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comunitarie Ai predetti interventi formativi si dà corso qualora, entro un mese dalla comunicazione, non

La formazione in Italia nei settori pubblico e privato: descrizione del settore e analisi dello scenario competitivo

comunitarie Ai predetti interventi formativi si dà corso qualora, entro un mese dalla comunicazione, non

intervenga il diniego della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze. Il Dipartimento della funzione pubblica assicura il raccordo con il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie relativamente agli interventi di formazione connessi all'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

360 Si veda in proposito la pubblicazione, disponibile on line, del Dipartimento della Funzione Pubblica, del

GRUPPO TECNICO SCIENTIFICO IN MATERIA DI DOTAZIONI ORGANICHE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI(a cura di), 2004, Pianificare l’organizzazione, i fabbisogni, le culture. Analisi delle strutture, delle dotazioni

organiche e dei fabbisogni di risorse umane delle amministrazioni pubbliche. Percorsi e progettazione, sito

formazione pubblica assume il ruolo di vera e propria “leva strategica”, da utilizzare per il sostegno del processo di riforma e di modernizzazione della P.A. Infatti, nella direttiva si sostiene che: «La formazione è una dimensione costante e fondamentale del lavoro e uno strumento essenziale nella gestione delle risorse umane. Tutte le organizzazioni, per gestire il cambiamento e garantire un’elevata qualità dei servizi, devono fondarsi sulla conoscenza e sulle competenze. Devono pertanto assicurare il diritto alla formazione permanente, attraverso una pianificazione e una programmazione delle attività formative che tengano conto anche delle esigenze e delle inclinazioni degli individui».

Viene messo in risalto con tale direttiva il nuovo ruolo della formazione pubblica con un’ottica del tutto manageriale, considerando la necessità di garantire servizi migliori al cittadino, valorizzando e motivando le proprie risorse umane.

Questa nuova concezione comporta il passaggio da una formazione occasionale, costosa, riservata ai soli dirigenti, ad una formazione continua finalizzata a soddisfare i bisogni degli individui e le strategie dell’ente. In termini operativi la direttiva del 2001 definisce per bene tutte le fasi che caratterizzano una formazione pianificata e progettata individuando così la sequenza tipica del “ciclo di progetto”. Le fasi individuate sono 5 e così composte:

1. prima fase - individuazione dei destinatari della formazione e delle loro esigenze e individuazione del fabbisogno formativo cioè:

- istituzione di una banca dati delle risorse umane dell’ente; - verifica delle attività formative precedenti;

- analisi dei bisogni formativi (di base, trasversali, specialistici); - redazione del bilancio delle competenze;

2. seconda fase – progettazione della formazione: - definizione degli obiettivi della formazione ;

- individuazione delle risorse umane, tecniche, finanziarie e logistiche; - definizione dei tempi;

- scelta dei programmi didattici e delle metodologie; - stesura del piano di qualità;

- definizione del sistema di valutazione dei partecipanti e delle attività;

- realizzazione del PAF approvato ed inviato al Dipartimento della funzione pubblica entro il 31 marzo di ciascun anno;

3. terza fase – formulazione della domanda formativa e individuazione dei fornitori dei beni e dei servizi formativi:

- affidamento degli incarichi di docenza, consulenza e/o assistenza;

4. quarta fase – realizzazione del Piano formativo, nelle sue diverse articolazioni; 5. quinta fase – monitoraggio dei risultati della formazione:

- verifica dell’apprendimento dei partecipanti e della qualità delle attività;

- verifica dei risultati dell’azione formativa rispetto ai partecipanti, agli amministratori e ai cittadini.

Alla fine del processo si riparte con la definizione di un nuovo piano formativo, aggiornando i dati relativi alle competenze, analisi dei bisogni, ed esigenze aziendali, in modo tale da ottenere quella cosiddetta coerenza sistemica che la letteratura economico aziendale ha posto quale elemento cardine, fra le esigenze delle risorse umane e le linee strategiche aziendali. La direttiva, inoltre, invita le amministrazioni a superare la soglia dell’1% della spesa complessiva del personale, da destinare alla formazione ed invita ad individuare ed istituire un’apposita struttura interna, dotata di personale altamente qualificato capace di gestire l’attività formativa dell’ente.

Il Dipartimento delle funzione pubblica in tale contesto interviene assumendo un ruolo di indirizzo e coordinamento attraverso il proprio ufficio di formazione e l’Osservatorio dei bisogni formativi presso la SSPA. I risultati di tale direttiva e di quanto le amministrazioni pubbliche stanno attuando vengono pubblicati annualmente sul “Rapporto sulla formazione nella pubblica amministrazione”, pubblicazione della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica, a cura dell’Osservatorio sui bisogni formativi nella pubblica amministrazione con la collaborazione della:

- Conferenza dei rettori delle università italiane,

- Formez,

- Gruppo di lavoro tecnico delle Regioni e delle province autonome, - Istituto Tagliacarne.

In tale rapporto il dipartimento non si limita a fornire dati ed informazioni, ma presenta gli indirizzi e le linee strategiche di ciascuna P.A. approfondendo l’analisi della loro pianificazione, progettazione e valutazione dell’azione formativa.361

L’ultima direttiva del 2006 del Dipartimento della funzione pubblica ribadisce l’importanza della formazione per le amministrazioni pubbliche.362

361

Si veda MARASCIA A.(2004), “La formazione pubblica in Italia”, in FOR – Rivista per la formazione, n. 58, p. 85.

362 La direttiva dal titolo “Formazione del personale delle pubbliche amministrazioni” stabilisce che il

Dipartimento sosterrà e promuoverà la diffusione della conoscenza, la creazione di nuove competenze, la divulgazione di esperienze di successo. Sono, infatti, questi gli strumenti attraverso i quali il Dipartimento della Funzione Pubblica supporterà i processi di cambiamento in atto e contribuirà ad incrementare la capacità di

In sostanza, possiamo dire che la formazione pubblica deve essere avvertita non come un semplice dovere delle amministrazioni o come diritto rivendicato e difeso dalle OO.SS. dei lavoratori, ma come un processo capace di creare valore, poiché solo da una politica diretta a salvaguardare la qualità dell’azione formativa pubblica sarà possibile ottenere, con una maggiore cognizione di causa, quei cambiamenti che intendono conferire alla pubblica amministrazione il ruolo portante nello sviluppo economico del paese, partecipando in maniera collaborativa con la struttura privata al processo produttivo nazionale ed extranazionale.

Tutto questo importa il ripensamento delle logiche formative in termini di “learning organization”, ossia un’organizzazione che apprende, si aggiorna e si qualifica continuamente, formandosi e trasformandosi in modo da sopperire sempre alle esigenze di competenze e competitività, (il vantaggio competitivo derivante dalle competenze di cui abbiamo parlato nei capitoli precedenti).

Ovviamente, in tale processo diventa importante la formazione per i formatori, formazione altamente specialistica che deve essere implementata dalle apposite organizzazioni ad essa votate.363

Infine, poiché risulta evidente la rilevanza strategica di tale attività, non lasciamo che essi adempiano semplicemente ad una norma giuridica ma pretendiamo o cerchiamo di ottenere la trasmissione di quella “cultura organizzativa d’impresa”, che a volte nella pubblica amministrazione risulta assente.

4.2.2 La formazione nelle università – dati ed elaborazioni

Le università negli ultimi anni sono state interessate da un processo di rinnovamento che ha preso avvio con il DM 509/99 in tema di riforma della didattica ed è proseguito con il DM 270/04, riguardante sempre l’autonomia didattica. I dati che saranno analizzati si riferiscono ad un numero di Atenei che a partire dal 2001 è cresciuto sempre più, passando dai 27 del