internazionali, le pubblicazioni periodiche, la diffusio-ne delle correnti di pensiero e dei pun-ti di vista delle altre nazioni sui temi della collaborazione fra i popoli; l'orga-nizzazione di convegni, corsi, seminari, conferenze e pubbliche discussioni che avessero preparato il maggior numero possibile di nostri connazionali; l'asse-gnazione di premi, borse di studio e sus-sidi per la ricerca nel campo delle or-ganizzazioni internazionali da parte di studiosi e giovani italiani e stranieri; l'attuazione di assistenza, ai più diver-si livelli, con un proprio contributo di studio e di documentazione, per ogni questione relativa all'organizzazione in-ternazionale.

Col tempo, alla sede centrale, sita fin dall'inizio dell'attività presso il palaz-zetto di Venezia, si aggiunsero sezioni a Firenze, a Genova, a Milano, a Na-poli e a Torino; gruppi operano a Trie-ste ed a Cuneo mentre in varie altre località italiane sono attivi.nuclei di in-segnanti e di studenti.

La SIOI fu invitata nel 1946 al Lus-semburgo per l'assemblea costitutiva della Federazione mondiale delle Asso-ciazioni per le Nazioni Unite (WFUNA) e venne subito accolta come membro italiano della Federazione e quale as-sociazione confondatrice, in posizione di piena parità con le associazioni de-gli altri paesi membri delle Nazioni Unite. La Società operava fin d'allo-ra per l'ingresso dell'Italia nell'ONU e ne è riprova il voto dell'assemblea generale del 12 aprile 1945, in occa-sione della Conferenza di San Fran-cisco che indicava, non senza solenni-tà, l'opportunità di assicurare la parte-cipazione all'elaborazione dello statuto

della nuova Organizzazione a tutti gli stati che avevano comunque concorso ad abbattere le forze contrarie ai prin-cipi fondamentali che ne avrebbero for-mato le basi.

Un giudizio complessivo sull'istituzione si rileva dagli atti parlamentari della Camera dei deputati (VI Legislatura

-1974): « La Società italiana per l'orga-nizzazione internazionale è il principa-le ente italiano di studi e di informa-zione nel campo delle relazioni inter-nazionali, il solo, in particolare, a de-dicare la sua attenzione tanto agli even-ti più importaneven-ti della vita internazio-nale nei suoi aspetti politici, economi-ci, sociali e culturali, quanto, e soprat-tutto, all'intero complesso dell'imponen-te fenomeno dell'organizzazione indell'imponen-ter- inter-nazionale ».

Alla costituzione della sezione torinese si giunse con relativa facilità grazie alla nutrita schiera di personalità disposte ad operare per la realizzazione degli scopi sociali. Scorrendo l'elenco dei componenti il primo Consiglio si leggo-no leggo-nomi di illustri scomparsi, da Gioe-le Solari, che fu il primo presidente, a Franco Antonicelli, da Filippo Burzio a Luigi Carmagnola, da Giuseppe Gros-so ad Adriano Olivetti.

La prima sede fu sistemata in due mo-deste stanze del palazzo dell'Università, in via Po, edificio allora assai danneg-giato per eventi bellici. A ricostruzio-ne effettuata, avveniva uno spostamen-to in più confortevoli e spaziose sale, finché, agli inizi degli anni sessanta si procedeva al trasferimento nel palazzo Bricherasio, in via Lagrange 20. Sfogliando le relazioni di attività di tut-ti questut-ti anni si rilevano l'evoluzione dei programmi, gli ampliamenti di at-tività e le tendenze operative. L'inten-dimento di invitare personalità di li-vello internazionale a prospettare tesi di attualità è stato costantemente perse-guito: cosi' la presenza del ministro de-gli esteri italiano Carlo Sforza che, il 20 marzo 1948, viene ad esporre le ca-ratteristiche dell'accordo per l'unione doganale italo-francese si collega ideal-mente alla presenza dell'ambasciatore statunitense Richard Gardner che, il 18 maggio 1977, viene ad illustrare la politica energetica dell'amministrazio-ne Carter.

Palazzo Bricherasio. Parla H prof. Riccardo Monaco

che ha a fianco /'/ prof. Giorgio Cansacchi di Amelia e H prof. Franco Casadio.

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Una delle realizzazioni della Società de-rivò dalla « scoperta », il termine non è improprio, dell'esistenza di quelli che, con termine poco generoso, furono per vario tempo chiamati i paesi sottosvi-luppati.

Della necessità di attuare una seria as-sistenza tecnica a favore di tante popo-lazioni lontane si cominciò a parlare e si cominciò a scrivere. L'iniziativa più rilevante fu il « convegno di studi sui problemi delle aree economicamente ar-retrate », organizzato a Torino, nel 1951, dai gruppi studenteschi delle se-zioni di Torino e di Milano, con l'as-sistenza degli organi centrali della So-cietà e della sezione torinese.

Leggo da una pagina ingiallita: « Il convegno è stato tenuto nei locali della facoltà di economia e commercio, dal 27 al 31 marzo. Una settantina fra esperti, professori, funzionari, giovani specialisti e studenti, appartenenti a sette diverse nazionalità, hanno studia-to con ammirevole serietà e prepara-zione, durante i cinque giorni di inten-so lavoro, i principali problemi econo-mici e sociali connessi alla valorizza-zione economica dei territori insuffi-cientemente sviluppati. Taluni dei par-tecipanti al convegno sono stati succes-sivamente invitati a presentarne i ri-sultati presso altre organizzazioni gio-vanili straniere e internazionali ».

Passano gli anni e si susseguono gli in-contri, i dibattiti, gli studi, le tesi di

laurea sulla cooperazione internaziona-le, sui programmi di assistenza tecnica delle Nazioni Unite, degli istituti spe-cializzati, del fondo speciale. Si analiz-za il lavoro dell'OECE, della CECA, del TAB, del CIME e qualcuno, ogni tanto, si lamenta che le sigle interna-zionali diventano troppe, che non si può ricordarle tutte ed occorrerebbe un prontuario. Vi provvederà, con una pubblicazione ormai purtroppo introva-bile, il prof. Norberto Bobbio, consi-gliere dalla fondazione e da tanti anni vice presidente della sezione.

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Fin dall'inizio, i corsi di perfezionamen-to sull'organizzazione internazionale

hanno costituito l'ossatura delle attività. Il gruppo insegnanti ha concluso recen-temente il suo ventunesimo corso an-nuale; il corso di cultura internazionale per gli studenti secondari è giunto alla ventritreesima edizione; il ciclo di riu-nioni di studio sui problemi comunitari, promosso d'intesa con l'Università di Torino e con la valida e preziosissima collaborazione dell'Ufficio per l'Italia delle Comunità europee, ha visto il suo decimo anno di svolgimento.

Particolare risonanza ha avuto quest'ul-tima iniziativa, con la quale tanti aspetti del divenire europeo sono stati analizza-ti, tante proposte concrete sono state avanzate, tante critiche costruttive sono state formulate. Gli inizi erano stati pru-denti e discreti; poi, dai temi più gene-rali ed informativi, si passò ad argomen-ti sempre più impegnaargomen-tivi e sofisargomen-ticaargomen-ti: la politica economica comunitaria, le re-lazioni esterne della Comunità, l'unione monetaria, la politica industriale, la concorrenza e l'integrazione economica, i problemi dell'energia, fino a giungere, lo scorso anno, ai temi cruciali della qualità della vita degli europei. L'ulti-mo argomento trattato è stato quello delle elezioni a suffragio diretto del Par-lamento europeo, previste per il giugno

1978.

I fruitori di questi corsi sono, di rego-la, funzionari di aziende, docenti di scuola media, professionisti, studenti universitari; è noto come siano in co-stante aumento la necessità e la com-plessità di una formazione adeguata de-gli operatori internazionali, siano essi pubblici, come i diplomatici, i funzio-nari e gli esperti di cooperazione tecni-ca oppure, privati, come gli operatori economici interni o i funzionari di so-cietà multinazionali. Può essere qui ri-cordato che, in occasione di un impor-tante concorso delle Nazioni Unite per l'assunzione di nuovi funzionari, si è svolto a Torino, in palazzo Bricherasio verso la fine del '73, un corso di pre-parazione di trenta lezioni.

Si è già accennato agli insegnanti; la SIOI è stata incaricata, da gran tempo, da parte del Ministero della pubblica istruzione, della preparazione e del per-fezionamento degli insegnanti in mate-ria di educazione civica internazionale, nonché dell'adeguamento

dell'insegna-mento alle forme sempre più numerose ed intense di partecipazione alla vita internazionale. Si può valutare in alcu-ne migliaia il numero degli insegnanti che hanno beneficiato tanto dei corsi te-nuti in sede locale quanto di quelli co-siddetti « residenziali » e che hanno luo-go in ogni parte d'Italia.

L'attività formativa è integrata dalla pubblicazione trimestrale « La Comuni-tà internazionale » che riporta articoli di valenti studiosi ed una documenta-zione completa dell'attività delle orga-nizzazioni internazionali; fascicoli e li-bri, la cui realizzazione è curata gene-ralmente dalla sede centrale, completa-no il quadro dell'attività educativa.

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Una parola a parte può ancora essere detta sulle attività studentesche ed uni-versitarie. Per vari anni furono attivi, prima in sede centrale e poi anche in sede periferica, dei comitati studenti che si trasformarono, dopo la conferenza dei segretari tenuta a Milano l'8 ed il 9 ottobre 1951 (anche il gruppo di To-rino era presente) nel Movimento stu-dentesco per l'organizzazione interna-zionale.

11 MSOI, cosi ne viene abbreviato il nome, si propone di favorire (attraverso un continuo confronto di idee, dibattiti, tavole rotonde, concessione di borse di studio, partecipazione di seminari al-l'estero) l'affermarsi, in molte menti giovanili, di una maggior comprensio-ne internazionale. Notevole è la colla-borazione che viene data al Circolo « Trygve Lie » di Cuneo, che riunisce gli aderenti di quella città e cosi pure la partecipazione all'IsMUN

(Movimen-to studentesco internazionale per le Na-zioni Unite), organismo con sede a Gi-nevra che collega le analoghe associa-zioni nazionali costituitesi con diverse denominazioni in numerosi paesi di ogni

continente.

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È stato giustamente rilevato che l'im-piego appropriato e tempestivo della do-cumentazione sulle organizzazioni inter-nazionali è oggi particolarmente impor-tante per chi abbia da svolgere relazio-ni esterne e debba prendere decisiorelazio-ni

che comportino una visione generale dei problemi. La biblioteca torinese, de-nominata Centro di documentazione sul-le organizzazioni internazionali, sita presso il Centro internazionale di per-fezionamento professionale e tecnico, in via Ventimiglia 201, è a disposizione,

ogni pomeriggio di giorno feriale, di un crescente numero di utilizzatori e co-stituisce un punto di riferimento assai importante, anche fuori dal Piemonte. Uno dei vantaggi di questa biblioteca fe di poter contare sul collegamento e sul-la colsul-laborazione con le altre due bi-blioteche principali della Società che sono a Roma e a Napoli.

Con la presidenza illuminata dell'amb. Giustino Arpesani, la SIOI torinese va incontro al suo quarto decennio opera-tivo. È in molti la convinzione che il servizio reso alla comunità sia stato va-lido e proficuo. È pure in molti la spe-ranza che tale servizio, in stretto collega-mento con le diverse forze sociali e con l'intera popolazione, possa accrescer-si ed ampliaraccrescer-si, in questa Italia che sta cambiando e che, mentre da un lato giu-stamente si regionalizza, dall'altro aspi-ra ad una sua concreta funzione euro-pea e mondiale.

Nuove iniziative potrebbero essere at-tuate per inserire maggiormente la So-cietà nella vita della città e della re-gione, come avvenne nel 1961 quando essa fu invitata ad assumere la prepa-razione, la gestione e l'amministrazio-ne della seziol'amministrazio-ne delle Nazioni Unite e delle organizzazioni collegate presso l'Esposizione internazionale del lavoro. Potrebbe essere forse anche ripristina-ta la consuetudine di convegni di lar-go respiro internazionale, come quello tenutosi a Stresa, nel 1955, sulle atti-vità degli organismi europei di coope-razione economica o quello svoltosi a Torino, nel 1967, sui diritti dell'uomo. Anche le mostre possono avere una loro validità e c'è chi ricorda ancora il successo di quella sul « Francobollo delle Nazioni Unite », svoltasi una de-cina di anni fa.

PROSPETTIVE ECONOMICHE

Nel documento Cronache Economiche. N.007-008, Anno 1977 (pagine 79-83)