• Non ci sono risultati.

Le barriere alla disclosure della sostenibilità

2.4 La disclosure non finanziaria: uno strumento per superare i limiti dei reports finanziari

2.5.3 Le barriere alla disclosure della sostenibilità

Le barriere alla disclosure di sostenibilità, ossia all’attività di trasmissione di analisi quantitative e qualitative di dati circa l’attività sostenibile dell’azienda si concretizzano principalmente nelle difficoltà che si possono incontrare nella ricerca e nella valutazione dei dati stessi. Si nota infatti come le imprese che redigono il report di sostenibilità spesso non sappiano come muoversi perché, il più delle volte, non dispongono di personale qualificato ed esperto in materia. Questo denota da un lato la mancanza di conoscenza e di informazioni interne e dall’altra la mancanza di consulenza esterna o di un adeguato supporto governativo. Worthington et al. (2006) criticano i governi perché, anche se incoraggiano generalmente molto le imprese a riferire i loro risultati economici, ambientali e sociali, essi non danno consigli e supporto preciso su come agire, come ad esempio gli incentivi fiscali. La rendicontazione di sostenibilità viene

59

trattata in modo generico dalle istituzioni ed entrambi, il governo e le altre istituzioni di consulenza non riescono a adattarsi alle esigenze specifiche di una particolare attività e dei suoi obiettivi (Porter e Kramer, 2009). Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha formulato questo dilemma davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2011: "Coloro che cercano di conferire legittimità devono essi stessi impersonificarla, e quelli che invocano il diritto internazionale si devono presentare ad essa". Inoltre, le imprese erano spesso irritate per l'elevato numero di strumenti di reporting di sostenibilità, di regimi e di schemi da seguire e di linee guida. Il fatto che il governo o ogni altro soggetto responsabile non trovasse il modo di standardizzare questi strumenti e le linee guida era uno ostacolo che, fino ad un anno fa richiedeva di essere affrontato urgentemente. Si fa riferimento al tempo passato nella trattazione perché nel 2013 il GRI, come già anticipato e come meglio sarà spiegato nel prossimo capitolo, si è mosso proprio in questa direzione di standardizzazione del sistema di rendicontazione e di reportistica dell’attività sostenibile promuovendo il Sustainability Reporting. Si sottolinea poi come le aziende che vogliono comunicare i loro risultati di sostenibilità debbano stimare i costi relativamente elevati di implementazione e manutenzione di un sistema di reportistica e comunicazione adeguato, che presentano un'altra barriera da affrontare. I costi sono associati ai salari dei dipendenti, ai sistemi di misurazione, e alla distribuzione diretta dei reports. Si nota come la maggior parte delle aziende si sforzi di raggiungere l'obiettivo generale di massimizzazione del profitto e della ricchezza degli azionisti, ma, nella raccolta dei dati di sostenibilità si trovano ad affrontare la sfida circa l’allineamento a questi obiettivi dei reporting di sostenibilità. In altre parole, l'individuazione della domanda di mercato sfida la realizzazione di reports di sostenibilità, perché il reporting e la relativa comunicazione per gli stakeholders interni ed esterni che non sono interessati a tale relazione sarebbe un investimento non redditizio. In più si ricorda come l'introduzione di nuove linee guida o di nuovi processi aziendali sia in gran parte accompagnata da costi di investimento, esigenze di formazione, dalla riluttanza al cambiamento. All’ACCA Sustainability Roundtable

Dialogue (2013) si è convenuto sul fatto che il costo non sia la barriera più significativa

al reporting di sostenibilità. Il tutto si riduce a comprendere il processo di rendicontazione di sostenibilità. Se non lo si vede come un valore aggiunto per la propria strategia di business, allora è un costo. Ma se aggiunge valore, allora non

60

dovrebbe essere considerato come un costo, ma un investimento. In più si sottolinea come i costi possano essere ridotti in modo considerevole se vengono considerati come parte dell’intero business invece di procedere ad una suddivisione di costi per attività troppo ferrea. Si ritiene che il costo venga spesso visto come una barriera perché il costo percepito può essere facilmente quantificato, mentre i benefici possono essere più difficile da quantificare. Solo dopo un certo numero di anni di reportistica e successiva

disclosure sostenibile le aziende possono vedere un chiaro vantaggio, ma può sembrare

inizialmente troppo vago da quantificare per un consulente o un analista. D'altra parte, gli analisti possono giocare un ruolo importante nel comunicare gli obiettivi ed il valore della reportistica di sostenibilità, infatti la comprensione degli stakeholders delle comunicazioni non finanziarie sarà rafforzata e meglio percepita attraverso i commenti degli analisti. Un altro ostacolo è stato ritrovato nel disagio derivante dall’eccessiva trasparenza. C’è in fatti la percezione che la divulgazione di troppe informazioni possa portare ad una perdita di credibilità e che le imprese possano veder diminuire la propria competitività per l’eccessiva informativa trasmessa. Questo problema è stato osservato anche nell'evoluzione della reportistica finanziaria negli anni '90: per le aziende è sempre stato scomodo divulgare le informazioni sulle cose che non avevano riferito in precedenza, tra cui i ricavi a margine lordo, ma alla fine si sono accorte di come una maggiore trasparenza abbia portato un maggiore livello di fiducia nel business. Un ulteriore punto di analisi riguarda anche il fatto che, nonostante il disagio delle imprese nei confronti della trasparenza, le parti interessate, e soprattutto le concorrenti, potrebbero facilmente trovare tutte le informazioni che vogliono sulle aziende attraverso internet, o anche attraverso dipendenti scontenti.

Infine si vuole porre l’attenzione sul fatto che sia nelle economie industrializzate che in quelle in via di sviluppo migliaia di aziende stanno segnalando la loro performance di sostenibilità, così come le aziende stesse ed i loro investitori, i clienti e i dipendenti, hanno scoperto il valore della trasparenza per le imprese, i mercati, e le comunità. Nonostante il fatto che la maggior parte delle più grandi aziende del mondo, si impegni in questo tipo di comunicazione, ci sono una moltitudine di altre società che hanno un impatto di sostenibilità significativo che non lo fanno.

61

Terzo capitolo

Sustainability reporting e ESG Investor Briefing Project

3.1 Introduzione

Nel capitolo precedente si sono analizzate la Responsabilità Sociale d’Impresa e l’Innovazione Sociale, presentando la seconda come un’avanguardia rispetto la prima poiché essa si articola in strumenti di comunicazione di sostenibilità che danno forma e corpo ai principi di responsabilità d’impresa e ne permettono la vera realizzazione. Si è cercato di investigare le ragioni e le motivazioni per cui il concetto di sostenibilità (il cui significato è stato approfondito nel primo capitolo) ha raggiunto l’importanza odierna ed inizia, con sempre maggior enfasi, ad essere considerato un valore imprescindibile nelle aziende, nei suoi dipendenti e portatori di interesse ma anche in consumatori ed investitori.

Nel presente capitolo si procederà ad analizzare nel dettaglio gli strumenti di innovazione sociale di nostro interesse, entrando nel vivo del progetto delle

Sustainability Conference Calls a cui seguirà l’analisi empirica del capitolo successivo.

Si studieranno lo Sustainability Reporting proposto dal GRI (Global Reporting

Initiative) e l’ESG (Environmental, Social and Governance) Investor Briefing Project,

progetto congiunto dell’UN Global Compact e dell’ UN-supported Principles for

Responsible Investment (PRI). Per entrambi gli strumenti si cercheranno di delineare nel

miglior modo possibile il significato e l’obiettivo, i caratteri essenziali, la struttura ed il valore ad essi associato, nonché si cercherà di fornire una breve analisi accurata ed esaustiva degli enti e delle organizzazioni che li promuovono, li definiscono e li regolano.

62