L’analisi empirica condotta permette di trarre delle conclusioni che in parte negano ed in parte avvalorano la domanda di partenza e che quindi, da un lato si allineano con le considerazioni di Eccles e di Serafaim e dall’altro lato se ne discostano, smentendole. Lo studio è stato intrapreso per capire se aziende dichiaratamente sensibili al tema della sostenibilità, tanto da redigire periodicamente il Bilancio di Sostenibilità, trattano, in sede di conference calls finanziaria trimestrale, argomenti relativi ai diversi aspetti della stessa. Si è voluto investigare quali tematiche di sostenibilità (se ambientale e/o sociale) emergono nei dibattiti tra dirigenti aziendali e rappresentanti dei mercati finanziari in sede di earnings calls, la natura ed il tipo di informazione trasmessa nonché le parti dell’evento in cui la stessa viene trattata. L’obiettivo si è identificato nel voler capire se il management ed il popolo degli investitori manifestano interesse più o meno accentuato al tema del valore sostenibile al fine di poter sostenere o meno le conclusioni tratte da Eccles e Serafaim. L’analisi ha quindi permesso di ragionare sulla possibilità di creare un unico evento capace di trasmettere valore aziendale e valore sostenibilie come complementari l’un l’altro, di capire che lentamente ci si sta muovendo nella direzione proposta dagli autori e di porre l’attenzione sul valore, forse dubbio, percepito dai mercati e dalle aziende, con riguardo alla sostenibilità.
173
Dallo studio è emerso che sta nascendo, a livello di struttura aziendale, una mentalità sostenibile e che sta prendendo piede la consapevolezza, nei vertici aziendali, di dover trasmette il valore che l’agire sostenibile crea a livello di intera organizzazione a quelli che sono gli effettivi portatori di interesse della società. I vertici aziendali tendono infatti a trasmettere e comunicare il maggior numero di informazioni riconducibili a tematiche di sostenibilità ambientale e sociale nelle presentazioni e, in parte minore, nelle risposte a domande puntuali in tematiche economico-finanziarie. In questo modo il management dimostra una costante e solida preparazione in materia di sostenibilità, o meglio, dimostra di conoscere il modo in cui la sostenibilità viene gestita nella struttura aziendale e di come il tema nel suo complesso permea ogni strategia, processo e azione posta in essere. Introducendo volontariamente nel discorso e nelle presentazione rivolta agli analisti, parole relative alla tutela dei diritti umani, alla gestione del capitale umano, alle emissioni di sostanze inquinanti e gas serra, i dirigenti dimostrano padronanza dell’argomento e in un certo qual modo legittimano la possibilità che questo tipo di interesse possa sorgere tra i loro ascoltatori. Rimane però evidente il numero limitato di aziende che effettivamente parla di sostenibilità nei propri eventi finanziari con la consapevolezza del termine, con dei fini non pubblicitari e non utilizzando termini tipici di sostenibilità solo per descrivere proprie attività caratteristiche. Soffermandosi infatti sull’analisi delle informazioni che effettivamente ed in modo consistente indicano comunicazione sostenibile, al massimo 17 aziende su 43 ne fanno una corretta trasmissione, il che corrisponde a solo un 39,5% in aziende che fanno della sostenibilità una delle proprie bandiere, andando a redigere il Bilancio di Sostenibilità secondo le linee giuda GRI e conoscendo quindi, alla perfezione, il valore che la sostenibilità assume nella struttura aziendale. Sicuramente esso non può considerarsi un risultato soddisfacente, quanto più se letto alla luce dell’evoluzione che il concetto di sostenibilità ha avuto nell’ultimo decennio, e che spesso si è dibattuto, e del quasi totale non interessamento alla tematica da parte degli investitori. Si è rilevato infatti che essi non dimostrano, in sede di conference calls l’adeguata curiosità verso il valore derivante dall’attuazione di strategie sostenibili, anche in quei casi in cui l’argomento veniva introdotto nella presentazione da parte dei dirigenti. Un risultato soddisfacente si sarebbe ottenuto se invece più della metà delle aziende campione avesse manifestato abilità nella trasmissione di valore di sostenibilità in sede di earning call e se gli analisti
174
avessero manifestato un interesse non circoscritto a pochissime domande ma almeno riferite ad ogni azienda.
Una domanda che sorge spontanea, alla luce dei risultati emersi è relativa alle motivazioni per cui ancora non si parla di sostenibilità in modo esplicito e completo durante le earnings calls. Se effettivamente l’adozione di una strategia sostenibile adottata dall’azienda, e su di essa adattata, crea valore, perché questo valore non si trasmette? Perché i dirigenti non lo comunicano e gli analisti non lo richiedono? Si crede che forse il valore attribuito all’agire sostenibile non sia ancora adeguato e che, sia il mondo degli imprenditori che degli investitori, si focalizzino ancora solo sui tipici indicatori di performance finanziaria, molto probabilmente ritenendoli gli unici in grado di trasmettere valore in termini quantitativi. Oppure sono i tempi a non essere ancora maturi ed adeguati affinché l’effettivo valore sostenibile possa essere percepito, capito e comunicato. Esso non sarebbe ancora un elemento sufficiente importante nell’ottica del profitto aziendale.
Si ritiene quindi che la mentalità imprenditoriale incentrata sulla sostenibilità si stia effettivamente affermando e che stia lentamente dilagando, visto che alcuni risultati di ricerca sono stati ottenuti. Quanto più si crede, alla luce degli studi condotti e della conoscenza sostenibile appresa, che la situazione attuale sia estremamente rallentata e sotto certi aspetti retrograda. Sembra che il mondo delle grandi aziende conosca la teoria, ma per qualche ragione, forse per la tipica paura del nuovo, sia restio ad adoperarsi nella pratica e a ricercare nuove fonti di creazione di valore e a riconoscere la comunicazione come una di esse. È molto difficile che l’attenzione venga posta sul valore sostenibile da parte dei soli analisti, è invece necessario che esso venga trasmesso in modo intrinseco a quello finanziario da parte delle aziende. È necessario che venga adottato un vero e proprio linguaggio ESG da parte dei vertici aziendali in sede di
conference calls finanziaria, in modo da aumentare da un lato l’impegno del
management verso la crescita e lo sviluppo della comunicazione del valore sostenibile e dall’altro di accrescere l’interesse medio degli investitori verso la medesima tematica. In questo modo le quarterly earnings calls si completerebbero di tutti gli elementi del valore aziendale e diventerebbero eventi maggiormente autentici, aperti e trasparenti. Per questo la teoria di Eccles e Serafaim sulla necessità di ricondurre una duplice storia
175
ad una viene ritenuta, in questa sede, una delle soluzioni migliori e necessarie al momento anche se, a dispetto di quanto sostenuto dagli autori, qualche passo in questa direzione è già stato mosso. L’analisi, come già anticipato, ha infatti evidenziato che meno della metà delle aziende campione già tratta in minima parte aspetti di sostenibilità nei propri eventi di comunicazione finanziaria ma che la trattazione in questione non può sicuramenti dirsi articolata e approfondita né tanto meno completa in relazione alla complessità del significato assunto dalla sfera di sostenibilità. Si sta quindi forse procedendo verso l’integrazione delle due storie ma sicuramente ancora molti sforzi sono richiesti affinché la storia finale raccontata possa essere considerata completa nel suo valore finanziario e sostenibile.
177