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Conclusioni e aggiornamenti della valutazione intermedia

Nel documento PROGRAMMA OPERATIVO REGIONE CALABRIA (pagine 49-52)

1. ANALISI DI CONTESTO

1.4. LEZIONI DEL PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2000 – 2006

1.4.2. Conclusioni e aggiornamenti della valutazione intermedia

1.4.2. Conclusioni e aggiornamenti della valutazione intermedia

Criticità della programmazione 2000-2006

L’ipotesi alla base dell’analisi condotta nel corso della valutazione in itinere – e che sostanzia, in buona parte, anche le riflessioni di seguito esposte – parte dall’assumere che un ruolo rilevante nella performance degli interventi pubblici sia giocato dalle capacità delle istituzioni e dei loro apparati nell’esercizio delle funzioni di governo e gestione dei processi di attuazione. In particolare, appare evidente che i problemi inerenti la capacità istituzionale e di buona governance della Regione Calabria, abbiano riguardato sia la direzione politica che le capacità più specificamente di carattere tecnico-amministrativo.

La debolezza di direzione politica si è manifestata in una strutturale mancanza di responsabilizzazione e di “consapevolezza delle missioni” a tutti i livelli, in una cornice istituzionale in cui scarso, se non inesistente, è stato il livello di concertazione e cooperazione tra i diversi livelli del governo locale e fra i territori, con particolare riferimento al rapporto fra Regione Calabria e Province, ed in cui – per un lungo

periodo – non v’è stata né comunicazione né univocità di intenti fra l’Assessorato al Lavoro e quello alla Formazione Professionale48.

Dal punto di vista tecnico-amministrativo, il deficit di capacità gestionali è stato messo in rilievo fin dai primi Rapporti di valutazione con riferimento sia al livello regionale che a quello degli enti locali, e questa tematica appare oggi più che mai attuale, non foss’altro per il fatto che dovrà essere pesantemente all’attenzione della prossima programmazione. I Responsabili di Misura - ma soprattutto i loro Dirigenti - non sono riusciti né a configurare né a gestire la “pista di controllo” delle Misure loro attribuite, per evidenti carenze di competenze e per motivi legati alla inesistente collaborazione da parte delle strutture.

Al riguardo le azioni di Assistenza Tecnica e di accompagnamento messe in campo dall’Autorità di Gestione hanno – dal 2005 in poi – interessato le attività di controllo e di rendicontazione, veri e propri anelli deboli del processo attuativo, insieme con le procedure di definizione dei bandi, per i quali è stata messa a punto un’azione specifica di supporto, che si è conclusa a fine 2006.

Dopo quella data, l’accompagnamento ai Dipartimenti responsabili dell’attuazione delle misure FSE è stato mantenuto attraverso le strutture dell’Autorità di Gestione e del Dipartimento Programmazione, che hanno verificato la coerenza procedurale e programmatica dei bandi assicurando così l’avvio della spesa per nuovi progetti ed iniziative.

In tale contesto, i primi effetti della spesa potranno essere quantificabili solo a partire dalla fine del 2007:

nel frattempo la spesa rendicontata dal Dipartimento ha riguardato in massima parte la progettazione cosiddetta d di II fase anche a causa della altissima concentrazione di risorse sulle ultime annualità della programmazione, determinatasi per effetto di rinvii e sospensioni di misure.

L’ Audit della Commissione del 2007 chiude una lunga fase di controlli in loco avviata con la missione della primavera del 2005 con la validazione del sistema di gestione e controllo del FSE ritenuta in linea con la normativa comunitaria, grazie ad un’opera di riscrittura delle procedure, verifiche documentali, recuperi e rettifiche finanziarie che ha interessato un volume di risorse elevatissimo.

Di certo permane un deficit di capacità manageriali segnatamente per la parte che attiene al coordinamento con i vari livelli istituzionali e di governo territoriale dovuto alla difficoltà di implementare le strutture amministrative con quadri tecnici dotati di competenze adeguate.

In sintesi, le criticità della programmazione 2000-2006 si possono riassumere in:

- una prima fase contraddistinta da un deficit di decisione politica orientata agli obiettivi del FSE e da un deficit di assunzione di responsabilità da parte del management sia in relazione agli obiettivi di impegno e di spesa, sia nella capacità di sostenere e gestire Bandi in grado di attivare progetti di buona qualità, senza i quali non è possibile programmare e gestire il POR; ossia, da una parte, una scarsa conoscenza del proprio sistema di offerta e, dall’altra, di una insufficiente capacità di proporre contenuti utili e strategici, in una prospettiva concreta “di sistema”;

- una seconda fase tesa ad un recupero straordinario delle criticità rilevate dai vari audit e controlli succedutisi nel tempo, che ha necessariamente differito nel tempo, a chiusura del programma e anche oltre (con il ricorso alle risorse liberate), l’attuazione degli interventi formativi oggetto dei nuovi bandi la cui pubblicazione si è concentrata tra la fine del 2006 e il primo semestre del 2007.

Indirizzi per la Programmazione 2007 - 2013

A livello di lezioni apprese, dunque, nella programmazione 2007-2013, si dovranno mettere in atto i seguenti orientamenti strategici:

- affrontare il potenziamento delle competenze delle strutture, sviluppando anche le opportune forme di riorganizzazione dei processi di lavoro in base a requisiti di funzionalità, efficienza,

48 Gli Assessorati alle politiche del lavoro ed alle politiche della formazione professionale sono stati separati dal 2003 al 2005 e non hanno attivato forme di coordinamento (come mostra il fatto che al Comitato Regionale di Programmazione i due Assessorati non hanno presentato un documento unico).

responsabilità. Le risorse comunitarie dovranno essere utilizzate per la riforma degli apparati strumentali regionali secondo regole e principi di economicità e di efficacia, ispirati a realizzare un management pienamente attivo e responsabile, che alcune Misure (vedi la Misura 3.10) avrebbero potuto prevedere;

- operare, sia a livello organizzativo sia a livello procedurale, una sistematica separazione delle funzioni politiche da quelle amministrative per favorire l’incidenza delle scelte tecnico-amministrative in un contesto politico altamente conflittuale;

- l’Autorità di Gestione dovrà avere, rispetto al passato ciclo, un ruolo molto più forte a livello di programmazione operativa, direzione attuativa e controllo. L’obiettivo del futuro dovrà essere altresì quello di favorire un approccio integrato che garantisca l’apporto specifico dei singoli settori di intervento in cui sono articolate le priorità da realizzare, cercando di perseguire un’idea guida di sviluppo esplicitata e condivisa ed in accordo con il principio di “ accrescere l’efficacia degli interventi per i sistemi locali, migliorando la governance e la capacità di integrazione fra politiche ( Obiettivo generale 7.1.1). Solo in tale contesto, sarà possibile esprimere una progettualità ( regionale, provinciale, comunale, etc.) di alto livello qualitativo, in cui possano trovare statuto pieno azioni di sistema ed una vera attuatività del POR;

- affidarsi ad aiuti non solo di carattere finanziario, ma soprattutto, ad aiuti non finanziari: risorse umane e competenze “strutturate”, assistenza tecnica e buone prassi, cooperazione inter-regionale, scambi culturali, cooperazione verticale, nonchè standard di riferimento e risultati misurabili;

- concentrare l’attenzione su azioni di medio-lungo periodo volte ad avviare e sostenere interventi strutturali di sistema, che pongano le basi perché la prossima programmazione eviti i problemi incontranti in quella corrente e sostenga lo sviluppo della regione.

E’ dunque su questi elementi che bisogna agire rafforzando la capacità amministrativa, decisionale e progettuale del sistema socio economico calabrese ed aprendolo all’esterno, anche ad altre risorse umane competenti che possano collaborare alla programmazione. Per queste ragioni, non si possono che ribadire alcune indicazioni riportate nel Rapporto di valutazione intermedia. In particolare:

- identificare alcune priorità volte a dotare la regione di infrastrutture sia fisiche che intangibili adeguate allo sviluppo, anche attraverso la concentrazione selettiva delle risorse secondo la logica dell’integrazione, puntando, da un lato, sul rafforzamento dei settori potenzialmente portanti dell’economia regionale e, dall’altro lato, sulla dotazione di servizi essenziali, per sostenere l’inclusione sociale e ridurre i divari nelle condizioni di vita e nella qualità del sistema socio-economico della regione con le altre regioni del Centro-Nord, intervenendo sulla qualità della pubblica amministrazione, dei servizi sociali, dell’istruzione e della formazione, del lavoro;

- ribadire il ruolo cruciale del tema della legalità. La capacità di sviluppo economico di un territorio e la sua attrattività è influenzata, infatti, dalla capacità delle istituzioni di garantire il rispetto delle regole in tempi e modi coerenti.

- continuare e rafforzare l’impegno assunto dall’attuale Giunta di accrescere la qualità e la produttività delle azioni regionali, in termini di efficienza, accountability e trasparenza e di sostenere il capacity building delle amministrazioni locali nella gestione ed implementazione della politica di coesione stessa, e quindi dei diversi strumenti che la finanziano.

L’esigenza di ridurre la complessità funzionale del sistema di governo e di procedere ad una semplificazione va perciò letta in termini di selezione delle priorità di intervento su cui concentrare le risorse, di rafforzamento del ruolo di indirizzo, selezione e coordinamento della Regione, di sostegno alla costruzione del partenariato a livello territoriale.

Nel documento PROGRAMMA OPERATIVO REGIONE CALABRIA (pagine 49-52)