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La Responsabilità Sociale d’Impresa: sostenibilità, responsabilità, trasparenza

2.3 La Responsabilità Sociale d’Impresa

2.3.3 La Responsabilità Sociale d’Impresa: sostenibilità, responsabilità, trasparenza

Dalle considerazioni sopra esposte se ne deduce che la responsabilità sociale e la Responsabilità Sociale d’Impresa sono il nuovo ordine del giorno del Ventunesimo Secolo di imprese, governi e cittadini in tutto il mondo civilizzato. Il concetto supera la semplice e sola responsabilità ambientale e la mera responsabilità verso i soli investitori e le integra volontariamente in politiche intrinseche alla struttura d’impresa ed in adeguate iterazioni con la comunità e gli altri portatori di interesse. Assumere un comportamento che possa definirsi responsabile in termini sociali significa non solo conformarsi alle norme ma andare oltre, investendo capitale e risorse in potenziale umano, in rapporti con i portatori di interesse e in comportamenti rispettosi dell’ambiente. Non significa creare standard comportamentali che possano sostituire le norme che regolano un Paese o che tutelano i diritti umani e l’ambiente (Unione Europea, 2001) ma creare situazioni che permettano di potenziare una loro consapevolezza. La più ampia definizione di RSI è quindi relativa alle relazioni che intercorrono tra il mondo delle imprese, i governi ed i cittadini, mentre su piano locale essa viene intesa come la relazione che sussiste tra l’azienda e la comunità del luogo, stanziata nella zona in cui la società risiede ed opera. Ancora, si può sottolineare come la RSI venga concepita anche secondo il legame che si crea tra azienda e portatori di interessi. L’RSI è ogni legame che è stato esposto ed elencato incorniciato da

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un’adeguata base etica e politica (Crowther e Martinez, 2004). L’agire responsabile delle aziende comporta l’assunzione di comportamenti altruistici e mette l’interesse della collettività davanti all’interesse del singolo. Esso è un comportamento che supera il semplice concetto di cittadinanza perché si deve svolgere non soltanto con riguardo agli effetti presenti ma anche, e soprattutto, tenendone presente le conseguenze future.

La RSI comporta uno sviluppo nei rapporti con le parti interessate all’azienda (gli stakeholders in generale) ma si riscontrano diverse difficoltà ad individuare le caratteristiche di un comportamento socialmente responsabile posto in essere dall’impresa. Diversi studi hanno dimostrato per prima cosa che le aziende sono spesso maggiormente interessate e preoccupate ad intrattenere rapporti che si possano definire socialmente sostenibili con i soggetti che hanno molta influenza nell’organizzazione, come gli azionisti, mentre si preoccupano meno di definire tali i rapporti intrattenuti con consumatori, clienti, società ed ambiente. La RSI metterebbe però tutti i soggetti terzi all’impresa sullo stesso piano per importanza sociale. Inoltre molti sottolineano come la definizione di RSI presupponga un’attività volontaria tanto da dover rendere irrilevante il dibattito tenuto sulla necessità o meno di una più forte regolamentazione ed infine, si pone l’accento sulla necessità di agire per rendere concreta la RSI. Crowter (2004) a questo proposito afferma come rendere nota una preoccupazione (la mancanza di responsabilità sociale) sia ben diverso, e sicuramente più facile, dall’adoperarsi nel presente con azioni che permettano la risoluzione della preoccupazione stessa (l’adozione di comportamenti responsabili). Proprio perché esistono queste tre difficoltà nella piena esplicitazione della RSI, Crowther e Martinez (2004) ritengono che ci siano tre principi fondamentali che racchiudono tutta l’essenza ed il significato del termine: la sostenibilità, la responsabilità e la trasparenza.

Il concetto di sostenibilità si articola principalmente attraverso la consapevolezza che le risorse presenti in natura sono finite e che l’agire dell’uomo deve essere misurato e calibrato al fine di poter soddisfare i bisogni della comunità odierna senza precludere la possibilità di soddisfacimento alle future generazioni. La sostenibilità implica quindi che la società non deve usare più risorse di quante effettivamente ne può produrre e che una sua misurazione potrebbe consistere nel tasso di risorse consumate in relazione al tasso di risorse rigenerate. Nella realtà, e soprattutto nell’odierna concezione del

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fenomeno, si è visto nel primo capitolo che esso si sviluppa secondo una dimensione multiforme ambiente-società-economia ed è proprio in questa chiave di lettura che esso deve essere inteso.

La responsabilità è un concetto che preclude la consapevolezza nell’azienda di essere parte della rete di relazioni della società nel suo complesso e di avere responsabilità nei confronti di ogni membro che la compone e non solo verso i proprietari. Essa è relativa alla capacità dell’organizzazione aziendale di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, consapevole che ogni tipo di operazione esercitata ha delle conseguenze nell’ambiente che circonda l’impresa. Questo comporta la capacità di misurazione e di quantificazione degli effetti delle azioni intraprese, sia interne che esterne all’organizzazione, e la volontà di riportare tali misure su adeguati comunicati suddivisi in relazione alle parti coinvolte. Assumersi tali responsabilità significa contemporaneamente ammettere la possibilità che i portatori di interesse esterni all’azienda possano influenzare le azioni che essa decide di intraprendere, decidere se queste azioni possono o meno essere giustificabili e, se lo sono, a quale costo, sia per l’azienda che per gli stakeholders. Responsabilità significa poi sviluppare misure appropriate di performance ambientale e redigere reports che riportino le attività intraprese. Questo significa assumersi dei costi di analisi, sviluppo, registrazione e comunicazione di performance di periodo ed essere consapevoli che i benefici alla fine supereranno i costi. I benefici devono essere determinati dall’utilità delle misure selezionate per il processo decisionale e dal modo in cui esse facilitano il processo di allocazione delle risorse sia nei rapporti interni all’azienda sia nelle relazioni che questa intrattiene con tutti gli altri portatori di interesse. Comunicazioni di questo tipo devono presentare caratteristiche ben precise: comprensibilità da parte di tutti gli interessati, affidabilità in termini di precisione di misura, rappresentazione di impatto e di libertà da ogni forma di pregiudizi, rilevanza per gli utenti delle informazioni fornite, comparabilità delle misure , che implica coerenza, sia nel tempo che tra le diverse organizzazioni.

L’ultimo principio, la trasparenza, richiede un agire onesto delle aziende. Essa si traduce nella possibilità di poter risalirenel report aziendale agli effetti che ogni azione causa all’ambiente e allo stesso tempo di poter ritrovare in esso tutti i fatti accaduti esposti in modo chiaro: così ogni azione esercitata dall’azienda sarebbe accessibile e

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usufruibile a e da tutti gli interessati. La trasparenza diventa uno strumento molto importante soprattutto per i soggetti esterni all’azienda che non possono disporre di tutte le informazioni circa la realtà aziendale come i soggetti interni. Essa è un principio complementare alla responsabilità e necessario al suo perseguimento.