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Fin dai primi due componimenti narrativi (Rvf 2 e Rvf 3), la passio Laurae si manifesta in uno scontro, un agguato che coglie Francesco del tutto impreparato e configura l‟actio su una

base di significazione afferente al codice militare: «celatamente Amor l‟arco riprese» (Rvf 2, 3),

577

572 Su cui avrà giocato senz‟altro lessicalmente Inf., XXVII 73: «Mentre ch‟io forma fui d‟ossa e di polpe» (vd.

ancora Rvf 23, 137 e 319, 8), ma anche la diffusissima topica dell‟amore in Italia addirittura tratto distintivo della poetica cavalcantiana, del resto «da sua potenza segue spesso morte» (Donna me prega, v. 35).

573 L‟osservò Giovanni Talentoni da Fivizzano nella sua Lettione di Messer Giovanni… fatta da lui sopra ‟l principio del

Canzoniere del Petrarca, Firenze, Giunti, 1587, c. F 3r, informazione ripresa da NATASCIA TONELLI, I sonetti II e III

dei „Rerum vulgarium fragmenta‟, in Lectura petrarce, a cura di Monica Bianco, vol. II, Padova, La Garangola, 2010, pp.

957- 777, a p. 957.

574 Come nota Kuon, «l‟affermazione secondo la quale il Canzoniere si compone di testi “per di più non di

natura narrativa” è un luogo comune della critica» (KUON, L‟aura dantesca, cit., p. 215). Per Kuon la narrazione

avviene, come del resto è evidente, in maniera episodica e anche se la scrittura non è effettivamente omogenea o progressiva non si intravede, in effetti, un valido motivo per cui non possa esistere una trama. Per l‟ordinamento dei testi funzionale alla narrazione di una storia cfr. BORTOLO MARTINELLI, L‟ordinamento morale del

„Canzoniere‟ del Petrarca, «Studi petrarcheschi», VIII, 1976, pp. 93-167 (poi raccolto in ID.,Petrarca e il ventoso, cit., pp.

217-300); FRANCISCO RICO, Prólogos al Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta, I-III), «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia», s. III, XVIII, 1988, pp. 1071-1104.

575

L

UCA MARCOZZI, Una scheda per i „Rerum vulgarium fragmenta‟, in ID., Petrarca platonico, cit., pp. 237-246, p. 241, che

ricorda come questo sviluppo, compiuto su un sostrato figurativo lirico consueto, «è invenzione tutta petrarchesca» quella cioè «di una struttura romanzesco-diaristica per un canzoniere lirico (che il Landino avrebbe definito a ragione un “poema”), in cui la progressione del racconto non è più affidata, come nella Vita nova dantesca, a interventi in prosa».

576 I primi cinque componimenti dei Fragmenta rispondono alla necessità di inquadramento della narrazione insito

in ogni esordio epico formalizzato poi anche in epoca medievale dove prendono corpo: il motivo della storia, il tempo in cui essa ha inizio, lo spazio e, in accordo con il sostrato elegiaco, affidano, in ultimo, alla capacità del lettore la possibilità nascosta di leggere il nome dell‟amata sotto forma di acrostico (nel celebre quinto sonetto). La volontà macro-testuale dell‟autore è indubbia. Cfr. RICO, Prólogos al Canzoniere, cit.

577 Mi domando se nel «celatamente» di Amore, pronto a fare agguati (ergo a non comportarsi lealmente), non

143

«quando ‟l colpo mortal là giù discese» (Rvf 2, 8), «primiero assalto» (Rvf 2, 9), «che potesse

al bisogno prender l‟arme» (Rvf 2, 11); «quando i‟ fui preso» (Rvf 3, 3), «contra colpi d‟Amor»

(Rvf 3, 6), «Trovommi Amor del tutto disarmato» (Rvf 3, 9), «fu honore / ferir me de saetta in

quello stato» (Rvf 3, 12-3). La vicinanza e la sostanziale somiglianza tra i due sonetti

d‟apertura è stata largamente annotata dai vari studiosi e commentatori;

578

il senso di stupore, il

linguaggio militare, l‟attacco e la tentata difesa (cioè tutti gli elementi presenti) sono

comunemente messi in luce e non è stato sottovalutato l‟aspetto morale del conflitto. Lo

notava già Giulio Camillo nelle sue Chiose al Petrarca, a proposito di Rvf 2, 6-7: che «la

similitudine d‟un che sia sopragiunto tanto presto ch‟el non habbi tempo a far difesa o

almeno ristrarsi in luogo sicuro. – ivi Idest nel core»;

579

mentre per i versi conclusivi e per il

«poggio faticoso et alto» collegava l‟immagine alla «sedia della ragione»

580

che sarebbe

riconducibile a diversi filosofi, come a Lattanzio che nel «De opificio Dei al cap. xvi per il

“poggio” intende la sedia della ragione et dello intellecto, quale secondo alcuni è posto nella

testa. Dante lo chiama a “piè d‟un colle giunto”. Faticoso a‟ giovani et alto perché ‟l capo è parte

più remota da le cose terrene […] idest la ragione, che è parte più alta et più lontana dalle cose

terrene».

581

Nel commento ‒ non profondissimo, per questi due sonetti – compare un

accenno alla figuralità fisica che riconduce la posizione elevata della testa a un motivo

allegorico-morale: la testa è alta quindi lontana dalla terra come la ragione – anch‟essa elevata

– è lontana dai vizi, dalle passioni.

582

Le parole-rima rientrano nel linguaggio bellico, e

riassumono, in questi due importanti sonetti, l‟episodio del primo assalto e tutta la storia

d‟“amore” dei Fragmenta. Rispetto agli aspetti “poematici” a cui si faceva cenno, nelle due

poesie si possono individuare altrettanti momenti dell‟actio complessiva: la descriptio dell‟attacco di

Amore e della difesa, divisa quest‟ultima in arx rationis e armi da usare nel conflitto. L‟offensiva

subita dal personaggio Francesco appartiene a una prima fase dove l‟antagonista è esterno, la

difesa disperata della «virtute» (forse da collegare alla properziana constantia? La virtù dello

sguardo

583

è qualità raccomandata in guerra anche in De remediis, II 70, 1 «Esto tu costans et

Sordello (Bel m‟es ab motz leugiers a far, VII 9-16) «Gen mi saup mon fin cor emblar / al prim qu‟ieu miriey sa faisso, / ab un dous amoros esguar / que‟m lansero siey huelh lairo. / Ab selh esguar m‟intret en aisselh dia / Amors pels huelhs al cor d‟aital semblan, / que‟l cor en trays e mes l‟a son coman, / si qu‟ab lieys es, on qu‟ieu an mi estia».

578 Sono state notate, ad esempio, da RICO, Prólogos al Canzoniere, cit.; ADELIA NOFERI, Lettura del sonetto II. Spostamenti

e interazione dei codici, in EAD., Frammenti per i Fragmenta, cit., pp. 43-64; STROPPA, «Obscuratus est sol», cit.; TONELLI,

I sonetti II e III, cit.

579 GIULIO CAMILLO, Chiose al Petrarca, a cura di P. Zaja, Padova-Roma, Antenore, 2009, p. 10. 580 Ivi, p. 12.

581 Ivi, p. 11.

582 Si vedano gli esempi riportati da AGAMBEN, Stanze, cit., pp. 16-19. 583 TONELLI, I sonetti II e III, cit. p. 966.

144

modestus»)

584

è concentrata tra cuore e occhi (Rvf 2, 5-6 «Era la mia virtute al cor ristretta / per

ivi e negli occhi sue difese»), mentre l‟attacco è descritto in modo da svelare una sorta di

viltà di Amore e mostrare la sorpresa dell‟assalito. Da questo punto prende le mosse la lunga

contrapposizione tra amata-armata e amante-disarmato

585

– rapporto topico presente in tutta la

tradizione elegiaca, e segnatamente negli Amores ovidiani

586

– che si dipana in tutto il resto

dell‟opera. La fenomenologia di amore-personaggio è tutta riscontrabile nelle origini del

topos classico della militia Veneris;

587

lo stesso armamentario (l‟arco, le frecce) si basa sulla