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Conclusioni: profili di criticità relativi all’applicazione pratica delle nuove

A seguito delle modifiche introdotte con il decreto semplificazioni si è manifestato un sovraccarico di lavoro in capo all’Amministrazione Finanziaria legato alla necessaria revisione degli accertamenti in corso233.

Nonostante il rispetto e la salvaguardia del principio di capacità contributiva previsto dall’articolo 53 della Costituzione, le norme concernenti l’individuazione dei ricavi direttamente legati ai falsi costi documentati con fatture per operazioni inesistenti risultano essere di difficile applicazione pratica in quanto comportano una disparità di trattamento fra simili fattispecie: i contribuenti che hanno utilizzato fatture false vedranno riconosciuto un abbattimento dei ricavi ai sensi dell’articolo 8, comma 2, del D.L. n. 16/2012 mentre altri contribuenti, a seguito della difficile

esemplificativo come impresa fornitrice, un’agenzia di pubblicità incaricata di promuovere la campagna elettorale di un certo partito politico.

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F. ANTONACCHIO, Costi da reato ed fatture false: novità legislative ed emergenti criticità, in

Il Fisco, 2012, n. 39, p. 6280. L’autore specifica che tali accertamenti in corso non saranno esclusi

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identificazione dei ricavi non direttamente afferenti a spese o componenti negativi relativi a beni o servizi non effettivamente scambiati o prestati risulteranno penalizzati e vedranno rettificato il reddito imponibile dal riconoscimento dei costi fittizi sulla base delle regole di determinazione del reddito previste dal TUIR.

La relazione del disconoscimento dei costi da reato all’esercizio dell’azione penale, nonostante sotto il profilo sostanziale vada a tutelare il contribuente, potrebbe rallentare le attività di accertamento in ragione del notevole periodo di tempo che intercorre fra l’invio della prima comunicazione della notizia di reato alla Procura della Repubblica, la successiva conclusione delle indagini 234 e l’accettazione dei provvedimenti di competenza da parte dell’Autorità giudiziaria.

Al termine delle indagini dalle quali sono emerse violazioni fiscali, i verificatori dovranno scindere la formulazione degli esiti e dovranno provvedere a formalizzare i relativi recuperi a tassazione, fatta eccezione per quelli riferiti ai costi da reato che potrebbero essere oggetto di separata verbalizzazione a seguito dell’acquisizione in copia della richiesta di rinvio a giudizio inviata al giudice ai sensi dell’articolo 405 del Codice di procedura penale o di uno dei provvedimenti emessi ai sensi degli articoli 424 e 425 del codice di procedura penale. Ciò comporterà un ulteriore impiego di tempo per l’Amministrazione Finanziaria e per il contribuente, il quale sarà soggetto ad una seconda attività ispettiva.

La dottrina 235 ha previsto, come possibile soluzione a tale problema, che in un’unica attività di controllo, unitamente alla rilevazione delle violazioni fiscali, i

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F. ANTONACCHIO, Costi da reato ed fatture false: novità legislative ed emergenti criticità, in

Il Fisco, 2012, n. 39, p. 6280. L’autore precisa che a seguito del completamento delle indagini

seguono la constatazione delle connesse violazioni fiscali da parte della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle entrate.

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F. ANTONACCHIO, Costi da reato ed fatture false: novità legislative ed emergenti criticità, in

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verificatori provvedano a quantificare e comunicare all’Ufficio accertatore anche l’annotazione da parte del contribuente dei costi direttamente afferenti ai reati contestati, in attesa che vengano adottati i provvedimenti di competenza dell’organo giudiziario.

Sulla base di quanto disposto anche dalla più volte citata circolare n. 32/E del 3 agosto 2012, nel momento in cui sono richiamate le disposizioni dell’articolo 43 del DPR n. 600/1973 236, invece di rinviare l’attivazione delle procedure di accertamento, l’ufficio accertatore potrà emettere un primo atto impositivo, provvedendo successivamente ad emetterne un secondo, purché entro i termini stabiliti per l’accertamento 237

, sulla base della sopravvenuta conoscenza di nuovi elementi; cioè non appena avrà avuto modo di conoscere l’avvio dell’azione penale da parte dell’Autorità giudiziaria.

Tutte queste criticità conducono la dottrina 238 a ritenere che l’introduzione delle disposizioni del decreto semplificazioni è stato un mancato successo dell’ennesimo tentativo del legislatore di semplificare il nostro sistema tributario, con lo scopo di aumentare progressivamente l’adozione delle norme da parte dei contribuenti e ridurre il più possibile il fenomeno dell’evasione fiscale che risulta essere molto forte laddove le norme sono oggetto di svariate interpretazioni e risultano di difficile applicazione pratica.

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Al comma 4 dell’articolo 43 del D.P.R. 600/1973 è previsto che “ Fino alla scadenza del termine

stabilito nei commi precedenti l’accertamento può essere integrato o modificato in aumento mediante la notificazione di nuovi avvisi, in base alla sopravvenuta conoscenza di nuovi elementi. Nell’avviso devono essere specificatamente indicati, a pena di nullità, i nuovi elementi e gli atti o fatti attraverso i quali sono venuti a conoscenza dell’ufficio delle imposte”.

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È opportuno, in questa sede, ricordare l’eventuale raddoppio dei termini stabiliti per l’accertamento nei casi di integrazione di un reato tributario.

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F. ANTONACCHIO, Costi da reato ed fatture false: novità legislative ed emergenti criticità, in

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